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Luigi Pirandello
L'uomo solo
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La cassa riposta
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La
cassa
riposta
Quando il
biroccino
fu sotto la
chiesina
di
San
Biagio
lungo lo
stradone
, il
Mèndola
, di
ritorno
dal
podere
,
pensò
di
salire
al
cimitero
sul
poggio
a
veder
che cosa ci
fosse
di
vero
nelle
lagnanze
rivolte
al
Municipio
per quel
custode
Nocio
Pàmpina
,
detto
Sacramento
.
Assessore
comunale
da circa un
anno
,
Nino
Mèndola
, proprio dal
giorno
che aveva
assunto
la
carica
, non stava più
bene
.
Soffriva
di
capogiri
. Senza
volerlo
confessare
a se stesso,
temeva
d'esser
colpito
da un
giorno
all'altro d'
apoplessia
:
male
, di cui erano
morti
tutti i suoi,
immaturamente
.
Era
perciò sempre di
pessimo
umore
; e ne
sapeva
qualche cosa quel suo
cavalluccio
attaccato
al
biroccino
.
Ma tutta quella
giornata
, in
campagna
, s'
era
sentito
bene
. Il
moto
, lo
svago
... E, per
bravar
la
paura
segreta
, aveva
deciso
lì
per
lì
di fare quell'
ispezione
al
cimitero
,
promessa
ai
colleghi
della
Giunta
e
rimandata
per tanti
giorni
.
"Non
bastano
i
vivi
",
pensava
,
salendo
al
poggio
, "
danno
da fare anche i
morti
in questo
porco
paese
. Ma già, sono sempre quelli, i
vivi
,
rottorio
!
Sanno
un
corno
i
morti
, se son
guardati
bene
o
male
. Forse, non
dico
di no:
pensare
che da
morti
saremo
trattati
male
,
affidati
alla
custodia
di
Pàmpina
,
stolido
e
ubriacone
, può far
dispiacere
...
Basta
;
adesso
vedrò
."
Tutte
calunnie
.
Come
custode
di
cimitero
,
Nocio
Pàmpina
,
detto
Sacramento
,
era
l'
ideale
. Già una
larva
, che lo
portava
via
il
fiato
; e certi
occhi
chiari
,
spenti
; una
vocina
di
zanzara
.
Pareva
proprio un
morto
uscito
di
sotterra
per
attendere
, così come poteva, alle
faccenduole
di
casa
.
Che
c'
era
da fare poi? Tutta
gente
dabbene
,
lì
ormai
- e
tranquilla
.
Le
foglie
, sì. Qualche
foglia
caduta
dalle
siepi
ingombrava
i
vialetti
. Qualche
sterpo
era
cresciuto
qua e
là
. E i
passeri
monellacci
,
ignorando
che lo
stil
lapidario
non vuole
interpunzioni
, avevano
seminato
con le loro
cacatine
tra le tante
virtù
di cui erano
ricche
le
iscrizioni
di quelle
pietre
tombali
, troppe
virgole
forse e troppi
punti
ammirativi
.
Piccolezze
.
Se non che,
entrando
nel
bugigattolo
del
custode
a
destra
del
cancello
, il
Mèndola
restò
: - E quella
lì
?
Nocio
Pàmpina
,
detto
Sacramento
,
aprì
le
labbra
squallide
a un'
ombra
di
sorriso
e
bisbigliò
: -
Cassa
da
morto
,
Eccellenza
.
Era
difatti una
bellissima
cassa
da
morto
.
Lustra
, di
castagno
, con
borchie
e
dorature
. Fatta proprio senza
risparmio
.
Là
, quasi in
mezzo
alla
stanzetta
.
-
Grazie
; la
vedo
, -
riprese
il
Mèndola
. -
Dico
, perché la
tieni
lì
?
- È del
cavalier
Piccarone
,
Eccellenza
.
-
Piccarone
? E perché? Non è
mica
morto
!
