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Giornata
terza
SAGR
. Il
desiderio
grande
con che sono
stato
aspettando
la venuta di Vostra
Signoria
, per
sentir
le
novità
de i
pensieri
intorno alla
conversione
annua
di questo nostro
globo
, mi ha
fatto
parer
lunghissime
le
ore
notturne
passate
, ed anco queste della
mattina
, benché non
oziosamente
trascorse
anzi
buona
parte
vegliate
in
riandar
con la
mente
i
ragionamenti
di
ieri
,
ponderando
le
ragioni
addotte
dalle
parti
a
favor
delle due
contrarie
posizioni
, quella d'
Aristotile
e
Tolomeo
, e questa di
Aristarco
e del
Copernico
. E
veramente
parmi
, che qualunque di questi si è
ingannato
, sia
degno
di
scusa
; tali sono in
apparenza
le
ragioni
che gli possono aver
persuasi
,
tuttavolta
però che noi ci
fermassimo
sopra le
prodotte
da essi
primi
autori
gravissimi
: ma, come che l'
opinione
peripatetica
per la sua
antichità
ha
auti
molti
seguaci
e
cultori
, e l'altra pochissimi, prima per l'
oscurità
e poi per la
novità
mi
pare
scorgerne
tra quei molti, ed in
particolare
tra i
moderni
, esserne alcuni che per
sostentamento
dell'
oppinione
da essi
stimata
vera
abbiano
introdotte
altre
ragioni
assai
puerili
, per non
dir
ridicole
.
SALV
. L'istesso è
occorso
a me, e tanto
piú
che a
Vossignoria
, quanto io ne ho
sentite
produrre
di tali, che mi
vergognerei
a
ridirle
, non
dirò
per non
denigrare
la
fama
de i loro
autori
, i
nomi
de i quali si posson sempre
tacere
, ma per non
avvilir
tanto l'
onore
del
genere
umano
. Dove io finalmente,
osservando
, mi sono
accertato
esser tra gli
uomini
alcuni i quali,
preposteramente
discorrendo
, prima si
stabiliscono
nel
cervello
la
conclusione
, e quella, o perché sia propria loro o di
persona
ad essi molto
accreditata
,
sí
fissamente
s'
imprimono
, che del tutto è
impossibile
l'
eradicarla
giammai; ed a quelle
ragioni
che a lor medesimi
sovvengono
o che da altri
sentono
addurre
in
confermazione
dello
stabilito
concetto
, per
semplici
ed
insulse
che
elle
siano,
prestano
subito
assenso
ed
applauso
, ed all'
incontro
, quelle che lor vengono
opposte
in
contrario
, quantunque
ingegnose
e
concludenti
, non pur
ricevono
con
nausea
, ma con
isdegno
ed
ira
acerbissima
: e taluno di costoro,
spinto
dal
furore
non sarebbe anco
lontano
dal
tentar
qualsivoglia
machina
per
supprimere
e far
tacer
l'
avversario
, ed io ne ho
veduta
qualche
esperienza
.
SAGR
. Questi dunque non
deducono
la
conclusione
dalle
premesse
, né la
stabiliscono
per le
ragioni
, ma
accomodano
o per
dir
meglio
scomodano
e
travolgon
, le
premesse
e le
ragioni
alle loro già
stabilite
e
inchiodate
conclusioni
Non è ben adunque
cimentarsi
con
simili
, e tanto meno, quanto la
pratica
loro è non solamente
ingioconda
, ma
pericolosa
ancora. Per tanto
seguiteremo
col nostro
signor
Simplicio
,
conosciuto
da me di
lunga
mano
per
uomo
di
somma
ingenuità
e
spogliato
in tutto e per tutto di
malignità
: oltre che è assai
pratico
nella
peripatetica
dottrina
,
sí
che io posso
assicurarmi
che quello che non
sovverrà
ad esso per
sostentamento
dell'
opinione
d'
Aristotile
, non potrà
facilmente
sovvenire
ad altri. Ma eccolo
appunto
tutto
anelante
, il quale questo
giorno
si è
fatto
desiderare
un gran
pezzo
. Stavamo
appunto
dicendo
mal
di voi.
SIMP
. Bisogna non
accusar
me, ma
incolpar
Nettunno
, di questa mia
cosí
lunga
dimora
, che nel
reflusso
di questa
mattina
ha in
maniera
ritirate
l'
acque
, che la
gondola
che mi
conduceva
,
entrata
non molto
lontano
di qui in certo
canale
dove non son
fondamenta
, è
restata
in
secco
, e mi è
bisognato
tardar
lí
piú
d'una
grossa
ora
in
aspettare
il
ritorno
del
mare
. E
quivi
stando
cosí
senza
potere
smontar
di
barca
, che quasi
repentinamente
arrenò
, sono
andato
osservando
un
particolare
che mi è
parso
assai
maraviglioso
: ed è che nel
calar
l'
acque
, si
vedevan
fuggir
via
molto
velocemente
per
diversi
rivoletti
,
sendo
già il
fango
in
piú
parti
scoperto
; e mentre io
attendo
a
considerar
quest'
effetto
,
veggo
in un
tratto
cessar
questo
moto
, e senza
intervallo
alcuno di
tempo
cominciar
a
tornar
la medesima
acqua
in dietro, e di
retrogrado
farsi il
mar
diretto
, senza
restar
pure
un
momento
stazionario
:
effetto
, che per tutto il
tempo
che ho
praticato
Venezia
, non mi è
incontrato
il
vederlo
altra
volta
.
SAGR
. Non vi
debbe
anco esser molte
volte
accaduto
il
restar
cosí
in
secco
tra
piccolissimi
rivoletti
, per li quali, per aver pochissima
declività
, l'
abbassamento
o
alzamento
solo di quanto è
grossa
una
carta
, che
faccia
la
superficie
del
mare
aperto
, è assai per fare
scorrere
e
ricorrer
l'
acqua
per tali
rivoletti
per ben
lunghi
spazii
;
sí
come in alcune
spiagge
marine
l'
alzamento
del
mare
di 4 o 6
braccia
solamente fa
sparger
l'
acqua
per quelle
pianure
per molte
centinaia
e
migliaia
di
pertiche
.
SIMP
. Questo
intendo
benissimo
, ma avrei
creduto
che tra l'
ultimo
termine
dell'
abbassamento
e
primo
principio
dell'
alzamento
dovesse
interceder
qualche
notabile
intervallo
di
quiete
.
SAGR
. Questo vi si
rappresenterà
quando voi
porrete
mente
alle
mura
o a i
pali
dove queste
mutazioni
si fanno a
perpendicolo
; ma non è che
veramente
vi sia
stato
di
quiete
.
SIMP
. Mi
pareva
, che per esser questi due
moti
contrarii
,
dovesse
tra di loro esser in
mezo
qualche
quiete
;
conforme
anco alla
dottrina
d'
Aristotile
, che
dimostra
che in
puncto
regressus
mediat
quies
.(26)
SAGR
. Mi
ricordo
benissimo
di cotesto
luogo
, ma mi
ricordo
ancora che quando
studiavo
filosofia
, non
restai
persuaso
della
dimostrazione
d'
Aristotile
, anzi che avevo molte
esperienze
in
contrario
; le quali vi potrei anco
addurre
, ma non voglio che
entriamo
in altri
pelaghi
, essendo
convenuti
qui per
discorrer
della
materia
nostra, se sarà
possibile
, senza
interromperla
, come abbiamo
fatto
quest'altri
giorni
passati
.
SIMP
. E pur
converrà
, se non
interromperla
,
almanco
prolungarla
assai, perché
ritornato
iersera
a
casa
, mi
messi
a
rileggere
il
libretto
delle
conclusioni
, dove
trovo
dimostrazioni
contro a questo
movimento
annuo
,
attribuito
alla
Terra
, molto
concludenti
; e perché non mi
fidavo
di poterle
cosí
puntualmente
riferire
, ho voluto
riportar
meco il
libro
.
SAGR
. Avete
fatto
bene
: ma se noi vogliamo
ripigliare
i
ragionamenti
conforme
all'
appuntamento
di
ieri
,
converrà
sentir
prima ciò che avrà da
riferirci
il
signor
Salviati
intorno al
libro
delle
stelle
nuove
, e poi senz'altri
interrompimenti
verremo al
moto
annuo
.
Ora
, che dice il
signor
Salviati
in
proposito
di tali
stelle
? son
ellen
veramente
state
traportate
di
cielo
in queste
piú
basse
regioni
in
virtú
de'
calcoli
dell'
autore
prodotto
dal
signor
Simplicio
?
SALV
. Io mi
messi
iersera
a
legger
i suoi
progressi
, e questa
mattina
ancora gli ho
data
un'altra
scorsa
, per
veder
pure
se quel che mi
pareva
aver
letto
la
sera
, vi
era
scritto
veramente
, o se erano state mie
larve
e
imaginazioni
fantastiche
della
notte
: ed in
somma
trovo
con mio gran
cordoglio
esservi
veramente
scritto
e
stampato
quello che per
riputazion
di questo
filosofo
non avrei voluto. Che e' non
conosca
la
vanità
della sua
impresa
, non mi
par
possibile
,
sí
perché l'è troppo
scoperta
,
sí
perché mi
ricordo
averlo
sentito
nominar
con
laude
dall'
Accademico
amico
nostro;
parmi
anco cosa troppo
inverisimile
che egli a
compiacenza
di altri si possa esser
indotto
ad aver in
cosí
poca
stima
la sua
riputazione
, ch'e' si sia
indotto
a far
pubblica
un'
opera
, della quale non poteva
attenderne
altro che
biasimo
appresso gl'
intelligenti
.
SAGR
.
Soggiugnete
che saranno assai
manco
che un per cento, a
ragguaglio
di quelli che lo
celebrerranno
ed
esalteranno
sopra tutti i maggiori
intelligenti
che sieno o sieno
stati
già mai. Uno che abbia
saputo
sostener
la
peripatetica
inalterabilità
del
cielo
contro a una
schiera
d'
astronomi
e che, per lor maggior
vergogna
, gli abbia
atterrati
con le lor proprie
armi
! E che volete che possano quattro o sei per
provincia
, che
scorgano
le sue
leggierezze
, contro a gl'
innumerabili
che, non
sendo
atti
a poterle
scoprire
né
comprendere
, se ne
vanno
presi
alle
grida
, e tanto
piú
gli
applaudono
quanto
manco
l'
intendono
?
Aggiugnete
che anco quei pochi che
intendono
, si
asterranno
di
dar
risposta
a
scritture
tanto
basse
e nulla
concludenti
; e ciò con gran
ragione
, perché per gl'
intendenti
non ce n'è
bisogno
, e per quelli che non
intendono
è
fatica
buttata
via
.
SALV
. Il
piú
proporzionato
gastigo
al lor
demerito
sarebbe
veramente
il
silenzio
, se non
fusser
altre
ragioni
per le quali è forse quasi
necessario
il
risentirsi
: l'una delle quali è, che noi altri
Italiani
ci facciamo
spacciar
tutti per
ignoranti
e
diamo
da
ridere
a gli
oltramontani
, e
massime
a quelli che son
separati
dalla nostra
religione
; ed io potrei
mostrarvene
di tali assai
famosi
, che si
burlano
del nostro
Accademico
e di quanti
matematici
sono in
Italia
, per aver
lasciato
uscire
in
luce
e
mantenervisi
senza
contradizione
le
sciocchezze
di un tal
Lorenzini
contro gli
astronomi
. Ma questo pur anco si potrebbe
passare
,
rispetto
ad altra maggior
occasione
di
risa
che si potesse
porger
loro,
dependente
dalla
dissimulazione
de gl'
intelligenti
intorno alle
leggerezze
di questi
simili
oppositori
alle
dottrine
da loro non
intese
.
SAGR
. Io non voglio maggior
esempio
della
petulanzia
di costoro e dell'
infelicità
d'un
pari
del
Copernico
,
sottoposto
ad esser
impugnato
da chi non
intende
né anco la
primaria
sua
posizione
, per la quale gli è
mossa
la
guerra
.
SALV
. Voi non meno
resterete
maravigliato
della
maniera
del
confutar
gli
astronomi
che
affermano
, le
stelle
nuove
essere
state
superiori
a gli
orbi
de'
pianeti
, e per
avventura
nel
firmamento
stesso.
SAGR
. Ma come potete voi in
sí
breve
tempo
aver
esaminato
tutto cotesto
libro
, che
pure
è un gran
volume
, ed è
forza
che le
dimostrazioni
sieno in gran
numero
?
SALV
. Io mi son
fermato
su queste
prime
confutazioni
sue, nelle quali con
dodici
dimostrazioni
,
fondate
sopra le
osservazioni
di
dodici
astronomi
, che tutti
stimarono
che la
stella
nuova
del 72,
apparsa
in
Cassiopea
,
fusse
nel
firmamento
,
prova
per l'
opposito
lei
essere
stata
sullunare
,
conferendo
a due a due l'
altezze
meridiane
prese
da
diversi
osservatori
in
luoghi
di
differente
latitudine
,
procedendo
nella
maniera
che appresso
intenderete
: e perché mi
par
, nell'
esaminar
questo
primo
suo
progresso
, d'avere
scoperto
in quest'
autore
una gran
lontananza
dal poter
concluder
nulla contro a gli
astronomi
, in
favor
de'
filosofi
peripatetici
, e che molto e molto
piú
concludentemente
si
confermi
l'
opinion
loro, non ho
volsuto
applicarmi
con una
simil
pazienza
nell'
esaminar
gli altri suo'
metodi
, ma gli ho
dato
una
scorsa
assai
superficiale
,
sicuro
che quella
inefficacia
che è in queste
prime
impugnazioni
, sia
parimente
nell'altre: e
sí
come
vedrete
in
fatto
, pochissime
parole
bastano
a
confutar
tutta quest'
opera
, benché
construtta
con tanti e tanti
laboriosi
calcoli
, come voi
vedete
. Però
sentite
il mio
progresso
.
Piglia
quest'
autore
, per
trafigger
, come
dico
, gli
avversarii
con le lor proprie
armi
, un
numero
grande
d'
osservazioni
fatte da lor medesimi, che pur sono da 12 o 13
autori
in
numero
, e sopra una
parte
di quelle fa suoi
calcoli
, e
conclude
tali
stelle
essere
state
inferiori
alla
Luna
.
Ora
, perché il
proceder
per
interrogazioni
mi
piace
assai, già che non ci è l'
autore
stesso,
rispondami
il
signor
Simplicio
, alle
domande
ch'io farò, quel ch'e'
crederà
che
fusse
per
rispondere
esso. E
supponendo
di
trattar
della già
detta
stella
del 72,
apparsa
in
Cassiopea
,
ditemi
,
signor
Simplicio
, se voi
credete
che ella potesse esser nell'istesso
tempo
collocata
in
diversi
luoghi
, cioè esser tra gli
elementi
, ed anco tra gli
orbi
de'
pianeti
, ed anco sopra questi e tra le
stelle
fisse
, ed anco
infinitamente
piú
alta
.
SIMP
. Non è
dubbio
che bisogna
dire
che ella
fusse
in un
sol
luogo
, ed in una
sola
e
determinata
distanza
dalla
Terra
.
SALV
. Adunque, quando le
osservazioni
fatte da gli
astronomi
fusser
giuste
, e che i
calcoli
fatti
da questo
autore
non
fussero
errati
,
bisognerebbe
necessariamente
che da tutte quelle e da tutti questi se ne
raccogliesse
la medesima
lontananza
sempre per
appunto
: non è
vero
?
SIMP
. Sin qua
arriva
a '
ntendere
il mio
discorso
, che
bisognerebbe
che
fusse
cosí
di
necessità
; né
credo
che l'
autore
contradicesse
.
SALV
. Ma quando de' molti e molti
computi
fatti
non ne
riuscissero
pur due solamente che s'
accordassero
, che
giudizio
ne
fareste
?
SIMP
.
Giudicherei
che tutti
fussero
fallaci
, o per
colpa
del
computista
o per
difetto
de gli
osservatori
; ed al
piú
che si potesse
dire
,
direi
che un solo, e non
piú
,
fusse
giusto
, ma non
saprei
già
elegger
quale.
SALV
.
Vorreste
voi dunque da
fondamenti
falsi
dedurre
e
stabilir
per
vera
una
conclusione
dubbia
? certo no.
Ora
i
calcoli
di questo
autore
son tali, che nessuno
confronta
con un altro;
vedete
dunque quant'è da
prestar
lor
fede
.
SIMP
.
Veramente
, come la cosa sia
cosí
, questo è un
mancamento
notabile
.
SAGR
. Voglio
pure
aiutare
il
signor
Simplicio
e l'
autore
, con
dire
al
signor
Salviati
che il suo
motivo
concluderebbe
ben
necessariamente
, quando l'
autore
avesse
intrapreso
a voler
determinatamente
ritrovare
quanta
fusse
la
lontananza
della
stella
dalla
Terra
; il che non
credo
che sia
stato
il suo
intento
, ma solo di
dimostrare
che da quelle
osservazioni
si
traeva
, la
stella
essere
stata
sullunare
; talché, se dalle
dette
osservazioni
e da tutti i
computi
fatti
sopra di esse si
raccoglie
l'
altezza
della
stella
sempre
minor
di quella della
Luna
, tanto
basta
all'
autore
per
convincer
d'una
crassissima
ignoranza
tutti quelli
astronomi
che, per
difetto
di
geometria
o d'
aritmetica
, non avevano
saputo
dalle lor medesime
osservazioni
dedurre
vere
conclusioni
.
SALV
. Sarà dunque
conveniente
ch'io mi
volga
a voi,
signor
Sagredo
, che tanto
accortamente
sostenete
la
dottrina
di questo
autore
. E per
veder
di fare che anco il
signor
Simplicio
, benché
inesperto
di
calcoli
e
dimostrazioni
,
resti
capace
almeno della non
concludenza
delle
dimostrazioni
di questo
autore
, prima
metto
in
considerazione
come ed esso e gli
astronomi
tutti con i quali egli è in
controversia
convengono
che la
stella
nuova
fusse
priva
di
moto
proprio, e solo
andasse
in
giro
al
moto
diurno
del
primo
mobile
, ma
dissentono
circa il
luogo
,
ponendola
quelli nella
region
celeste
, cioè sopra la
Luna
, e per
avventura
tra le
stelle
fisse
, e questi
giudicandola
vicina
alla
Terra
, cioè sotto al
concavo
dell'
orbe
lunare
. E perché il
sito
della
stella
nuova
, della quale si
parla
, fu verso
settentrione
e non in gran
lontananza
dal
polo
, in modo che a noi
settentrionali
ella non
tramontava
mai, fu
agevol
cosa il poter
prendere
con
istrumenti
astronomici
le sue
altezze
meridiane
, tanto le
minime
sotto il
polo
, quanto le
massime
sopra; dalla
conferenza
delle quali
altezze
, fatte da
diversi
luoghi
della
Terra
posti
in
varie
distanze
dal
settentrione
, cioè tra di loro
differenti
quanto all'
altezze
polari
, si poteva
argomentare
la
lontananza
della
stella
. Imperocché, quando ella
fusse
stata nel
firmamento
tra le altre
fisse
le sue
altezze
meridiane
prese
in
diverse
elevazioni
di
polo
conveniva
che
fussero
tra di loro
differenti
con le medesime
differenze
che tra esse
elevazioni
si
ritrovavano
; cioè, per
esempio
, se l'
elevazione
della
stella
sopra l'
orizonte
era
30
gradi
,
presa
nel
luogo
dove l'
altezza
polare
era
,
verbigrazia
,
gradi
45,
conveniva
che l'
elevazione
della medesima
stella
fusse
cresciuta
4 o 5
gradi
in quei
paesi
piú
settentrionali
ne' quali il
polo
fusse
piú
alto
gli stessi 4 o 5
gradi
: ma quando la
lontananza
della
stella
dalla
Terra
fusse
assai
piccola
in
comparazion
di quella del
firmamento
, le
altezze
sue
meridiane
convien
che,
accostandoci
al
settentrione
,
crescano
notabilmente
piú
che l'
altezze
polari
; e da quel maggiore
accrescimento
, cioè dall'
eccesso
dell'
accrescimento
dell'
elevazion
della
stella
sopra l'
accrescimento
dell'
altezza
polare
(che si
chiama
differenza
di
parallasse
), si
calcola
prontamente
, con
metodo
chiaro
e
sicuro
, la
lontananza
della
stella
dal
centro
della
Terra
.
Ora
, questo
autore
piglia
le
osservazioni
fatte da 13
astronomi
in
diverse
elevazioni
di
polo
, e
conferendo
una
particella
di quelle a sua
elezione
,
calcola
, con
dodici
accoppiamenti
, l'
altezza
della
stella
nuova
essere
stata sempre sotto la
Luna
; ma ciò
conseguisce
egli con
promettersi
tanto
crassa
ignoranza
in tutti quelli alle
mani
de' quali potesse
pervenire
il suo
libro
, che
veramente
m'ha
fatto
nausea
: ed io sto a
vedere
come gli altri
astronomi
ed in
particolare
il
Keplero
, contro al quale
principalmente
inveisce
quest'
autore
, si
contenga
in
silenzio
, che pur non gli
suol
morir
la
lingua
in
bocca
, se già egli non ha
stimato
tale
impresa
troppo
bassa
.
Ora
, per farne
avvertiti
voi, ho
trascritte
sopra questo
foglio
le
conclusioni
che e'
raccoglie
dalle sue 12
indagini
. Delle quali la prima è delle due
osservazioni
1.- Del
Maurolico
e dell'
Hainzelio
; onde si
raccoglie
, la
stella
essere
stata
lontana
dal
centro
manco
di 3
semidiametri
terrestri
, essendo la
differenza
di
parallasse
gr
. 4.42
m.p.
e 30
sec.
... ... ... ... ... ... ... ... 3
semid
.
2.- E
calculata
dall'
osservazioni
dell'
Hainzelio
e dello
Schulero
, con
parallasse
8
m.p.
e 30
sec.
; e si
raccoglie
la sua
lontananza
dal
centro
piú
di
... ... ... ... ... ... ... ...
25semid
.
3.- E sopra le
osservazioni
di
Ticone
e dell'
Hainzelio
, con
parallasse
di 10
m.p.
; e si
raccoglie
la
distanza
dal
centro
poco meno di
... ... ... ... ... ... ... ... 19
semid
.
4.- E sopra l'
osservazioni
di
Ticone
e del
Landgravio
, con
parallasse
di 14
m.p.
; e
rende
la
distanza
dal
centro
circa
... ... ... ... ... ... ... ... 10
semid
.
5.- E sopra l'
osservazioni
dell'
Hainzelio
e di
Gemma
, con
parallasse
di 42
m.p.
e
3o
sec.
; per la quale si
raccoglie
la
distanza
circa
... ... ... ... ... ... ... .... 4
semid
.
6.- E sopra l'
osservazioni
del
Landgravio
e del
Camerario
, con
parallasse
di 8
m.p.
; e si
ritrae
la
distanza
circa
... ... ... ... ... ... ... .... 4
semid
.
7.- E sopra l'
osservazioni
di
Ticone
e dell'
Hagecio
, con
parallasse
di 6
m.p.
; e si
raccoglie
la
distanza
... ... ... ... ... ... ... .... 32
semid
.
8.- E con l'
osservazioni
dell'
Hagecio
e dell'
Ursino
, con
parallasse
di 43
m.p.
; e
rende
la
distanza
della
stella
dalla
superficie
della
Terra
... ... ... ... ... ... ... .... 1/2
semid
.
9.- E sopra le
osservazioni
del
Landgravio
e del
Buschio
, con
parallasse
di 15
m.p.
; e
rende
la
distanza
dalla
superficie
della
Terra
... ... ... ... ... ... ..... 1/48 di
semid
.
10.- E sopra l'
osservazioni
del
Maurolico
e del
Munosio
, con
parallasse
di 4
gr
. e 30
m.p.
; e
rende
la
distanza
dalla
superficie
della
Terra
... ... ... ... ... ... ... ... 1/5 di
semid
.
11
.- E con le
osservazioni
del
Munosio
e di
Gemma
, con
parallasse
di 55
m.p.
; e
rendono
la
distanza
dal
centro
circa
... ... ... ... ... ... ... ..... 13
semid
.
12. E con le
osservazioni
del
Munosio
e dell'
Ursino
, con
parallasse
di
gr
. 1 e 36
m.p.
; e si
ritrae
la
distanza
dal
centro
meno di
... ... ... ... ... ... ... ..... 7
semid
.
Queste sono 12
investigazioni
fatte dall'
autore
a sua
elezione
, tra moltissime che, come egli dice, potevano farsi con le
combinazioni
delle
osservazioni
di questi 13
osservatori
; le quali 12 è
credibile
che sieno le
piú
favorevoli
per
provare
il suo
intento
.
SAGR
. Ma io vorrei
sapere
se tra le altre tante
indagini
pretermesse
dall'
autore
ve ne sono di quelle che
fussero
in suo
disfavore
, cioè dalle quali
calcolando
si
raccogliesse
, la
stella
nuova
essere
stata sopra la
Luna
,
sí
come mi
par
,
cosí
a prima
fronte
, di poter
ragionevolmente
dubitare
, mentre io
veggo
queste
prodotte
esser tanto tra di loro
differenti
, che alcune mi
danno
la
lontananza
della
stella
nuova
da
Terra
4, 6, 10, 100, e mille, e
millecinquecento
volte
maggiore l'una che l'altra; talché posso ben
sospettare
che tra le non
calcolate
ve ne
fusse
qualcuna in
favor
della
parte
avversa
, e tanto
piú
mi
pare
di poter
creder
ciò, quanto io non
penso
che quelli
astronomi
osservatori
mancassero
della
intelligenza
e
pratica
di questi
computi
, che non
penso
che
dependano
dalle
piú
astruse
cose
del
mondo
. E ben mi
parrà
cosa
piú
che
miracolosa
se, mentre in queste 12
sole
indagini
ce ne sono di quelle che
rendono
la
stella
vicina
alla
Terra
a poche
miglia
, ed altre che per
piccolissimo
intervallo
la
rendono
inferiore
alla
Luna
, non se ne
trovi
alcuna che, a
favor
della
parte
avversa
, la
renda
almanco
per 20
braccia
sopra l'
orbe
lunare
, e, quel che sarà poi
piú
stravagante
, che tutti quelli
astronomi
siano
stati
cosí
ciechi
, che non abbiano
scorta
una lor
fallacia
tanto
patente
.
