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Luigi Pirandello
Scialle nero
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E due!
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E due!
Dopo aver
vagato
a lungo per il
quartiere
addormentato
dei
Prati
di
Castello
,
rasentando
i
muri
delle
caserme
,
sfuggendo
istintivamente
il
lume
dei
lampioni
sotto gli
alberi
dei
lunghissimi
viali
,
pervenuto
alla
fine
sul
Lungotevere
dei
Mellini
,
Diego
Bronner
montò
,
stanco
, sul
parapetto
dell'
argine
deserto
e vi si
pose
a
sedere
,
volto
verso il
fiume
, con le
gambe
penzoloni
nel
vuoto
.
Non un
lume
acceso
nelle
case
di
fronte
, della
Passeggiata
di
Ripetta
,
avvolte
nell'
ombra
e
stagliate
nere
nel
chiaror
lieve
e
ampio
che, di
là
da esse, la
città
diffondeva
nella
notte
.
Immobili
, le
foglie
degli
alberi
del
viale
, lungo l'
argine
. Solo, nel gran
silenzio
, s'
udiva
un
lontanissimo
zirlio
di
grilli
e - sotto - il
cupo
borbogliare
delle
acque
nere
del
fiume
, in cui, con un
tremolio
continuo
,
serpentino
, si
riflettevano
i
lumi
dell'
argine
opposto
.
Correva
per il
cielo
una
trama
fitta
d'
infinite
nuvolette
lievi
,
basse
,
cineree
, come se fossero
chiamate
in
fretta
di
là
, di
là
, verso
levante
, a un
misterioso
convegno
, e
pareva
che la
luna
, dall'
alto
, le
passasse
in
rassegna
.
Il
Bronner
stette un
pezzo
col
volto
in su a
contemplar
quella
fuga
, che
animava
con così
misteriosa
vivacità
il
silenzio
luminoso
di quella
notte
di
luna
. A un
tratto
udì
un
rumor
di
passi
sul vicino
ponte
Margherita
e si
volse
a
guardare
.
Il
rumore
dei
passi
cessò
.
Forse qualcuno, come lui, s'
era
messo
a
contemplare
quelle
nuvolette
e la
luna
che le
passava
in
rassegna
, o il
fiume
con quei
tremuli
riflessi
dei
lumi
nell'
acqua
nera
fluente
.
Trasse
un lungo
sospiro
e
tornò
a
guardare
in
cielo
, un po'
infastidito
della
presenza
di quell'
ignoto
, che gli
turbava
il
triste
piacere
di
sentirsi
solo. Ma egli, qua,
era
nell'
ombra
degli
alberi
:
pensò
che colui, dunque, non avrebbe potuto
scorgerlo
; e quasi per
accertarsene
, si
voltò
di
nuovo
a
guardare
.
Presso un
fanale
imbasato
sul
parapetto
del
ponte
scorse
un
uomo
in
ombra
. Non
comprese
dapprima
che cosa colui stesse a far
lì
,
silenziosamente
. Gli
vide
posare
come un
involto
su la
cimasa
, a
piè
del
fanale
. -
Involto
? No:
era
il
cappello
. E
ora
? che!
Possibile
?
Ora
scavalcava
il
parapetto
.
Possibile
?
Istintivamente
il
Bronner
si
trasse
indietro
col
busto
,
protendendo
le
mani
e
strizzando
gli
occhi
; si
restrinse
tutto in sé;
udì
il
tonfo
terribile
nel
fiume
.
Un
suicidio
? Così?
Riaprì
gli
occhi
,
riaffondò
lo
sguardo
nel
bujo
. Nulla. L'
acqua
nera
. Non un
grido
. Nessuno. Si
guardò
attorno
.
Silenzio
,
quiete
. Nessuno aveva
veduto
? nessuno
udito
? E quell'
uomo
intanto
affogava
... E lui non si
moveva
,
annichilito
.
Gridare
? Troppo
tardi
,
ormai
.