- No no,
Eccellenza
! Non sia mai! -
disse
Pàmpina
. - Ma
Vossignoria
saprà
che il
mese
scorso
gli
morì
la
moglie
,
povero
galantuomo
.
- E con ciò?
- La
accompagnò
fino
qua, a
piedi
;
attempatello
com'è.
Sissignore
. Poi mi
chiamò
, dice: "
Senti
,
Sacramento
. Non
scappa
una
mese
, avrai anche me". "Ma che dice
Vossignoria
!" gli
risposi
. Ma lui: "
Stà
zitto
", dice. "
Senti
. Questa
cassa
,
figliuolo
mio, mi
costa
più di
vent'
onze
.
Bella
, la
vedi
. Per la
sant'
anima
,
capirai
, non ho
badato
a
spese
. Ma
ora
la
comparsa
è fatta, dice. Che se ne fa più la
sant'
anima
di questa
bella
cassa
sottoterra
?
Peccato
sciuparla
", dice. "Facciamo così.
Caliamo
la
sant'
anima
", dice, "
pulitamente
con quella di
zinco
, che sta dentro; e questa me la
riponi
:
servirà
anche per me. Uno di questi
giorni
, sull'
imbrunire
,
manderò
a
ritirarla
."
Il
Mèndola
non volle più né
sapere
né
veder
altro. Non gli
parve
l'
ora
di
giungere
al
paese
per
spargervi
la
nuova
di quella
cassa
da
morto
, che
Piccarone
aveva
fatto
riporre
per sé.
Era
famoso
in
paese
Gerolamo
Piccarone
,
avvocato
e, al
tempo
dei
Borboni
,
cavaliere
di
San
Gennaro
, per la
spilorceria
e la
furbizia
.
Mal
pagatore
, poi! Se ne
raccontavano
sul suo
conto
da far
restare
a
bocca
aperta
. Ma questa -
pensava
il
Mèndola
,
tempestando
allegramente
di
frustate
il
povero
cavalluccio
- questa le
passava
tutte; e
vera
,
ohé
, come la stessa
verità
! La aveva
veduta
lui,
là
, la
cassa
da
morto
, con gli
occhi
suoi.
Pregustava
le
risate
che avrebbero
accolto
il suo
racconto
bisbigliato
con la
vocina
di
Pàmpina
, e non
avvertiva
neppure alla
nuvola
di
polvere
e al
fragore
che il
biroccino
sollevava
per la
corsa
furiosa
del
cavalluccio
, quand'ecco: -
Para
!
Para
! -
udì
gridare
a
squarciagola
dall'
Osteria
del
Cacciatore
, che un tal
Dolcemàscolo
teneva
lì
su lo
stradone
.
Due
amici
,
Bartolo
Gaglio
e
Gaspare
Ficarra
,
cacciatori
accaniti
,
seduti
davanti all'
osteria
sotto la
pergola
, s'erano
messi
a
gridare
a quel modo,
credendo
che il
cavalluccio
avesse
preso
la
mano
al
Mèndola
.
- Ma che
mano
!
Correvo
...
- Ah, tu
corri
così? -
disse
il
Gaglio
. - Hai qualche altro collo di
ricambio
a
casa
?
- Se
sapeste
,
cari
miei! -
esclamò
il
Mèndola
,
smontando
ilare
e
ansimante
; e, per
cominciare
,
narrò
a que' due
amici
la
storia
della
cassa
da
morto
.
Quelli
finsero
lì
per
lì
di non
volerci
credere
, ma per un modo di
dimostrar
la loro
maraviglia
. E allora il
Mèndola
a
giurare
che -
parola
d'
onore
- la aveva
veduta
lui, con gli
occhi
suoi, la
cassa
da
morto
, nel
bugigattolo
di
Sacramento
.
Gli altri due, a loro
volta
,
presero
a
narrare
di
Piccarone
altre
prodezze
già
note
. Il
Mèndola
voleva
rimontar
subito sul
biroccino
; ma quelli avevano già
ordinato
a
Dolcemàscolo
un
bicchiere
per l'
amico
assessore
, e volevano che questi
bevesse
.
