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Luigi Pirandello
Scialle nero
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II
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II
- Ebbene? -
domandò
di
nuovo
Gabriele
Orsani
al
vecchio
commesso
, appena
uscito
il
Vannetti
.
- Quella... quella
costruzione
...
giusto
adesso
, -
rispose
, quasi
balbettando
, il
Bertone
.
Gabriele
s'
adirò
.
- Quante
volte
me l'hai
detto
? Che volevi che facessi, d'altra
parte
?
Rescindere
il
contratto
, è
vero
? Ma se per tutti i
creditori
quella
zolfara
rappresenta
ancora la
speranza
della mia
solvibilità
... Lo
so
! lo
so
! Sono state più di
centotrenta
mila
lire
buttate
lì
, in questo
momento
, senza
frutto
... Lo
so
meglio
di te!... Non mi far
gridare
.
Il
Bertone
si
passò
più
volte
le
mani
su gli
occhi
stanchi
; poi,
dandosi
buffetti
su la
manica
, dove non
c'
era
neppur l'
ombra
della
polvere
,
disse
piano
, come a se stesso:
- Ci
fosse
modo, almeno, d'aver
danaro
per
muovere
ora
tutto quel
macchinario
, che... che non è neanche
interamente
pagato
. Ma abbiamo anche le
scadenze
delle
cambiali
alla
Banca
...
Gabriele
Orsani
, che s'
era
messo
a
passeggiare
per lo
scrittojo
, con le
mani
in
tasca
,
accigliato
, s'
arrestò
:
- Quanto?
- Eh... -
sospirò
il
Bertone
,
- Eh... -
rifece
Gabriele
; poi,
scattando
: - Oh, insomma!
Dimmi
tutto.
Parla
franco
: è
finita
?
capitombolo
? Sia
lodata
e
ringraziata
la
buona
e
santa
memoria
di mio
padre
! Volle
mettermi
qua, per
forza
: io ho
fatto
quello che
dovevo
fare:
tabula
rasa
: non se ne
parli
più!
- Ma no, non si
disperi
,
ora
... -
disse
il
Bertone
,
commosso
. - Certo lo
stato
delle
cose
... Mi
lasci
dire
!
Gabriele
Orsani
posò
le
mani
su le
spalle
del
vecchio
commesso
:
- Ma che vuoi
dire
,
vecchio
mio, che vuoi
dire
?
Tremi
tutto. Non così,
ora
; prima, prima, con l'
autorità
che ti veniva da
codesti
capelli
bianchi
,
dovevi
opporti
a me, ai miei
disegni
,
consigliarmi
allora, tu che mi
sapevi
inetto
agli
affari
.
Vorresti
illudermi
,
ora
, così? Mi fai
pietà
!
- Che potevo io?... - fece il
Bertone
, con le
lagrime
agli
occhi
.
- Nulla! -
esclamò
l'
Orsani
. - E neanche io. Ho
bisogno
di
pigliarmela
con qualcuno, non te ne
curare
. Ma,
possibile
? io, io, qua,
messo
a gli
affari
? Se non
so
vedere
ancora quali siano
stati
, in
fondo
, i miei
sbagli
...
Lascia
quest'
ultimo
della
costruzione
del
piano
inclinato
, a cui mi son
veduto
costretto
con l'
acqua
alla
gola
... Quali sono
stati
i miei
sbagli
?
Il
Bertone
si
strinse
nelle
spalle
,
chiuse
gli
occhi
e
aprì
le
mani
, come per
dire
: Che
giova
adesso
?
-
Piuttosto
, i
rimedii
... -
suggerì
con
voce
opaca
, di
pianto
.
Gabriele
Orsani
scoppiò
di
nuovo
a
ridere
.
- Il
rimedio
lo
so
!
Riprendere
il mio
vecchio
violino
, quello che mio
padre
mi
tolse
dalle
mani
per
dannarmi
qua, a questo
bel
divertimento
, e
andarmene
come un
cieco
, di
porta
in
porta
, a far le
sonatine
per
dare
un
tozzo
di
pane
ai miei
figliuoli
. Che te ne
pare
?
- Mi
lasci
dire
, -
ripeté
il
Bertone
,
socchiudendo
gli
occhi
. - Tutto
sommato
, se possiamo
superare
queste
prossime
scadenze
,
restringendo
,
naturalmente
, tutte, tutte le
spese
(anche quelle... mi
scusi
!... su, di
casa
),
credo
che... almeno per quattro o cinque
mesi
potremo far
fronte
agli
impegni
. Nel
frattempo
...
Gabriele
Orsani
scrollò
il
capo
,
sorrise
; poi,
traendo
un lungo
sospiro
,
disse
:
- Fra
Tempo
è un
monaco
,
vecchio
mio, che vuol
crearmi
illusioni
!