Raggomitolato
nell'
ombra
, tutto
tremante
,
lasciò
che la
sorte
atroce
di quell'
uomo
si
compisse
, pur
sentendosi
schiacciare
dalla
complicità
del suo
silenzio
con la
notte
, e
domandandosi
di
tratto
in
tratto
: "Sarà
finito
? sarà
finito
?" come se con gli
occhi
chiusi
vedesse
quell'
infelice
dibattersi
nella
lotta
disperata
col
fiume
.
Riaprendo
gli
occhi
,
risollevandosi
, dopo quel
momento
d'
orribile
angoscia
, la
quiete
profonda
della
città
dormente
,
vegliata
dai
fanali
, gli
parve
un
sogno
. Ma come
guizzavano
ora
quei
riflessi
dei
lumi
nell'
acqua
nera
!
Rivolse
paurosamente
lo
sguardo
al
parapetto
del
ponte
:
vide
il
cappello
lasciato
lì
da quell'
ignoto
. Il
fanale
lo
illuminava
sinistramente
. Fu
scosso
da un lungo
brivido
alle
reni
, e col
sangue
che gli
frizzava
ancora per le
vene
, in
preda
a un
tremito
convulso
di tutti i
muscoli
, come se quel
cappello
là
potesse
accusarlo
,
scese
e,
cercando
l'
ombra
, s'
avviò
rapidamente
verso
casa
.
-
Diego
, che hai?
- Nulla,
mamma
. Che ho?
- No, mi
pareva
... È già
tardi
...
- Non voglio che tu m'
aspetti
, lo
sai
; te l'ho
detto
tante
volte
.
Lasciami
rincasare
quando mi fa
comodo
.
- Sì, sì. Ma
vedi
, stavo a
cucire
... Vuoi che t'
accenda
il
lumino
da
notte
?
-
Dio
, me lo
domandi
ogni
sera
!
La
vecchia
madre
, come
sferzata
da questa
risposta
alla
domanda
superflua
,
corse
,
curva
,
trascinando
un po' una
gamba
, ad
accendergli
in
camera
il
lumino
da
notte
e a
preparargli
il
letto
.
Egli la
seguì
con gli
occhi
, quasi con
rancore
; ma, com'ella
scomparve
dietro l'
uscio
,
trasse
un
sospiro
di
pietà
per lei. Subito però il
fastidio
lo
riprese
.
E
rimase
lì
ad
aspettare
, senza
saper
perché, né che cosa, in quella
tetra
saletta
d'
ingresso
che aveva il
soffitto
basso
basso
, di
tela
fuligginosa
, qua e
là
strappata
e con lo
strambello
pendente
, in cui le
mosche
s'eran
raccolte
e
dormivano
a
grappoli
.
Vecchi
arredi
decaduti
,
mescolati
con
rozzi
mobili
e
oggetti
nuovi
di
sartoria
,
stipavano
quella
saletta
: una
macchina
da
cucire
, due
impettiti
manichini
di
vimini
, una
tavola
liscia
massiccia
per
tagliarvi
le
stoffe
, con un
grosso
pajo
di
forbici
, il
gesso
, il
metro
e alcuni
smorfiosi
giornali
di
moda
.
Ma,
ora
, il
Bronner
,
percepiva
appena tutto questo.
S'
era
portato
con sé, come uno
scenario
, lo
spettacolo
di quel
cielo
corso
da quelle
nuvolette
basse
e
lievi
; e del
fiume
con quei
riflessi
dei
fanali
; lo
spettacolo
di quelle
alte
case
nell'
ombra
,
là
dirimpetto
stagliate
nel
chiarore
della
città
, e di quel
ponte
con quel
cappello
... E l'
impressione
spaventosa
, come di
sogno
, dell'
impassibilità
di tutte quelle
cose
ch'erano con lui
là
,
presenti
, più
presenti
di lui, perché lui, anzi,
nascosto
nell'
ombra
degli
alberi
,
era
veramente
come se non ci
fosse
. Ma il suo
orrore
, lo
sconvolgimento
,
adesso
, erano
appunto
per questo, per esser egli
rimasto
lì
in quell'
attimo
come quelle
cose
,
presente
e
assente
,
notte
,
silenzio
,
argine
,
alberi
,
lumi
, senza
gridare
ajuto
, come se non ci
fosse
; e il
sentirsi
ora
qua
stordito
,
stralunato
, come se quello che aveva
veduto
e
sentito
, lo avesse
sognato
.