Dolcemàscolo
però
era
rimasto
lì
, come un
ceppo
.
-
Dolcemàscolo
,
ohé
! - gli
gridò
il
Gaglio
.
L'
oste
, col
berretto
di
pelo
a
barca
buttato
a
sghembo
su un
orecchio
, senza
giacca
, con le
maniche
della
camicia
rimboccate
su le
braccia
pelose
, si
riscosse
sospirando
:
- Mi
perdonino
, -
disse
. -
Quaglio
, sto
quagliando
propriamente
, a
sentire
i loro
discorsi
.
Giusto
questa
mattina
il
cane
del
cavalier
Piccarone
,
Turco
, quella
brutta
bestiaccia
che
va
e viene da sé dalle
terre
del
Cannatello
alla
villetta
quassù
... ma
sanno
che m'ha
fatto
? Più di
venti
rocchi
di
salsiccia
m'ha
rubati
, che
tenevo
lì
su lo
sporto
, che gli facciano
veleno
!
Fortuna
,
dico
, che ho due
testimoni
!
Il
Mèndola
, il
Gaglio
, il
Ficarra
scoppiarono
a
ridere
. Il
Mèndola
disse
: - Te li
sali
,
caro
mio!
Dolcemàscolo
alzò
un
pugno
;
schizzò
fiamme
dagli
occhi
:
- Ah no,
perdio
! a me la
salsiccia
me la
pagherà
! Me la
pagherà
, me la
pagherà
, -
ribatté
di
fronte
alle
risate
incredule
e al
negare
ostinato
dei tre
avventori
. - Lor
signori
vedranno
. Ho
trovato
la
via
.
So
di che
pelame
è!
E con un
gesto
furbesco
, che gli
era
abituale
,
strizzò
un
occhio
e con l'
indice
teso
si
tirò
giù
la
palpebra
dell'altro.
Che
via
avesse
trovato
, non volle
dire
;
disse
che
aspettava
dalla
campagna
i due
contadini
che erano
stati
presenti
, la
mattina
, al
furto
della
salsiccia
, e che con essi prima di
sera
si sarebbe
recato
alla
villetta
di
Piccarone
.
Il
Mèndola
rimontò
sul
biroccino
, senza
bere
;
Gaglio
e
Ficarra
saldarono
il
conto
e, dopo aver
consigliato
all'
oste
di
piantare
per il suo
meglio
quell'
impresa
di farsi
pagare
,
andarono
via
.
A
metter
su quella
villetta
d'un
sol
piano
, sul
viale
all'
uscita
del
paese
,
Gerolamo
Piccarone
,
avvocato
e
cavaliere
di
San
Gennaro
al
tempo
di
Re
Bomba
, s'
era
industriato
per più di
vent'
anni
, ed
era
fama
non gli
fosse
costata
neppure un
centesimo
.
Le
male
lingue
dicevano
ch'
era
fatta di
sassolini
trovati
per
via
e
sospinti
fin
là
a uno a uno coi
piedi
dallo stesso
Piccarone
.
Il quale
era
pure
un
dottissimo
giureconsulto
, e
uomo
d'
alta
mente
e di
profondo
spirito
filosofico
. Un suo
libro
su lo
Gnosticismo
, un altro su la
Filosofia
Cristiana
erano
stati
anche
tradotti
in
lingua
tedesca
,
dicevano
.
Ma
era
malva
di tre
cotte
,
Piccarone
, cioè
nemico
acerrimo
di ogni
novità
.
Andava
ancora
vestito
alla
moda
del
ventuno
;
portava
la
barba
a
collana
;
tozzo
,
rude
,
insaccato
nelle
spalle
, con le
ciglia
sempre
aggrottate
e gli
occhi
socchiusi
, si
grattava
di
continuo
il
mento
e
approvava
i suoi
segreti
pensieri
con
frequenti
grugniti
.