SALV
.
Cominciate
ora
a
prepararvi
l'
orecchie
a
sentir
con
infinita
ammirazione
a quali
eccessi
di
confidenza
della propria
autorità
e dell'altrui
balordaggine
trasporta
il
desiderio
di
contradire
e
mostrarsi
piú
intelligente
de gli altri. Tra le
indagini
tralasciate
dall'
autore
ce ne sono di quelle che
rendono
la
stella
nuova
non pur sopra la
Luna
, ma sopra le
stelle
fisse
ancora; e queste non son poche, ma la maggior
parte
, come
vedrete
in quest'altro
foglio
, dove io l'ho
registrate
.
SAGR
. Ma che dice l'
autore
di queste? forse non le ha
considerate
?
SALV
. Le ha
considerate
pur troppo, ma dice che le
osservazioni
sopra le quali i
calcoli
rendon
la
stella
infinitamente
lontana
, sono
errate
, e che non possono tra di loro
combinarsi
.
SIMP
. Oh questa mi
par
bene
una
ritirata
debole
, perché la
parte
potrà con altrettanta
ragione
dire
che
errate
siano quelle onde egli
sottrae
, la
stella
essere
stata nella
regione
elementare
.
SALV
. Oh,
signor
Simplicio
, se mi
succedesse
di farvi
restar
capace
dell'
artifizio
, benché non gran cosa
artifizioso
, di questo
autore
, vorrei
destarvi
meraviglia
ed anco
sdegno
mentre
scorgeste
come egli,
palliando
la sua
sagacità
co
'
l
velo
della vostra
semplicità
e de gli altri
puri
filosofi
, si vuole
insinuare
nella vostra
grazia
co
'
l
grattarvi
le
orecchie
e
co
'
l
gonfiar
la vostra
ambizione
,
mostrando
d'aver
convinti
e
resi
muti
questi
astronometti
che hanno voluto
assalire
l'
inespugnabile
inalterabilità
del
cielo
peripatetico
, e, quel che è
piú
,
ammutitigli
e
convinti
con le lor proprie
armi
. Io ne voglio fare ogni
sforzo
; ed intanto il
signor
Sagredo
condoni
al
signor
Simplicio
ed a me il
tediarlo
forse un po' troppo, mentre con
soverchio
circuito
di
parole
(
soverchio
dico
, alla sua
velocissima
apprensiva
)
anderò
cercando
di far
palese
cosa, che è
bene
che non gli
resti
ascosa
e
incognita
.
SAGR
. Io, non solo senza
tedio
, ma con
gusto
,
sentirò
i vostri
discorsi
; e
cosí
ci potessero
intervenire
tutti i
filosofi
peripatetici
,
acciò
potessero
comprendere
quanto
devano
restar
obbligati
a questo lor
protettore
.
SALV
.
Ditemi
,
signor
Simplicio
, se voi
sete
ben
restato
capace
, come,
sendo
la
stella
nuova
collocata
nel
cerchio
meridiano
là
verso
settentrione
, a uno che da
mezzo
giorno
camminasse
verso
tramontana
tanto se gli
andrebbe
elevando
sopra l'
orizonte
l'
istessa
stella
nuova
quanto il
polo
,
tuttavolta
che ella
fusse
veramente
collocata
tra le
stelle
fisse
ma che quando ella
fusse
notabilmente
piú
bassa
, cioè
piú
vicina
a
Terra
, ella
apparirebbe
elevarsi
piú
del medesimo
polo
, e sempre
piú
quanto la
vicinanza
fusse
maggiore?
SIMP
.
Parmi
d'esserne
capacissimo
, in
segno
di che mi
proverò
a farne una
figura
matematica
: ed in questo
cerchio
grande
noterò
il
polo
P
, e in questi due
cerchi
piú
bassi
noterò
due
stelle
vedute
da un
punto
in
Terra
, che sia A e le due
stelle
sieno queste
B
,
C
,
vedute
per la medesima
linea
A
B
C
incontro
a una
stella
fissa
D;
camminando
poi in
Terra
sino al
termine
E, le due
stelle
mi
appariranno
separate
§
vedi
figura
17
dalla
fissa
D e
avvicinatesi
al
polo
P
, e
piú
la
piú
bassa
B
, che mi
apparirà
in
G
, e
manco
la
C
, che
apparirà
in
F
; ma la
fissa
D
averà
mantenuta
la medesima
lontananza
dal
polo
.
SALV
.
Veggo
che voi
intendete
benissimo
.
Credo
che voi
comprendiate
ancora, come, per esser la
stella
B
piú
bassa
della
C
, l'
angolo
che
vien
costituito
da i
raggi
della
vista
che
partendosi
da i due
luoghi
A, E si
congiungono
in
C
, cioè quest'
angolo
A
C
E, è
piú
stretto
, o
vogliam
dir
piú
acuto
, dell'
angolo
costituito
in
B
da i
raggi
A
B
, E
B.
SIMP
. Si
vede
al
senso
benissimo
.
SALV
. Ed anco, per esser la
Terra
piccolissima
e quasi
insensibile
rispetto
al
firmamento
, ed in
conseguenza
per esser
brevissimo
lo
spazio
A E, che si può
camminare
in
Terra
, in
comparazion
dell'
immensa
lunghezza
delle
linee
E
G
, E
F
da
Terra
sino al
firmamento
, venite a
intendere
che la
stella
C
si potrebbe
alzare
e
allontanar
tanto e tanto dalla
Terra
, che l'
angolo
costituito
in essa da i
raggi
che
partono
da i medesimi
punti
A, E
divenisse
acutissimo
e come
assolutamente
insensibile
e nullo.
SIMP
. E questo ancora
intendo
io
perfettamente
.
SALV
.
Ora
sappiate
,
signor
Simplicio
, che gli
astronomi
e
matematici
hanno
trovate
regole
infallibili
per
via
di
geometria
e d'
aritmetica
, da
potere
, mercé della
quantità
di questi
angoli
B
,
C
e delle loro
differenze
,
congiugnendovi
la
notizia
della
distanza
de i due
luoghi
A, E,
ritrovare
a un
palmo
la
lontananza
delle
cose
sublimi
,
tuttavolta
però che
detta
distanza
e
detti
angoli
siano
presi
giusti
.
SIMP
. Talché, se le
regole
dependenti
dalla
geometria
e dall'
aritmetica
son
giuste
, tutte le
fallacie
ed
errori
che s'
incontrassero
nel
volere
investigar
tali
altezze
di
stelle
nuove
o di
comete
o di altro,
convien
che
dependano
dalla
distanza
A E e da gli
angoli
B
,
C
, non ben
misurati
. E
cosí
tutte quelle
diversità
che si
veggono
in queste 12
indagini
,
dependono
non da
difetti
delle
regole
de i
calcoli
, ma da
errori
commessi
nell'
investigar
tali
angoli
e tali
distanze
per
mezo
delle
osservazioni
istrumentali
.
SALV
.
Cosí
è, né di questo
casca
difficultà
veruna.
Ora
convien
che
attentamente
notiate
, come nell'
allontanar
la
stella
da
B
in
C
, onde l'
angolo
si fa sempre
piú
acuto
, il
raggio
E
B
G
si
va
continuamente
allontanando
dal
raggio
A
B
D dalla
parte
di sotto l'
angolo
, come
mostra
la
linea
E
C
F
, la cui
parte
inferiore
E
C
è
piú
remota
dalla
parte
A
C
che non è la E
B
: ma non può già mai
accadere
che, per qualunque
immenso
allontanamento
, le
linee
A D, E
F
totalmente
si
disgiunghino
,
dovendosi
finalmente
andare
a
congiugner
nella
stella
; e solamente si potrebbe
dire
che le si
separassero
e si
riducessero
ad esser
parallele
, quando l'
allontanamento
fusse
infinito
, il qual
caso
non si può
dare
. Ma perché (
notate
bene
) la
lontananza
del
firmamento
, in
relazione
alla
piccolezza
della
Terra
, come già s'è
detto
, si
reputa
come
infinita
, però l'
angolo
contenuto
da i
raggi
che
tirati
da i
punti
A, E
andassero
a
terminare
in una
stella
fissa
, si
stima
come nullo, ed essi
raggi
come due
linee
parallele
; e però si
conclude
, che allora solamente si potrà
affermare
, la
stella
nuova
essere
stata nel
firmamento
, quando dalla
collazione
delle
osservazioni
fatte in
diversi
luoghi
si
raccolga
co
'
l
calcolo
, l'
angolo
detto
esser
insensibile
e le
linee
come
parallele
. Ma quando l'
angolo
sia di
notabil
quantità
,
convien
necessariamente
la
stella
nuova
esser
piú
bassa
delle
fisse
, ed anco della
Luna
, quando però l'
angolo
A
B
E
fusse
maggiore di quello che si
costituirebbe
nel
centro
della
Luna
.
SIMP
. Adunque la
lontananza
della
Luna
non è tanto
grande
che un
simil
angolo
in lei
resti
insensibile
?
SALV
.
Signor
no; anzi è egli
sensibile
non solo nella
Luna
, ma nel
Sole
ancora.
SIMP
. Ma se questo è, potrà anco
essere
che tale
angolo
sia
osservabile
nella
stella
nuova
senza che ella sia
inferiore
al
Sole
, non che alla
Luna
.
SALV
. Cotesto può
essere
, ed è anco ne i
presenti
casi
, come
vedrete
a suo
luogo
, cioè quando
averò
spianata
la
strada
in
maniera
, che voi ancora, benché non
intelligente
di
calcoli
astronomici
, possiate
restar
capace
e
toccar
con
mano
quanto quest'
autore
ha avuto
piú
la
mira
di
scrivere
a
compiacenza
de i
Peripatetici
,
co
'
l
palliare
e
dissimular
varie
cose
, che a
stabilimento
del
vero
,
co
'
l
portarle
con
nuda
sincerità
. Però
seguiamo
oltre. Dalle
cose
dichiarate
sin qui
credo
che voi
restiate
capacissimo
come la
lontananza
della
stella
nuova
non si può mai far tanto
immensa
, che '
l
piú
volte
nominato
angolo
interamente
svanisca
e che li due
raggi
de gli
osservatori
da i
luoghi
A, E
divengano
linee
parallele
; e venite in
conseguenza
a
comprender
perfettamente
, che quando il
calcolo
ritraesse
dalle
osservazioni
, tal
angolo
esser
totalmente
nullo o le
linee
esser
veramente
parallele
, saremmo
sicuri
l'
osservazioni
esser, almeno in qualche
minimo
che,
errate
; ma quando il
calcolo
ci desse, le medesime
linee
essersi
disseparate
non solamente sino all'
equidistanza
, cioè sino all'esser
parallele
, ma aver
trapassato
oltre al
termine
, ed essersi
allargate
piú
ad
alto
che a
basso
, allora bisogna
risolutamente
concludere
, le
osservazioni
essere
state fatte con meno
accuratezza
, ed in
somma
essere
errate
, come quelle che ci
conducono
ad un
manifesto
impossibile
. Bisogna poi che voi mi
crediate
, e
supponghiate
per cosa
verissima
, che due
linee
rette
che si
partono
da due
punti
segnati
sopra un'altra
retta
, allora son
piú
larghe
in
alto
che a
basso
, quando gli
angoli
compresi
dentro di esse sopra quella
retta
son maggiori di due
angoli
retti
; e quando questi
fussero
eguali
a due
retti
, esse
linee
sarebbero
parallele
; ma se
fussero
minori
di due
retti
, le
linee
sarebbero
concorrenti
, e
prolungate
serrerebbero
il
triangolo
indubitabilmente
.
SIMP
. Io, senza
prestarvi
fede
, ne ho
scienza
, e non son tanto
nudo
di
geometria
, ch'io non
sappia
una
proposizione
che mille
volte
ho avuto
occasione
di
leggere
in
Aristotile
, cioè che i tre
angoli
d'ogni
triangolo
sono
eguali
a due
retti
: talché, s'io
piglio
nella mia
figura
il
triangolo
A
B
E,
posto
che la
linea
E A
fusse
retta
,
comprendo
benissimo
come i suoi tre
angoli
A, E,
B
sono
eguali
a due
retti
, e che in
conseguenza
li due
soli
E, A son
minori
di due
retti
tanto quanto è l'
angolo
B
; onde
allargando
le
linee
A
B
, E
B
(
ritenendole
però
ferme
ne'
punti
A, E) sin che l'
angolo
contenuto
da esse verso le
parti
B
svanisca
, li due da
basso
resteranno
eguali
a due
retti
, ed esse
linee
saranno
ridotte
all'esser
parallele
; e se si
seguitasse
di
slargarle
piú
, gli
angoli
a i
punti
E, A
diverrebbero
maggiori di due
retti
.
SALV
. Voi
sete
un
Archimede
, e mi avete
liberato
dallo
spender
piú
parole
in
dichiararvi
, come
tuttavolta
che da i
calcoli
si
cavasse
li due
angoli
A, E esser maggiori di due
retti
, l'
osservazioni
senz'altro vengono ad
essere
errate
. Quest'è quel tanto ch'io
desideravo
che voi
capiste
perfettamente
, e ch'io
dubitavo
di non aver a poter
dichiarar
in modo che un
puro
filosofo
peripatetico
ne
acquistasse
sicura
intelligenza
.
Ora
seguitiamo
quel che
resta
. E
ripigliando
quello che poco fa mi
concedeste
, cioè, che non potendo esser la
stella
nuova
in
piú
luoghi
, ma in un solo,
tuttavoltaché
i
calcoli
fatti
sopra le
osservazioni
di questi
astronomi
non ce la
rendono
nel medesimo
luogo
, è
forza
che sia
errore
nelle
osservazioni
, cioè o nel
prender
l'
altezze
polari
, o nel
prender
l'
elevazioni
della
stella
, o nell'una e nell'altra
operazione
;
ora
, perché nelle molte
indagini
, fatte con le
combinazioni
a due a due dell'
osservazioni
, pochissime sono che si
rincontrino
a
render
la
stella
nel medesimo
sito
adunque queste pochissime
sole
potrebbero esser le non
errate
, ma le altre tutte sono
assolutamente
errate
.
SAGR
.
Bisognerà
dunque
credere
a queste pochissime
sole
piú
che a tutte l'altre
insieme
; e perché voi
dite
che queste che si
concordano
son pochissime, ed io tra queste 12 ne
veggo
due che
rendon
la
distanza
della
stella
dal
centro
della
Terra
amendue
4
semidiametri
, che sono questa
quinta
e la
sesta
, adunque
piú
probabile
è che la
stella
nuova
sia stata
elementare
che
celeste
.
SALV
. Non sta
cosí
: perché, se voi
notate
bene
, non ci è
scritto
la
distanza
essere
stata
puntualmente
4
semidiametri
, ma circa 4
semidiametri
; ma però voi
vedrete
che tali due
distanze
differivano
tra di loro per molte
centinaia
di
miglia
.
Eccovele
qui:
vedete
che questa
quinta
, che è
13389
miglia
,
supera
la
sesta
, che è
miglia
13100
, quasi di
300
miglia
.
SAGR
. Quali son dunque queste poche che s'
accordano
in
por
la
stella
nel medesimo
luogo
?
SALV
. Son, per
disgrazia
di questo
autore
, cinque
indagini
, che tutte la
ripongono
nel
firmamento
, come voi
vedrete
in quest'altra
nota
, dove io
registro
molte altre
combinazioni
. Ma io voglio
concedere
all'
autore
piú
di quello che per
avventura
mi
domanderebbe
, che è insomma che in ciascuna
combinazione
delle
osservazioni
sia qualche
errore
: il che
credo
che
assolutamente
sia
necessario
; perché,
sendo
4 in
numero
le
osservazioni
che
servono
per una
indagine
, cioè due
diverse
altezze
di
polo
e due
diverse
elevazioni
di
stella
, fatte da
diversi
osservatori
, in
diversi
luoghi
e con
diversi
strumenti
, chiunque abbia qualche
cognizione
di tal
pratica
dirà
non
potere
essere
che tra tutte 4 non sia
caduto
qualche
errore
, e
massime
mentre che noi
veggiamo
che nel
prender
una
sola
altezza
di
polo
,
co
'
l
medesimo
strumento
, nel medesimo
luogo
e dal medesimo
osservatore
, che l'ha potuta far mille
volte
, tuttavia si
va
titubando
di qualche
minuto
, e
spesso
anco di molti, come in questo medesimo
libro
potete
vedere
in
diversi
luoghi
.
Supposte
queste
cose
, io vi
domando
,
signor
Simplicio
, se voi
credete
che questo
autore
tenga
i 13
osservatori
in
concetto
d'
uomini
accorti
,
intelligenti
e
destri
nel
maneggiare
tali
strumenti
, o pur per
uomini
grossolani
e
inesperti
.
SIMP
. Non può esser ch' e' gli
reputi
se non molto
cauti
ed
intelligenti
; perché quando e' gli
stimasse
inetti
a tal
esercizio
, potrebbe
dar
bando
al suo stesso
libro
, come nulla
concludente
, per esser
fondato
sopra
supposizioni
piene
di
errori
; e per troppo
semplici
spaccerebbe
noi, mentre e'
credesse
con l'
inesperienza
di quelli
persuaderci
per
vera
una sua
falsa
proposizione
.
SALV
. Adunque, come questi
osservatori
sien
tali, e che pur con tutto ciò abbiano
errato
e però
convenga
emendar
loro
errori
, per poter dalle loro
osservazioni
ritrar
quel
piú
di
notizia
che sia
possibile
,
conveniente
cosa è che noi gli
applichiamo
le
minori
e
piú
vicine
emende
e
correzioni
che si possa,
purch
'
elle
bastino
a
ritirar
l'
osservazioni
dall'
impossibilità
alla
possibilità
;
sí
che,
verbigrazia
, se si può
temperar
un
manifesto
errore
ed un
patente
impossibile
di una loro
osservazione
con l'
aggiugnere
o
detrar
2 o
ver
3
minuti
, e con tale
emenda
ridurlo
al
possibile
, non si
deva
volerlo
aggiustare
con la
giunta
o
suttrazione
del 15 o 20 o 50.
SIMP
. Non
credo
che l'
autore
contradicesse
a questo perché,
conceduto
che e' siano
uomini
giudiziosi
ed
esperti
, si
deve
creder
piú
presto che egli abbiano
errato
di poco che d'assai.
SALV
. Or
notate
appresso. De i
luoghi
dove
collocar
la
stella
nuova
, alcuni son
manifestamente
impossibili
, ed altri
possibili
.
Impossibile
assolutamente
è che ella
fusse
per
infinito
intervallo
superiore
alle
stelle
fisse
, perché un tal
sito
non è al
mondo
, e quando
fusse
, la
stella
posta
là
a noi sarebbe stata
invisibile
; è anco
impossibile
che ella
andasse
serpendo
sopra la
superficie
della
Terra
, e molto
piú
che ella
fusse
dentro all'istesso
globo
terreno
.
Luoghi
possibili
sono questi de' quali si è in
controversia
, non
repugnando
al nostro
intelletto
che un
oggetto
visibile
, in
aspetto
di
stella
, potesse esser sopra la
Luna
, non
men
che sotto.
Ora
, mentre si
va
cercando
di
ritrar
per
via
d'
osservazioni
e di
calcoli
,
fatti
con quella
sicurezza
alla quale la
diligenza
umana
può
arrivare
, qual
veramente
fusse
il suo
luogo
, si
trova
che la maggior
parte
di essi
calcoli
la
rendon
piú
che per
infinito
intervallo
superiore
al
firmamento
, altri la
rendon
prossima
alla
superficie
della
Terra
, ed alcuni anco sotto tal
superficie
, e de gli altri, che la
ripongono
in
luoghi
non
impossibili
,
nissuni
si
concordano
tra di loro, dimodoché
convien
dire
, tutte le
osservazioni
esser
necessariamente
fallaci
; talché, se noi vogliamo pur da tante
fatiche
ritrar
qualche
frutto
, bisogna
ridursi
alle
correzioni
,
emendando
tutte l'
osservazioni
.
SIMP
. Ma l'
autore
dirà
, che delle
osservazioni
che
rendono
la
stella
in
luoghi
impossibili
, non si
deve
far
capitale
alcuno, come quelle che
infinitamente
sono
errate
e
fallaci
; e solo si
debbono
accettar
quelle che la
costituiscono
in
luoghi
non
impossibili
, e tra queste solamente
andar
ricercando
, per
via
de i
piú
probabili
e
piú
numerosi
rincontri
, se non il
sito
particolare
e
giusto
, cioè la sua
vera
distanza
dal
centro
della
Terra
, almeno di venire in
cognizione
se ella fu tra gli
elementi
o pur tra i
corpi
celesti
.
SALV
. Il
discorso
che
fate
voi
adesso
, è quell'istesso che ha
fatto
l'
autore
a
favor
della
causa
sua, ma con troppo
irragionevol
disavvantaggio
della
parte
; e quest'è quel
punto
principale
che mi ha
fatto
sopramodo
maravigliare
della troppa
confidenza
ch' e' si è
presa
, non
men
della propria
autorità
, che della
cecità
ed
inavvertenza
de gli
astronomi
: per i quali io
parlerò
, e voi
risponderete
per l'
autore
. E prima io vi
domando
, se gli
astronomi
nell'
osservare
con loro
strumenti
, e
cercar
,
verbigrazia
, quanta sia l'
elevazione
d'una
stella
sopra l'
orizonte
, possono
deviar
dal
vero
tanto nel
piú
quanto nel meno, cioè
ritrar
con
errore
che ella sia talvolta
piú
alta
del
vero
e talvolta
piú
bassa
, o
pure
se l'
errore
non può mai esser se non d'un
genere
, cioè che,
errando
, sempre
pecchino
nel
soverchio
e non mai nel meno, o sempre nel meno né già mai nel
soverchio
.
SIMP
. Io non ho
dubbio
che sia
egualmente
pronto
l'
errare
nell'uno che nell'altro modo.
SALV
.
Credo
che l'
autore
risponderebbe
il medesimo.
Ora
, di questi due
generi
d'
errori
, che son
contrarii
e ne quali possono
essere
egualmente
incorsi
gli
osservatori
della
stella
nuova
,
applicati
al
calcolo
, l'un
genere
renderà
la
stella
piú
alta
del
vero
, e l'altro
piú
bassa
: e perché già noi
convenghiamo
che tutte le
osservazioni
son
errate
, per qual
ragione
vuol quest'
autore
che noi
accettiamo
per
piú
congruenti
co
'
l
vero
quelle che
mostrano
la
stella
essere
stata
vicina
, che l'altre che la
mostrano
soverchiamente
lontana
?
SIMP
. Per quel che mi
pare
aver
ritratto
dalle
cose
dette
sin qui, io non
veggo
che l'
autore
ricusi
quelle
osservazioni
ed
indagini
che
potesser
render
la
stella
lontana
piú
che la
Luna
ed anco
piú
del
Sole
, ma solamente quelle che la fanno
remota
(come voi stesso avete
detto
)
piú
che per un
infinito
intervallo
; la qual
distanza
perché voi ancora
recusate
come
impossibile
, però egli
trapassa
, come per
infinitamente
convinte
di
falsità
e di
impossibilità
,
cotali
osservazioni
.
Parmi
dunque, che se voi volete
convincer
l'
autore
, voi
debbiate
produrre
indagini
piú
esatte
, o
piú
in
numero
, o di
piú
diligenti
osservatori
, le quali
costituiscano
la
stella
in tanta e tanta
lontananza
sopra la
Luna
o sopra al
Sole
, in
luogo
insomma
possibile
ad esservi,
sí
come egli
produce
queste 12 che tutte
rendono
la
stella
sotto la
Luna
, in
luoghi
che sono al
mondo
e dove ella poteva
essere
.
SALV
.
Maaa
,
signor
Simplicio
, qui
consiste
l'
equivoco
vostro e dell'
autore
; vostro per un
rispetto
, e dell'
autore
per un altro. Io
scorgo
dal vostro
parlare
, che voi vi
sete
formato
concetto
che l'
esorbitanze
che si
commettono
nello
stabilir
la
lontananza
della
stella
,
vadano
crescendo
secondo
la
proporzione
de gli
errori
che si fanno sopra lo
strumento
nel far l'
osservazioni
, e che, per il
converso
, dalla
grandezza
delle
esorbitanze
si possa
argomentar
la
grandezza
de gli
errori
, e che però,
sentendo
dire
,
ritrarsi
dalla tale
osservazione
la
lontananza
della
stella
esser
infinita
, sia
necessario
l'
error
nell'
osservare
essere
stato
infinito
, e perciò
inemendabile
e come tale
recusabile
: ma il
negozio
,
signor
Simplicio
mio, non
cammina
cosí
; e del non aver
compreso
come stia questo
fatto
, ne
scuso
voi, come
inesperto
di tali
maneggi
, ma non posso già sotto
simil
mantello
palliar
l'
error
dell'
autore
, il quale,
dissimulando
l'
intelligenza
dí
questo, che si è
persuaso
che noi
veramente
non
fussimo
per
intendere
, ha
sperato
servirsi
della nostra
ignoranza
per
accreditar
maggiormente
la sua
dottrina
appresso la
moltitudine
de i poco
intelligenti
. Però, per
avvertimento
di quelli che son
piú
creduli
che
intendenti
, e per
trar
voi d'
errore
,
sappiate
che può
essere
(e che il
piú
delle
volte
accaderà
) che una
osservazione
la quale vi
dia
la
stella
, per
esempio
, nella
lontananza
di
Saturno
, con l'
accrescere
o
detrarre
un
sol
minute
dall'
elevazione
presa
con lo
strumento
la farà
divenir
in
distanza
infinita
, e però di
possibile
impossibile
; e per il
converso
, quei
calcoli
che
fabbricati
sopra tali
osservazioni
vi
rendono
la
stella
infinitamente
lontana
, molte
volte
può
essere
che con l'
aggiugnere
o
scemare
un
sol
minuto
la
ritirino
in
sito
possibile
: e questo ch'io
dico
d'un
minuto
, può
accadere
ancora con la
correzione
d'un
mezo
, e d'un
sesto
, e di
manco
.