A un
tratto
vide
venire a
posarsi
con un
balzo
agile
e
netto
,
là
su la
tavola
massiccia
, il
grosso
gatto
bigio
di
casa
. Due
occhi
verdi
,
immobili
e
vani
.
Ebbe un
momentaneo
terrore
di quegli
occhi
, e
aggrottò
le
ciglia
,
urtato
.
Pochi
giorni
addietro
, quel
gatto
era
riuscito
a far
cadere
dal
muro
di quella
saletta
una
gabbia
col
cardellino
, di cui sua
madre
aveva
cura
amorosa
. Con
industriosa
e
paziente
ferocia
,
cacciando
le
granfie
di tra le
gretole
, l'aveva
tratto
fuori e se l'
era
mangiato
. La
madre
non se ne
sapeva
ancora
dar
pace
; anche lui
pensava
tuttora
allo
scempio
di quel
cardellino
; ma il
gatto
, eccolo
là
: del tutto
ignaro
del
male
che aveva
fatto
. Se egli lo avesse
cacciato
via
da quella
tavola
sgarbatamente
, non ne avrebbe
mica
capito
il perché.
Ed ecco già due
prove
contro di lui, quella
sera
. Due altre
prove
. E questa
seconda
gli
balzava
innanzi all'
improvviso
, con quel
gatto
; come all'
improvviso
gli
era
venuta l'altra, con quel
suicidio
dal
ponte
. Una
prova
; che egli non poteva
essere
come quel
gatto
là
che,
compiuto
uno
scempio
, un
momento
dopo non ci
pensava
più; l'altra
prova
: che gli
uomini
, alla
presenza
d'un
fatto
, non potevano
restare
impassibili
come le
cose
, per quanto come lui si
forzassero
, non solo a non
parteciparvi
, ma anche a
tenersene
quasi
assenti
.
La
dannazione
del
ricordo
in sé, e il non poter
sperare
che gli altri
dimenticassero
. Ecco. Queste due
prove
. Una
dannazione
e una
disperazione
.
Che modo
nuovo
di
guardare
avevano
acquistato
da un
pezzo
in qua i suoi
occhi
?
Guardava
sua
madre
,
ritornata
or
ora
dall'avergli
apparecchiato
il
letto
di
là
e
acceso
il
lumino
da
notte
, e la
vedeva
non più come sua
madre
, ma come una
povera
vecchia
qualunque, quale essa
era
per sé, con quel
grosso
porro
accanto alla
pinna
destra
del
naso
un po'
schiacciato
, le
guance
esangui
e
flaccide
,
striate
da
venicciuole
violette
, e quegli
occhi
stanchi
che subito, sotto lo
sguardo
di lui così
stranamente
spietato
, le s'
abbassavano
, ecco, dietro gli
occhiali
, quasi per
vergogna
, di che? Ah, egli lo
sapeva
bene
, di che.
Rise
d'un
brutto
riso
;
disse
:
-
Buona
notte
,
mamma
.
E
andò
a
chiudersi
in
camera
.
La
vecchia
madre
,
piano
piano
per non farsi
sentire
, si
rimise
a
sedere
nella
saletta
e a
cucire
: a
pensare
.
Dio
, perché così
pallido
e
stravolto
, quella
notte
?
Bere
, non
beveva
, o almeno dal
fiato
non si
sentiva
. Ma se
fosse
ricaduto
in
mano
dei
cattivi
compagni
che lo avevano
rovinato
, o
fors
'anche di
peggiori
?
Questa
era
la
paura
sua più
grave
.
Tendeva
di tanto in tanto l'
orecchio
per
sentire
che cosa egli facesse di
là
, se si
fosse
coricato
, se già
dormisse
; e intanto
ripuliva
gli
occhiali
, che a ogni
sospiro
le s'
appannavano
. Lei, prima d'
andare
a
letto
, voleva
finire
quel
lavoro
. La
pensioncina
che il
marito
le aveva
lasciato
, non
bastava
più,
ora
che
Diego
aveva
perduto
l'
impiego
. E poi
accarezzava
un
sogno
, che pur sarebbe
stato
la sua
morte
:
metter
tanto da
parte
,
lavorando
e
risparmiando
, da
mandare
il
figlio
lontano
, in
America
. Perché qua, lo
capiva
, il suo
Diego
,
ora
, non avrebbe
trovato
più da
collocarsi
, e nel
triste
ozio
, che da sette
mesi
lo
divorava
, si sarebbe
perduto
per sempre.