-
Uh
...
uh
...
uh
... l'
Italia
!... hanno
fatto
l'
Italia
... che
bella
cosa,
uh
, l'
Italia
...
ponti
e
strade
...
uh
...
illuminazione
...
esercito
e
marina
...
uh
...
uh
...
uh
...
istruzione
obbligatoria
... e se voglio
restar
somaro
?
nossignore
!
istruzione
obbligatoria
...
tasse
! e
Piccarone
paga
...
Pagava
poco o nulla,
veramente
, a
furia
di
sottilissimi
cavilli
, che
stancavano
ed
esasperavano
la
pazienza
più
esercitata
.
Concludeva
sempre così:
- Che
c'
entro io? Le
ferrovie
? Non
viaggio
. L'
illuminazione
? Non
esco
di
sera
. Non
pretendo
nulla io;
grazie
; non voglio nulla. Un po' d'
aria
soltanto
, per
respirare
. L'avete fatta anche voi, l'
aria
?
Debbo
pagare
anche l'
aria
che
respiro
?
S'
era
infatti
appartato
in quella sua
villetta
,
ritirato
dalla
professione
, che
pure
fino
a pochi
anni
addietro
gli aveva
dato
lauti
guadagni
. Ne
doveva
aver
messi
da
parte
parecchi. A chi li avrebbe
lasciati
, alla sua
morte
? Non aveva
parenti
, né
prossimi
né
lontani
. E i
biglietti
di
banca
magari
, sì, avrebbe potuto
portarseli
giù
con sé, in quella
bella
cassa
da
morto
che s'
era
fatta
riporre
. Ma la
villetta
? e il
podere
laggiù
al
Cannatello
?
Quando
Dolcemàscolo
, in
compagnia
de' due
contadini
, si fece innanzi al
cancello
,
Turco
, il
canaccio
di
guardia
, come se avesse
compreso
che l'
oste
veniva per lui, si
fogò
furibondo
contro le
sbarre
. Il
vecchio
servo
accorso
non fu
buono
a
trattenerlo
e
allontanarlo
.
Bisognò
che
Piccarone
, il quale se ne stava a
leggere
nel
chiosco
in
mezzo
al
giardinetto
, lo
chiamasse
col
fischio
e lo
tenesse
poi
agguantato
per il
collare
, finché il
servo
non venne a
incatenarlo
.
Dolcemàscolo
, che la
sapeva
lunga
, s'
era
vestito
di
domenica
e,
bello
raso
, tra quei due
poveri
contadini
che
ritornavano
stanchi
e
cretosi
dal
lavoro
,
appariva
più del
solito
prosperoso
e
signorile
, con un certo
viso
latte
e
rosa
, ch'
era
una
bellezza
a
vedere
, e la
simpatia
di quel
porretto
peloso
sulla
guancia
destra
, presso la
bocca
,
arricciolato
.
Entrò
nel
chiosco
esclamando
, con
finta
ammirazione
:
- Gran
bel
cane
! Gran
bella
bestia
! Che
guardia
!
Vale
tant'
oro
quanto
pesa
.
Piccarone
, con le
ciglia
aggrottate
e gli
occhi
socchiusi
,
grugnì
più
volte
,
assentendo
col
capo
a quegli
elogi
; poi
disse
:
- Che volete?
Sedete
.
E
indicò
gli
sgabelletti
di
ferro
,
disposti
giro
giro
nel
chiosco
.
Dolcemàscolo
ne
trasse
uno avanti, presso la
tavola
,
dicendo
ai due
contadini
:
-
Sedete
là
, voi. Vengo da
Vossignoria
,
uomo
di
legge
, per un
parere
.
Piccarone
aprì
gli
occhi
.
- Non faccio più l'
avvocato
,
caro
mio, da tanto
tempo
.
- Lo
so
, - s'
affrettò
a
soggiungere
Dolcemàscolo
. -
Vossignoria
però è
uomo
di
legge
antico
. E mio
padre
,
sant'
anima
, mi
diceva
sempre: "
Segui
gli
antichi
,
figlio
mio!".