Ora
fissatevi
ben nella
mente
, che nelle
distanze
altissime
qual è,
verbigrazia
, l'
altezza
di
Saturno
o quella delle
stelle
fisse
,
minimissimi
errori
fatti
dall'
osservatore
sopra lo
strumento
rendono
il
sito
di
terminato
e
possibile
infinito
ed
impossibile
. Ciò non
cosí
avviene
delle
distanze
sublunari
e
vicine
alla
Terra
, dove può
accadere
che l'
osservazione
dalla quale si sia
raccolto
, la
stella
esser
lontana
,
verbigrazia
, 4
semidiametri
terrestri
, si potrà
crescere
o
diminuire
non solamente d'un
minuto
, ma di dieci e di cento e di assai
piú
, senza che il
calcolo
la
renda
non pur
infinitamente
remota
, ma né anco
superiore
alla
Luna
.
Comprendete
da questo, che la
grandezza
de gli
errori
, per
cosí
dire
strumentali
non si ha da
stimare
dall'
esito
del
calcolo
, ma dalla
quantità
stessa de i
gradi
e de'
minuti
che si
numerano
sopra lo
strumento
; e quelle
osservazioni
s'hanno a
chiamar
piú
giuste
o
men
errate
, le quali con la
giunta
o
suttrazione
di
manco
minuti
restituiscono
la
stella
in
luogo
possibile
; e tra i
luoghi
possibili
, il
vero
sito
convien
credere
che
fusse
quello intorno al quale
concorre
numero
maggiore delle
distanze
, sopra le
piú
giuste
osservazioni
calcolate
.
SIMP
. Io non
resto
ben
capace
di questo che voi
dite
, né
so
per me stesso
comprendere
come possa
essere
che nelle
distanze
massime
maggior
esorbitanza
possa
nascere
dall'
error
d'un
sol
minuto
, che nelle
piccole
da 10 o da 100; e però
arei
caro
di
intenderlo
.
SALV
. Voi, se non per
teorica
almeno per
pratica
, lo
vedrete
da questo breve
sunto
ch'io ho
fatto
di tutte le
combinazioni
e di
parte
delle
indagini
tralasciate
dall'
autore
, le quali io ho
calcolate
, e
notate
sopra questo medesimo
foglio
.
SAGR
.
Convien
dunque che voi da
ieri
in qua, che pur non son
passate
piú
di 18
ore
, non abbiate
fatto
altro che
calcolare
, senza
prender
né
cibo
né
sonno
.
SALV
. Anzi ho io
preso
l'uno e l'altro
ristoro
: ma io
fo
simili
calcoli
con gran
brevità
; e s'io
debbo
dire
il
vero
, mi son
maravigliato
non poco che quest'
autore
vadia
cosí
per la
lunga
ed
interponendo
tante
computazioni
non
punto
necessarie
al
quesito
che si
cerca
. E per
piena
intelligenza
di questo, ed anco
acciò
speditamente
si possa
conoscer
quanto dalle
osservazioni
de gli
astronomi
, de i quali si
serve
l'
autore
,
piú
probabilmente
si
raccolga
, la
stella
nuova
potere
essere
stata
superiore
alla
Luna
ed anco a tutti i
pianeti
, e tra le
stelle
fisse
e
piú
alta
ancora, ho
trascritte
sopra questa
carta
tutte l'
osservazioni
registrate
dal medesimo
autore
che furon fatte da 13
astronomi
, dove son
notate
le
elevazioni
polari
e le
altezze
della
stella
nel
meridiano
, tanto le
minime
sotto il
polo
, quanto le
massime
e
superiori
: e son queste.
-
Ticone
.
Altezza
del
polo
gr
. 55.58
m.p.
Altezza
della
stella
gr
. 84.0 la
massima
;
27.57
m.p.
la
minima
.
E queste sono del
primo
scritto
, ma del
secondo
la
minima
è 27.45
m
p.
_______________________________________________
-
Ainzelio
.
Altezza
polare
gr
. 48.22
m.p.
Altezza
della
stella
gr
. 76.34
m.p.
76.33
m.p.
e 45
sec.
76.35
m.p.
20.9
m.p.
e40sec
.
20.9
m.p.
e
30sec
.
20.9
m.p.
e
20sec
.
_______________________________________________
-
Peucero
e
Sculero
.
Altezza
polare
51.54
m.p.
Altezza
della
stella
79.56
m.p.
23.33
m.p.
_______________________________________________
-
Landgravio
.
Altezza
polare
51.18
m.p.
Altezza
della
stella
79.30
m.p.
_______________________________________________
-
Camerario
.
Altezza
polare
gr
. 52.24
m.p.
della
stella
80.30
m.p.
80.27
m.p.
80.26
m.p.
24.28
m.p.
24.20
m.p.
24.17
m
p.
________________________________________________
-
Agecio
.
Altezza
polare
gr
. 48.22
m.p.
della
stella
20.15
m.p.
________________________________________________
-
Ursino
.
Altezza
polare
49.24
m.p.
stella
79.
22.
________________________________________________
-
Munosio
.
Altezza
polare
39.30
m
p.
Stella
67.30
m.p.
11
.30
m.p.
________________________________________________
-
Maurolico
.
Altezza
polare
gr
. 38.30
m.p.
della
stella
20.15
m.p.
________________________________________________
-
Gemma
.
Altezza
polare
50.50
m
p.
Stella
79.45
m
p.
________________________________________________
-
Buschio
.
Altezza
polare
51.10
m.p.
Stella
79.20
m.p.
22.40
m.p.
________________________________________________
-
Reinoldo
.
Altezza
polare
51.18
m.p.
Stella
79.30
m.p.
23.
02
m.p.
Ora
, per
veder
tutto il mio
progresso
, potremo
cominciar
da questi
calcoli
, che son 5
trapassati
dall'
autore
forse perché fanno contro di lui,
atteso
che
costituiscono
la
stella
sopra la
Luna
per molti
semidiametri
terrestri
. Il
primo
de' quali è questo,
calcolato
sopra l'
osservazioni
del
Landgravio
d'
Assia
e di
Ticone
, che sono, anco per
concession
dell'
autore
, de i
piú
esquisiti
osservatori
: ed in questo
primo
dichiarerò
l'
ordine
che
tengo
nell'
investigazione
, la qual
notizia
vi
servirà
per tutti gli altri,
atteso
che
vanno
con la medesima
regola
, non
variando
in altro che nella
quantità
del
dato
, cioè ne i
numeri
de i
gradi
dell'
altezze
polari
e delle
elevazioni
sopra l'
orizonte
della
stella
nuova
, della quale si
cerca
la
distanza
dal
centro
della
Terra
in
proporzione
al
semidiametro
del
globo
terrestre
; del quale in questo
caso
niente
importa
il
saper
quante
miglia
sia, onde il
risolver
quello e la
distanza
de'
luoghi
dove furon fatte l'
osservazioni
, come fa quest'
autore
, è
fatica
e
tempo
gettato
via
, né
so
perché l'abbia
fatto
, e
massime
che in
ultimo
e'
torna
a
riconvertir
le
miglia
trovate
in
semidiametri
del
globo
terrestre
.
SIMP
. Forse fa questo per
ritrovar
, con tali
misure
piú
piccole
e con le loro
frazioni
, la
distanza
della
stella
determinata
sino a 4
dita
; perché noi altri, che non
intendiamo
le vostre
regole
aritmetiche
,
restiamo
stupefatti
nel
sentir
le
conclusioni
, mentre
leggiamo
,
verbigrazia
: "Adunque la
cometa
, o la
stella
nuova
,
era
lontana
dal
centro
della
Terra
trecento
settantatremila
ottocentosette
miglia
, e
piú
dugent
'
undici
quattromilanovantasettesimi
373807
211
/
4097
", e sopra queste tanto
precise
puntualità
, dove si
registrano
tali
minuzie
,
formiamo
concetto
che sia
impossibil
cosa che voi che ne' vostri
calcoli
tenete
conto
d'un
dito
, poteste in
ultimo
ingannarci
di 100
miglia
.
SALV
. Questa vostra
ragione
e
scusa
sarebbe
accettabile
, quando in una
distanza
di
migliaia
di
miglia
un
braccio
di
piú
o di meno
fusse
di gran
rilievo
, e quando le
supposizioni
che noi
pigllamo
per
vere
fusser
cosí
certe, che ci
assicurassero
che noi
fussimo
per
ritrarre
in
ultimo
un'
indubitabil
verità
: ma qui voi
vedete
, nelle 12
indagini
dell'
autore
le
lontananze
della
stella
, che da esse si
raccolgono
, esser
differenti
l'una dall'altra (e però
lontane
dal
vero
) di molte
centinaia
e
migliaia
di
miglia
;
ora
, mentre io sia
piú
che
sicuro
che quel ch'io
cerco
deve
necessariamente
differir
dal
giusto
di
centinaia
di
miglia
, a che
proposito
affannarsi
nel
calcolo
, per la
gelosia
di non
ismagliar
d'un
dito
? Ma
venghiamo
finalmente all'
operazione
, la qual io
risolvo
in tal modo.
Ticone
, come si
vede
nella
nota
,
osservò
la
stella
nell'
altezza
polare
di
gr
. 55.58
m.p.
; e l'
altezza
polare
del
Landgravio
fu 51.18
m.p.
: l'
altezza
della
stella
nel
meridiano
,
presa
da
Ticone
, fu
gr
. 27.45
m.p.
; il
Landgravio
la
trovò
alta
gr
. 23.
03
m.p.
: le quali
altezze
son queste
notate
qui appresso,
corne
vedete
:
Ticone
Polo
55.58
m.p.
stella
27.45
m
p.
Landgravio
Polo
51.18
m.p.
stella
23.
03
m.p.
Fatto
questo,
sottraggo
le
minori
dalle maggiori, e
restano
queste
differenze
qui sotto:
4.
40m
.
p.
4.42
m.p.
Parallasse
2
m.p.
dove la
differenza
dell'
altezze
polari
, 4.40
m.p.
, è
minore
della
differenza
dell'
altezze
della, 4.42
m.p.
, e però
c'
è
differenza
di
parallasse
gr
. 0. 2
m.p.
Trovate
queste
cose
,
piglio
l'
istessa
figura
dell'
autore
, cioè questa, nella quale il
punto
B
è il
luogo
del
Landgravio
, D il
luogo
di
Ticone
,
C
luogo
della, A
centro
della
Terra
, A
B
E
linea
verticale
del
Landgravio
, A D
F
di
Ticone
, e l'
angolo
B
C
D
differenza
di
parallasse
.
§
vedi
figura
18
Ang
.
BAD
4.40
m.p.
Corda
sua
8142
parti
di quali il
semid
. AB è
100000
BDF
92.20
m.p.
BDC
154.45
m.p.
|
sini
42657
BCD
0.
02
m.p.
| 58
__________________________________
58
42657
8142
8142
______
85314
170628
42657
341256
_____________
59
58 |
3473
|
13294
571
5
E perché l'
angolo
B
A D,
compreso
tra le
verticali
, è
eguale
alla
differenza
dell'
altezze
polari
, sarà
gr
. 4.40
m.p.
, e lo
noto
qui da
parte
; e di esso
trovo
la
corda
, dalla
tavola
de gli
archi
e
corde
, e la
noto
appresso, che è
8142
parti
di quali il
semidiametro
A
B
è
100000
.
Trovo
poi l'
angolo
B
D
C
facilmente
: imperocché la
metà
dell'
angolo
B
A D, che è 2.20
m.p.
,
giunta
a un
retto
dà
l'
angolo
B
D
F
92.20
m.p.
, al quale
giugnendo
l'
angolo
C
D
F
, che è la
distanza
dal
vertice
della maggiore
altezza
della
stella
, che qui è 62.15
m.p.
, ci
dà
la
quantità
dell'
angolo
BDC
154.45
m.p.
; il quale
noto
insieme
co
'
l
suo sino,
preso
dalla
tavola
, il quale è 42.
657
, e sotto questo
noto
l'
angolo
della
parallasse
B
C
D 0.2
m.p.
,
co
'
l
suo sino 58. E perché nel
triangolo
B
C
D il
lato
D
B
al
lato
B
C
è come il sino dell'
angolo
opposto
B
C
D al sino dell'
angolo
opposto
B
D
C
, adunque quando la
linea
B
D
fusse
58,
B
C
sarebbe 42.
657
; e perché la
corda
DB
è
8142
di quali il
semidiametro
BA
è
100000
, e noi
cerchiamo
di
sapere
quante delle medesime
parti
sia
B
C
, però
diremo
, per la
regola
aurea
: Se quando
BD
è 58,
BC
è 42.
657
, quando la medesima
DB
fusse
8.142, quanto sarebbe la
BC
? Però
multiplico
il
secondo
termine
per il
terzo
; mi viene
347
.
313
.
294
, il quale si
deve
dividere
per il
primo
, cioè per 58, ed il
quoziente
sarebbe il
numero
delle
parti
della
linea
B
C
di quali il
semidiametro
A
B
è 100.
000
: e per
sapere
quanti
semidiametri
B
A
contenesse
la medesima
linea
B
C
,
bisognerebbe
di
nuovo
dividere
il medesimo
quoziente
trovato
per 100.
000
, ed
aremmo
il
numero
de'
semidiametri
compresi
in
B
C.
Ora
, il
numero
347
.
313
.
294
diviso
per 58
dà
5.
988
.160 1/4 come si
vede
qui:
5988160
1/4
58 |
347313294
5717941
54 3
e questo
diviso
per
100000
ci
dà
59
88160
/
100000
1 |
00000
| 59 |
88160
Ma noi possiamo
abbreviare
assai l'
operazione
,
dividendo
il
primo
prodotto
trovato
, cioè
347313294
, per il
prodotto
della
multiplicazione
delli due
numeri
58 e
100000
, che è
59
58 |
00000
|
3473
|
13294
571
5
e ne
vien
parimente
59
5113294
/
5800000
.
E tanti
semidiametri
son
contenuti
nella
linea
B
C
, a i quali
aggiuntone
uno per la
linea
A
B
,
averemo
poco meno che 61
semidiametri
per le due
linee
A
B
C
, e però la
distanza
retta
dal
centro
A alla
stella
C
sarà
piú
di 60
semidiametri
; adunque viene ad esser
superiore
alla
Luna
,
secondo
Tolomeo
piú
di 27
semidiametri
, e
secondo
il
Copernico
piú
di 8,
posto
che la
lontananza
della
Luna
dal
centro
della
Terra
in
via
di esso
Copernico
sia, qual dice l'
autore
,
semidiametri
52.
Con questa
simile
indagine
trovo
, dall'
osservazioni
del
Camerario
e del
Munosio
, la
stella
tornar
situata
in una
simil
lontananza
, cioè essa ancora
piú
di 60
semidiametri
: e queste sono le
osservazioni
, e questo appresso il
calcolo
.
Altezza
|
Camerario
52.24
m
p.
altezza
| 24.28
m.p.
polare
del |
Munosio
39.30
m.p.
della
stella
|
11
.30
m.p.
_________________
Differenza
dell'
altezze
12.
58m
.
p.
differenza
polari
12.54
m
p.
dell'
altezze
della
stella
12.54
m.p.
__________
Differenza
di
parallasse
0. 4
m.p.
ed
angolo
BCD
.
|
BAD
12.54
m.p.
; e la sua
corda
22466
Angoli
|
BDC
161.59
m.p.
|
30930
|
BCD
0. 4 |
sini
116
Regola
aurea
22466
116
30930
22466
_____________________
673980
202194
67398
_______________
59
distanza
BC
semidiametri
59 e quasi 60.
116 |
6948
|
73380
1144
10
La
indagine
appresso è fatta sopra due
osservazioni
di
Ticone
e del
Munosio
; dalle quali si
calcola
, la
stella
essere
stata
lontana
dal
centro
della
Terra
semidiametri
478
e
piú
.
Altezze
|
Ticone
55.58
m.p.
altezze
| 84. 0
m.p.
polari
di |
Munosio
39.30
m.p.
della
stella
| 67.30
m.p.
________ ___________
Differenza
delle 16.30
m.p.
differenza
altezze
polari
16.28
m.p.
dell'
altezze
della
stella
16.28
m.p.
___________
Differenza
di
parallasse
0. 2
m.p.
ed
angolo
BCD
.
|
BAD
16.28
m.p.
; la sua
corda
28640
Angoli
|
BDC
104.14
m.p.
|
sini
96930
|
BCD
0. 2
m.p.
|
sini
58
Regola
aurea
58
96930
28640
28640
_____________
3877200
58158
77544
19386
_____________________
478
58 |
27760
|
75200
4506
53
Quest'
indagine
che
segue
,
dà
la
stella
remota
dal
centro
piú
di
358
semidiametri
.
Altezze
|
Peucero
51.54
m.p.
altezza
| 79.56
m.p.
polari
|
Munosio
39.30
m.p.
della
stella
| 67.30
m.p.
________ __________
12.24
m.p.
12.26
m.p.
12.24
m.p.
_________
0. 2
m.p.
|
BAD
12.24
m.p.
;
corda
21600
Angoli
|
BDC
106.16
m.p.
|
sini
95996
|
BCD
0. 2
m.p.
|
sini
58
Regola
aurea
58
95996
21600
21600
_______________________
57597600
95996
191992
________________________
357
58 |
20735
|
13600
3339
42
Da quest'altra
indagine
la
stella
si
ritrova
esser
lontana
dal
centro
piú
di
716
semidiametri
.
Altezze
|
Landgravio
51.18
m.p.
della | 79.30
m.p.
polari
|
Ainzelio
48.22
m.p.
stella
| 76.33
m.p.
e 45
sec
__________ _________________
2.56
m.p.
2.56
m.p.
e 15
sec.
2.56
m.p.
__________________
0. 0 15
sec.
BAD
2.56
m.p.
;
corda
5120
BDC
101.58
m.p.
|
sini
97845
BCD
0. 0 15
sec.
|
sini
7
Regola
aurea
7 |
97845
|
5120
5120
____________________
1956900
97845
489225
____________________
715
7 |
5009
|
66400
134
Queste, come
vedete
, son cinque
indagini
le quali
rendon
la
stella
assai
superiore
alla
Luna
: dove voglio che voi facciate
considerazione
sopra quel
particolare
che poco fa vi
dissi
, cioè che nelle
distanze
grandi
la
mutazione
, o
vogliam
dir
correzione
, di pochissimi
minuti
,
rimuove
la
stella
per
grandissimi
spazii
; come, per
esempio
, nella prima di queste
indagini
, dove il
calcolo
rese
la
stella
60
semidiametri
remota
dal
centro
, con la
parallasse
di 2
minuti
, chi volesse
sostenere
che ella
fusse
nel
firmamento
, non ha a
corregger
nelle
osservazioni
altro che 2
minuti
e anco meno, perché allora
cessa
la
parallasse
, o
divien
cosí
piccola
che
rende
la
stella
in
lontananza
immensa
, quale si
riceve
da tutti esser quella del
firmamento
. Nella
seconda
indagine
l'
emenda
di
manco
di 4
m.p.
fa l'istesso. Nella
terza
e nella
quarta
, pur come nella prima, due
minuti
soli
ripongon
la
stella
anco sopra le
fisse
. Nella
precedente
un
quarto
d'un
minuto
, cioè 15
secondi
, ci
danno
l'istesso. Ma non
cosí
avverrà
nelle
altezze
sublunari
: imperocché
figuratevi
pure
qual
lontananza
piú
vi
piace
, e
fate
prova
di voler
corregger
le
indagini
fatte dall'
autore
ed
aggiustarle
sí
che tutte
rispondano
nella medesima
determinata
lontananza
; voi
vedrete
quanto maggiori
emende
vi
bisognerà
fare.
SAGR
. Non sarà se non
bene
, per nostra
piena
intelligenza
,
veder
qualche
esempio
di questo che
dite
.
SALV
.
Stabilite
voi a vostro
beneplacito
qual si sia
determinata
lontananza
sublunare
, dove
costituir
la
stella
, ché con poca
briga
potremo
assicurarci
se
correzioni
simili
a queste, che abbiamo
veduto
bastar
per
ridurla
tra le
fisse
, la
ridurranno
nel
luogo
da voi
stabilito
.
SAGR
. Per
pigliare
la
piú
favorevole
distanza
per l'
autore
,
porremo
che sia quella che è la maggiore di tutte le
investigate
da esso nelle sue 12
indagini
; imperocché, mentre si è in
controversia
tra gli
astronomi
ed esso, e che quelli
dicono
la
stella
essere
stata
superiore
alla
Luna
, e questo
inferiore
, ogni poco
spazio
che e' la
provi
essere
stata sotto, gli
dà
la
vittoria
.
SALV
.
Pigliamo
dunque la
settima
indagine
, fatta sopra le
osservazioni
di
Ticone
e di
Taddeo
Agecio
, per le quali
trova
l'
autore
la
stella
essere
stata
lontana
dal
centro
32
semidiametri
, il qual
sito
è il
piú
favorevole
per la
parte
sua; e per
dargli
ogni
vantaggio
, voglio che, oltre a questo, la
ponghiamo
nella
piú
disfavorevole
lontananza
per gli
astronomi
, qual è il
collocarla
anco sopra il
firmamento
.
Posto
dunque ciò,
andiam
ricercando
quali
correzioni
sarebber
necessarie
applicare
all'altre sue
11
indagini
,
acciò
sublimassero
la
stella
sino alla
distanza
di 32
semidiametri
; e
cominciamo
dalla prima,
calcolata
sopra l'
osservazioni
dell'
Ainzelio
e del
Maurolico
, nella quale l'
autore
trova
la
distanza
dal
centro
circa 3
semidiametri
, con la
parallasse
di
gr
. 4.42
m.p.
e 30
sec.
:
veggiamo
ora
se
co
'
l
ritirarla
a 20
m.p.
solamente, si
eleva
sino alli 32
semidiametri
. Ecco l'
operazione
,
brevissima
e
giusta
:
multiplico
il sino dell'
angolo
B
D
C
per la
corda
B
D, e
parto
l'
avvenimento
,
detrattone
le 5
ultime
figure
, per il sino della
parallasse
; ne viene 28
semidiametri
e
mezo
: talché né anco per la
correzione
di
gr
. 4.22
m.p.
e 30
secondi
,
tolti
da
gr
. 4.42
m.p.
e 30
secondi
, si
eleva
la
stella
sino all'
altezza
di 32
semidiametri
, la qual
correzione
, per
intelligenza
del
signor
Simplicio
, è di
m.p.
262
e
mezo
.
Ainzelio
Pol.
48.22
stella
76.34
m.p.
e 30
sec.
Maurolico
Pol.
38.30
stella
62
_______ _______________
9.52 14.34
m.p.
e 30
sec.
9.52
________________
Parallasse
4.42
m.p.
e 30
sec.
BAD
9.52
m.p.
corda
17200
BDC
108.21
m.p.
e 30
sec.
sino
94910
BCD
0.20
m.p.
sino
582
94910
17200
____________
18982000
66437
9491
___________________
28
582
|
16324
|
52000
4688
2
Nella
seconda
operazione
, fatta sopra l'
osservazioni
dell'
Ainzelio
e dello
Sculero
, con
parallasse
di
gr
. 0. 8
m.p.
e 30
sec.
,
trovasi
la
stella
in
altezza
di 25
semidiametri
in circa, come si
vede
nella
seguente
operazione
.
BD
corda
6166
97987
BDC
|
sini
|
97987
6166
BCD
|
sini
|
247
____________
587922
587922
97987
587922
_______________
24
247
|
6041
|
87842
1103
11
E
ritirando
la
parallasse
0.8
m.p.
e 30
sec.
a 7
m.p.
, il cui sino è
204
, si
eleva
la
stella
a 30
semidiametri
in circa: non
basta
dunque la
correzione
di 1
m.p.
e 30
sec.
29
204
|
6041
|
87842
1965
12
|
BAD
gr
. 7.36
corda
13254
Angoli
|
BDC
155.52
m.p.
sino
40886
|
BCD
0.10
m.p.
sino
291
13254
40886
_________
79524
106032
106032
53016
_______________________
18 30
291
|
5419
|
03044
175 |
5419
2501
16
18
Or
veggiamo
qual
correzione
bisogna per la
terza
indagine
, fatta su l'
osservazioni
dell'
Ainzelio
e di
Ticone
, la qual
rende
la
stella
alta
circa 19
semidiametri
, con la
parallasse
10
m.p.
Gli
angoli
soliti
e lor
sini
e
corda
,
trovati
dall'
autore
, son questi; e
rendono
(come anco nell'
operazione
dell'
autore
) la
stella
lontana
circa 19
semidiametri
; bisogna dunque, per
alzarla
,
scemar
la
parallasse
,
conforme
alla
regola
che egli ancora
osserva
nella
nona
indagine
:
ponghiamo
per tanto la
parallasse
esser 6
m.p.
, il cui sino è 175, e fatta la
divisione
, si
trova
ancor meno di 31
semidiametri
per la
distanza
della
stella
. È dunque la
correzione
di 4
m.p.
poca per il
bisogno
dell'
autore
.
Venghiamo
alla
quarta
indagine
ed alle
rimanenti
con la medesima
regola
, e con le
corde
e
sini
ritrovati
dall'
autor
medesimo. In questa la
parallasse
è 14
m.p.
, e l'
altezza
trovata
manco
di 10
semidiametri
; e
diminuendo
la
parallasse
da 14
m.p.
a 4
m.p.
, ad ogni modo
vedete
come la
stella
non si
eleva
né anco sino a 31
semidiametri
: non
basta
dunque la
correzione
di 10
m.p.
sopra 14
m.p.
BD
corda
8142
43235
BDC
sino
43235
8142
__________
BCD
sino
407
86470
172940
43235
345880
___________________
30
116 |
3520
|
19370
4
Nella
quinta
operazione
dell'
autore
abbiamo i
sini
e la
corda
come
vedete
:
BD
corda
4034
97998
BDC
sino
97998
4034
___________
BCD
sino
1236
391992
293994
391992
__________________
27
145 |
3953
|
23932
1058
3
e la
parallasse
è 0.42
m.p.
e 30
sec.