In
America
...
là
- oh, il suo
figliuolo
era
tanto
bravo
!
sapeva
tante
cose
!
scriveva
, prima, anche nei
giornali
... - in
America
,
là
, - lei
magari
ne sarebbe
morta
- ma il suo
figliuolo
avrebbe
ripreso
la
vita
, avrebbe
dimenticato
,
cancellato
il suo
fallo
di
gioventù
, di cui erano
stati
cagione
i
cattivi
compagni
: quel
Russo
, o
Polacco
che
fosse
,
pazzo
,
crapulone
,
capitato
a
Roma
per la
sciagura
di tante
oneste
famiglie
.
Giovinastri
, si
sa
!
Invitati
a
casa
da questo
forestiere
,
riccone
e
scostumato
, avevano
fatto
pazzie
:
vino
,
donnacce
... s'
ubriacavano
...
Ubriaco
, quello voleva
giocare
a
carte
, e
perdeva
... Se l'
era
procacciata
da sé, con le sue
mani
, la
rovina
: che
c'
entrava
poi l'
accusa
a
tradimento
dei suoi
compagni
di
crapula
, quel
processo
scandaloso
, che aveva
sollevato
tanto
rumore
e
infamato
tanti
giovanotti
,
scapati
, sì, ma di
famiglie
onorate
e per
bene
?
Le
parve
di
sentire
un
singhiozzo
di
là
e
chiamò
:
-
Diego
!
Silenzio
.
Rimase
un
pezzo
con l'
orecchio
teso
e gli
occhi
intenti
.
Sì:
era
sveglio
ancora. Che faceva?
Si
alzò
, e, in
punta
di
piedi
, s'
accostò
all'
uscio
, a
origliare
; poi si
chinò
per
guardare
attraverso il
buco
della
serratura
: -
Leggeva
... Ah, ecco! quei
maledetti
giornali
ancora! il
resoconto
del
processo
... - Come mai, come mai s'
era
dimenticata
di
distruggerli
, quei
giornali
,
comperati
nei
tremendi
giorni
del
processo
? - E perché, quella
notte
, a quell'
ora
, appena
rincasato
, li aveva
ripresi
e
tornava
a
leggerli
?
-
Diego
! -
chiamò
di
nuovo
,
piano
; e
schiuse
timidamente
l'
uscio
.
Egli si
voltò
di
scatto
, come per
paura
.
- Che vuoi? Ancora in
piedi
?
- E tu?... - fece la
madre
. -
Vedi
, mi fai
rimpiangere
ancora la mia
stolidaggine
...
- No. Mi
diverto
, -
rispose
egli,
stirando
le
braccia
.
Si
alzò
; si
mise
a
passeggiare
per la
stanza
.
-
Stracciali
,
buttali
via
, te ne
prego
! -
supplicò
la
madre
a
mani
giunte
. - Perché vuoi
straziarti
ancora? Non ci
pensare
più!
Egli si
fermò
in
mezzo
alla
stanza
;
sorrise
e
disse
:
-
Brava
. Come se, non
pensandoci
più io, per questo poi non
dovessero
più
pensarci
gli altri.
Dovremmo
metterci
a fare i
distratti
, tutti quanti... per
lasciarmi
vivere
.
Distratto
io,
distratti
gli altri... - Che è
stato
? Niente. Sono
stato
tre
anni
"in
villeggiatura
".
Parliamo
d'altro... - Ma non
vedi
, non
vedi
come mi
guardi
anche tu?
- Io? -
esclamò
la
madre
. - come ti
guardo
?
- Come mi
guardano
tutti gli altri!
- No,
Diego
! ti
giuro
!