So
poi quant'
era
coscienzioso
Vossignoria
nella
professione
. Dei
giovani
avvocatucci
d'
oggi
poco mi
fido
. Non voglio
attaccar
lite
con nessuno,
badi
!
Fossi
matto
... Sono venuto qua per un
semplice
parere
, che
Vossignoria
solo mi può
dare
.
Piccarone
richiuse
gli
occhi
:
-
Parla
, t'
ascolto
.
-
Vossignoria
sa
, -
cominciò
Dolcemàscolo
. Ma
Piccarone
ebbe uno
scatto
e uno
sbuffo
:
-
Uh
, quante
cose
so
io! Quante ne
sai
tu!
So
,
so
,
sa
... E vieni al
caso
,
caro
mio!
Dolcemàscolo
rimase
un po'
male
; tuttavia
sorrise
e
ricominciò
:
-
Sissignore
. Volevo
dire
che
Vossignoria
sa
che ho sullo
stradone
una
trattoria
...
- Del
Cacciatore
, sì: ci sono
passato
tante
volte
.
-
Andando
al
Cannatello
, già. E avrà
veduto
allora certamente che su lo
sporto
, sotto la
pergola
,
tengo
sempre
esposta
un po' di
roba
:
pane
,
frutta
, qualche
presciutto
.
Piccarone
accennò
di sì col
capo
, poi
aggiunse
misteriosamente
:
-
Veduto
e
sentito
anche, qualche
volta
.
-
Sentito
?
- Che
sanno
di
rena
,
figliuolo
.
Capirai
, la
polvere
dello
stradone
...
Basta
, vieni al
caso
.
- Ecco,
sissignore
, -
rispose
Dolcemàscolo
,
ingollando
. -
Poniamo
che io su lo
sporto
tenga
esposta
un po' di...
salsiccia
,
putacaso
.
Ora
,
Vossignoria
... forse questo... già!... stavo per
dire
di
nuovo
... ma è un mio
vezzo
...
Vossignoria
forse non lo
sa
, ma di questi
giorni
abbiamo il
passo
delle
quaglie
. Dunque, per lo
stradone
,
cacciatori
,
cani
,
continuamente
. Vengo, vengo al
caso
!
Passa
un
cane
,
signor
Cavaliere
,
spicca
un
salto
e m'
afferra
la
salsiccia
dallo
sporto
.
- Un
cane
?
-
Sissignore
. Io mi
precipito
dietro, e con me questi due
poveracci
ch'erano
entrati
nella
bottega
per
comperarsi
un po' di
companatico
prima di
recarsi
in
campagna
, al
lavoro
. È
vero
, sì o no?
Corriamo
tutti e tre
insieme
, appresso al
cane
; ma non
riusciamo
a
raggiungerlo
. Del
resto
, anche a
raggiungerlo
,
Vossignoria
mi
dica
che avrei potuto
farmene
più di quella
salsiccia
addentata
e
strascinata
per tutto lo
stradone
...
Inutile
raccattarla
! Ma io
riconosco
il
cane
;
so
a chi
appartiene
.
-
U.
.. un
momento
, -
interruppe
a questo
punto
Piccarone
. - Non
c'
era
il
padrone
?
-
Nossignore
! -
rispose
subito
Dolcemàscolo
. - Tra quei
cacciatori
là
non
c'
era
. Si
vede
che il
cane
era
scappato
di
casa
.
Bestie
da
fiuto
,
capirà
,
sentono
la
caccia
,
soffrono
a star
chiusi
:
scappano
.
Basta
.
So
, come le ho
detto
, a chi
appartiene
il
cane
; lo
sanno
anche questi due
amici
miei,
presenti
al
furto
.
Ora
Vossignoria
,
uomo
di
legge
, mi
deve
dire
semplicemente
se il
padrone
del
cane
è
tenuto
a
risarcirmi
del
danno
, ecco!