, la quale
rende
l'
altezza
della stessa circa 4
semidiametri
; e
correggendo
la
parallasse
, con
ridurla
da i 42
m.p.
e 30
sec.
a 5
m.p.
solamente non
basta
per
alzarla
né anche sino a 28
semidiametri
: l'
emendazione
dunque di 37
m.p.
e 30
sec.
è poca.
Nella
sesta
operazione
la
corda
, i
sini
e la
parallasse
son tali
BD
corda
1920
40248
BDC
sino
40248
1920
_________
BCD
8
m.
sino
233
804960
362232
40248
_______________
26
29 |
772
|
76160
198
1
e la
stella
si
trova
esser
alta
circa 4
semidiametri
:
vegghiamo
dove la si
riduce
calando
la
parallasse
da 8 a un solo
m.p.
Ecco l'
operazione
, e la
stella
non
piú
alzata
che sino a 27
semidiametri
in circa: non
basta
dunque la
correzione
di
7m
.
p.
sopra
8m
.
p.
Nell'
ottava
operazione
la
corda
, i
sini
e la
parallasse
, come
vedete
, son tali:
BD
corda
1804
36643
BDC
sino
36643
1804
_________
BCD
sino 29
146572
293144
36643
________________
22
29 |
661
|
03972
83
2
e di qui
calcola
l'
autore
l'
altezza
della
stella
semidiametri
1 e
mezo
, con la
parallasse
di 43
m.p.
; la quale
ridotta
a 1
m.p.
dà
tuttavia la
stella
lontana
manco
di 24
semidiametri
: la
correzion
dunque di 42
m.p.
non
basta
.
Veggiamo
ora
la
nona
. Ecco la
corda
, i
sini
e la
parallasse
, che è 15
m.p.
: onde l'
autor
calcola
, la
lontananza
della
stella
dalla
superficie
della
Terra
esser
manco
di un
quarantasettesimo
di
semidiametro
. Ma questo è con
error
del
calcolo
; imperocché la
vien
veramente
, come noi
vedremo
qui
adesso
,
piú
di un
quinto
: ecco che vengono circa 90/
436
che son
piú
di un
quinto
.
BD
corda
232
39046
BDC
sino
39046
232
___________
BCD
sino
436
78092
117138
78092
___________
436
| 90 |
58672
Quello che
soggiugne
poi l'
autore
in
emenda
delle
osservazioni
, cioè che non
basta
ritirar
la
differenza
della
parallasse
né a un
sol
minuto
, né anco all'
ottava
parte
di 1
m.p.
è
vero
. Ma io
dico
che né meno la
decima
parte
di 1
m.p.
ridurrà
l'
altezza
della
stella
a 32
semidiametri
: imperocché il sino della
decima
parte
di 1
m.p.
, cioè di 6
secondi
, è 3 per il quale se nella nostra
regola
noi
divideremo
go
, o
vogliam
dire
se noi
divideremo
per
300000
,
9058672
, ne verrà 30
58672
/
100000
, cioè poco
piú
di 30
semidiametri
e
mezo
.
La
decima
dà
l'
altezza
della
stella
un
quinto
di
semidiametro
, con quest'
angolo
,
sini
e
parallasse
, che è
gr
. 4.30
m.p.
: la quale
veggo
che
ridotta
da
gr
. 4.30
m.p.
a 2
m.p.
, ad ogni modo non
promuove
la
stella
sino a 29
semidiametri
.
BD
corda
1746
1746
BDC
sino
92050
92050
__________
BCD
4.30
m.p.
sino
7846
87300
3492
15714
________________
27
58 |
1607
|
19300
441
4
L'
undecima
rende
la
stella
all'
autore
remota
circa 13
semidiametri
, con la
parallasse
di 55
m.p.
:
veggiamo
,
riducendola
a 20
m.p.
, dove
innalzerà
la
stella
. Ecco il
calcolo
: l'
eleva
a poco meno di 33
semidiametri
: la
correzione
dunque è di 35, poco meno, sopra 55
m.p.
BD
corda
19748
96166
BDC
sino
96166
19748
____________
BCD
0.55
m.p.
sino
1600
769328
384664
673162
865494
96166
32
_________________
582
|
18900
|
86168
1536
36
La
duodecima
, con la
parallasse
di
gr
. 1.36
m.p.
,
rende
la
stella
alta
meno di 6
semidiametri
:
ritirando
la
parallasse
a 20
m.p.
,
conduce
la
stella
a meno di 30
semidiametri
di
lontananza
: non
basta
dunque la
correzione
di
gr
. 1.16
m.p.
BD
corda
17258
17258
BDC
sino
96150
96150
__________
BCD
1.36
m.p.
sino
2792
862900
17258
103548
155322
_______________
28
582
|
16593
|
56700
4957
29
Queste sono le
correzioni
delle
parallasse
delle 10
indagini
dell'
autore
, per
ridur
la
stella
in
altezza
di 32
semidiametri
:
gr
. I. II.
gr
. I.II.
4.22
m.p.
e 30
sec.
sopra 4.42.30
4 sopra 0.10
10 sopra 0.14
37 sopra 0.42.30
7 sopra 0. 8
42 sopra 0.43
14 e 50
sec.
sopra 0.15
4.28 sopra 4.30
35 sopra 0.55
1.16 sopra 1.36
____________________________________
216
296
60
540
540
9
____ ___ ____
756
836
540
Di qui si
vede
come per
ridur
la
stella
all'
altezza
di 32
semidiametri
, bisogna dalla
somma
delle
parallassi
836
detrarne
756
e
ridurle
a 80, né anco
basta
tal
correzione
.
Di qui si
vede
(
sí
come ho
notato
qua
dreto
) che quando l'
autore
stabilisse
di voler
ricever
per
vero
sito
della
stella
nuova
la
distanza
di 32
semidiametri
, la
correzione
dell'altre sue 10
indagini
(e
dico
10, perché la
seconda
, essendo assai ben
alta
, si
riduce
all'
altezza
di 32
semidiametri
con 2
m.p.
di
correzione
), per far che tutte
restituissero
detta
stella
in tal
distanza
,
ricercherebbe
un
ritiramento
di
parallassi
tale, che tra tutte le
suttrazioni
importerebbero
piú
di
756
m.p.
: dove che nelle 5
calcolate
da me, che
rendono
la
stella
sopra la
Luna
, per
correggerle
sí
che la
costituiscano
nel
firmamento
,
basta
la
correzione
di
minuti
10 e un
quarto
solamente.
Ora
aggiugnete
a queste, altre 5
indagini
che
rendono
la
stella
precisamente
nel
firmamento
senza
bisogno
di veruna
correzione
, ed avremo 10
indagini
concordi
a
costituirla
nel
firmamento
con la
sola
correzione
di 5 di loro (come s'è
veduto
) di
minuti
10 e un
quarto
: dove che per la
correzione
dell'altre 10 dell'
autore
, per
ridurla
in
altezza
di 32
semidiametri
, vi
bisogneranno
l'
emendazioni
di
minuti
756
sopra
minuti
836
; cioè bisogna che dalla
somma
di
836
se ne
detraggano
756
, a voler che la
stella
si
elevi
all'
altezza
di 32
semidiametri
, ed anco tal
correzione
non
basta
Le
indagini
poi, che
immediatamente
senz'altra
correzione
rendon
la
stella
senza
parallasse
, e perciò nel
firmamento
ed anco nelle
piú
remote
parti
di esso, ed in
somma
alta
quanto l'istesso
polo
, son queste 5
notate
qui:
Camerario
|
Altezze
polari
|
Gr
. 52.24
m.p
|
Altezze
| 80.26
Peucero
| |
Gr
. 51.54 | della
stella
| 79.56
________ ______
0.30 0.30
_______________________________________________________
Landgravio
|
Altezze
polari
|
Gr
. 51.18 |
Altezze
| 79.30
Ainzeglio
| |
Gr
. 48.22 | della
stella
| 76.34
______ ______
2.56 2.56
______________________________________________________
Ticone
|
Altezze
polari
|
Gr
. 55.58 |
Altezze
| 84.
Peucero
| |
Gr
. 51.54 | della
stella
| 79.56
______ ______
4. 4 4. 4
______________________________________________________
Reinoldo
|
Altezze
polari
|
Gr
. 51.18 |
Altezze
| 79.30
Ainzeglio
| |
Gr
. 48.22 | della
stella
| 76.34
______ ______
2.56 2.56
______________________________________________________
Camerario
|
Altezze
polari
|
Gr
. 52.24 |
Altezze
| 24.17
Agecio
| |
Gr
. 48.22 | della
stella
| 20.15
______ ______
4. 2 4. 2
Del
resto
de gli
accoppiamenti
che si posson fare delle
osservazioni
di tutti questi
astronomi
, quelli che
rendon
la
stella
per
infinito
spazio
sublime
son molti
piú
in
numero
, cioè circa 30 di
piú
, che gli altri che
danno
,
calcolando
, la
stella
sotto la
Luna
; e perché (
sí
come
siam
convenuti
) è da
credere
che gli
osservatori
abbiano
errato
piú
presto di poco che d'assai,
manifesta
cosa è che le
correzioni
da
applicarsi
all'
osservazioni
che
danno
la
stella
alta
in
infinito
, nel
ritirarla
a
basso
, prima e con
emenda
minore
la
condurranno
nel
firmamento
che sotto la
Luna
: talché tutte queste
applaudono
all'
opinione
di quelli che la
mettono
tra le
fisse
.
Aggiugnete
che le
correzioni
che si
ricercano
per tali
emende
, sono assai
minori
che quelle per le quali la
stella
dall'
inverisimil
vicinità
si può
ridurre
all'
altezza
piú
favorevole
per questo
autore
, come per gli
esempi
passati
si è
veduto
: tra le quali
impossibili
vicinità
ce ne son 3 che
par
che
rimuovano
la
stella
dal
centro
della
Terra
per
manco
distanza
d'un
semidiametro
, facendola in certo modo
andar
in
volta
sotto
Terra
; e queste son quelle
combinazioni
nelle quali, essendo l'
altezza
polare
d'uno de gli
osservatori
maggiore dell'
altezza
polare
dell'altro, l'
elevazion
della
stella
presa
da quello è
minore
dell'
elevazione
della
stella
di questo. E sono tali
combinazioni
le
notate
qui appresso.
Questa prima è del
Landgravio
con
Gemma
: dove l'
altezza
polare
del
Landgravio
, 51.18
m.p.
, è maggiore del l'
altezza
polare
di
Gemma
, che è 50.50
m.p.
; ma l'
altezza
della
stella
del
Landgravio
, 79.30
m.p.
, è
minore
di quella della
stella
di
Gemma
, 79.45
m.p.
Landgravio
|
Altezza
polare
51.13 |
Altezza
79.30
Gemma
| 50.50 | della
stella79
.45
Le altre due sono queste di sotto:
Buschio
|
Altezza
polare
51.10 |
Altezza
79.20
Gemma
| 50.50 | della
stella79
.45
Reinoldo
|
Altezza
polare
51.18 |
Altezza
79.30
Gemma
| 50.50 | della
stella79
.45
Da quello che sin qui v'ho
mostrato
, potete
comprendere
quanto questa prima
maniera
d'
investigar
la
distanza
della
stella
e
provarla
sublunare
,
introdotta
dall'
autore
, sia
disfavorevole
per la
causa
sua e quanto
piú
probabilmente
e
chiaramente
si
raccolga
, la
lontananza
di quella esser stata tra le
piú
remote
stelle
fisse
.
SIMP
. Sino a questa
parte
mi
par
che assai
manifestamente
sia
scoperta
la poca
efficacia
delle
dimostrazioni
dell'
autore
; ma io
veggo
che tutto questo
vien
compreso
in non molte
carte
del
libro
, e
potrebb'
esser che altre sue
ragioni
fusser
piú
concludenti
che non son queste
prime
.
SALV
. Anzi non posson esser se non
men
valide
, se vogliamo che le
passate
ci siano
esempio
per le
rimanenti
; attesoché (
sí
come è
manifesto
) l'
incertezza
e poca
concludenza
di quelle
chiaramente
si
comprende
derivar
da gli
errori
commessi
nelle
osservazioni
strumentali
, dalle quali si è
creduto
le
altezze
polari
e della
stella
essere
state
prese
giustamente
, essendo in
effetto
errate
facilmente
tutte; e pur per
trovar
l'
altezze
del
polo
hanno avuto gli
astronomi
secoli
di
tempo
da
impiegarvisi
a lor
agio
, e le
altezze
meridiane
della
stella
sono le
piú
agevoli
da
osservarsi
, come quelle che sono
terminatissime
e
concedono
qualche
spazio
all'
osservatore
di poterle
continuare
, come quelle che non si
mutano
sensibilmente
in
tempo
brevissimo
, come fanno le
remote
dal
meridiano
: e se questo è,
sí
come è,
verissimo
, qual
fede
vorrem
noi
prestare
a
calcoli
fondati
sopra
osservazioni
piú
in
numero
,
piú
difficili
a farsi,
piú
momentanee
nel
variarsi
, con la
giunta
appresso di
strumenti
piú
incomodi
e
piú
fallaci
? Per una
semplice
occhiata
che ho
data
alle
dimostrazioni
seguenti
, i
computi
son
fatti
sopra
altezze
della
stella
prese
in
diversi
cerchi
verticali
, che
chiamano
con
voce
arabica
azimutti
: nelle quali
osservazioni
si
adoprano
strumenti
mobili
non solo ne i
cerchi
verticali
, ma nell'
orizonte
ancora nel medesimo
tempo
, in modo che
convien
, nell'istesso
momento
che si
prende
l'
altezza
, aver nell'
orizonte
osservata
la
distanza
del
verticale
, nel qual è la
stella
, dal
meridiano
; in oltre dopo
notabile
intervallo
di
tempo
convien
reiterar
l'
operazione
, e
tener
minuto
conto
del
tempo
decorso
,
fidandosi
o d'
oriuoli
o d'altre
osservazioni
di
stelle
: una tal
matassa
di
osservazioni
va
poi
conferendo
con un'altra
simile
, fatta da un altro
osservatore
, in un altro
paese
, con
diverso
strumento
ed in
diverso
tempo
; e da questa
cerca
l'
autore
di
ritrar
quali
sarebbono
state l'
altezze
della
stella
e le
latitudini
orizontali
accadute
nel
tempo
ed
ora
dell'altre
prime
osservazioni
, e sopra un tale
aggiustamento
fabbrica
in
ultimo
il suo
calcolo
.
Lascio
ora
giudicar
a voi quanto sia da
prestar
fede
a ciò che da
simili
indagini
si
ritrae
. Oltre che io non
dubito
punto
che quando altri si volesse
martirizare
sopra tali
lunghissimi
computi
, si
troverebbe
,
sí
come ne i
passati
, esser
piú
quelli che
favorissero
la
parte
avversa
, che l'
autore
: ma non mi
par
che
metta
conto
prendersi
una tal
fatica
per cosa che non è tra le
primarie
intese
da noi.
SAGR
. Io son dalla vostra in questa
parte
; ma
sendo
questo
negozio
circondato
da tante
confusioni
incertezze
ed
errori
, sopra qual
confidenza
hanno tanti
astronomi
asseverantemente
pronunziato
, la
nuova
stella
essere
stata
altissima
?
SALV
. Sopra due
sorte
di
osservazioni
,
semplicissime
facilissime
e
verissime
, una
sola
delle quali è
piú
che a
bastanza
per
assicurarne
dell'
essere
stata
locata
nel
firmamento
, o almeno per
lunghissimo
tratto
superiore
alla
Luna
: una delle quali è
presa
dall'
egualità
o poco
differente
inegualità
delle sue
lontananze
dal
polo
, tanto mentre ell'
era
nell'
infima
parte
del
meridiano
, quanto nella
suprema
; l'altra è l'aver lei
conservato
perpetuamente
le medesime
distanze
da alcune
stelle
fisse
, sue
circonvicine
, ed in
particolare
dall'
undecima
di
Cassiopea
, non
piú
da essa
remota
di
gradi
I e
mezo
:
dalli
quali due
capi
indubitabilmente
si
raccoglie
o l'
assoluta
mancanza
di
parallasse
, o una
piccolezza
tale, che ne
assicura
con
calcoli
speditissimi
della sua gran
lontananza
dalla
Terra
.
SAGR
. Ma queste
cose
non sono state
comprese
da questo
autore
? e se egli le ha
vedute
, in che modo se ne
difende
?
SALV
. Noi
sogliamo
dire
che quando altri, non
trovando
ripiego
che
vaglia
contro a i suoi
falli
,
produce
frivolissime
scuse
,
cerca
di
attaccarsi
alle
funi
del
cielo
; ma quest'
autore
ricorre
non alle
corde
, ma alle
fila
de'
ragnateli
del
cielo
, come
apertamente
vedrete
nell'
andare
esaminando
questi due
punti
pur
ora
accennativi
. E prima, quello che ci
mostrino
le
distanze
polari
ad uno ad uno de gli
osservatori
l'ho io
notato
in questi
brevi
calcoli
; per
piena
intelligenza
de quali
devo
primamente
avvertirvi
, come,
tuttavolta
che la
stella
nuova
o altro
fenomeno
sia vicino a
Terra
,
girando
al
moto
diurno
intorno al
polo
,
piú
distante
si
mostrerà
da esso mentre si
trovi
nella
parte
di sotto nel
meridiano
, che quando è nella
superiore
, come in questa
figura
si
vede
: nella quale il
punto
T
denota
il
centro
della
Terra
, O il
luogo
dell'
osservatore
, il
firmamento
l'
arco
V
P
C
, il
polo
P
; il
fenomeno
,
muovendosi
per il
cerchio
F
S
,
vedesi
or sotto il
§
vedi
figura
19
polo
, per il
raggio
OFC
, ed or sopra,
secondo
il
raggio
O
S
D,
sí
che i
luoghi
veduti
nel
firmamento
siano D,
C
ma i
veri
,
rispetto
al
centro
T
, sono
B
, A,
lontani
egualmente
dal
polo
: dove già è
manifesto
, il
luogo
apparente
del
fenomeno
S
, cioè il
punto
D, esser
piú
vicino al
polo
che non è l'altro
apparente
luogo
C
,
veduto
per il
raggio
O
F
C
; che è la prima cosa da
notarsi
.
Conviene
che nel
secondo
luogo
voi
notiate
, come l'
eccesso
della
apparente
inferior
distanza
dal
polo
sopra l'
apparente
superiore
distanza
, pur dal
polo
, è maggiore che non è la
parallasse
inferiore
del
fenomeno
; cioè
dico
che l'
eccesso
dell'
arco
C
P
(
distanza
inferiore
apparente
) sopra l'
arco
P
D (
distanza
apparente
superiore
) è maggiore dell'
arco
C
A (che è la
parallasse
inferiore
). Il che si
raccoglie
facilmente
: imperocché di
piú
eccede
l'
arco
C
P
il
P
D che il
P
B
, essendo
P
B
maggiore di
P
D; ma
P
B
è
eguale
a
P
A, e l'
eccesso
di
C
P
sopra
P
A è l'
arco
C
A; adunque l'
eccesso
dell'
arco
C
P
sopra l'
arco
P
D è maggiore dell'
arco
C
A, che è la
parallasse
del
fenomeno
posto
in
F
: che è quel che
bisognava
sapere
. E per
dar
tutti i
vantaggi
all'
autore
, voglio che
supponghiamo
, la
parallasse
della
stella
in
F
esser tutto l'
eccesso
dell'
arco
C
P
(cioè della
distanza
inferiore
dal
polo
) sopra l'
arco
P
D (
distanza
superiore
). Vengo
adesso
ad
esaminare
quel che ci
danno
le
osservazioni
di tutti gli
astronomi
prodotti
dall'
autore
: tra le quali non ce n'è pur una che non gli sia in
disfavore
e
contraria
al suo
intento
. E facciamo
principio
da queste del
Buschio
, il quale
trovò
la
distanza
della
stella
dal
polo
, quando gli
era
superiore
, esser
gr
. 28.10
m.p.
, e la
inferiore
esser
gr
. 28.30
m.p.
,
sí
che l'
eccesso
è
gr
. 0.20
m.p.
, il quale voglio che
prendiamo
(a
favor
dell'
autore
) come se tutto
fusse
parallasse
della
stella
in
F
, cioè l'
angolo
T
F
O; la
distanza
poi dal
vertice
, cioè l'
arco
C
V, è
gr
. 67.20
m.p.
Trovate
queste due
cose
,
prolunghisi
la
linea
C
O, e sopra essa
caschi
la
perpendicolare
T
I, e
consideriamo
il
triangolo
T
O I, del quale l'
angolo
I è
retto
, e l'I O
T
noto
, per esser alla
cima
dell'
angolo
V O
C
,
distanza
della
stella
dal
vertice
;
inoltre
nel
triangolo
T
I
F
, pur
rettangolo
, è
noto
l'
angolo
F
,
preso
per la
parallasse
:
notinsi
dunque da
parte
li due
angoli
I O
T
, I
F
T
, e di essi si
prendano
i
sini
, che sono come si
vede
notato
. E perché nel
triangolo
I O
T
di quali
parti
il sino tutto
T
O è 100.
000
, di tali il sino
T
I è 92.
276
, e di
piú
nel
triangolo
I
F
T
di quali il sino tutto
TF
è 100.
000
, di tali il sino
T
I è
582
, per
ritrovar
quante
parti
sia
T
F
di quelle che
T
O è 100.
000
,
diremo
per la
regola
aurea
: Quando
T
I è
582
,
T
F
è 100.
000
; ma quando
T
I
fusse
92.
276
, quanto sarebbe
T
F
?
Multiplichiamo
92.
276
per 100.
000
; ne viene 9.
227
.
600
.
000
: e questo si
deve
partire
per
582
; ne viene, come si
vede
,
15854982
: e tante
parti
saranno in
T
F
di quelle che in
T
O sono 100.
000
. Onde per voler
sapere
quante
linee
T
O sono in
T
F
,
divideremo
15.
854
.
982
per 100.
000
; ne verrà 158 e
mezo
prossimamente
: e tanti
semidiametri
sarà la
distanza
della
stella
F
dal
centro
T
. E per
abbreviar
l'
operazione
,
vedendo
noi come il
prodotto
del
multiplicato
di 92.
276
per 100.
000
si
deve
divider
prima per
582
e poi il
quoziente
per 100.
000
, potremo, senza la
multiplicazione
di 92.
276
per 100.
000
e con una
sola
divisione
del sino 92.
276
per il sino
582
,
conseguir
subito l'istesso, come si
vede
lì
sotto; dove 92.
276
diviso
per
582
Ci
dà
l'istesso 158 e
mezo
in circa.
Tenghiamo
dunque
memoria
, come la
sola
divisione
del sino
T
I come sino dell'
angolo
T
O I,
diviso
per il sino
T
I, come sino dell'
angolo
I
F
T
, ci
dà
la
distanza
cercata
T
F
in tanti
semidiametri
T
O.
Angoli
|
IOT
67.20
m.p.
|
sini
|
92276
15854982
|
IFT
0.20
m.p.
| |
582
582
|
9227600000
|
3407002246
TI
TF
TI
TF
49297867
582
100000
92276
0
325414
_____________________
100000
| 158 |
54982
_____________________
| 158
582
|
92276
34070
492
3
Vedete
ora
quel che ci
danno
le
osservazioni
del
Peucero
: del quale la
distanza
inferior
dal
polo
è
gr
. 28.21
m.p.
, e la
superiore
gr
. 28.2
m.p.
, la
differenza
gr
. 0.19
m.p.
, e la
distanza
dal
vertice
gr
. 66.27
m.p.
; dalle quali
cose
si
raccoglie
la
distanza
della
stella
dal
centro
quasi 166
semidiametri
.
Angoli
|
IAC
66.27
m.p.
|
sini
|
91672
165
427
/
553
|
IEC
0.19
m.p.
| |
553
553
|
91672
|
36397
312
4
Ecco quel che ci
mostra
l'
osservazione
di
Ticone
,
presa
la
piú
favorevole
per l'
avversario
: cioè, la
distanza
inferiore
dal
polo
,
gr
. 28.13
m.p.
; e la
superiore
, 28.2
m.p.
,
lasciando
la
differenza
, che è 0.
11
m.p.
, come se tutta
fusse
parallasse
, la
distanza
dal
vertice
,
gr
. 62.15
m.p.
Ecco qui sotto l'
operazione
, e la
lontananza
della
stella
dal
centro
ritrovata
semidiametri
276
9/16
Angoli
|
IAC
62.15
m.p.
|
sini
|
88500
276
9/16
|
IEC
0.
11
m.p.
| |
320
320
|
88500
|
2418
21
L'
osservazione
del
Reinoldo
, ch'è la
seguente
, ci
rende
la
distanza
della
stella
dal
centro
semidiametri
793
.
Angoli
|
IAC
66.58
m.p.
|
sini
|
92026
793
38/116
|
IEC
0. 4
m.p.
| | 116 116 |
92026
|
10888
33
Dalla
seguente
osservazion
del
Landgravio
si
ritrae
la
distanza
della
stella
dal
centro
semidiametri
1057
.
Angoli
|
IAC
66.57
m.p.
|
sini
|
92012
1057
53/87
|
IEC
0. 3
m.p.
| | 87 87 |
92012
|
5663
5
Prese
dal
Camerario
due delle sue
osservazioni
piú
favorevoli
per l'
autore
, si
trova
la
lontananza
della
stella
dal
centro
semidiametri
3143
.
Angoli
|
IAC
65.43
m.p.
|
sini
|
91152
3143
|
IEC
0. 1
m.p.
| | 29 29 |
91152
|
4295
1
L'
osservazione
del
Munosio
non
dà
parallasse
, e però
rende
la
stella
nuova
tra le
fisse
altissime
: quella dell'
Ainzelio
ce la
dà
remota
per
infinito
spazio
, ma con
emendazion
di un
mezo
minuto
primo
la
ripon
tra le
fisse
: e l'istesso si
ritrae
dall'
Ursino
con la
correzione
di 12
m.p.
De gli altri
astronomi
non ci sono le
distanze
sopra e sotto il
polo
, onde non si può
ritrar
cosa veruna. Or
vedete
come tutte le
osservazioni
di tutti
convengono
, in
disfavor
dell'
autore
, in
collocar
la
stella
nelle
regioni
celesti
e
altissime
.
