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Galileo Galilei
La bilancetta
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La bilancetta
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La
bilancetta
Sì come è assai
noto
a chi di
leggere
gli
antichi
scrittori
cura
si
prende
, avere
Archimede
trovato
il
furto
dell'
orefice
nella
corona
d'
oro
di
Ierone
, così
parmi
esser
stato
sin
ora
ignoto
il modo che sì
grand'
uomo
usar
dovesse
in tale
ritrovamento
:
atteso
che il
credere
che
procedesse
, come da alcuni è
scritto
,
co
'
l
mettere
tal
corona
dentro a l'
aqqua
, avendovi prima
posto
altrettanto di
oro
purissimo
e di
argento
separati
, e che dalle
differenze
del far più o meno
ricrescere
o
traboccare
l'
aqqua
venisse in
cognizione
della
mistione
dell'
oro
con l'
argento
, di che tal
corona
era
composta
,
par
cosa, per così
dirla
, molto
grossa
e
lontana
dall'
esquisitezza
; e
vie
più
parrà
a quelli che le
sottilissime
invenzioni
di sì
divino
uomo
tra le
memorie
di lui
aranno
lette
ed
intese
, dalle quali pur troppo
chiaramente
si
comprende
, quando tutti gli altri
ingegni
a quello di
Archimede
siano
inferiori
, e quanta poca
speranza
possa
restare
a
qualsisia
di mai poter
ritrovare
cose
a quelle di esso
simiglianti
. Ben
crederò
io che,
spargendosi
la
fama
dell'aver
Archimede
ritrovato
tal
furto
co
'
l
mezo
dell'
aqqua
,
fosse
poi da qualche
scrittore
di quei
tempi
lasciata
memoria
di tal
fatto
; e che il medesimo, per
aggiugner
qualche cosa a quel poco che per
fama
avea
inteso
,
dicesse
Archimede
essersi
servito
dell'
aqqua
nel modo che poi è
stato
dall'
universal
creduto
. Ma il
conoscer
io che tal modo
era
in tutto
fallace
e
privo
di quella
esattezza
che si
richiede
nelle
cose
matematiche
, mi ha più
volte
fatto
pensare
in qual
maniera
,
co
'
l
mezo
dell'
aqqua
, si potesse
esquisitamente
ritrovare
la
mistione
di due
metalli
; e finalmente, dopo aver con
diligenza
riveduto
quello che
Archimede
dimostra
nei suoi
libri
Delle
cose
che stanno nell'
aqqua
ed in quelli Delle
cose
che
pesano
ugualmente
, mi è venuto in
mente
un modo che
esquisitissimamente
risolve
il nostro
quesito
: il qual modo
crederò
io esser l'istesso che
usasse
Archimede
,
atteso
che, oltre all'esser
esattissimo
,
depende
ancora da
dimostrazioni
ritrovate
dal medesimo
Archimede
.
Il modo è
co
'
l
mezo
di una
bilancia
, la cui
fabbrica
; ed
uso
qui
apresso
sarà
posto
, dopo che si
averà
dichiarato
quanto a tale
intelligenza
è
necessario
.
Devesi
dunque prima
sapere
, che i
corpi
solidi
che nell'
aqqua
vanno
al
fondo
,
pesano
meno dell'
aqqua
che nell'
aria
tanto, quant'è nell'
aria
la
gravità
di
tant'
aqqua
in
mole
quant'è esso
solido
: il che da
Archimede
è
stato
dimostrato
; ma perché la sua
dimostrazione
è assai
mediata
, per non avere a
procedere
troppo in lungo,
lasciandola
da
parte
, con altri
mezi
lo
dichiarerò
.
Consideriamo
, dunque, che
mettendo
, per
esempio
, nell'
aqqua
una
palla
di
oro
, se tal
palla
fosse
di
aqqua
, non
peserebbe
nulla, perché l'
aqqua
nell'
aqqua
non si
muove
in
giù
o in su.