Piccarone
non
pose
tempo
a
rispondere
:
-
Sicuro
che è
tenuto
,
figliuolo
.
Dolcemàscolo
balzò
dalla
gioja
, ma subito si
contenne
; si
volse
a' due
contadini
:
- Avete
sentito
? Il
signor
avvocato
dice che il
padrone
del
cane
è
tenuto
a
risarcirmi
del
danno
.
-
Tenutissimo
,
tenutissimo
, -
raffermò
Piccarone
. - T'avevano
detto
forse di no?
-
Nossignore
, -
rispose
Dolcemàscolo
gongolante
,
giungendo
le
mani
. - Ma
Vossignoria
mi
deve
perdonare
se, da
povero
ignorante
come sono, ho
fatto
debolmente
un
giro
così lungo per venirle a
dire
che
Vossignoria
deve
pagarmi
la
salsiccia
, perché il
cane
che me l'ha
rubata
è proprio il suo,
Turco
.
Piccarone
stette un
pezzo
a
guardare
Dolcemàscolo
come
allocchito
; poi, tutt'a un
tratto
,
abbassò
gli
occhi
e si
mise
a
leggere
nel
libraccio
che
teneva
aperto
su la
tavola
.
I due
contadini
si
guardarono
negli
occhi
;
Dolcemàscolo
alzò
una
mano
per far loro
cenno
di non
fiatare
.
Piccarone
,
fingendo
tuttavia di
leggere
, si
grattò
il
mento
con una
mano
,
grugnì
,
disse
:
- Dunque
Turco
è
stato
?
- Glielo posso
giurare
,
signor
Cavaliere
! -
esclamò
Dolcemàscolo
,
alzandosi
in
piedi
e
incrociando
le
mani
sul
petto
per
dar
solennità
al
giuramento
.
- E sei venuto qua, -
riprese
,
cupo
e
calmo
,
Piccarone
, - con due
testimoni
, eh?
-
Nossignore
! -
negò
subito
Dolcemàscolo
. - Per il
caso
che
Vossignoria
non avesse voluto
credere
alle mie
parole
.
- Ah, per questo? -
borbottò
Piccarone
. - Ma io ti
credo
,
caro
mio.
Siedi
. Sei un gran
dabbenuomo
. Ti
credo
e ti
pago
.
Godo
fama
di
mal
pagatore
, eh?
- Chi lo dice,
signor
Cavaliere
?
- Tutti lo
dicono
! E lo
credi
anche tu,
va'
là
. Due...
uh
... due
testimoni
...
- Per la
verità
, tanto per lei, quanto per me!
-
Bravo
, sì: tanto per me, quanto per te;
dici
bene
. Le
tasse
ingiuste
,
caro
mio, non voglio
pagare
; ma quel ch'è
giusto
, sì, lo
pago
volentieri
; l'ho sempre
pagato
.
Turco
t'ha
rubato
la
salsiccia
?
Dimmi
quant'è e te la
pago
.
Dolcemàscolo
, venuto con la
prevenzione
di
dover
combattere
chi
sa
che
battaglia
contro i
cavilli
e le
insidie
di quel
vecchio
rospo
, di
fronte
a tanta
remissione
, s'
abbiosciò
a un
tratto
,
mortificato
.
- Una
sciocchezza
,
signor
Cavaliere
, -
disse
. - Saranno
stati
una
ventina
di
rocchi
, poco più poco meno. Non
mette
quasi
conto
di
parlarne
.
- No no, -
rispose
Piccarone
,
fermo
. -
Dimmi
quant'è: te la
devo
e te la voglio
pagare
. Subito,
figliuolo
mio! Tu
lavori
; hai
patito
un
danno
;
devi
essere
risarcito
. Quant'è?
Dolcemàscolo
si
strinse
nelle
spalle
,
sorrise
e
disse
:
-
Venti
rocchi
di quei
grossi
... due
chili
... a una
lira
e
venti
il
chilo
...