SAGR
. Ma che
difesa
trov
'egli contro a
sí
patenti
contrarietà
?
SALV
. Uno di quei
debolissimi
fili
:
dicendo
che le
parallassi
vengono
diminuite
mercè
delle
refrazioni
, le quali
operando
contrariamente
,
sublimano
il
fenomeno
, dove le
parallassi
l'
abbassano
.
Ora
, quanto
vaglia
questo
miserabil
refugio
,
giudicatelo
da questo, che quando quest'
effetto
delle
refrazioni
fusse
di quella
efficacia
che da non molto
tempo
in qua alcuni
astronomi
hanno
introdotto
, al
piú
che potesse
operar
circa l'
elevar
piú
del
vero
un
fenomeno
sopra l'
orizonte
, mentre egli sia di già
alto
23 o 24
gradi
, sarebbe il
diminuirgli
circa 3
minuti
di
parallasse
, il qual
temperamento
è
scarsissimo
per
ritrar
la
stella
sotto la
Luna
ed in alcuni
casi
è
minore
che non è il
vantaggio
conceduto
da noi nell'
ammetter
che l'
eccesso
della
distanza
inferior
dal
polo
sopra la
superiore
sia tutto
parallasse
, il qual
vantaggio
è cosa assai
piú
chiara
e
palpabile
che l'
effetto
della
refrazione
, della
grandezza
del quale io
dubito
, e non senza
ragione
. Ma
piú
, io
domando
quest'
autore
s'ei
crede
che quelli
astronomi
, delle
osservazioni
de i quali egli si
serve
, avessero
cognizione
di questi
effetti
delle
refrazioni
e vi facessero sopra
considerazione
, o no: se gli
conobbero
e
considerarono
, è
ragionevol
credere
che di essi
tenesser
conto
nell'
assegnare
le
vere
elevazioni
della
stella
, facendo a quei
gradi
di
altezze
, che sopra gli
strumenti
si
scorgevano
, quelle
tare
che erano
convenienti
mercé dell'
alterazioni
delle
refrazioni
,
immodo
che le
distanze
pronunziate
da loro
fussero
poi le
corrette
e
giuste
, e non le
apparenti
e
false
; ma s'ei
crede
che tali
autori
non facessero
reflessione
sopra le
dette
refrazioni
,
convien
confessare
che eglino abbiano
parimente
errato
in
determinar
tutte quelle
cose
le quali non si possono
perfettamente
aggiustare
senza la
modificazione
delle
refrazioni
: tra le quali
cose
una è l'
investigazione
precisa
delle
altezze
polari
, le quali
comunemente
si
prendono
dalle due
altezze
meridiane
di alcuna delle
stelle
fisse
sempre
apparenti
, le quali
altezze
verranno
alterate
dalla
refrazione
, nell'istesso modo
appunto
che quelle della
stella
nuova
; talché l'
altezza
polare
, che da esse si
deduce
, verrà
difettosa
, e
partecipe
dell'istesso
mancamento
che quest'
autore
ascrive
alle
altezze
assegnate
alla
stella
nuova
, cioè e quella e queste
poste
, con
pari
errore
,
piú
sublimi
del
vero
. Ma tale
errore
, per quanto
appartiene
al nostro
presente
negozio
. non
progiudica
punto
, perché non avendo noi
bisogno
di
saper
altro che la
differenza
tra le due
distanze
della
stella
nuova
dal
polo
, mentre ella gli fu
inferiore
e poi
superiore
,
chiara
cosa è che tali
distanze
saran l'
istesse
posta
l'
alterazion
della
refrazione
comunemente
per la
stella
e per il
polo
, ch'è
comunemente
emendata
per questo e per quella.
Arebbe
qualche
momento
, benché
debolissimo
, l'
argomento
dell'
autore
, se egli ci avesse
assicurati
che l'
altezza
del
polo
fusse
stata
assegnata
precisa
e
emendata
dall'
error
dependente
dalla
refrazione
, dal quale non si
fussero
poi
guardati
i medesimi
astronomi
nell'
assegnarci
l'
altezze
della
stella
nuova
; ma egli di ciò non ci ha
fatti
sicuri
, né forse ce ne poteva fare, e forse (e questo è
piú
credibile
) tal
cautela
è stata
tralasciata
da gli
osservatori
.
SAGR
.
Parmi
soprabbondantemente
annullata
questa
instanza
; però
ditemi
in qual
maniera
e' si
libera
poi da quell'aver
mantenuta
sempre la medesima
distanza
dalle
stelle
fisse
sue
circonvicine
.
SALV
.
Apprendendosi
similmente
a due
fili
ancor
piú
deboli
dell'altro, l'uno de' quali è pur
legato
alla
refrazione
, ma tanto
men
saldamente
, quanto e' dice che, pur la
refrazione
operando
nella
stella
nuova
e
sublimandola
sopra il
vero
sito
rende
incerte
le
distanze
vedute
dalle
vere
,
comparate
alle
stelle
fisse
sue
vicine
; né posso a
bastanza
maravigliarmi
come e'
dissimuli
d'
accorgersi
che la medesima
refrazione
lavorerà
nell'istesso modo nella
stella
nuova
che nell'
antica
, sua
vicina
,
sublimando
amendue
egualmente
, onde da tale
accidente
l'
intervallo
tra esse
resti
inalterato
. L'altro
refugio
è ancora
piú
infelice
e
tiene
assai del
ridicolo
,
fondandosi
sopra l'
errore
che può
nascere
nell'
operazione
stessa
strumentale
, mentre che l'
osservatore
, non potendo
costituire
il
centro
della
pupilla
dell'
occhio
nel
centro
del
sestante
(
strumento
adoprato
nell'
osservare
gl'
intervalli
tra due
stelle
), ma
tenendolo
elevato
sopra
detto
centro
quant'è la
distanza
di essa
pupilla
da non
so
che
osso
della
gota
, dove s'
appoggia
il
capo
dello
strumento
, si viene a
formar
nell'
occhio
un
angolo
piú
acuto
di quello che si
forma
da i
lati
del
sestante
: il qual
angolo
de'
raggi
differisce
anco da se stesso, mentre si
riguardano
stelle
poco
elevate
sopra l'
orizonte
e le medesime poi
poste
in
grande
altura
. Si fa, dice, tal
angolo
differente
, mentre si
vadia
elevando
lo
strumento
,
tenendo
ferma
la
testa
: ma se nell'
alzar
il
sestante
si
piegasse
il collo
indietro
e si
andasse
elevando
la
testa
insieme
con lo
strumento
, l'
angolo
allora si
conserverebbe
l'istesso:
suppone
dunque la
risposta
dell'
autore
che gli
osservatori
, nell'
uso
dello
strumento
, non abbiano
alzato
la
testa
conforme
al
bisogno
, cosa che non ha del
verisimile
. Ma
posto
anco che
cosí
fusse
seguito
,
lascio
giudicare
a voi qual
differenza
può
essere
tra due
angoli
acuti
di due
triangoli
equicruri
, i
lati
dell'uno de i quali
triangoli
siano
lunghi
ciascuno quattro
braccia
, e quelli dell'altro quattro
braccia
meno quant'è il
diametro
d'una
lente
; ché
assolutamente
non maggiore può
essere
la
differenza
tra la
lunghezza
delli due
raggi
visivi
mentre la
linea
vien
tirata
perpendicolarmente
dal
centro
della
pupilla
sopra il
piano
dell'
aste
del
sestante
(la qual
linea
non è maggiore che la
grossezza
del
pollice
), e la
lunghezza
de i medesimi
raggi
mentre,
elevandosi
il
sestante
senza
alzar
insieme
la
testa
, tal
linea
non
cade
piú
a
perpendicolo
sopra
detto
piano
, ma
inclina
, facendo l'
angolo
verso la
circonferenza
alquanto
acuto
. Ma per
liberare
in tutto e per tutto questo
autore
da queste
infelicissime
mendicità
,
sappia
(già che si
vede
che egli non ha molta
pratica
nell'
uso
de gli
strumenti
astronomici
) che ne i
lati
del
sestante
o
quadrante
si
accomodano
due
traguardi
uno nel
centro
e l'altro nell'
estremità
opposta
, i quali sono
elevati
un
dito
o
piú
dal
piano
dell'
aste
e per le
sommità
di tali
traguardi
si fa
passar
il
raggio
dell'
occhio
, il quale
occhio
si
tiene
anco
remoto
dallo
strumento
un
palmo
o due o
piú
ancora; talché né
pupilla
, né
osso
di
gota
, né di tutta la
persona
,
tocca
né si
appoggia
allo
strumento
; il quale
strumento
né meno si
sostiene
o si
eleva
a
braccia
, e
massime
se saranno di quei
grandi
, come si
costuma
, li quali,
pesando
le
decine
e le
centinaia
ed anco le
migliaia
delle
libbre
, si
sostengono
sopra
basi
saldissime
: talché tutta l'
instanza
svanisce
. Questi sono i
sutterfugii
di questo
autore
, i quali, quando ben
fussero
tutto
acciaio
, non lo potrebbero
sollevare
d'un
centesimo
di
minuto
: e con questi si
persuade
di
darci
a
credere
d'aver
compensata
quella
differenza
che
importa
piú
di cento
minuti
,
dico
del non si esser
osservata
notabil
diversità
nelle
distanze
tra una
fissa
e la
nuova
stella
in tutta la lor
circolazione
, che, quando ella
fusse
stata
prossima
alla
Luna
,
doveva
farsi
grandemente
cospicua
anco alla
semplice
vista
, senza
strumento
veruno, e
massime
paragonandola
con l'
undecima
di
Cassiopea
, sua
vicina
a
gr
. 1 e
mezo
; che di
piú
di due
diametri
della
Luna
doveva
variarsi
, come ben
avvertirono
i
piú
intelligenti
astronomi
di quei
tempi
.
SAGR
. Mi
par
di
vedere
quell'
infelice
agricoltore
, che dopo l'essergli state
battute
e
destrutte
dalla
tempesta
tutte le sue
aspettate
ricolte
,
va
con
faccia
languida
e
china
raggranellando
reliquie
cosí
tenui
, che non son per
bastargli
a
nutrir
né anco un
pulcino
per un
sol
giorno
.
SALV
.
Veramente
che con troppo
scarsa
provisione
d'
arme
s'è
levato
quest'
autore
contro a gl'
impugnatori
della
inalterabilità
del
cielo
, e con troppo
fragili
catene
ha
tentato
di
ritirar
dalle
regioni
altissime
la
stella
nuova
di
Cassiopea
in queste
basse
ed
elementari
. E perché mi
pare
che assai
chiaramente
si sia
dimostrata
la
differenza
grande
che è tra i
motivi
di quelli
astronomi
e di questo loro
oppugnatore
, sarà
bene
che,
lasciata
questa
parte
,
torniamo
alla nostra
principal
materia
; nella quale
segue
la
considerazione
del
movimento
annuo
comunemente
attribuito
al
Sole
, ma poi, da
Aristarco
Samio
in prima, e dopo dal
Copernico
,
levato
dal
Sole
e
trasferito
nella
Terra
; contro alla qual
posizione
sento
venir
gagliardamente
provisto
il
signor
Simplicio
, ed in
particolare
con lo
stocco
e con lo
scudo
del
libretto
delle
conclusioni
o
disquisizioni
matematiche
, l'
oppugnazioni
del quale sarà
bene
cominciare
a
proporre
.
SIMP
. Voglio, quando
cosí
vi
piaccia
,
riserbarle
in
ultimo
, come quelle che sono le
ultime
ritrovate
.
SALV
. Sarà dunque
necessario
che voi,
conforme
al modo
tenuto
sin qui,
andiate
ordinatamente
proponendo
le
ragioni
in
contrario
,
sí
d'
Aristotile
come di altri
antichi
, il che son per far io ancora,
acciò
non
resti
nulla
indietro
senza esser
attentamente
considerato
ed
esaminato
; e
parimente
il
signor
Sagredo
con la
vivacità
del suo
ingegno
,
secondoché
si
sentirà
svegliare
,
produrrà
in
mezo
i suoi
pensieri
.
SAGR
. Lo farò con la mia
solita
libertà
; e perché voi
cosí
comandate
, sarete anco in
obbligo
di
scusarla
.
SALV
. Il
favore
obbligherà
a
ringraziarvi
, e non a
scusarvi
. Ma
cominci
or mai il
signor
Simplicio
a
promuover
quelle
difficultà
che lo
respingono
dal poter
credere
che la
Terra
, a
guisa
de gli altri
pianeti
, si possa
muover
in
giro
intorno ad un
centro
stabile
.
SIMP
. La prima e
massima
difficultà
è la
repugnanza
ed
incompatibilità
che è tra l'esser nel
centro
e l'esserne
lontano
: perché, quando il
globo
terrestre
si abbia a
muover
in un
anno
per la
circonferenza
di un
cerchio
, cioè sotto il
zodiaco
, è
impossibile
che nell'istesso
tempo
e' sia nel
centro
del
zodiaco
; ma che la
Terra
sia in tal
centro
, è in molti
modi
provato
da
Aristotile
, da
Tolomeo
e da altri.
SALV
. Molto
bene
discorrete
; e non è
dubbio
alcuno che chi vorrà far
muover
la
Terra
per la
circonferenza
di un
cerchio
, bisogna prima che e'
provi
che ella non sia nel
centro
di quel tal
cerchio
.
Séguita
dunque
ora
che noi
vegghiamo
se la
Terra
sia o non sia in quel
centro
, intorno al quale io
dico
che ella si
gira
, e voi
dite
ch'ell'è
collocata
; e prima che questo, è
necessario
ancora che ci
dichiariamo
se di questo tal
centro
abbiamo voi ed io l'istesso
concetto
o no. Però
dite
quale e dove è questo vostro
inteso
centro
.
SIMP
.
Intendo
per
centro
quello dell'
universo
, quello del
mondo
, quello della
sfera
stellata
, quel del
cielo
.
SALV
. Ancorché molto
ragionevolmente
io potessi
mettervi
in
controversia
, se in
natura
sia un tal
centro
, essendo che né voi né altri ha mai
provato
se il
mondo
sia
finito
e
figurato
, o
pure
infinito
e
interminato
; tuttavia,
concedendovi
per
ora
che ei sia
finito
e di
figura
sferica
terminato
, e che per ciò abbia il suo
centro
,
converrà
vedere
quanto sia
credibile
che la
Terra
, e non
piú
tosto
altro
corpo
, si
ritrovi
in esso
centro
.
SIMP
. Che il
mondo
sia
finito
e
terminato
e
sferico
, lo
prova
Aristotile
con cento
dimostrazioni
.
SALV
. Le quali si
riducono
poi tutte ad una
sola
, e quella
sola
al niente; perché se io gli
negherò
il suo
assunto
, cioè che l'
universo
sia
mobile
, tutte le sue
dimostrazioni
cascano
, perché e' non
prova
esser
finito
e
terminato
se non quello dell'
universo
che è
mobile
. Ma per non
multiplicar
le
dispute
,
concedasi
per
ora
che il
mondo
sia
finito
,
sferico
, ed abbia il suo
centro
: e già che tal
figura
e
centro
si è
argomentato
dalla
mobilità
, non sarà se non molto
ragionevole
se da gl'
istessi
movimenti
circolari
de'
corpi
mondani
noi
andremo
alla
particolar
investigazione
del
sito
proprio di tal
centro
; anzi
Aristotile
medesimo ha egli pur nell'
istessa
maniera
discorso
e
determinato
, facendo
centro
dell'
universo
quell'istesso intorno al quale tutte le
celesti
sfere
si
girano
e nel quale ha
creduto
venir
collocato
il
globo
terrestre
.
Ora
ditemi
,
signor
Simplicio
: quando
Aristotile
si
trovasse
costretto
da
evidentissime
esperienze
a
permutar
in
parte
questa sua
disposizione
ed
ordine
dell'
universo
, ed a
confessare
d'essersi
ingannato
in una di queste due
proposizioni
, cioè o nel
por
la
Terra
nel
centro
, o nel
dir
che le
sfere
celesti
si
movessero
intorno a
cotal
centro
, qual delle due
confessioni
credete
voi ch'egli
eleggesse
?
SIMP
.
Credo
che quando il
caso
accadesse
, i
Peripatetici
...
SALV
. Non
domando
de i
Peripatetici
,
domando
d'
Aristotile
medesimo; ché quanto a quelli
so
benissimo
ciò che
risponderebbero
. Essi, come
reverentissimi
ed
umilissimi
mancipii
d'
Aristotile
,
negherebbero
tutte l'
esperienze
e tutte l'
osservazioni
del
mondo
, e
recuserebbero
anco di
vederle
, per non le avere a
confessare
, e
direbbero
che il
mondo
sta come
scrisse
Aristotile
, e non come vuol la
natura
, perché,
toltogli
l'
appoggio
di quell'
autorità
, con che
vorreste
che
comparissero
in
campo
? E però
ditemi
pure
quel che voi
stimate
che
fusse
per far
Aristotile
medesimo.
SIMP
.
Veramente
non mi
saprei
risolvere
, qual de' due
inconvenienti
e'
fusse
per
reputar
minore
.
SALV
. Non
usate
, di
grazia
, questo
termine
di
chiamar
inconveniente
quel che
potrebb'
esser
necessario
che
fusse
cosí
.
Inconveniente
fu il voler
por
la
Terra
nel
centro
delle
celesti
revoluzioni
. Ma già che voi non
sapete
in qual
parte
e'
fusse
per
inclinare
,
stimandolo
io
uomo
di
grand'
ingegno
andiamo
esaminando
qual delle due
elezioni
sia la
piú
ragionevole
, e quella
reputiamo
che
fusse
la
ricevuta
da
Aristotile
.
Ripigliando
dunque il nostro
ragionamento
da
principio
, e
posto
, in
grazia
d'
Aristotile
, che il
mondo
(della
grandezza
del quale non abbiamo
sensata
notizia
oltre alle
stelle
fisse
), come quello che è di
figura
sferica
e
circolarmente
si
muove
, abbia
necessariamente
, e
rispetto
alla
figura
e
rispetto
al
moto
, un
centro
, ed essendo noi oltre a ciò
sicuri
che dentro alla
sfera
stellata
sono molti
orbi
, l'uno dentro all'altro, con loro
stelle
, che pur
circolarmente
si
muovono
, si
cerca
quel che sia
piú
ragionevol
credere
e
dire
, che questi
orbi
contenuti
si
muovano
intorno all'istesso
centro
del
mondo
, o
pure
intorno ad altro assai
lontano
da quello.
Dite
ora
,
signor
Simplicio
, il
parer
vostro circa questo
particolare
.
SIMP
. Quando noi potessimo
fermarci
sopra questo solo
presupposto
, e che
fussimo
sicuri
di non poter
incontrar
qualche altra cosa che ci
disturbasse
, io
direi
che molto
piú
ragionevol
fusse
il
dire
che il
continente
e le
parti
contenute
si
movesser
tutte circa un
comun
centro
, che sopra
diversi
.
SALV
.
Ora
, quando sia
vero
che '
l
centro
del
mondo
sia l'istesso che quello intorno al quale si
muovono
gli
orbi
de i
corpi
mondani
, cioè de'
pianeti
,
certissima
cosa è che non la
Terra
, ma
piú
tosto
il
Sole
, si
trova
collocato
nel
centro
del
mondo
; talché, quanto a questa prima
semplice
e
generale
apprensione
, il
luogo
di
mezo
è del
Sole
, e la
Terra
si
trova
tanto
remota
dal
centro
quanto dall'istesso
Sole
.
SIMP
. Ma da che
argumentate
voi che non la
Terra
, ma il
Sole
, sia nel
centro
delle
conversioni
de'
pianeti
?
SALV
.
Concludesi
da
evidentissime
, e perciò
necessariamente
concludenti
,
osservazioni
, delle quali le
piú
palpabili
, per
escluder
la
Terra
da
cotal
centro
e
collocarvi
il
Sole
, sono il
ritrovarsi
tutti i
pianeti
ora
piú
vicini
ed
ora
piú
lontani
dalla
Terra
, con
differenze
tanto
grandi
, che,
verbigrazia
,
Venere
lontanissima
si
trova
sei
volte
piú
remota
da noi che quando ell'è
vicinissima
, e
Marte
si
inalza
quasi otto
volte
piú
in uno che in un altro
stato
.
Vedete
intanto se
Aristotile
s'
ingannò
di qualche poco in
creder
che e'
fussero
sempre
egualmente
remoti
da noi.
SIMP
. Quali poi sono gl'
indizii
che i
movimenti
loro sieno intorno al
Sole
?
SALV
. Si
argomenta
ne i tre
pianeti
superiori
,
Marte
Giove
e
Saturno
, dal
trovarsi
sempre
vicinissimi
alla
Terra
quando sono all'
opposizion
del
Sole
, e
lontanissimi
quando sono verso la
congiunzione
; e questo
avvicinamento
ed
allontanamento
importa
tanto, che
Marte
vicino si
vede
ben 60
volte
maggiore che quando è
lontanissimo
. Di
Venere
poi e di
Mercurio
si ha
certezza
del
rivolgersi
intorno al
Sole
dal non si
allontanar
mai molto da lui e dal
vedersegli
or sopra ed or sotto, come la
mutazion
di
figure
in
Venere
conclude
necessariamente
. Della
Luna
è
vero
che ella non si può in verun modo
separar
dalla
Terra
, per le
ragioni
che
piú
distintamente
nel
progresso
si
produrranno
.
SAGR
. Io mi
aspetto
d'aver a
sentir
cose
ancor
piú
meravigliose
,
dependenti
da questo
movimento
annuo
della
Terra
, che non sono state le
dependenti
dalla
conversione
diurna
.
SALV
. Voi non v'
ingannate
punto
: perché, quanto all'
operar
il
moto
diurno
ne'
corpi
celesti
, non fu né potette esser altro che il farci
apparir
l'
universo
precipitosamente
scorrer
in
contrario
; ma questo
moto
annuo
,
mescolandosi
con i
moti
particolari
di tutti i
pianeti
,
produce
moltissime
stravaganze
, le quali hanno
fatto
sin
ora
perder
la
scherma
a tutti i maggiori
uomini
del
mondo
. Ma
ritornando
alle
prime
apprensioni
generali
,
replico
che il
centro
delle
celesti
conversioni
de i cinque
pianeti
,
Saturno
,
Giove
,
Marte
,
Venere
e
Mercurio
, è il
Sole
; e sarà del
moto
della
Terra
ancora, se ci
succederà
di
metterla
in
cielo
. Quanto poi alla
Luna
, questa ha un
moto
circolare
intorno alla
Terra
, dalla quale (come ho già
detto
) in modo alcuno non si può
separare
; ma non però
resta
ella d'
andare
intorno al
Sole
insieme
con la
Terra
co
'
l
movimento
annuo
.
SIMP
. Io non
resto
ancora ben
capace
di questa
struttura
; e forse
co
'
l
farne un poco di
disegno
s'
intenderà
meglio
, e
piú
agevolmente
si potrà
discorrere
intorno ad essa.
SALV
. E
cosí
sia: anzi, per vostra maggior
sodisfazione
e
meraviglia
insieme
, voglio che voi stesso la
disegniate
, e
veggiate
come, non
credendo
d'
intenderla
,
ottimamente
la
capite
; e solo
co
'
l
risponder
alle mie
interrogazioni
la
descriverrete
puntualmente
.
Pigliate
dunque un
foglio
e le
seste
: e sia questa
carta
bianca
l'
immensa
espansione
dell'
universo
, nella quale voi avete a
distribuire
ed
ordinar
le sue
parti
conforme
a che la
ragione
vi
detterà
. E prima, essendo che senza mio
insegnamento
voi
tenete
per
fermo
la
Terra
esser
collocata
in questo
universo
, però
notate
un
punto
a vostro
beneplacito
, intorno al quale voi
intendete
ella esser
collocata
, e
contrassegnatelo
con qualche
carattere
.
SIMP
. Sia questo,
segnato
A, il
luogo
del
globo
terrestre
.
SALV
.
Bene
sta.
So
,
secondariamente
, che voi
sapete
benissimo
che essa
Terra
non è dentro al
corpo
solare
, né meno a quello
contigua
, ma per certo
spazio
distante
; e però
assegnate
al
Sole
qual altro
luogo
piú
vi
piace
,
remoto
dalla
Terra
a vostro
beneplacito
e questo ancora
contrassegnate
.
SIMP
. Ecco
fatto
: sia il
luogo
del
corpo
solare
questo,
segnato
O.
SALV
.
Stabiliti
questi due, voglio che
pensiamo
di
accomodar
il
corpo
di
Venere
in tal
maniera
, che lo
stato
e
movimento
suo possa
sodisfar
a ciò che di essi ci
mostrano
le
sensate
apparenze
; e però
riducetevi
a
memoria
quello che, o per i
discorsi
passati
o per vostre proprie
osservazioni
, avete
compreso
accadere
in tale
stella
; e poi
assegnatele
quello
stato
che vi
parrà
convenirsele
.
§
vedi
figura
20
SIMP
.
Posto
che sieno
vere
le
apparenze
narrate
da voi, e che ho
lette
ancora nel
libretto
delle
conclusioni
, cioè che tale
stella
non si
discosti
mai dal
Sole
oltre a certo
determinato
intervallo
di 40 e tanti
gradi
,
sí
che ella già mai non
arrivi
non solamente all'
opposizion
del
Sole
, ma né anco al
quadrato
, né
tampoco
all'
aspetto
sestile
; e
piú
, che ella si
mostri
in un
tempo
quasi 40
volte
maggiore che in altro
tempo
, cioè
grandissima
quando,
sendo
retrograda
,
va
alla
congiunzion
vespertina
del
Sole
, e
piccolissima
quando con
movimento
diretto
va
alla
congiunzion
mattutina
; e di
piú
,
sendo
vero
che quando ella
appar
grandissima
, si
mostri
di
figura
cornicolata
, e quando
appar
piccolissima
, si
vegga
rotonda
perfettamente
;
sendo
,
dico
,
vere
cotali
apparenze
, non
veggo
che si possa
sfuggire
di
affermare
, tale
stella
raggirarsi
in un
cerchio
intorno al
Sole
, poiché tal
cerchio
in niuna
maniera
si può
dire
che
abbracci
e dentro di sé
contenga
la
Terra
, né meno che sia
inferiore
al
Sole
, cioè tra esso e la
Terra
, né anco
superior
al
Sole
. Non può tal
cerchio
abbracciar
la
Terra
, perché
Venere
verrebbe
talvolta all'
opposizion
del
Sole
; non può esser
inferiore
, perché
Venere
circa l'una e l'altra
congiunzione
co
'
l
Sole
si
mostrerebbe
falcata
; né può esser
superiore
, perché si
mostrerebbe
sempre
rotonda
, né mai
cornicolata
. E però per il
ricetto
di lei
segnerò
il
cerchio
C
H
intorno al
Sole
, senza che egli
abbracci
la
Terra
.