Guardavo
... ti
guardavo
, perché...
dovresti
passare
dal
sarto
, ecco...
Diego
Bronner
si
guardò
addosso
il
vestito
, e
tornò
a
sorridere
.
- Già, è
vecchio
. Per questo tutti mi
guardano
... Eppure, me lo
spazzolo
bene
, prima d'
uscire
; mi
aggiusto
... Non
so
, mi
sembra
che potrei
passare
per un
signore
qualunque, per uno che possa ancora
indifferentemente
partecipare
alla
vita
... Il
guajo
è
là
, è
là
... -
aggiunse
,
accennando
i
giornali
su la
scrivania
. - Abbiamo
offerto
un tale
spettacolo
, che,
via
, sarebbe troppa
modestia
presumere
che la
gente
se ne sia potuta
dimenticare
...
Spettacolo
d'
anime
ignude
,
gracili
e
sudicette
,
vergognose
di
mostrarsi
in
pubblico
, come i
tisici
alla
leva
. E
cercavamo
tutti di
coprirci
le
vergogne
con un
lembo
della
toga
dell'
avvocato
difensore
. E che
risate
il
pubblico
! Vuoi che la
gente
, per
esempio
, si
dimentichi
che il
Russo
, noi, quel
cagliostro
, lo
chiamavamo
Luculloff
e che lo
paravamo
da
antico
romano
, con gli
occhiali
d'
oro
a
stanghetta
sul
naso
rincagnato
? Quando lo han
veduto
là
con quel
faccione
rosso
brozzoloso
, e han
saputo
come noi lo
trattavamo
, che gli
strappavamo
i
coturni
dai
piedi
e lo
picchiavamo
sodo
sul
cranio
pelato
, e che lui, sotto a quei
picchi
sodi
,
rideva
,
sghignava
,
beato
...
-
Diego
!
Diego
, per
carità
! -
scongiurò
la
madre
.
- ...
Ubriaco
. Lo
ubriacavamo
noi...
- Tu no!
- Anch'io,
va'
là
, con gli altri.
Era
uno
spasso
! E allora venivano le
carte
da
giuoco
.
Giocando
con un
ubriaco
,
capirai
,
facilissimo
barare
...
- Per
carità
,
Diego
!
- Così...
scherzando
... Oh, questo, te lo posso
giurare
.
Là
risero
tutti,
giudici
,
presidente
;
finanche
i
carabinieri
; ma è la
verità
. Noi
rubavamo
senza
saperlo
, o
meglio
,
sapendolo
e
credendo
di
scherzare
. Non ci
pareva
una
truffa
. Erano i
denari
d'un
pazzo
schifoso
, che ne faceva
getto
così... E del
resto
, neppure un
centesimo
ne
rimaneva
poi nelle nostre
tasche
: ne facevamo
getto
anche noi, come lui, con lui,
pazzescamente
...
S'
interruppe
; s'
accostò
allo
scaffale
dei
libri
; ne
trasse
uno.
-
Guarda
. Questo solo
rimorso
. Con quei
denari
comprai
una
mattina
, da un
rivendugliolo
, questo
libro
qua.
E lo
buttò
su la
scrivania
.
Era
La
corona
d'
olivo
selvaggio
del
Ruskin
, nella
traduzione
francese
.
- Non l'ho
aperto
nemmeno.
Vi
fissò
lo
sguardo
,
aggrottando
le
ciglia
. Come mai, in quei
giorni
, gli
era
potuto venire in
mente
di
comprare
quel
libro
? S'
era
proposto
di non
leggere
più, di non più
scrivere
un
rigo
; e
andava
lì
, in quella
casa
, con quei
compagni
, per
abbrutirsi
, per
uccidere
in sé, per
affogare
nel
bagordo
un
sogno
, il suo
sogno
giovanile
, poiché le
tristi
necessità
della
vita
gl'
impedivano
d'
abbandonarsi
a esso, come avrebbe voluto.
La
madre
stette un
pezzo
a
guardare
anche lei quel
libro
misterioso
; poi gli
chiese
dolcemente
:
- Perché non
lavori
? perché non
scrivi
più, come facevi prima?