- Così a poco la
vendi
? -
domandò
Piccarone
.
-
Capirà
, -
rispose
Dolcemàscolo
, tutto
miele
. -
Vossignoria
non l'ha
mangiata
. Gliela faccio
pagare
(non vorrei...) gliela faccio
pagare
per quanto
costa
a me.
-
Nient
'affatto! -
negò
Piccarone
. - Se non l'ho
mangiata
io, l'ha
mangiata
il mio
cane
. Dunque, si dice... a
occhio
, due
chili
.
Va
bene
a due
lire
il
chilo
?
-
Faccia
come
crede
.
- Quattro
lire
.
Benone
.
Ora
dimmi
un po',
figliuolo
mio:
venticinque
meno quattro, quanto fanno?
Ventuno
, se non m'
inganno
.
Bene
. Mi dai
ventuna
lira
e non ne
parliamo
più.
Dolcemàscolo
,
lì
per
lì
,
credette
d'aver
inteso
male
.
- Come dice?
-
Ventuna
lira
, -
ripeté
placido
Piccarone
. - Qua ci sono due
testimoni
, per la
verità
, tanto per me, quanto per te,
va
bene
? Tu sei venuto da me per un
parere
.
Ora
, io, i
pareri
,
figliuolo
mio, i
consulti
legali
, li faccio
pagare
venticinque
lire
.
Tariffa
. Quattro te ne
devo
di
salsicce
;
dammene
ventuna
, e non se ne
parli
più.
Dolcemàscolo
lo
guardò
in
faccia
,
perplesso
, se
ridere
o
piangere
, non volendo
credere
che
dicesse
sul
serio
e
parendogli
tuttavia che non
scherzasse
.
- Io a... a lei? -
balbettò
.
- Mi
par
chiaro
,
figliuolo
, -
spiegò
Piccarone
. - Tu fai l'
oste
; io,
debolmente
, l'
avvocato
.
Ora
, come io non
nego
il tuo
diritto
al
risarcimento
, così tu non
negherai
il mio per i
lumi
che m'hai
chiesti
e che t'ho
dati
.
Adesso
sai
che se un
cane
ti
ruba
la
salsiccia
, il
padrone
del
cane
è
tenuto
a
fartene
indenne
. Lo
sapevi
prima? No! Le
cognizioni
si
pagano
,
caro
mio. Ho
penato
e
speso
tanto io per
apprenderle
!
Credi
che ti
faccia
celia
?
- Ma
sissignore
! -
confessò
Dolcemàscolo
con le
lagrime
in
pelle
,
aprendo
le
braccia
. - Io le
abbono
le
salsicce
,
signor
Cavaliere
: sono un
povero
ignorante
; mi
perdoni
, e non ne
parliamo
più
davvero
.
- Ah no, ah no,
caro
mio! -
esclamò
Piccarone
. - Non
abbono
niente io. Il
diritto
è
diritto
, tanto per te quanto per me.
Pago
io,
pago
, voglio
pagare
.
Pagare
ed esser
pagato
. Stavo qua a
studiare
, come
vedi
; m'hai
fatto
perdere
un'
ora
di
tempo
.
Ventuna
lira
.
Tariffa
. Se non ne sei ben
persuaso
, da'
ascolto
a me,
caro
:
va'
da un altro
avvocato
a
domandare
se mi
spetti
o no questo
compenso
. Ti
do
tre
giorni
. Se in
capo
al
terzo
giorno
non mi avrai
pagato
,
sta'
pur
sicuro
,
figliuolo
mio, che ti
cito
.
- Ma
signor
Cavaliere
! -
scongiurò
di
nuovo
Dolcemàscolo
a
mani
giunte
,
alterandosi
però in
volto
improvvisamente
.
Piccarone
alzò
il
mento
,
alzò
le
mani
:
- Non
sento
ragioni
. Ti
cito
!