SALV
.
Accomodata
Venere
, è
bene
che
pensiate
a
Mercurio
, il quale, come
sapete
,
trattenendosi
sempre intorno al
Sole
, molto meno da lui si
allontana
che
Venere
, però
considerate
qual
luogo
convenga
assegnargli
.
SIMP
. Non è
dubbio
che,
immitando
egli
Venere
,
accomodatissima
stanza
sarà per lui un
minor
cerchio
dentro a questo di
Venere
, e
pure
intorno al
Sole
, essendo,
massime
della sua
vicinità
al
Sole
,
argomento
ed
indizio
assai
concludente
la
vivacità
del suo
splendore
sopra quello di
Venere
e de gli altri
pianeti
: potremo dunque con tal
fondamento
segnare
il suo
cerchio
,
notandolo
con li
caratteri
B
G.
SALV
.
Marte
poi dove lo
metteremo
?
SIMP
.
Marte
, perché viene all'
opposizion
del
Sole
, è
necessario
che
co
'
l
suo
cerchio
abbracci
la
Terra
: ma
veggo
ch'e' bisogna per
necessità
ch'egli
abbracci
il
Sole
ancora; imperocché, venendo alla
congiunzion
co
'
l
Sole
, se e' non gli
passasse
di sopra, ma gli
fusse
inferiore
,
apparirebbe
cornicolato
, come fa
Venere
e la
Luna
; ma egli si
mostra
sempre
rotondo
; adunque è
necessario
che egli
includa
dentro al suo
cerchio
non meno il
Sole
che la
Terra
. E perché mi
sovviene
che voi abbiate
detto
che quando esso è all'
opposizion
del
Sole
si
mostra
60
volte
maggiore che quando è verso la
congiunzione
,
parmi
che molto
bene
si
accomoderà
a queste
apparenze
un
cerchio
intorno al
centro
del
Sole
e che
abbracci
la
Terra
, quale io
noto
adesso
e
contrassegno
D I: dove
Marte
nel
punto
D è
vicinissimo
alla
Terra
, ed è
opposto
al
Sole
; ma quando è nel
punto
I, è alla
congiunzion
co
'
l
Sole
, ma
lontanissimo
dalla
Terra
. E perché l'
istesse
apparenze
si
osservano
in
Giove
ed in
Saturno
, se ben con assai
minor
diversità
in
Giove
che in
Marte
, e con
minor
ancora in
Saturno
che in
Giove
, mi
par
comprendere
che molto
acconciamente
sodisfaremo
anco a questi due
pianeti
con due
cerchi
pur intorno al
Sole
, e questo
primo
per
Giove
segnandolo
E
L
, ed un altro
superiore
per
Saturno
notato
F
M.
SALV
. Voi sin qui vi
sete
portato
egregiamente
. E perché (come
vedete
) l'
appressamento
e
discostamento
de' tre
superiori
vien
misurato
dal
doppio
della
distanza
tra la
Terra
e '
l
Sole
, questa fa maggior
diversità
in
Marte
che in
Giove
, per
essere
il
cerchio
D I di
Marte
minore
del
cerchio
E
L
di
Giove
; e
similmente
perché questo E
L
è
minore
del
cerchio
F
M
di
Saturno
, la medesima
diversità
è ancor
minore
in
Saturno
che in
Giove
: e ciò
puntualmente
risponde
all'
apparenze
.
Resta
ora
che
pensiate
di
assegnare
il
luogo
alla
Luna
.
SIMP
.
Seguendo
l'istesso
metodo
, che mi
par
concludentissimo
, poiché
veggiamo
che la
Luna
viene alla
congiunzione
ed all'
opposizione
del
Sole
, è
necessario
dire
che il suo
cerchio
abbracci
la
Terra
; ma non bisogna già che egli
abbracci
il
Sole
, perché quando ella
fusse
verso la
congiunzione
, non si
mostrerebbe
falcata
, ma sempre
rotonda
e
piena
di
lume
; oltre che già mai non potrebbe ella farci, come
spesse
volte
fa, l'
eclisse
del
Sole
, con l'
interporsi
tra esso e noi. E dunque
necessario
assegnarle
un
cerchio
intorno alla
Terra
, qual sarebbe questo N
P
,
sí
che
costituita
in
P
ci
apparisca
dalla
Terra
A
congiunta
co
'
l
Sole
, onde possa
talora
eclissarlo
, e
posta
in N si
vegga
opposta
al
Sole
, ed in tale
stato
possa
cadere
nell'
ombra
della
Terra
ed
oscurarsi
SALV
.
Ora
che faremo,
signor
Simplicio
, delle
stelle
fisse
?
Vogliamole
por
disseminate
per gl'
immensi
abissi
dell'
universo
, in
diverse
lontananze
da
qualsivoglia
determinato
punto
, o pur
collocate
in una
superficie
sfericamente
distesa
intorno a un suo
centro
,
sí
che ciascheduna di loro sia dal medesimo
centro
egualmente
distante
?
SIMP
.
Piú
tosto
torrei
una
strada
di
mezo
, e gli
assegnerei
un
orbe
descritto
intorno a un
determinato
centro
e
compreso
dentro a due
superficie
sferiche
, cioè una
altissima
concava
e l'altra
inferiore
convessa
tra le quali
costituirei
l'
innumerabil
moltitudine
delle
stelle
, ma però in
diverse
altezze
; e questa si potrebbe
chiamar
la
sfera
dell'
universo
,
continente
dentro di sé gli
orbi
de i
pianeti
, già da noi
disegnati
.
SALV
. Adunque già
aviamo
noi,
signor
Simplicio
, sin qui
ordinati
i
corpi
mondani
giusto
secondo
la
distribuzion
del
Copernico
, e ciò si è
fatto
di propria
mano
vostra: e di
piú
a tutti avete voi
assegnati
movimenti
proprii,
eccettuatone
il
Sole
, la
Terra
e la
sfera
stellata
, ed a
Mercurio
con
Venere
avete
attribuito
il
moto
circolare
intorno al
Sole
senza
abbracciar
la
Terra
: intorno al medesimo
Sole
fate
muover
li tre
superiori
,
Marte
,
Giove
e
Saturno
,
comprendendo
la
Terra
dentro a i
cerchi
loro; la
Luna
poi non può
muoversi
in altra
maniera
che intorno alla
Terra
, senza
abbracciar
il
Sole
: e
pure
in questi
moti
convenite
voi ancora
co
'
l
medesimo
Copernico
.
Restano
ora
da
decidere
, tra il
Sole
, la
Terra
e la
sfera
stellata
, tre
cose
: cioè la
quiete
che
apparisce
esser della
Terra
; il
movimento
annuo
sotto il
zodiaco
, che
apparisce
esser del
Sole
; e il
movimento
diurno
, che
apparisce
esser della
sfera
stellata
, con
participarlo
a tutto il
resto
dell'
universo
,
eccettuatone
la
Terra
. Ed essendo
vero
che tutti gli
orbi
de'
pianeti
,
dico
di
Mercurio
,
Venere
,
Marte
,
Giove
e
Saturno
, si
muovono
intorno al
Sole
, come
centro
loro, di esso
Sole
par
tanto
piú
ragionevole
che sia la
quiete
che della
Terra
, quanto di
sfere
mobili
è
piú
ragionevole
che il
centro
stia
fermo
che alcun altro
luogo
da esso
centro
remoto
: alla
Terra
, dunque, la qual
resta
costituita
in
mezo
a
parti
mobili
,
dico
tra
Venere
e
Marte
, che l'una fa la sua
revoluzione
in nove
mesi
e l'altro in due
anni
, molto
acconciamente
si può
attribuire
il
movimento
d'un
anno
,
lasciando
la
quiete
al
Sole
. E quando ciò sia,
segue
per
necessaria
conseguenza
che anco il
moto
diurno
sia della
Terra
: imperocché se, stando
fermo
il
Sole
, la
Terra
non si
rivolgesse
in se stessa, ma solo avesse il
movimento
annuo
intorno al
Sole
, il nostro
anno
non sarebbe altro che un
giorno
ed una
notte
, cioè sei
mesi
di
giorno
e sei
mesi
di
notte
, com'altra
volta
s'è
detto
.
Vedete
poi quanto
acconciamente
vien
levato
dall'
universo
il
precipitosissimo
moto
delle 24
ore
, e come le
stelle
fisse
, che sono tanti
Soli
,
conforme
al nostro
Sole
godono
una
perpetua
quiete
.
Vedete
in oltre quanta
agevolezza
si
trovi
in questo
primo
abbozzamento
, per
render
le
ragioni
di
apparenze
tanto
grandi
ne'
corpi
celesti
.
SAGR
. Io la
scorgo
benissimo
; ma
sí
come voi da questa
simplicità
raccogliete
gran
probabilità
per la
verità
di
cotal
sistema
, altri forse per l'
opposito
ne potrebbe far
contrarie
deduzioni
,
dubitando
, non senza
ragione
, come, essendo tal
costituzione
antichissima
de'
Pittagorici
e tanto
bene
accomodata
all'
apparenze
, abbia poi nel
progresso
di
migliaia
d'
anni
auto
cosí
pochi
seguaci
, e sia sin da
Aristotile
medesimo stata
rifiutata
, e
doppo
l'istesso
Copernico
vadia
continuando
nell'
istessa
fortuna
.
SALV
. Se voi,
signor
Sagredo
, vi foste alcuna
volta
abbattuto
,
sí
com'io molte e molte
volte
incontrato
mi sono, a
sentir
quali
sorte
di
scempiezze
bastano
a
render
contumace
ed
impersuasibile
il
vulgo
al
prestar
l'
orecchio
, non che l'
assenso
, a queste
novità
,
credo
che assai in voi si
diminuirebbe
la
meraviglia
del
trovarsi
cosí
pochi
seguaci
di tale
opinione
; ma poca
stima
, per mio
parere
, si
deve
fare di
cervelli
a i quali, per
confermargli
e
fissamente
ritenergli
nell'
immobilità
della
Terra
,
concludentissima
dimostrazione
è il
vedere
come
stamani
non saranno a
desinar
in
Costantinopoli
né
stasera
a
cena
nel
Giappone
, e che son certi che la
Terra
, come
gravissima
, non può
montar
su sopra il
Sole
e poi a
rompicollo
calare
a
basso
. Di questi tali, il
numero
de' quali è
infinito
, non bisogna
tener
conto
né
registrar
le loro
sciocchezze
e
cercar
di fare
acquisto
d'
uomini
nella cui
difinizione
entra
solo il
genere
e
manca
la
differenza
, per avergli per
compagni
nelle
opinioni
sottilissime
e
delicatissime
. In oltre, qual
guadagno
credereste
voi di poter mai fare con tutte le
dimostrazioni
del
mondo
in
cervelli
tanto
stolidi
, che non sono per se stessi
bastanti
a
conoscer
le lor
cosí
estreme
pazzie
? Ma la mia,
signor
Sagredo
, è molto
differente
dalla vostra
meraviglia
: voi vi
maravigliate
che
cosí
pochi siano
seguaci
della
opinione
de'
Pitagorici
; ed io
stupisco
come si sia mai sin qui
trovato
alcuno che l'abbia
abbracciata
e
seguita
, né posso a
bastanza
ammirare
l'
eminenza
dell'
ingegno
di quelli che l'hanno
ricevuta
e
stimata
vera
, ed hanno con la
vivacità
dell'
intelletto
loro
fatto
forza
tale a i proprii
sensi
, che abbiano
possuto
antepor
quello che il
discorso
gli
dettava
, a quello che le
sensate
esperienze
gli
mostravano
apertissimamente
in
contrario
. Che le
ragioni
contro alla
vertigine
diurna
della
Terra
, già
esaminate
da voi, abbiano
grandissima
apparenza
, già l'abbiamo
veduto
, e l'
averle
ricevute
per
concludentissime
i
Tolemaici
, gli
Aristotelici
e tutti i lor
seguaci
, è ben
grandissimo
argomento
della loro
efficacia
; ma quelle
esperienze
che
apertamente
contrariano
al
movimento
annuo
, son ben di tanto
piú
apparente
repugnanza
, che (lo
torno
a
dire
) non posso
trovar
termine
all'
ammirazion
mia, come abbia
possuto
in
Aristarco
e nel
Copernico
far la
ragion
tanta
violenza
al
senso
, che contro a questo ella si sia fatta
padrona
della loro
credulità
.
SAGR
. Adunque siamo per avere altri
contrasti
gagliardi
contro a questo
movimento
annuo
ancora?
SALV
. Siamo; e tanto
evidenti
e
sensati
, che se
senso
superiore
e
piú
eccellente
de i
comuni
e
naturali
non si
accompagnava
con la
ragione
,
dubito
grandemente
che io ancora sarei
stato
assai
piú
ritroso
contro al
sistema
Copernicano
, di quello che
stato
non sono
doppo
che
piú
chiara
lampada
che la
consueta
mi ha
fatto
lume
SAGR
. Or dunque,
signor
Salviati
,
vegnamo
, come si dice, alle
strette
, ché ogni
parola
che si
spende
in altro mi
par
gettata
via
.
SALV
. Eccomi a
servirvi
.
SIMP
. Di
grazia
,
signori
,
permettetemi
che io
riduca
a
tranquillità
la mia
mente
, che
ora
mi
ritrovo
molto
fluttuante
per certo
particolare
pur
ora
tocco
dal
signor
Salviati
,
acciò
che io possa poi,
spianate
che siano l'onde,
piú
distintamente
ricever
le vostre
specolazioni
:
imperò
che non ben s'
imprimano
le
spezie
nello
speccio
ondeggiante
, come il
Poeta
latino
graziosamente
ci
espresse
dicendo
: ... nuper me in
littore
vidi
cum
placidum
ventis
staret
mare
. (27)
SALV
. Voi avete molto ben
ragione
, e però
dite
i vostri
dubbii
SIMP
Voi avete
ultimamente
spacciati
per
egualmente
d'
ingegno
ottuso
quelli che
negano
alla
Terra
il
moto
diurno
, perché non si
veggono
da quello
trasportare
in
Persia
o nel
Giappone
, e quelli che son
contrarianti
al
moto
annuo
per la
repugnanza
che
sentono
nel
dovere
ammettere
che la
vastissima
e
gravissima
mole
del
globo
terrestre
possa
sollevarsi
in
alto
e quindi
calare
abasso
, come
converrebbe
che facesse quando intorno al
Sole
con tal
movimento
si
rigirasse
: ed io, non
prendendo
rossore
d'
essere
annumerato
tra questi
sciocchi
,
sento
l'
istessa
repugnanza
nel mio
cervello
, quanto però a questo
secondo
punto
che
oppone
al
moto
annuo
, e
massimamente
mentre
veggo
quanta
resistenza
faccia
all'esser
mossa
anco per
piano
, non
dirò
una
montagna
ma una
pietra
che
piccola
parte
sia d'una
rupe
alpestre
. Però, non
disprezzando
affatto
simili
instanze
, vi
prego
a
risolverle
, e non solo per me, quanto per altri, a i quali
sembrano
concludentissime
; perché ho per assai
difficile
che alcuno per
semplice
che sia,
conosca
e
confessi
la sua
semplicità
,
mosso
dal solo
sentirsi
reputare
per tale.
SAGR
. Anzi, quanto
piú
semplice
, tanto
piú
sarà egli
impersuasibile
del suo
difetto
. E con questa
occasione
vo
considerando
come non solamente per
sodisfare
al
signor
Simplicio
, ma per altro
rispetto
ancora, non meno
importante
, è
bene
risolver
questa ed altre
instanze
di
simil
sorte
, poiché si
vede
che non
mancano
uomini
, nella
comune
filosofia
ed in altre
scienze
versatissimi
, che, per
mancamento
o dell'
astronomia
o delle
matematiche
o di qual altra
facoltà
si sia che
acuisce
l'
ingegno
alla
penetrazion
del
vero
,
restano
persuasi
da
discorsi
tanto
vani
: per lo che mi
par
degna
di
commiserazione
la
condizione
del
povero
Copernico
, il quale non si può
tener
sicuro
che la
censura
delle sue
dottrine
non possa per
avventura
cadere
in
mano
di
persone
, che non
sendo
abili
a
restar
capaci
delle sue
ragioni
sottilissime
e per ciò
difficili
ad esser
comprese
ma ben di già
persuasi
da
simili
vane
apparenze
della
falsità
di quelle, per
false
e per
erronee
le
vadano
predicando
. Per lo che, quando non si potessero
render
capaci
di quelle
piú
astruse
, è
bene
procurare
che
conoscano
la
nullità
di queste altre, dalla qual
cognizione
venga
moderato
il
giudizio
e la
condanna
della
dottrina
che
ora
tengano
per
erronea
.
Recherò
dunque due altre
obiezzioni
, ma contro al
moto
diurno
, le quali non è molto che
sentii
produrre
da
persone
di gran
litteratura
, e poi verremo al
moto
annuo
. La prima fu, che quando
fusse
vero
che non il
Sole
e l'altre
stelle
si
sollevassero
sopra l'
orizonte
orientale
, ma che la
parte
orientale
della
Terra
se gli
abbassasse
sotto,
restando
quelle
immobili
,
bisognerebbe
che di
lí
a poche
ore
le
montagne
situate
a
levante
declinando
in
giú
mediante la
conversion
del
globo
terrestre
, si
riducessero
in tale
stato
, che dove poco fa per
ascendere
al lor
giogo
conveniva
caminare
all'
erta
,
convenisse
di poi, per
condursi
lassú
,
scendere
alla
china
. L'altra fu, che quando il
moto
diurno
fusse
della
Terra
,
doverebbe
esser tanto
veloce
, che uno
costituito
nel
fondo
di un
pozzo
non potrebbe se non per un
momento
di
tempo
vedere
una
stella
che gli
fusse
sopra '
l
vertice
, non la potendo egli
vedere
se non quel
brevissimo
tempo
nel quale
passa
2 o 3
braccia
della
circonferenza
della
Terra
, ché tanta sarà la
larghezza
del
pozzo
: tutta
via
si
vede
per
esperienza
che il
passaggio
apparente
di tale
stella
, nel
traversare
il
pozzo
,
consuma
assai lungo
tempo
;
argomento
necessario
che la
bocca
del
pozzo
non si
muove
altramente
con quella
furia
che
converrebbe
alla
diurna
conversione
, e, per
consequenza
, che la
Terra
è
immobile
.
SIMP
. Di questi 2
argomenti
, il
secondo
veramente
mi
pare
assai
concludente
: ma quanto al
primo
,
crederei
di potermi da per me stesso
disbrigare
, mentre
considero
che l'istesso è che il
globo
terrestre
,
rivolgendosi
intorno al proprio
centro
porti
una
montagna
verso
levante
, che se, stando
fermo
il
globo
, la
montagna
,
svelta
dalla
radice
,
fusse
strascicata
sopra la
Terra
; ed il
portare
il
monte
sopra la
superficie
della
Terra
non
veggo
che sia
differente
operazione
dal
condurre
una
nave
per la
superficie
del
mare
: onde,
tuttavolta
che l'
instanza
del
monte
valesse
, ne
seguirebbe
parimente
che,
continuando
la
nave
il suo
viaggio
,
discostata
che ella si
fusse
da i nostri
porti
per molti
gradi
, ci
convenisse
per
andare
sopra '
l
suo
albero
non
piú
salire
, ma
muoversi
per la
piana
e poi ancora
scendere
, il che non
accade
, né io ho mai
sentito
alcun
marinaro
, etiam di quelli che hanno
circondato
tutto '
l
globo
, che
ponga
differenza
veruna circa tale
operazione
, né intorno ad alcun altro
ministerio
che si
faccia
in
nave
, per
ritrovarsi
il
vassello
piú
in questa che in
qualsivoglia
altra
parte
.
SALV
. Voi molto ben
discorrete
: e se all'
autore
di quella
instanza
fusse
mai
caduto
in
mente
di
considerare
che la sua
vicina
montagna
,
postagli
a
levante
, quando il
globo
terrestre
girasse
, di
lí
a 2
ore
per tal
moto
si
troverebbe
condotta
colà
dove
ora
si
trova
,
verbigrazia
, il
monte
Olimpo
o '
l
Carmelo
,
arebbe
compreso
come dal suo proprio modo di
argomentare
si
costrigneva
a
credere
e
confessare
che per
andare
nel
vertice
di
detti
monti
, de
facto
conviene
sciendere
. Questi sono di quei
cervelli
atti
a
negar
gli
antipodi
,
atteso
che non si può
caminare
col
capo
all'
ingiú
e coi
piedi
attaccati
al
palco
; questi da
concetti
veri
, ed anco
perfettamente
intesi
da loro, non
sanno
poi
dedur
soluzioni
facilissime
a i lor
dubbi
: voglio
dire
che
benissimo
intendono
che il
gravitare
e lo
sciendere
è
tendere
verso '
l
centro
del
globo
terrestre
, e che '
l
salire
è il
discostarsene
; si
perdono
poi nell'
intendere
che gli
antipodi
nostri per
sostenersi
e
caminare
non hanno
difficoltà
veruna, perché fanno
giusto
come noi, cioè
tengono
le
piante
de'
piedi
verso '
l
centro
della
Terra
e '
l
capo
verso '
l
cielo
.
SAGR
. E pur
sappiamo
,
uomini
in altre
dottrine
di
subblimi
ingegni
essersi
abbagliati
in tali
cognizioni
; dal che tanto
maggiormente
vien
confermato
quello che pur
ora
dicevo
, cioè che è
bene
rimuover
tutte le
obbiezzioni
, ancor che
debolissime
: e però
rispondasi
pur ancora a quei del
pozzo
.
SALV
Questo
secondo
argomento
ha
bene
in
apparenza
un non
so
che
piú
del
concludente
; tutta
via
io
tengo
per
fermo
che quando si potesse
interrogare
quell'istesso a chi e'
sovvenne
,
acciò
meglio
si
spiegasse
con
dichiarare
qual sia
precisamente
l'
effetto
che
dovrebbe
seguire
, e che gli
par
che non
segua
,
posta
la
conversion
diurna
esser della
Terra
,
credo
,
dico
, che egli si
avvilupperebbe
nell'
espor
la sua
difficoltà
con le sue
conseguenze
, forse non meno di quel ch' e'
farebbe
nello
svilupparsene
col
pensarvi
.
SIMP
. S'io
debbo
dire
'
l
vero
,
stimo
certo che
cosí
accaderebbe
,
imperò
che io ancora di
presente
mi
trovo
nella medesima
confusione
: perché mi
pare
che l'
argomento
stringa
, quanto alla prima
apprensione
; ma all'
incontro
veggo
come per
nebbia
che se il
discorso
procedesse
rettamente
, quella
immensa
rapidità
di
corso
che si
dovrebbe
scorger
nella
stella
quando il
moto
fusse
della
Terra
, si
doverebbe
ancora, anzi molto
piú
,
scorger
nella medesima quando il
moto
fusse
suo,
dovendo
esser molte
migliaia
di
volte
piú
veloce
nella
stella
che nella
Terra
. All'
incontro
poi, l'aversi a
perder
la
vista
della
stella
per il solo
trapasso
della
bocca
del
pozzo
, che sarà poi 2 o tre
braccia
di
diametro
, mentre il
pozzo
con la
Terra
ne
trapassano
assai
piú
di 2.
000
.
000
in un'
ora
,
par
ben che abbia da esser cosa tanto
momentanea
, che né anco possa esser
compresa
; e pur dal
fondo
del medesimo
pozzo
per assai lungo
spazio
di
tempo
vien
ella
veduta
. Però vengo in
desiderio
d'esser
ridotto
in
chiaro
di questo
negozio
.
SALV
.
Ora
mi
confermo
io
maggiormente
nel
credere
la
confusione
dell'
autor
dell'
instanza
, mentre
veggo
che voi ancora,
signor
Simplicio
,
adombrate
, né ben
possedete
, quello che
dir
vorreste
: il che
raccolgo
io
principalmente
dal
tralasciar
voi una
distinzione
, che è un
punto
principalissimo
in questa
faccenda
. Però
ditemi
se nel far questa
esperienza
,
dico
di questo
trapasso
di
stella
sopra la
bocca
del
pozzo
, voi
fate
differenza
veruna dall'
essere
il
pozzo
piú
o
men
profondo
, cioè dall'esser quello che
osserva
piú
o
men
distante
dalla
bocca
; perché non vi ho
sentito
far
caso
sopra ciò.
SIMP
.
Veramente
non ci ho
applicato
il
pensiero
, ma ben la vostra
interrogazione
mi
sveglia
la
mente
, e mi
accenna
, tal
distinzione
dovere
esser
necessariissima
; e già
comincio
a
comprendere
che per
determinare
il
tempo
di tal
passaggio
, la
profondità
del
pozzo
può per
avventura
arrecar
diversità
non
minore
che la
larghezza
.
SALV
. Anzi pur
vo
io
dubitando
che la
larghezza
non ci abbia che far niente, o pochissimo.
SIMP
. E pur mi
pare
che
dovendo
scorrer
10
braccia
di
larghezza
ricerchi
dieci
volte
piú
tempo
che il
trapasso
di un
braccio
: e son
sicuro
che una
barchetta
lunga
10
braccia
prima mi
trapasserà
innanzi alla
vista
, che una
galera
lunga
cento.