Ma il
Bertone
insistette
nelle sue
previsioni
e
uscì
dallo
scrittojo
per
finir
di
stendere
l'
intero
quadro
dei
conti
.
- Glielo farò
vedere
. Mi
permetta
un
momento
.
Gabriele
andò
a
buttarsi
di
nuovo
su la
sedia
a
sdrajo
presso la
finestra
e, con le
mani
intrecciate
dietro la
nuca
, si
mise
a
pensare
.
Nessuno ancora
sospettava
di nulla; ma per lui,
ormai
, nessun
dubbio
: qualche
mese
ancora di
disperati
espedienti
, e poi il
crollo
, la
rovina
.
Da circa
venti
giorni
, non si
staccava
più dallo
scrittojo
. Come se
lì
, dal
palchetto
della
scrivania
, dai
grossi
libri
di
cassa
,
aspettasse
al
varco
qualche
suggerimento
. La
violenta
,
inutile
tensione
del
cervello
a
mano
a
mano
però, contro ogni
sforzo
, gli s'
allentava
, la
volontà
gli s'
istupidiva
; ed egli se ne
accorgeva
sol
quando, alla
fine
, si
ritrovava
attonito
o
assorto
in
pensieri
alieni
,
lontani
dall'
assiduo
tormento
.
Tornava
allora a
rimpiangere
, con
crescente
esasperazione
, la sua
cieca
,
supina
obbedienza
alla
volontà
del
padre
, che lo aveva
tolto
allo
studio
prediletto
delle
scienze
matematiche
, alla
passione
per la
musica
, e
gettato
lì
in quel
torbido
mare
insidioso
dei
negozii
commerciali
. Dopo tanti
anni
,
risentiva
ancor
vivo
lo
strazio
che aveva
provato
nel
lasciar
Roma
. Se n'
era
venuto in
Sicilia
con la
laurea
di
dottore
in
scienze
fisiche
e
matematiche
, con un
violino
e un
usignuolo
.
Beata
incoscienza
! Aveva
sperato
di
potere
attendere
ancora alla
scienza
prediletta
, al
prediletto
strumento
, nei
ritagli
di
tempo
che i
complicati
negozii
del
padre
gli avrebbero
lasciato
liberi
.
Beata
incoscienza
! Una
volta
sola
, circa tre
mesi
dopo il suo
arrivo
, aveva
cavato
dalla
custodia
il
violino
, ma per
chiudervi
dentro, come in una
degna
tomba
, l'
usignoletto
morto
e
imbalsamato
.
E ancora
domandava
a se stesso come mai il
padre
, tanto
esperto
nelle sue
faccende
, non si
fosse
accorto
dell'
assoluta
inettitudine
del
figliuolo
. Gli aveva forse
fatto
velo
la
passione
ch'egli aveva del
commercio
, il
desiderio
che l'
antica
ditta
Orsani
non venisse a
cessare
, e s'
era
forse
lusingato
che, con la
pratica
degli
affari
, con l'
allettamento
dei
grossi
guadagni
, a poco a poco il
figlio
sarebbe
riuscito
ad
adattarsi
e a
prender
gusto
a quel
genere
di
vita
.
Ma perché
lagnarsi
del
padre
, se egli si
era
piegato
ai
voleri
di lui senza
opporre
la
minima
resistenza
, senza
arrischiar
neppure la più
timida
osservazione
, come a un
patto
fin
dalla
nascita
stabilito
e
concluso
e
ormai
non più
discutibile
? se egli stesso, proprio per
sottrarsi
alle
tentazioni
che potevano
venirgli
dall'
ideale
di
vita
ben
diverso
,
fin
allora
vagheggiato
, s'
era
indotto
a
prender
moglie
, a
sposar
colei che gli
era
stata
destinata
da gran
tempo
: la
cugina
orfana
,
Flavia
?
Come tutte le
donne
di quell'
odiato
, in cui gli
uomini
, nella
briga
, nella
costernazione
assidua
degli
affari
rischiosi
, non
trovavan
mai
tempo
da
dedicare
all'
amore
,
Flavia
, che avrebbe potuto
essere
per lui l'
unica
rosa
lì
tra le
spine
, s'
era
invece
acconciata
subito, senza
rammarico
, come d'
intesa
, alla
parte
modesta
di
badare
alla
casa
, perché nulla
mancasse
al
marito
dei
comodi
materiali
, quando
stanco
,
spossato
,
ritornava
dalle
zolfare
o dal
banco
o dai
depositi
di
zolfo
lungo la
spiaggia
, dove, sotto il
sole
cocente
, egli aveva
atteso
tutto il
giorno
all'
esportazione
del
minerale
.