Dolcemàscolo
allora
perdette
il
lume
degli
occhi
. L'
ira
lo
acciuffò
. Che
era
il
danno
? Niente. Alle
beffe
pensò
, che avrebbe avute, che già
indovinava
guardando
le
facce
allegre
di quei due
contadini
: lui che si
credeva
tanto
scaltro
, lui che s'
era
impegnato
di
spuntarla
e già aveva quasi
toccato
con
mano
la
vittoria
. Tale
impeto
gli
diede
il
vedersi
preso
,
ora
, quando meno se l'
aspettava
, nella sua stessa
ragna
, che si
trovò
d'un
tratto
mutato
in
bestia
feroce
.
- Ah, perciò, -
disse
,
accostandoglisi
, con le
mani
levate
e
contratte
, - perciò è così
ladro
il suo
cane
? L'ha
addottorato
lei!
Piccarone
si
levò
in
piedi
,
torbido
,
levò
un
braccio
:
-
Esci
fuori!
Risponderai
anche d'
ingiurie
a un
galantuomo
che...
-
Galantuomo
? -
ruggì
Dolcemàscolo
,
afferrandogli
quel
braccio
e
scotendoglielo
furiosamente
.
I due
contadini
si
precipitarono
per
trattenerlo
; ma tutt'a un
tratto
, che è che non è, il
vecchio
si
abbandonò
appeso
inerte
per quel
braccio
alle
mani
violente
di
Dolcemàscolo
. E come questi,
allibito
, le
aprì
,
cascò
prima a
sedere
su lo
sgabello
,
traboccò
poi da un
lato
e
rotolò
per
terra
giù
tutto in un
fascio
.
Di
fronte
al
terrore
de' due
contadini
,
Dolcemàscolo
contrasse
il
volto
, come per uno
spasimo
di
riso
. O che? Non lo aveva nemmeno
toccato
.
Quelli si
chinarono
sul
giacente
, gli
mossero
un
braccio
.
-
Scappate
...
scappate
...
Dolcemàscolo
li
guardò
entrambi, come
inebetito
.
Scappare
?
S'
intese
, in quel
punto
,
cigolare
una
banda
del
cancello
, e si
vide
la
cassa
da
morto
, che il
vecchio
aveva
fatto
riporre
per sé,
entrare
in
trionfo
su le
spalle
di due
portantini
ansanti
, quasi
chiamati
lì
per
lì
, al
bisogno
.
A tale
apparizione
restarono
tutti come
basiti
.
Dolcemàscolo
non
pensò
che
Nocio
Pàmpina
,
detto
Sacramento
, dopo la
visita
e l'
osservazione
dell'
assessore
, si
fosse
affrettato
a
mettersi
in
regola
,
rimandando
a
destino
quella
cassa
; ma si
ricordò
in un
lampo
di ciò che il
Mèndola
aveva
detto
la
mattina
,
là
, nella
trattoria
; e, all'
improvviso
, in quella
cassa
vuota
che
aspettava
e
sopravveniva
ora
al
punto
giusto
come
chiamata
misteriosamente
,
vide
il
destino
, il
destino
che s'
era
servito
di lui, della sua
mano
.
S'
afferrò
la
testa
e si
mise
a
gridare
:
- Eccola! Eccola! Questa lo
chiamava
!
Siatemi
tutti
testimoni
che non l'ho nemmeno
toccato
! Questa lo
chiamava
! L'aveva fatta
metter
da
parte
per sé! Ed eccola qua che viene, perché
doveva
morire
!
E
prendendo
per le
braccia
i due
portantini
per
scuoterli
dallo
stupore
:
- Non è
vero
? Non è
vero
?
Ditelo
voi!
Ma non erano per nulla
stupiti
, quei due
portantini
. Da che avevano
portata
appunto
quella
cassa
da
morto
,
era
per loro la cosa più
naturale
del
mondo
che
trovassero
morto
l'
avvocato
Piccarone
. Si
strinsero
nelle
spalle
, e:
- Ma sì, -
dissero
, - eccoci qua.
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