SALV
. E pur
persistiamo
ancora in quello
inveterato
concetto
, di non ci
muover
se non tanto quanto le nostre
gambe
ci
portano
. Questo che voi
dite
,
signor
Simplicio
mio è
vero
quando l'
oggetto
veduto
si
muove
stando voi
fermo
a
osservarlo
; ma se voi sarete nel
pozzo
quando il
pozzo
e voi
insieme
siate
portati
dalla
terrestre
conversione
non
vedete
voi che né in un'
ora
né in mille né in
eterno
sarete
trapassato
dalla
bocca
del
pozzo
? Quello che in tal
caso
operi
in voi il
muoversi
o non
muoversi
la
Terra
, non può
riconoscersi
nella
bocca
del
pozzo
, ma in altro
oggetto
separato
e che non
partecipi
della medesima
condizione
dico
di
moto
o di
quiete
.
SIMP
. Tutto sta
bene
: ma
posto
che io, stando nel
pozzo
, sia
portato
di
conserva
con esso dal
moto
diurno
, e che la
stella
da me
veduta
sia
immobile
, non essendo l'
apertura
del
pozzo
, che
sola
dà
il
passaggio
alla mia
vista
,
piú
di tre
braccia
de i tanti
milioni
di
braccia
del
resto
della
superficie
terrestre
, che la
vista
m'
impedisce
, come potrà
essere
il
tempo
della
veduta
sensibil
parte
di quello dell'
occultazione
?
SALV
. E pur
ricadete
nel medesimo
equivoco
: ed in
effetto
sete
bisognoso
di chi v'
aiuti
a
uscirne
. Non è,
signor
Simplicio
, la
larghezza
del
pozzo
quella che
misura
il
tempo
dell'
apparizion
della
stella
, perché
cosí
la
vedreste
perpetuamente
, essendo che
perpetuamente
la
bocca
del
pozzo
dà
il
transito
alla vostra
vista
; ma tal
misura
si
deve
prendere
dalla
quantità
del
cielo
immobile
, che per l'
apertura
del
pozzo
vi
resta
visibile
.
SIMP
. Ma quello che mi si
scuopre
del
cielo
non è egli tal
parte
di tutta la
sfera
celeste
, quale è la
bocca
del
pozzo
di tutta la
terrestre
?
SALV
. Voglio che vi
rispondiate
da voi medesimo; però
ditemi
, se la
bocca
del medesimo
pozzo
è sempre la medesima
parte
della
superficie
terrena
.
SIMP
. È senza
dubbio
la medesima sempre.
SALV
. E la
parte
del
cielo
veduta
da quello che è nel
pozzo
, è ella sempre la medesima
quantità
di tutta la
sfera
celeste
?
SIMP
.
Ora
comincio
a
disottenebrarmi
la
mente
e a
intender
quello che poco fa mi
accennaste
, e che la
profondità
del
pozzo
ha che fare assai nel
presente
negozio
; perché non è
dubbio
che quanto
piú
si
allontanerà
l'
occhio
dalla
bocca
del
pozzo
,
minor
parte
del
cielo
si
scoprirà
, la qual poi, in
consequenza
,
piú
presto verrà
trapassata
e
persa
di
vista
da colui che dal
profondo
del
pozzo
la
rimirerà
SALV
. Ma
èvv
'egli
luogo
alcuno nel
pozzo
dal quale si
scoprisse
tal
parte
appunto
della
celeste
sfera
, quale è la
bocca
del
pozzo
della
superficie
terrena
?
SIMP
.
Parmi
che quando si
profondasse
il
pozzo
sino al
centro
della
Terra
, forse di
là
si
scoprirebbe
una
parte
di
cielo
, che sarebbe di lui quale è il
pozzo
della
Terra
. Ma
discostandosi
dal
centro
e
salendo
verso la
superficie
, si
vien
sempre
scoprendo
parte
maggiore di esso
cielo
.
SALV
. E finalmente,
posto
l'
occhio
nel
piano
della
bocca
del
pozzo
, si
scuopre
la
metà
del
cielo
o pochissimo meno, per la qual
passare
(
dato
che noi
fussimo
sotto l'
equinoziale
) ci vuol 12
ore
di
tempo
.
Già vi ho
disegnato
la
forma
del
sistema
Copernicano
: contro alla
verità
del quale
muove
prima
fierissimo
assalto
Marte
istesso, il quale, quando
fusse
vero
che
variasse
tanto le sue
distanze
dalla
Terra
che dalla
minima
alla
massima
lontananza
ci
fusse
differenza
quanto è due
volte
dalla
Terra
al
Sole
, sarebbe
necessario
che quando è a noi
vicinissimo
si
mostrasse
il suo
disco
piú
di 60
volte
maggiore di quello che si
mostra
quando è
lontanissimo
; tuttavia tal
diversità
di
apparente
grandezza
non ci si
scorge
, anzi nella
opposizione
al
Sole
, quando è vicino alla
Terra
, non si
mostra
né anco 4 o 5
volte
piú
grande
che quando, verso la
congiunzione
, viene
occultato
sotto i
raggi
del
Sole
. Altra e maggior
difficultà
ci fa
Venere
, che se
girando
intorno al
Sole
, come
afferma
il
Copernico
, gli
fusse
ora
sopra ed
ora
sotto,
allontanandosi
ed
appressandosi
a noi quanto
verrebbe
ad esser il
diametro
del
cerchio
da lei
descritto
, quando
fusse
sotto il
Sole
e a noi
vicinissima
,
dovrebbe
il suo
disco
mostrarcisi
poco meno di 40
volte
maggiore che quando è
superiore
al
Sole
,
vicina
all'altra sua
congiunzione
; tutta
via
la
differenza
è quasi
impercettibile
.
Aggiugnesi
un'altra
difficultà
: che quando il
corpo
di
Venere
sia per se stesso
tenebroso
, e solo
risplenda
, come la
Luna
, per l'
illuminazion
del
Sole
, come
par
ragionevole
, quando ella si
ritrova
sotto il
Sole
,
dovrebbe
mostrarcisi
falcata
, come la
Luna
quando
parimente
ell'è
vicina
al
Sole
:
accidente
che in lei non
apparisce
; per lo che il
Copernico
pronunziò
che ella o
fusse
lucida
per se medesima, o che la sua
materia
fusse
tale, che potesse
imbeversi
del
lume
solare
e quello
trasmettere
per tutta la sua
profondità
,
sí
che potesse
mostrarcisi
sempre
risplendente
: ed in questo modo
scusò
il
Copernico
il non
mutar
figura
in
Venere
, ma della poco
variata
grandezza
di lei non
disse
cosa veruna, e di
Marte
assai meno del suo
bisogno
,
credo
per non poter a sua
sodisfazion
salvare
un'
apparenza
tanto
repugnante
alla sua
posizione
: e pur,
persuaso
da tanti altri
rincontri
, ci si
mantenne
, e l'ebbe per
vera
. Oltre a queste
cose
, il far che tutti i
pianeti
,
insieme
con la
Terra
, si
muovano
intorno al
Sole
, come
centro
delle lor
conversioni
, e che la
Luna
sola
perturbi
cotale
ordine
, ed abbia il suo
movimento
proprio intorno alla
Terra
, e che
insieme
insieme
ed essa e la
Terra
e tutta la
sfera
elementare
si
muova
in un
anno
intorno al
Sole
,
par
che
alteri
in
guisa
l'
ordine
, che lo
renda
inverisimile
e
falso
. Queste son quelle
difficultà
che mi fanno
maravigliare
come
Aristarco
e il
Copernico
, che non può esser che non l'abbiano
osservate
, non le avendo poi potute
risolvere
, ad ogni modo abbiano per altri
mirabili
riscontri
confidato
tanto in quello che la
ragione
gli
dettava
, che pur
confidentemente
abbiano
affermato
, non poter la
struttura
dell'
universo
avere altra
forma
che la da loro
disegnata
. Ci sono poi altre
gravissime
e
bellissime
difficultà
, non
cosí
agevoli
da esser
risolute
da gli
ingegni
mediocri
, ma però
penetrate
e
dichiarate
dal
Copernico
, le quali noi
rimetteremo
piú
di sotto,
doppo
che
averemo
risposto
ad altre
opposizioni
di altri, che si
mostrano
contrarie
a questa
posizione
.
Ora
venendo alle
dichiarazioni
e
risposte
alle tre
addotte
gravissime
obiezioni
,
dico
che le due
prime
non solamente non
contrariano
al
sistema
Copernicano
, ma
grandemente
ed
assolutamente
lo
favoriscono
; perché e
Marte
e
Venere
si
mostrano
diseguali
a se stessi,
secondo
le
proporzioni
assegnate
, e
Venere
sotto il
Sole
si
mostra
falcata
, e
va
puntualmente
mutando
sue
figure
nello stesso modo che fa la
Luna
.
SAGR
. Ma com'è
stato
questo
occulto
al
Copernico
, e
manifesto
a voi?
SALV
. Queste
cose
non possono esser
comprese
se non
co
'
l
senso
della
vista
, il quale da
natura
non è
stato
conceduto
a gli
uomini
tanto
perfetto
, che sia potuto
arrivare
a
discerner
tali
differenze
; anzi pur lo
strumento
stesso del
vedere
a se medesimo
reca
impedimento
: ma
doppo
che all'
età
nostra è
piaciuto
a
Dio
di
concedere
all'
umano
ingegno
tanto
mirabil
invenzion
, di poter
perfezionar
la nostra
vista
co
'
l
multiplicarla
4, 6, 10, 20, 30 e 40
volte
,
infiniti
oggetti
che, o per la loro
lontananza
o per la loro
estrema
piccolezza
, ci erano
invisibili
, si sono
co
'
l
mezo
del
telescopio
resi
visibilissimi
.
SAGR
. Ma
Venere
e
Marte
non sono de gli
oggetti
invisibili
per la lor
lontananza
o
piccolezza
, anzi pur gli
comprendiamo
noi con la
semplice
vista
naturale
: perché dunque non
distinguiamo
noi le
differenze
delle
grandezze
e
figure
loro?
SALV
. In questo ci ha gran
parte
l'
impedimento
del nostro
occhio
stesso, come pur
ora
vi ho
accennato
, dal quale gli
oggetti
risplendenti
e
lontani
non ci vengono
rappresentati
semplici
e
schietti
; ma ce gli
porge
inghirlandati
di
raggi
avventizii
e
stranieri
,
cosí
lunghi
e
folti
, che il lor
nudo
corpicello
ci si
mostra
ingrandito
10, 20, 100 e mille
volte
piú
di quello che ci si
rappresenterebbe
quando se gli
levasse
il
capellizio
radioso
non suo.
SAGR
.
Ora
mi
sovviene
d'aver
letto
non
so
che in questa
materia
, non
so
se nelle
Lettere
Solari
o nel
Saggiatore
del nostro
amico
comune
: ma non sarà se non
bene
,
sí
per
ridurlo
in
memoria
a me
sí
per
intelligenza
del
signor
Simplicio
, che forse non ha
viste
tali
scritture
,
dichiararci
piú
distintamente
come sta questo
negozio
, la cui
cognizione
penso
che sia molto
necessaria
per ben
restar
capace
di quello che
ora
si
tratta
.
SIMP
. A me
veramente
giugne
nuovo
tutto quello che di
presente
vien
portato
dal
signor
Salviati
; ché, per
dire
il
vero
, non ho
auto
curiosità
di
legger
cotesti
libri
, né ho sin qui
prestato
molta
fede
all'
occhiale
nuovamente
introdotto
, anzi,
seguendo
le
pedate
de gli altri
filosofi
peripatetici
miei
consorti
, ho
creduto
esser
fallacie
e
inganni
de i
cristalli
quelle che altri hanno
ammirate
per
operazioni
stupende
: e però, quando io sia sin qui
stato
in
errore
, mi sarà
caro
d'esserne
cavato
; e
allettato
dall'altre
novità
udite
da voi, starò
piú
attentamente
a
sentire
il
resto
.
SALV
. La
confidenza
che hanno questi tali
uomini
del proprio loro
accorgimento
è non meno
fuor
di
ragione
di quel che sia la poca
stima
che fanno del
giudizio
altrui; ed è gran cosa che si
stimino
atti
a poter
giudicar
meglio
d'un tale
strumento
senza averlo mai
sperimentato
, che quelli che mille e mille
esperienze
ne hanno fatte e ne fanno ogni
giorno
. Ma
lasciamo
, di
grazia
, questa
sorta
di
pervicaci
, che non si possono né anco
tassare
senza
onorargli
piú
che non
meritano
: e
tornando
al nostro
proposito
,
dico
che gli
oggetti
risplendenti
, o sia che il loro
lume
si
refranga
nella
umidità
che è sopra le
pupille
, o si
refletta
ne gli
orli
delle
palpebre
,
spargendo
i suoi
raggi
reflessi
sopra le medesime
pupille
, o sia pur per altra
cagione
, si
mostrano
all'
occhio
nostro
circondati
di
nuovi
raggi
, e perciò maggiori assai di quello che ci si
rappresenterebbero
i
corpi
loro
spogliati
di tale
irradiazione
; e questo
ingrandimento
si fa con maggiore e maggior
proporzione
secondo
che tali
oggetti
lucidi
son
minori
e
minori
, in quella
guisa
appunto
che se noi
supponessimo
che il
ricrescimento
de'
crini
risplendenti
fusse
,
verbigrazia
, quattro
dita
, la qual
giunta
fatta intorno a un
cerchio
che avesse quattro
dita
di
diametro
accrescerebbe
nove
volte
la sua
apparente
grandezza
, ma...
SIMP
.
Dubito
che voi abbiate voluto
dir
tre
volte
; perché
aggiunto
quattro
dita
di qua e quattro di
là
al
diametro
d'un
cerchio
che sia pur quattro
dita
, si viene a
triplicar
la sua
quantità
, e non a
crescerla
nove
volte
.
SALV
. Un poco di
geometria
,
signor
Simplicio
. È
vero
che '
l
diametro
cresce
tre
volte
, ma la
superficie
, che è quella della quale noi
parliamo
,
cresce
nove
volte
; perché,
signor
Simplicio
, le
superficie
de i
cerchi
son fra di loro come i
quadrati
de i lor
diametri
, ed un
cerchio
che abbia quattro
dita
di
diametro
ad un altro che ne abbia
dodici
ha quella
proporzione
che ha il
quadrato
di quattro al
quadrato
di
dodici
, cioè che ha 16 a 144, e però sarà maggior di quello nove
volte
, e non tre: che sia per
avvertimento
al
signor
Simplicio
. E
seguendo
avanti, se noi
aggiugneremo
la
capellatura
medesima di quattro
dita
a un
cerchio
che avesse due
dita
di
diametro
solamente, già il
diametro
della
ghirlanda
sarebbe dieci
dita
, e la
piazza
del
cerchio
all'
area
del
nudo
corpicello
sarebbe come 100 a 4, ché tali sono i
quadrati
di 10 e di 2; l'
ingrandimento
dunque sarebbe di 25
volte
tanto: e finalmente le 4
dita
di
crini
aggiunte
a un
picciol
cerchio
d'un
dito
di
diametro
l'
ingrandirebbero
81
volta
: e
cosí
continuamente
i
ricrescimenti
si fanno con maggior e maggior
proporzione
,
secondo
che gli
oggetti
reali
, che si
ricrescono
, son
minori
e
minori
.
SAGR
. La
difficultà
che ha
dato
fastidio
al
signor
Simplicio
,
veramente
non l'ha
dato
a me, ma son
bene
alcune altre
cose
delle quali io
desidero
piú
chiara
intelligenza
; ed in
particolare
vorrei
intendere
sopra qual
fondamento
voi
affermate
che tale
ricrescimento
sia sempre
eguale
in tutti gli
oggetti
visibili
.
SALV
. Già mi son io in
parte
dichiarato
, mentre ho
detto
ricrescer
solamente gli
oggetti
lucidi
, e non gli
oscuri
;
ora
aggiungo
il
rimanente
: che degli
oggetti
risplendenti
quelli che son di
luce
piú
viva
, maggior fanno e
piú
forte
la
reflessione
sopra la nostra
pupilla
, onde molto
piú
mostrano
d'
ingrandirsi
che i
manco
lucidi
. E per non mi
distender
piú
lungamente
sopra questo
particolare
,
venghiamo
a quello che la
vera
maestra
ci
insegna
.
Guardiamo
questa
sera
, quando l'
aria
sia
bene
scurita
, la
stella
di
Giove
; noi la
vedremo
raggiante
assai e molto
grande
: facciamo poi
passar
la
vista
nostra per un
cannello
, o anco per un
piccolo
spiraglio
che,
strignendo
il
pugno
ed
accostandocelo
all'
occhio
,
lasceremo
tra la
palma
della
mano
e le
dita
, o
veramente
per un
foro
fatto
con un
sottile
ago
in una
carta
;
vedremo
il
disco
del medesimo
Giove
spogliato
de i
raggi
, ma
cosí
piccolo
che ben lo
giudicheremo
minore
anco della
sessantesima
parte
di quello che ci
apparisce
la sua gran
fiaccola
veduta
con l'
occhio
libero
: potremo
doppo
riguardare
il
Cane
,
stella
bellissima
e maggior di tutte l'altre
fisse
, la quale all'
occhio
libero
si
rappresenta
non gran
fatto
minor
di
Giove
; ma
toltagli
poi nel modo
detto
la
capellatura
, si
vedrà
il suo
disco
cosí
piccolo
, che ben non si
giudicherà
la
ventesima
parte
di quel di
Giove
, anzi chi non è di
vista
perfettissima
a gran
fatica
lo
scorgerà
: dal che si può
ragionevolmente
concludere
che tale
stella
, come quella che è di un
lume
grandemente
piú
vivo
che quel di
Giove
, fa la sua
irradiazione
maggiore che
Giove
la sua. L'
irradiazion
poi del
Sole
e della
Luna
è come nulla, mediante la
grandezza
loro, la quale
occupa
per sé
sola
tanto
spazio
nell'
occhio
nostro, che non
lascia
luogo
per i
raggi
avventizii
; tal che i
dischi
loro si
veggono
tosi
e
terminati
. Potremo
assicurarci
della medesima
verità
con un'altra
esperienza
, da me
piú
volte
fatta;
assicurarci
,
dico
, come i
corpi
splendenti
di
luce
piú
vivace
si
irraggiano
assai
piú
che quelli che sono di
luce
piú
languida
. Io ho
piú
volte
veduto
Giove
e
Venere
insieme
,
lontani
dal
Sole
25 o 30
gradi
, ed essendo l'
aria
assai
imbrunita
,
Venere
pareva
bene
8 ed anco 10
volte
maggior di
Giove
, mentre però si
riguardavono
con l'
occhio
libero
; ma
guardati
poi
co
'
l
telescopio
, il
disco
di
Giove
si
scorgeva
veramente
maggior quattro e
piú
volte
di quel di
Venere
, ma la
vivacità
dello
splendor
di
Venere
era
incomparabilmente
maggiore della
luce
languidissima
di
Giove
: il che da altro non
procedeva
che dall'esser
Giove
lontanissimo
dal
Sole
e da noi, e
Venere
vicina
a noi ed al
Sole
.
Dichiarate
queste
cose
, non sarà
difficile
a
intender
come possa esser che
Marte
, quand'è all'
opposizion
del
Sole
, e però vicino a
Terra
sette
volte
e
piú
che quando è verso la
congiunzione
, appena ci si
mostri
maggiore 4 o 5
volte
in quello
stato
che in questo, mentre lo
doveremmo
vedere
piú
di 50
volte
tanto: di che la
sola
irradiazione
è
causa
; ché se noi lo
spoglieremo
de i
raggi
avventizii
, lo
troveremo
precisamente
ingrandito
con la
debita
proporzione
: per
levargli
poi la
chioma
, il
telescopio
è l'
unico
e l'
ottimo
mezo
, il quale,
ingrandendo
il suo
disco
900
o mille
volte
, ce lo fa
veder
nudo
e
terminato
come quel della
Luna
, e
differente
da se stesso nelle due
posizioni
secondo
la
debita
proporzione
a
capello
. In
Venere
poi, che nella sua
congiunzion
vespertina
, quando è sotto il
Sole
, si
dovrebbe
mostrar
quasi 40
volte
maggiore che nell'altra
congiunzion
mattutina
, e pur non si
vede
né anco
raddoppiata
,
accade
, oltre all'
effetto
della
irradiazione
, ch'ell'è
falcata
, e le sue
corna
, oltre all'esser
sottili
,
ricevono
il
lume
del
Sole
obliquamente
, e però assai
languido
, talché, per esser poco e
debile
, meno
ampla
e
vivace
si fa la sua
irradiazione
che quando si
mostra
a noi
co
'
l
suo
emisferio
tutto
lucido
; ma però il
telescopio
apertamente
ci
mostra
le sue
corna
cosí
terminate
e
distinte
come quelle della
Luna
, e
veggonsi
come di un
cerchio
grandissimo
, ed a
proporzione
maggiori quelle quasi 40
volte
del suo medesimo
disco
, quando è
superiore
al
Sole
nell'
ultima
sua
apparizion
mattutina
.
SAGR
. Oh
Niccolò
Copernico
, qual
gusto
sarebbe
stato
il tuo nel
veder
con
sí
chiare
esperienze
confermata
questa
parte
del tuo
sistema
!
SALV
.
Sí
; ma quanto
minore
la
fama
della
sublimità
del suo
ingegno
appresso a gl'
intendenti
! mentre si
vede
, come pur
dissi
dianzi
, aver egli
costantemente
continuato
nell'
affermare
,
scorto
dalle
ragioni
, quello di cui le
sensate
esperienze
mostravano
il
contrario
: che io non posso
finir
di
stupire
ch'egli abbia pur
costantemente
voluto
persistere
in
dir
che
Venere
giri
intorno al
Sole
, ed a noi sia
meglio
di sei
volte
piú
lontana
una
volta
che un'altra, e pur sempre si
mostri
eguale
a se stessa, quando ella
dovrebbe
mostrarsi
quaranta
volte
maggiore.
SAGR
. In
Giove
, in
Saturno
ed in
Mercurio
credo
pur che si
devano
veder
ancor le
differenze
delle lor
grandezze
apparenti
puntualmente
rispondere
alle lor
variate
lontananze
.
SALV
. Ne' due
superiori
le ho io
precisamente
osservate
quasi ogni
anno
da
ventidua
anni
in qua: in
Mercurio
non si può fare
osservazione
di
momento
, per non si
lasciar
egli
vedere
se non nelle sue
massime
digressioni
dal
Sole
, nelle quali le sue
distanze
dalla
Terra
sono
insensibilmente
diseguali
e però tali
differenze
inosservabili
, come anco le
mutazioni
di
figure
, che
assolutamente
bisogna che
seguano
come in
Venere
; e quando lo
vediamo
,
dovrebbe
mostrarsi
in
figura
di
mezo
cerchio
, come fa
Venere
ancora nelle sue
massime
digressioni
; ma il suo
disco
è tanto
piccolo
e '
l
suo
splendore
tanto
vivace
, per esser egli
cosí
vicino al
Sole
, che non
basta
la
virtú
del
telescopio
a
radergli
il
crine
,
sí
che egli
apparisca
tutto
tosato
.
Restaci
da
rimuover
quella che
pareva
grande
sconvenevolezza
nel
moto
della
Terra
, cioè che,
volgendosi
tutti i
pianeti
intorno al
Sole
, ella solamente non
solitaria
come gli altri, ma in
compagnia
della
Luna
,
insieme
con tutta la
sfera
elementare
,
andasse
in un
anno
intorno al
Sole
, ed
insieme
insieme
si
movesse
l'
istessa
Luna
ogni
mese
intorno alla
Terra
. Qui è
forza
esclamar
un'altra
volta
ed
esaltare
l'
ammirabil
perspicacità
del
Copernico
ed
insieme
compiagner
la sua
disavventura
, poiché egli non
vive
al nostro
tempo
, quando, per
tòr
via
l'
apparente
assurdità
del
movimento
in
conserva
della
Terra
e della
Luna
,
vediamo
Giove
, quasi un'altra
Terra
, non in
conserva
di una
Luna
, ma
accompagnato
da quattro
Lune
,
andare
intorno al
Sole
in 12
anni
, con tutto quello che può esser
contenuto
dentro a gli
orbi
delle quattro
stelle
Medicee
.
SAGR
. Per qual
cagione
chiamate
voi
Lune
i quattro
pianeti
gioviali
?
SALV
. Tali si
rappresentan
elleno
a chi stando in
Giove
le
riguardasse
. Imperocché esse per se stesse son
tenebrose
, e dal
Sole
ricevono
il
lume
, il che è
manifesto
dal suo
rimaner
eclissate
quando
entrano
nel
cono
dell'
ombra
di
Giove
e perché di esse
vien
solamente
illuminato
l'
emisferio
che
riguarda
verso il
Sole
, a noi, che siamo
fuor
de i loro
orbi
e
piú
vicini
al
Sole
, si
mostrano
sempre tutte
lucide
; ma a chi
fusse
in
Giove
si
mostrerebbero
tutte
luminose
quando
fussero
nelle
parti
superiori
de i lor
cerchi
, ma nelle
parti
inferiori
, cioè tra
Giove
e '
l
Sole
, da
Giove
si
scorgerebbon
falcate
: ed in
somma
farebbero
a i
Gioviali
le
mutazioni
stesse di
figure
che a noi
Terrestri
fa la
Luna
.
Vedete
ora
quanto
mirabilmente
si
accordano
co
'
l
sistema
Copernicano
queste tre
prime
corde
, che da
principio
parevan
sí
dissonanti
. Di qui potrà intanto il
signor
Simplicio
vedere
con quanta
probabilità
si possa
concludere
che non la
Terra
, ma il
Sole
, sia nel
centro
delle
conversioni
de i
pianeti
: e poiché la
Terra
vien
collocata
tra i
corpi
mondani
che
indubitatamente
si
muovono
intorno al
Sole
, cioè sopra
Mercurio
e
Venere
, e sotto a
Saturno
,
Giove
e
Marte
, come
parimente
non sarà
probabilissimo
e forse
necessario
concedere
che essa ancora gli
vadia
intorno?
SIMP
. Questi
accidenti
son tanto
grandi
e
cospicui
, che non è
possibile
che
Tolomeo
e gli altri suoi
seguaci
non ne abbiano avuto
cognizione
, ed
avendol
auta
, è pur
necessario
che abbiano ancor
trovata
maniera
di
render
di tali e
cosí
sensate
apparenze
sufficiente
ragione
, ed anco assai
congrua
e
verisimile
, poiché per
sí
lungo
tempo
è stata
ricevuta
da tanti e tanti.
