Don Lagàipa era in piedi e, tra la confusione delle sue donne, la serva e la nipote, che non sapevano come obbedire agli ordini ch'egli impartiva, stava, in calzoni e maniche di camicia, in mezzo alla camera a pulire le canne d'un fucile. Il naso vasto e carnoso, tutto bucherato dal vajuolo come una spugna, pareva gli fosse divenuto, dopo la malattia, più abbondante. Di qua e di là, divergenti quasi per lo spavento di quel naso, gli occhi lucidi, neri, pareva volessero scappargli dalla faccia gialla, disfatta. - Mi rovinano, Spatolino, mi rovinano! È venuto poco fa il garzone, baccalà, a dirmi che la mia campagna è diventata proprietà comune, già! roba di tutti. I socialisti, capisci? mi rubano l'uva ancora acerba; i fichidindia, tutto! Il tuo è mio, capisci? Il tuo è mio! Gli mando questo fucile. Alle gambe! gli ho detto; tira loro alle gambe: cura di piombo, ci vuole! (Rosina, papera, papera, papera, un altro po' d'aceto t'ho detto, e una pezzuola pulita.) Che volevi dirmi, figliuolo mio? Spatolino non sapeva più da che parte cominciare. Appena gli uscì di bocca il nome di Ciancarella, una furia di male parole; all'accenno della costruzione del tabernacolo, vide don Lagàipa trasecolare. - Un tabernacolo? - Sissignore: all'Ecce Homo. Vorrei sapere da Vostra Reverenza se debbo farglielo. - Lo domandi a me? Pezzo d'asino, che gli hai risposto? Spatolino ripeté quanto aveva detto al Ciancarella e altro aggiunse che non aveva detto, infervorandosi alle lodi del prete battagliero. - Benissimo! E lui? Muso di cane! - Ha avuto un sogno, dice. - Imbroglione! Non starci a credere! Imbroglione! Se Dio veramente gli avesse parlato in sogno, gli avrebbe suggerito piuttosto di ajutare un po' quei poveretti dei Lattuga, che non vuol riconoscere per parenti solo perché son divoti e fedeli a noi, mentre protegge i Montoro, capisci? quegli atei socialisti, a cui lascerà tutte le sue ricchezze. Basta. Che vuoi da me? Fagli il tabernacolo. Se non glielo fai tu, glielo farà un altro. Tanto, per noi, sarà sempre bene, che un tal peccatore dia segno di volere in qualche modo riconciliarsi con Dio. Imbroglione! Muso di cane! Tornato a casa, Spatolino, per tutto quel giorno, disegnò tabernacoli. Verso sera si recò a provvedere i materiali, due manovali, un ragazzo calcinajo. E il giorno appresso, all'alba, si mise all'opera.