Resta
dunque che tal [
palla
] di
oro
pesi
nel[l'
aqqua
] quel tanto, in che la
gravità
dell'
oro
supera
la
gravità
dell'
aqqua
; ed il
simile
si
deve
intendere
de gli altri
metalli
: e perché i
metalli
son
diversi
tra di loro in
gravità
,
secondo
diverse
proporzioni
scemerà
la lor
gravità
nell'
aqqua
. Come, per
essempio
,
poniamo
che l'
oro
pesi
venti
volte
più dell'
aqqua
; è
manifesto
dalle
cose
dette
, che l'
oro
peserà
meno nell'
aqqua
che nell'
aria
la
vigesima
parte
di tutta la sua
gravità
:
supponiamo
ora
che l'
argento
, per esser
men
grave
dell'
oro
,
pesi
12
volte
più che l'
aqqua
; questo,
pesato
nell'
aqqua
,
scemerà
in
graveza
per la
duodecima
parte
: adunque meno
scema
nell'
aqqua
la
gravità
dell'
oro
che quella dell'
argento
,
atteso
che quella
scema
per un
ventesimo
e questa per un
duodecimo
. Se dunque in una
bilancia
esquisita
noi
appenderemo
un
metallo
, e dall'altro
braccio
un
contrapeso
che
pesi
ugualmente
co
'
l
detto
metallo
in
aria
; se poi
tufferemo
il
metallo
nell'
aqqua
,
lasciando
il
contrapeso
in
aria
;
acciò
detto
contrapeso
equivaglia
al
metallo
,
bisognerà
ritirarlo
verso il
perpendicolo
. Come, per
essempio
, sia la
bilancia
ab, il cui
perpendicolo
c
; ed una
massa
di qualche
metallo
sia
appesa
in
b
,
contrapesata
dal
peso
d.
Mettendo
il
peso
b
nell'
aqqua
, il
peso
d in a
peserebbe
più: però,
acciò
che
pesasse
ugualmente
,
bisognerebbe
ritirarlo
verso il
perpendicolo
c
, come,
v.g
, in e; e quante
volte
la
distanza
ca
supererà
la
ae
, tante
volte
il
metallo
peserà
più che l'
aqqua
.
Poniamo
dunque che il
peso
in
b
sia
oro
, e che
pesato
nell'
aqqua
torni
il
contrapeso
d in e; e poi, facendo il medesimo dell'
argento
finissimo
, che il suo
contrapeso
, quando si
peserà
poi nell'
aqqua
,
torni
in
f
: il qual
punto
sarà più vicino al
punto
c
, sì come l'
esperienza
ne
mostra
, per esser l'
argento
men
grave
dell'
oro
; e la
differenza
che è dalla
distanza
af
alla
distanza
ac sarà la medesima che la
differenza
tra la
gravità
dell'
oro
e quella de l'
argento
. Ma se noi
aremo
un
misto
di
oro
e di
argento
, è
chiaro
che, per
participare
di
argento
,
peserà
meno che l'
oro
puro
, e, per
participar
di
oro
,
peserà
più che il
puro
argento
: e però,
pesato
in
aria
, e volendo che il medesimo
contrapeso
lo
contrapesi
quando tal
misto
sarà
tuffato
nell'
aqqua
, sarà di
mestiero
ritirar
detto
contrapeso
più verso il
perpendicolo
c
che non è il
punto
e, il quale è il
termine
dell'
oro
, e
medesimamente
più
lontano
dal
c
che non è l'
f
, il quale è il
termine
dell'
argento
puro
; però
cascherà
tra i
termini
e,
f
, e dalla
proporzione
nella quale verrà
divisa
la
distanza
ef
si
averà
esquisitamente
la
proporzione
dei due
metalli
, che tal
misto
compongono
. Come, per
esempio
,
intendiamo
che il
misto
di
oro
ed
argento
sia in
b
,
contrapesato
in
aria
da d; il qual
contrapeso
, quando il
misto
sia
posto
nell'
aqqua
,
ritorni
in
g
:
dico
ora
che l'
oro
e l'
argento
, che
compongono
tal
misto
, sono tra di loro nella medesima
proporzione
che le
distanze
fg
,
ge
. Ma ci è da
avvertire
che la
distanza
gf
,
terminata
nel
segno
dell'
argento
, ci
denoterà
la
quantità
dell'
oro
, e la
distanza
ge
,
terminata
nel
segno
dell'
oro
, ci
dimostrerà
la
quantità
dell'
argento
: di
maniera
che se
fg
tornerà
doppia
di
ge
, il tal
misto
sarà due d'
oro
ed uno di
argento
. E col medesimo
ordine
procedendo
nell'
esamine
di altri
misti
, si
troverà
esquisitamente
la
quantità
dei
semplici
metalli
.