Egli le
lanciò
uno
sguardo
odioso
,
contraendo
tutto il
volto
, quasi per
ribrezzo
.
La
madre
insistette
,
umile
:
- Se ti
chiudessi
un po' in te... Perché
disperi
?
Credi
tutto
finito
? Hai
ventisei
anni
... Chi
sa
quante
occasioni
ti
offrirà
la
vita
, per
riscattarti
...
- Ah sì, una, proprio questa
sera
! -
sghignò
egli. - Ma sono
rimasto
lì
, come di
sacco
. Ho
visto
un
uomo
buttarsi
nel
fiume
...
- Tu?
- Io. Gli ho
veduto
posare
il
cappello
sul
parapetto
del
ponte
; poi l'ho
visto
scavalcare
,
quietamente
, poi ho
udito
il
tonfo
nel
fiume
. E non ho
gridato
, non mi son
mosso
. Ero nell'
ombra
degli
alberi
, e ci sono
rimasto
,
spiando
se nessuno avesse
veduto
. E l'ho
lasciato
affogare
. Sì. Ma poi ho
scorto
lì
, sul
parapetto
del
ponte
, sotto il
fanale
, il
cappello
, e sono
scappato
via
,
impaurito
...
- Per questo... -
mormorò
la
madre
.
- Che cosa? Io non
so
nuotare
.
Buttarmi
?
tentare
? La
scaletta
d'
accesso
al
fiume
era
lì
, a due
passi
. L'ho
guardata
,
sai
? e ho
finto
di non
vederla
. Avrei potuto... ma già
era
inutile
... troppo
tardi
...
Sparito
!...
- Non
c'
era
nessuno?
- Nessuno. Io solo.
- E che potevi fare tu solo,
figlio
mio? È
bastato
lo
spavento
che ti sei
preso
, e quest'
agitazione
...
Vedi
?
tremi
ancora...
Va'
,
va'
a
letto
,
va'
a
letto
... È molto
tardi
... Non ci
pensare
!...
La
vecchia
madre
gli
prese
una
mano
e gliela
carezzò
. Egli le
fe'
cenno
di sì col
capo
e le
sorrise
.
-
Buona
notte
,
mamma
.
-
Dormi
tranquillo
, eh? - gli
raccomandò
la
madre
,
commossa
dalla
carezza
a quella
mano
, che egli s'
era
lasciata
fare e,
asciugandosi
gli
occhi
, per non
guastarsi
questa
tenerezza
angosciosa
, se n'
uscì
.
Dopo circa un'
ora
,
Diego
Bronner
era
di
nuovo
seduto
sull'
argine
del
fiume
, al
posto
di prima, con le
gambe
penzoloni
.
Continuava
per il
cielo
la
fuga
delle
nuvolette
lievi
,
basse
,
cineree
. Il
cappello
di quell'
ignoto
sul
parapetto
del
ponte
non
c'
era
più. Forse eran
passate
di
là
le
guardie
notturne
e se l'erano
preso
.
All'
improvviso
, si
girò
verso il
viale
,
ritraendo
le
gambe
;
scese
dalla
spalletta
dell'
argine
e si
recò
là
, sui
ponte
. Si
tolse
il
cappello
e lo
posò
allo stesso
posto
di quell'altro.
- E due! -
disse
.
Ma come se facesse per
giuoco
; per un
dispetto
alle
guardie
notturne
che avevano
tolto
di
là
il
primo
.
Andò
dall'altra
parte
del
fanale
, per
vedere
l'
effetto
del suo
cappello
, solo
là
, su la
cimasa
,
illuminato
come quell'altro. E
rimase
un
pezzo
,
chinato
sul
parapetto
, col collo
proteso
, a
contemplarlo
, come se lui non ci
fosse
più. A un
tratto
rise
orribilmente
: si
vide
là
appostato
come un
gatto
dietro il
fanale
: e il
topo
era
il suo
cappello
...
Via
,
via
,
pagliacciate
!
Scavalcò
il
parapetto
: si
sentì
drizzare
i
capelli
sul
capo
:
sentì
il
tremito
delle
mani
che si
tenevano
rigidamente
aggrappate
: le
schiuse
; si
protese
nel
vuoto
.
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