Morto
il
padre
quasi
repentinamente
,
era
rimasto
a
capo
dell'
azienda
, nella quale ancora non
sapeva
veder
chiaro
. Solo, senza
guida
, aveva
sperato
per un
momento
di poter
liquidare
tutto e
ritirarsi
dal
commercio
. Ma sì! Quasi tutto il
capitale
era
impegnato
nella
lavorazione
delle
zolfare
. E s'
era
allora
rassegnato
ad
andare
innanzi per quella
via
,
togliendo
a
guida
quel buon
uomo
del
Bertone
,
vecchio
scritturale
del
banco
, a cui il
padre
aveva sempre
accordato
la
massima
fiducia
.
Che
smarrimento
sotto il
peso
della
responsabilità
piombatagli
addosso
d'
improvviso
,
resa
anche più
grave
dal
rimorso
d'aver
messo
al
mondo
tre
figliuoli
,
minacciati
ora
dalla sua
inettitudine
nel
benessere
, nella
vita
! Ah egli,
fino
allora, non ci aveva
pensato
:
bestia
bendata
, alla
stanga
d'una
macina
.
Era
stato
sempre
doglioso
il suo
amore
per la
moglie
,
pe
'
figliuoli
,
testimonii
viventi
della sua
rinunzia
a un'altra
vita
; ma
ora
gli
attossicava
il
cuore
d'
amara
compassione
. Non poteva più
sentir
piangere
i
bambini
o che si
lamentassero
minimamente
;
diceva
subito a se stesso: - "Ecco, per
causa
mia!" - e tanta
amarezza
gli
restava
chiusa
in
petto
, senza
sfogo
.
Flavia
non s'
era
mai
curata
nemmeno di
cercar
la
via
per
entrargli
nel
cuore
; ma forse, nel
vederlo
mesto
,
assorto
e
taciturno
, non aveva mai neppur
supposto
ch'egli
chiudesse
in sé qualche
pensiero
estraneo
a gli
affari
. Anch'ella forse si
rammaricava
in
cuor
suo dell'
abbandono
in cui egli la
lasciava
; ma non
sapeva
muovergliene
rimprovero
,
supponendo
che vi
fosse
costretto
dalle
intricate
faccende
, dalle
cure
tormentose
della sua
azienda
.
E certe
sere
vedeva
la
moglie
appoggiata
alla
ringhiera
dell'
ampio
terrazzo
della
casa
, alle cui
mura
veniva quasi a
battere
il
mare
.
Da quel
terrazzo
che
pareva
il
cassero
d'una
nave
, ella
guardava
assorta
nella
notte
sfavillante
di
stelle
,
piena
del
cupo
eterno
lamento
di quell'
infinita
distesa
d'
acque
, innanzi a cui gli
uomini
avevano con
fiducia
animosa
costruito
le lor
piccole
case
,
ponendo
la loro
vita
quasi alla mercé d'altre
lontane
genti
. Veniva di tanto in tanto dal
porto
il
fischio
roco
,
profondo
,
malinconico
di qualche
vapore
che s'
apparecchiava
a
salpare
. Che
pensava
in quell'
atteggiamento
? Forse anche a lei il
mare
, col
lamento
delle
acque
irrequiete
,
confidava
oscuri
presagi
.
Egli non la
richiamava
:
sapeva
,
sapeva
bene
che ella non poteva
entrare
nel
mondo
di lui, giacché entrambi a
forza
erano
stati
spinti
a
lasciar
la propria
via
. E
lì
, nel
terrazzo
,
sentiva
riempirsi
gli
occhi
di
lagrime
silenziose
. Così, sempre,
fino
alla
morte
, senza nessun
mutamento
? Nell'
intensa
commozione
di quelle
tetre
sere
, l'
immobilità
della
condizione
della propria
esistenza
gli
riusciva
intollerabile
, gli
suggeriva
pensieri
subiti
,
strani
, quasi
lampi
di
follia
. Come mai un
uomo
,
sapendo
bene
che si
vive
una
volta
sola
, poteva
acconciarsi
a
seguire
per tutta la
vita
una
via
odiosa
? E
pensava
a tanti altri
infelici
,
costretti
dalla
sorte
a
mestieri
più
aspri
e più
ingrati
. Talvolta, un
noto
pianto
, il
pianto
di qualcuno dei
figliuoli
lo
richiamava
d'
improvviso
a sé. Anche
Flavia
si
scoteva
dal suo
fantasticare
; ma egli si
affrettava
a
dire
: -
Vado
io! -
Toglieva
dal
lettuccio
il
bambino
e si
metteva
a
passeggiare
per la
camera
,
cullandolo
tra le
braccia
, per
riaddormentarlo
e quasi per
addormentare
insieme
la sua
pena
. A poco a poco, col
sonno
della
creaturina
, la
notte
diveniva
più
tranquilla
anche per lui; e,
rimesso
sul
lettuccio
il
bambino
, si
fermava
un
tratto
a
guardare
attraverso i
vetri
della
finestra
, nel
cielo
, la
stella
che
brillava
di più...