Per
fabricar
dunque la
bilancia
,
piglisi
un
regolo
lungo almeno due
braccia
, e quanto più sarà lungo più sarà
esatto
l'
istrumento
; e
dividasi
nel
mezo
, dove si
ponga
il
perpendicolo
; poi si
aggiustino
le
braccia
che stiano nell'
equilibrio
, con l'
assottigliare
quello che
pesasse
più; e sopra l'uno delle
braccia
si
notino
i
termini
[dove
ritor
]
nano
i
contrapesi
de i
metalli
semplici
quando saranno
pesati
nell'
aqqua
,
avvertendo
di
pesare
i
metalli
più
puri
che si
trovino
.
Fatto
che sarà questo,
resta
a
ritrovar
modo col quale si possa con
facilità
aver la
proporzione
, [
secondo
la quale] le
distanze
tra i
termini
de i
metalli
puri
verra
[
nno
]
divise
da i
segni
de i
misti
. Il che, al mio
giudizio
, si
conseguirà
in questo modo:
Sopra i
termini
de i
metalli
semplici
avvolgasi
un
sol
filo
di
corda
di
acciaio
sottilissima
; ed intorno agli
intervalli
, che tra i
termini
rimangono
,
avvolgasi
un
filo
di
ottone
pur
sottilissimo
; e verranno tali
distanze
divise
in molte
particelle
uguali
. Come, per
essempio
, sopra i
termini
e,
f
avvolgo
2
fili
solo di
acciaio
(e questo per
distinguerli
dall'
ottone
); e poi
vo
riempiendo
tutto lo
spazio
tra e,
f
con l'
avvolgervi
un
filo
sottilissimo
di
ottone
, il quale mi
dividerà
lo
spazio
ef
in molte
particelle
uguali
; poi, quando io vorrò
sapere
la
proporzione
che è tra
fg
e
ge
,
conterò
i
fili
fg
ed i
fili
ge
, e,
trovando
i
fili
fg
esser 40 ed i
ge
esser, per
essempio
, 21,
dirò
nel
misto
esser 40 di
oro
e 21 di
argento
.
Ma qui è da
avvertire
che
nasce
una
difficultà
nel
contare
: però che, per
essere
quei
fili
sottilissimi
, come si
richiede
all'
esquisitezza
, non è
possibile
con la
vista
numerarli
, però che tra sì
piccoli
spazii
si
abbaglia
l'
occhio
. Adunque, per
numerargli
con
facilità
,
piglisi
uno
stiletto
acutissimo
, col quale si
vada
adagio
adagio
discorrendo
sopra
detti
fili
; ché così,
parte
mediante l'
udito
,
parte
mediante il
ritrovar
la
mano
ad ogni
filo
l'
impedimento
, verranno con
facilità
detti
fili
numerati
: dal
numero
de i quali, come ho
detto
di sopra, si
averà
l'
esquisita
quantità
de i
semplici
, de' quali è il
misto
composto
.
Avvertendo
però, che i
semplici
risponderanno
contrariamente
alle
distanze
: come, per
esempio
, in un
misto
d'
oro
e d'
argento
, i
fili
che saranno verso il
termine
dell'
argento
ci
daranno
la
quantità
dell'
oro
, e quelli che saranno verso '
l
termine
dell'
oro
ci
dimostreranno
la
quantità
dell'
argento
; ed il medesimo
intendasi
degli altri
misti
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