Erano
passati
così nove
anni
. Sul
principio
di quest'
anno
, proprio quando la
posizione
finanziaria
cominciava
a
infoscarsi
,
Flavia
s'
era
messa
a
eccedere
un po' troppo in certe
spese
di
lusso
; aveva voluto anche per sé una
carrozza
; ed egli non aveva
saputo
opporsi
.
Ora
il
Bertone
gli
consigliava
di
limitar
tutte le
spese
e anche, anzi specialmente, quelle di
casa
.
Certo il
dottor
Sarti
, suo
intimo
amico
fin
dall'
infanzia
, aveva
consigliato
a
Flavia
di
cangiar
vita
, di
darsi
un po' di
svago
, per
vincere
la
depressione
nervosa
che tanti
anni
di
chiusa
,
monotona
esistenza
le avevano
cagionato
. A questa
riflessione
,
Gabriele
si
scosse
, si
levò
dalla
sedia
a
sdrajo
e si
mise
a
passeggiare
per lo
scrittojo
,
pensando
ora
all'
amico
Lucio
Sarti
, con un
sentimento
d'
invidia
e con
dispetto
.
Erano
stati
insieme
a
Roma
,
studenti
.
Tanto l'uno che l'altro, allora, non potevano stare un
sol
giorno
senza
vedersi
; e,
fino
a poco
tempo
addietro
, quel
legame
antico
di
fraterna
amicizia
non si
era
affatto
rallentato
. Egli si
vietava
assolutamente
di
fondar
la
ragione
di tal
cambiamento
su una
impressione
avuta durante l'
ultima
malattia
d'uno dei suoi
bambini
: che il
Sarti
cioè avesse
mostrato
esagerate
premure
per sua
moglie
:
impressione
e null'altro,
conoscendo
a
prova
la
rigidissima
onestà
dell'
amico
e della
moglie
.
Era
vero
e
innegabile
tuttavia che
Flavia
s'
accordava
in tutto e per tutto col modo di
pensare
del
dottore
: nelle
discussioni
, da qualche
tempo
molto
frequenti
, ella
assentiva
sempre col
capo
alle
parole
di lui, ella che, di
solito
, in
casa
, non
parlava
mai. Se n'
era
stizzito
. O se ella
approvava
quelle
idee
, perché non
gliele
aveva
manifestate
prima? perché non s'
era
messa
a
discutere
con lui intorno all'
educazione
dei
figliuoli
, per
esempio
, se
approvava
i
rigidi
criterii
del
dottore
, anziché i suoi? Ed
era
arrivato
finanche
ad
accusar
la
moglie
di poco
affetto
pe
'
figli
. Ma
doveva
pur
dire
così, se ella,
stimando
in
coscienza
che egli
educasse
male
i
figliuoli
, aveva sempre
taciuto
,
aspettando
che un altro ne
movesse
il
discorso
.
Il
Sarti
, del
resto
, non avrebbe
dovuto
immischiarsene
. Da un
pezzo
in qua,
pareva
a
Gabriele
che l'
amico
dimenticasse
troppe
cose
:
dimenticasse
per
esempio
di
dover
tutto, o quasi tutto, a lui.
Chi, se non lui, infatti, lo aveva
sollevato
dalla
miseria
in cui le
colpe
dei
genitori
lo avevano
gettato
? Il
padre
gli
era
morto
in
galera
, per
furti
; dalla
madre
, che lo aveva
condotto
con sé nella
prossima
città
,
era
fuggito
, non appena con l'
uso
della
ragione
aveva potuto
intravedere
a quali
tristi
espedienti
era
ricorsa
per
vivere
. Ebbene, egli lo aveva
tolto
da un
misero
caffeuccio
in cui s'
era
ridotto
a
prestar
servizio
e gli aveva
trovato
un
posticino
nel
banco
del
padre
; gli aveva
prestato
i suoi
libri
, i suoi
appunti
di
scuola
, per farlo
studiare
; gli aveva insomma
aperto
la
via
,
schiuso
l'
avvenire
.
E
ora
, ecco: il
Sarti
s'
era
fatto
uno
stato
tranquillo
e
sicuro
col suo
lavoro
, con le sue
doti
naturali
, senza
dover
rinunziare
a nulla:
era
un
uomo
; mentre lui... lui, all'
orlo
di un
abisso
!
Due
colpi
all'
uscio
a
vetri
, che
dava
nelle
stanze
riserbate
all'
abitazione
,
riscossero
Gabriele
da queste
amare
riflessioni
.
- Avanti, -
disse
.
E
Flavia
entrò
.
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