SALV
. Voi molto ben
discorrete
; ma
sappiate
che il
principale
scopo
de i
puri
astronomi
è il
render
solamente
ragione
delle
apparenze
ne i
corpi
celesti
, ed ad esse ed a i
movimenti
delle
stelle
adattar
tali
strutture
e
composizioni
di
cerchi
, che i
moti
secondo
quelle
calcolati
rispondano
alle medesime
apparenze
, poco
curandosi
di
ammetter
qualche
esorbitanza
che in
fatto
, per altri
rispetti
, avesse del
difficile
: e l'istesso
Copernico
scrive
, aver egli ne'
primi
suoi
studii
restaurata
la
scienza
astronomica
sopra le medesime
supposizioni
di
Tolomeo
, e in
maniera
ricorretti
i
movimenti
de i
pianeti
, che molto
aggiustatamente
rispondevano
i
computi
all'
apparenze
e l'
apparenze
a i
calcoli
, tuttavia però che si
prendeva
separatamente
pianeta
per
pianeta
; ma
soggiugne
che nel voler poi
comporre
insieme
tutta la
struttura
delle
fabbriche
particolari
, ne
risultava
un
mostro
ed una
chimera
composta
di
membra
tra di loro
sproporzionatissime
e del tutto
incompatibili
,
sí
che, quantunque si
sodisfacesse
alla
parte
dell'
astronomo
puro
calcolatore
, non però ci
era
la
sodisfazione
e
quiete
dell'
astronomo
filosofo
. E perché egli molto ben
intendeva
, che se con
assunti
falsi
in
natura
si
potevan
salvar
le
apparenze
celesti
, molto
meglio
ciò si sarebbe potuto
ottenere
dalle
vere
supposizioni
, si
messe
a
ricercar
diligentemente
se alcuno tra gli
antichi
uomini
segnalati
avesse
attribuita
al
mondo
altra
struttura
che la
comunemente
ricevuta
di
Tolomeo
; e
trovando
che alcuni
Pitagorici
avevano in
particolare
attribuito
alla
Terra
la
conversion
diurna
, ed altri il
movimento
annuo
ancora,
cominciò
a
rincontrar
con queste due
nuove
supposizioni
le
apparenze
e le
particolarità
de i
moti
de i
pianeti
, le quali tutte
cose
egli aveva
prontamente
alle
mani
, e
vedendo
il tutto con
mirabil
facilità
corrisponder
con le sue
parti
,
abbracciò
questa
nuova
costituzione
ed in essa si
quietò
.
SIMP
. Ma quali
esorbitanze
sono nella
costituzione
tolemaica
, che maggiori non ne sieno in questa
copernicana
?
SALV
. Sono in
Tolomeo
le
infermità
, e nel
Copernico
i
medicamenti
loro. E prima, non
chiameranno
tutte le sette de i
filosofi
grande
sconvenevolezza
che un
corpo
naturalmente
mobile
in
giro
si
muova
irregolarmente
sopra il proprio
centro
, e
regolarmente
sopra un altro
punto
? e pur di tali
movimenti
difformi
sono nella
fabbrica
di
Tolomeo
ma nel
Copernico
tutti sono
equabili
intorno al proprio
centro
. In
Tolomeo
bisogna
assegnare
a i
corpi
celesti
movimenti
contrarii
, e far che tutti si
muovano
da
levante
a
ponente
ed
insieme
insieme
da
ponente
verso
levante
; che nel
Copernico
son tutte le
revoluzion
celesti
per un
sol
verso, da
occidente
in
oriente
. Ma che
diremo
noi dell'
apparente
movimento
de i
pianeti
, tanto
difforme
che non solamente
ora
vanno
veloci
ed
ora
piú
tardi
, ma talvolta del tutto si
fermano
, ed anco dopo per molto
spazio
ritornano
in dietro? per la quale
apparenza
salvare
introdusse
Tolomeo
grandissimi
epicicli
,
adattandone
un per uno a
ciaschedun
pianeta
, con alcune
regole
di
moti
incongruenti
, li quali tutti con un
semplicissimo
moto
della
Terra
si
tolgono
via
. E non
chiamereste
voi,
signor
Simplicio
,
grandissimo
assurdo
se nella
costruzion
di
Tolomeo
, dove a ciascun
pianeta
sono
assegnati
proprii
orbi
, l'uno
superior
all'altro,
bisognasse
bene
spesso
dire
che
Marte
,
costituito
sopra la
sfera
del
Sole
,
calasse
tanto che,
rompendo
l'
orbe
solare
, sotto a quello
scendesse
, ed alla
Terra
piú
che il
corpo
solare
si
avvicinasse
, e poco appresso sopra il medesimo
smisuratamente
si
alzasse
? e pur questa ed altre
esorbitanze
dal solo e
semplicissimo
movimento
annuo
della
Terra
vengono
medicate
.
SAGR
. Queste
stazioni
,
regressi
e
direzioni
, che sempre mi son
parse
grandi
improbabilità
, vorrei io
meglio
intendere
come
procedano
nel
sistema
Copernicano
.
§
vedi
figura
21
SALV
. Voi,
signor
Sagredo
, le
vedrete
proceder
talmente
, che questa
sola
coniettura
dovrebbe
esser
bastante
, a chi non
fusse
più che
protervo
o
indisciplinabile
. a farlo
prestar
l'
assenso
a tutto il
rimanente
di tal
dottrina
. Vi
dico
dunque che, nulla
mutato
nel
movimento
di
Saturno
di 30
anni
in quel di
Giove
di 12, in quel di
Marte
di 2, in quel di
Venere
di 9
mesi
, e in quel di
Mercurio
di 80
giorni
incirca
, il solo
movimento
annuo
della
Terra
tra
Marte
e
Venere
cagiona
le
apparenti
inegualità
ne'
moti
di tutte le 5
stelle
nominate
: e per
facile
e
piena
intelligenza
del tutto ne voglio
descriver
la sua
figura
Per tanto
supponete
nel
centro
o esser
collocato
il
Sole
, intorno al quale
noteremo
l'
orbe
descritto
dalla
Terra
co
'
l
movimento
annuo
B
G
M
, ed il
cerchio
descritto
,
verbigrazia
, da
Giove
intorno al
Sole
in 12
anni
sia questo
b
g
m
, e nella
sfera
stellata
intendiamo
il
zodiaco
y
u
s
; in oltre nell'
orbe
annuo
della
Terra
prenderemo
alcuni
archi
eguali
BC
,
CD
, DE,
EF
,
FG
,
GH
H
I, I
K
,
K
L
,
L
M
, e nel
cerchio
di
Giove
noteremo
altri
archi
passati
ne' medesimi
tempi
ne' quali la
Terra
passa
i suoi, che sieno
bc
,
cd
, de,
ef
,
fg
,
gh
,
hi
,
ik
,
kl
,
lm
, che saranno a
proporzione
ciascheduno
minor
di quelli
notati
nell'
orbe
della
Terra
,
sí
come il
movimento
di
Giove
sotto il
zodiaco
è
piú
tardo
dell'
annuo
.
Supponendo
ora
, che quando la
Terra
è in
B
,
Giove
sia in
b
, ci
apparirà
a noi nel
zodiaco
essere
in
p
,
tirando
la
linea
retta
B
b
p
:
intendasi
ora
la
Terra
mossa
da
B
in
C
, e
Giove
da
b
in
c
nell'istesso
tempo
; ci
apparirà
Giove
esser venuto nel
zodiaco
in
q
, e
mosso
direttamente
2
secondo
l'
ordine
de'
segni
p
,
q
:
passando
poi la
Terra
in D, e
Giove
in d si
vedrà
nel
zodiaco
in
r
, e da E
Giove
arrivato
in e
apparirà
nel
zodiaco
in
s
,
mosso
pur sempre
direttamente
. Ma
cominciando
poi la
Terra
a
interporsi
piú
dirittamente
tra
Giove
e '
l
Sole
, venuta che ella sia in
F
, e
Giove
in
f
, ci
apparirà
in
t
già aver
cominciato
a
ritornare
apparentemente
in dietro sotto il
zodiaco
; ed in quel
tempo
che la
Terra
averà
passato
l'
arco
E
F
,
Giove
si sarà
trattenuto
dentro a i
punti
s
,
t
, e
mostrandosi
a noi quasi
fermo
e
stazionario
. Venuta poi la
Terra
in
G
, e
Giove
in
g
all'
opposizion
del
Sole
, si
vedrà
nel
zodiaco
in
u
, e
grandemente
ritornato
in dietro per tutto l'
arco
del
zodiaco
t
U
, ancor che egli,
seguendo
sempre il suo
corso
uniforme
, sia
veramente
andato
innanzi non solo nel suo
cerchio
, ma nel
zodiaco
ancora,
rispetto
al
centro
di esso
zodiaco
ed al
Sole
, in quello
collocato
;
continuando
poi e la
Terra
e
Giove
i
movimenti
loro, venuta che sia la
Terra
in
H
e
Giove
in
h
, si
vedrà
grandemente
tornato
indietro
nel
zodiaco
per tutto l'
arco
u
x: venuta la
Terra
in I e
Giove
in i, nel
zodiaco
si sarà
apparentemente
mosso
per il
piccolo
spazio
x
y
, ed ivi
apparirà
stazionario
. Quando poi
conseguentemente
la
Terra
sarà venuta in
K
e
Giove
in
k
, nel
zodiaco
avrà
passato
l'
arco
y
n con
moto
diretto
; e
seguendo
il
corso
suo, la
Terra
da
L
vedrà
Giove
in
l
nel
punto
z
: e finalmente
Giove
in
m
si
vedrà
dalla
Terra
M
passato
in a, con
moto
pur
diretto
; e tutta la sua
apparente
retrogradazione
nel
zodiaco
sarà quanto è l'
arco
s
y
, fatta da
Giove
mentre che egli nel proprio
cerchio
passa
l'
arco
e i e la
Terra
nel suo l'
arco
E I. E questo che si è
detto
di
Giove
,
intendasi
di
Saturno
e di
Marte
ancora, ed in
Saturno
tali
regressi
esser alquanto
piú
frequenti
che in
Giove
, per esser il
moto
suo
piú
tardo
di quel di
Giove
,
sí
che la
Terra
in
piú
breve
spazio
di
tempo
lo
raggiugne
; in
Marte
poi son
piú
rari
, per
essere
il
moto
suo
piú
veloce
che quel di
Giove
, onde la
Terra
piú
tempo
spende
in
racquistarlo
. Quanto poi a
Venere
ed a
Mercurio
, i
cerchi
de i quali son
compresi
da quel della
Terra
,
appariscono
pur le loro
stazioni
e
regressi
cagionati
non da i
moti
di quelli, che
realmente
sien
tali, ma dal
moto
annuo
di essa
Terra
, come
acutamente
dimostra
il
Copernico
con
Apollonio
Pergeo
, nel
libro
5 delle sue
Revoluzioni
al
cap
. 35.
Voi
vedete
,
Signori
, con quanta
agevolezza
e
simplicità
il
moto
annuo
, quando
fusse
della
Terra
, si
accomoda
a
render
ragione
delle
apparenti
esorbitanze
che si
osservano
ne i
movimenti
de i cinque
pianeti
,
Saturno
,
Giove
,
Marte
,
Venere
e
Mercurio
,
levandole
via
tutte e
riducendole
a
moti
equabili
e
regolari
; e di questo
maraviglioso
effetto
è
stato
Niccolò
Copernico
il
primo
che ci ha
resa
manifesta
la
cagione
. Ma di un altro, non
men
di questo
ammirando
e che con
nodo
forse di
piú
difficile
scioglimento
strigne
l'
intelletto
umano
ad
ammetter
questa
annua
conversione
e
lasciarla
al nostro
globo
terrestre
,
nuova
ed
inopinata
coniettura
ce n'
arreca
il
Sole
stesso, il quale
mostra
di non aver voluto esso solo
sfuggir
l'
attestazione
di una
conclusione
tanto
insigne
, anzi, come
testimonio
maggior di ogni
eccezione
, ci è voluto
essere
a
parte
.
Sentite
dunque l'
alta
e
nuova
maraviglia
.
Fu il
primo
scopritore
ed
osservatore
delle
macchie
solari
,
sí
come di tutte l'altre
novità
celesti
, il nostro
Academico
Linceo
; e queste
scopers
'egli l'
anno
1610
,
trovandosi
ancora alla
lettura
delle
Matematiche
nello
Studio
di
Padova
, e
quivi
ed in
Venezia
ne
parlò
con
diversi
, de i quali alcuni
vivono
ancora: ed un
anno
doppo
le fece
vedere
in
Roma
a molti
Signori
, come egli
asserisce
nella prima delle sue
Lettere
al
signor
Marco
Velsero
,
Duumviro
d'
Augusta
. Esso fu il
primo
che, contro alle
opinioni
de i troppo
timidi
e troppo
gelosi
dell'
inalterabilità
del
cielo
,
affermò
tali
macchie
esser
materie
che in
tempi
brevi
si
producevano
e si
dissolvevano
; che, quanto al
luogo
, erano
contigue
al
corpo
del
Sole
, e che intorno a quello si
rigiravano
, o
vero
,
portate
dall'istesso
globo
solare
, che in se stesso circa il proprio
centro
nello
spazio
quasi di un
mese
si
rivolgesse
,
finivano
loro
conversioni
: il qual
moto
giudicò
sul
principio
farsi dal
Sole
intorno ad un
asse
eretto
al
piano
dell'
eclittica
,
atteso
che gli
archi
descritti
da esse
macchie
sopra il
disco
del
Sole
apparivano
all'
occhio
nostro
linee
rette
ed al
piano
dell'
eclittica
parallele
; le quali però venivano
alterate
in
parte
di alcuni
movimenti
accidentarii
,
vaganti
ed
irregolari
, a i quali
elleno
son
sottoposte
, e per i quali
tumultuariamente
e senza
ordine
alcuno si
vanno
tra di loro
mutando
di
sito
,
ora
accozzandosi
molte
insieme
,
ora
disseparandosi
, ed alcuna in
piú
dividendosi
, e
grandemente
mutandosi
di
figure
, per lo
piú
molto
stravaganti
. E benché tali
incostanti
mutazioni
alterassero
in
parte
il
periodico
primario
corso
di esse
macchie
, non fecero però
mutar
pensiero
all'
amico
nostro,
sí
che ei
credesse
che di tali
deviazioni
fusse
alcuna
cagione
essenziale
e
ferma
, ma
continuò
di
credere
che tutta l'
apparente
alterazione
derivasse
da quelle
accidentarie
mutazioni
; in quella
guisa
appunto
che
accaderebbe
a chi da
lontane
regioni
osservasse
il
moto
delle nostre
nugole
, le quali si
scorgerebbero
muoversi
di
moto
velocissimo
,
grande
e
costante
,
portate
dalla
vertigine
diurna
della
Terra
(quando tal
moto
fusse
suo) in
ventiquattr'
ore
per
cerchi
paralleli
all'
equinoziale
, ma però
alterati
in
parte
da i
movimenti
accidentarii
cagionatigli
da i
venti
, li quali verso
diverse
parti
del
mondo
casualmente
le
spingono
.
Occorse
in questo
tempo
che il
signor
Velsero
gli
mandò
alcune
lettere
scritte
da certo
finto
Apelle
in
materia
di queste
macchie
,
ricercandolo
con
instanza
che gli volesse
liberamente
dire
il suo
parere
sopra tali
lettere
, e di
piú
significargli
qual
fusse
l'
opinion
sua circa l'
essenza
di tali
macchie
: al che egli
sodisfece
con tre
Lettere
,
mostrando
prima quanto
fussero
vani
i
pensieri
di
Apelle
, e
scoprendogli
secondariamente
le proprie
opinioni
, con
predirgli
appresso che
assolutamente
Apelle
,
consigliatosi
meglio
col
tempo
,
era
per venire nella sua
opinione
,
sí
come poi
seguí
. E perché
parve
al nostro
Academico
(
sí
come
parve
anco ad altri
intelligenti
delle
cose
della
natura
) d'avere
investigato
e
dimostrato
nelle
dette
tre
Lettere
se non quanto si poteva dalla
curiosità
umana
desiderare
e
ricercare
, almeno quanto si poteva per
umani
discorsi
conseguire
in
cotal
materia
,
intermesse
per alcun
tempo
(
occupato
in altri
studii
) le
continuate
osservazioni
, e solo per
compiacere
a qualche
amico
, faceva seco tal
volta
alcuna
osservazione
alla
spezzata
; sin che
incontratosi
meco,
doppo
alcuni
anni
, essendo noi nella mia
villa
delle
Selve
, in una delle
solari
macchie
solitaria
, assai
grande
e
densa
,
invitati
anco da una
chiarissima
e
continuata
serenità
di
cielo
, si fecero a mia
richiesta
osservazioni
di tutto il
transito
di quella,
appuntando
diligentemente
sopra la
carta
i
luoghi
di
giorno
in
giorno
, nell'
ora
che il
Sole
si
trovava
nel
meridiano
; ed
accortici
come il
viaggio
suo non
era
altrimenti per
linea
retta
, ma alquanto
incurvata
, venimmo in
pensiero
di fare altre
osservazioni
di
tempo
in
tempo
: alla quale
impresa
gagliardamente
ci
stimulò
un
concetto
che
repentinamente
cascò
in
mente
all'
ospite
mio, e con tali
parole
mel
conferí
: "
Filippo
, a gran
conseguenza
mi
par
che ci si
apra
la
strada
. Imperocché, se l'
asse
intorno al quale si
rivolge
il
Sole
non è
eretto
perpendicolarmente
al
piano
dell'
eclittica
, ma sopra di quello è
inclinato
, come il pur
ora
osservato
passaggio
incurvato
mi
accenna
, tal
coniettura
avremo degli
stati
del
Sole
e della
Terra
, quale né
sí
ferma
né
sí
concludente
da verun altro
rincontro
non ne è sin qui stata
somministrata
". Io,
risvegliato
da
sí
alta
promessa
, gli
feci
instanza
acciò
apertamente
mi
scoprisse
il suo
concetto
. Ed egli: "Quando il
moto
annuo
sia della
Terra
per l'
eclittica
intorno al
Sole
, e che il
Sole
sia
costituito
nel
centro
di essa
eclittica
, ed in quello si
volga
in se stesso non intorno all'
asse
di essa
eclittica
(che sarebbe l'
asse
del
movimento
annuo
della
Terra
), ma sopra uno
inclinato
,
strane
mutazioni
converrà
che a noi si
rappresentino
ne i
movimenti
apparenti
delle
macchie
solari
, quando ben si
ponga
tale
asse
del
Sole
persister
perpetuamente
ed
immutabilmente
nella medesima
inclinazione
ed in una medesima
direzione
verso l'istesso
punto
dell'
universo
. Imperocché,
camminandogli
intorno il
globo
terrestre
al
moto
annuo
,
primieramente
converrà
che a noi,
portati
da quello, i
passaggi
delle
macchie
ben talvolta
appariscano
fatti
per
linee
rette
, ma questo due
volte
l'
anno
solamente, ed in tutti gli altri
tempi
si
mostreranno
fatti
per
archi
sensibilmente
incurvati
.
Secondariamente
, la
curvità
di tali
archi
per una
metà
dell'
anno
ci
apparirà
inclinata
al
contrario
di quello che si
scorgerà
nell'altra
metà
; cioè per sei
mesi
il
convesso
de gli
archi
sarà verso la
parte
superiore
del
disco
solare
, e per gli altri 6
mesi
verso l'
inferiore
.
Terzo
,
cominciando
ad
apparire
, e, per
cosí
dire
, a
nascere
, all'
occhio
nostro le
macchie
dalla
parte
sinistra
del
disco
solare
, ed
andando
ad
occultarsi
e a
tramontare
nella
parte
destra
, i
termini
orientali
, cioè delle
prime
comparite
, per sei
mesi
saranno
piú
bassi
de i
termini
opposti
delle
occultazioni
, e per altri sei
mesi
accaderà
per l'
opposito
, cioè che
nascendo
esse
macchie
da
punti
piú
elevati
e da quelli
descendendo
, ne i
corsi
loro verranno ad
ascondersi
in
punti
piú
bassi
, e per due
giorni
soli
di tutto l'
anno
saranno tali
termini
, de gli
orti
e de gli
occasi
,
equilibrati
;
doppo
i quali
libramenti
cominciando
pian
piano
l'
inclinazione
de i
viaggi
delle
macchie
, e di
giorno
in
giorno
facendosi maggiore, in tre
mesi
giugnerà
alla
somma
obbliquità
, e di
lí
cominciando
a
diminuirsi
, in altrettanto
tempo
si
ridurrà
all'altro
equilibrio
.
Accaderà
, per la
quarta
maraviglia
, che il
giorno
della
massima
obbliquità
sarà l'istesso che quello del
passaggio
fatto
per
linea
retta
, e nel
giorno
della
librazione
apparirà
l'
arco
del
viaggio
piú
che mai
incurvato
: ne gli altri
tempi
poi,
secondo
che la
pendenza
si
andrà
diminuendo
e
incamminandosi
verso l'
equilibrio
, l'
incurvazione
de gli
archi
de i
passaggi
, per l'
opposito
, si
andrà
agumentando
".
SAGR
. Io,
signor
Salviati
mio,
conosco
che l'
interrompervi
il
discorso
è
mala
creanza
; ma non
men
cattiva
stimo
che sia il
lasciarvi
diffonder
piú
lungamente
in
parole
, mentre
elle
vengano, come si dice,
buttate
al
vento
. Imperocché, a
dirla
liberamente
, io non mi
so
formar
concetto
alcuno
distinto
pur di una delle
conclusioni
che avete
pronunziate
: ma perché,
apprese
cosí
in
generale
ed in
confuso
, mi si
rappresentano
cose
di
ammirabili
conseguenze
, vorrei
pure
in qualche
maniera
esserne
fatto
capace
.
SALV
. L'istesso che
accade
a voi,
avvenne
a me ancora, mentre con
nude
parole
mi furon
portate
dal mio
ospite
; il quale mi
agevolò
poi l'
intelligenza
col
figurarmi
il
fatto
sopra uno
strumento
materiale
, che non fu altro che una
semplice
sfera
,
servendosi
di alcuni de' suoi
cerchi
, ma in altro
uso
di quello al quale
comunemente
sono
ordinati
.
Ora
, in
difetto
della
sfera
,
supplirò
con farne
disegni
in
carta
,
secondo
che
bisognerà
. E per
rappresentare
il
primo
accidente
da me
proposto
, il quale fu che i
passaggi
delle
macchie
due
volte
l'
anno
solamente potevano
apparir
fatti
per
linee
rette
,
figuriamoci
questo
punto
O esser
centro
dell'
orbe
magno
, o
vogliam
dire
dell'
eclittica
, e
parimente
ancora del
globo
dell'istesso
Sole
, del quale, mediante la gran
distanza
che è tra esso e la
Terra
, possiamo
suppor
noi
terreni
di
vederne
la
metà
; però
descriveremo
questo
cerchio
A
B
C
D intorno al medesimo
centro
O, il quale ci
rappresenti
il
termine
estremo
che
divide
e
separa
l'
emisferio
del
Sole
a noi
apparente
dall'altro
occulto
. E perché l'
occhio
nostro, non meno che '
l
centro
della
Terra
, s'
intende
esser nel
piano
dell'
eclittica
, nel quale è
parimente
il
centro
del
Sole
, però, se ci
rappresenteremo
il
corpo
solare
esser
segato
dal
detto
piano
, la
sezione
all'
occhio
nostro
apparirà
una
linea
retta
, quale sia la
B
O D;
§
vedi
figura
22
e
posta
sopra di essa la
perpendicolare
A O
C
, sarà l'
asse
di essa
eclittica
e del
moto
annuo
del
globo
terrestre
.
Intendiamo
ora
il
corpo
solare
(senza
mutar
centro
)
rivolgersi
in se stesso, non già intorno all'
asse
A O
C
(che è l'
eretto
al
piano
dell'
eclittica
), ma intorno ad uno alquanto
inclinato
, qual sia questo E O I, il quale
asse
fisso
ed
immutabile
si
mantenga
perpetuamente
nella medesima
inclinazione
e
direzione
verso i medesimi
punti
del
firmamento
e dell'
universo
, e perché nelle
revoluzioni
del
solar
globo
ciaschedun
punto
della sua
superficie
(
trattone
i
poli
)
descrive
la
circonferenza
d'un
cerchio
, o maggiore o
minore
secondo
ch' e' si
ritrova
piú
o
men
remoto
da essi
poli
,
preso
il
punto
F
egualmente
distante
da quelli,
segniamo
il
diametro
F
O
G
, che sarà
perpendicolare
all'
asse
E I e sarà
diametro
del
cerchio
massimo
descritto
intorno a i
poli
E, I.
Posto
ora
che la
Terra
, e noi con lei, sia in tal
luogo
dell'
eclittica
che l'
emisferio
del
Sole
a noi
apparente
venga
terminato
dal
cerchio
A
B
C
D, il quale,
passando
(come sempre fa) per i
poli
A,
C
,
passi
ancora per li E, I, è
manifesto
che il
cerchio
massimo
il cui
diametro
è
F
G
, sarà
eretto
al
cerchio
A
B
C
D; al quale è
perpendicolare
il
raggio
che dall'
occhio
nostro
casca
sopra il
centro
O; onde il medesimo
raggio
cade
nel
piano
del
cerchio
il cui
diametro
è
F
G
, e però la sua
circonferenza
ci
apparirà
una
linea
retta
, e l'
istessa
che
F
G
: per lo che qualunque
volta
nel
punto
F
fusse
una
macchia
, venendo poi
portata
dalla
solar
conversione
,
segnerebbe
sopra la
superficie
del
Sole
la
circonferenza
di quel
cerchio
che a noi
appare
una
linea
retta
.
Retto
dunque
apparirà
il suo
passaggio
; e
retti
ancora
appariranno
i
movimenti
di altre
macchie
le quali nell'
istessa
revoluzione
descrivessero
minor
cerchi
, per esser tutti
paralleli
al
massimo
, e l'
occhio
nostro
posto
in
distanza
immensa
da quelli.
Ora
, se voi
considererete
come,
doppo
che avrà
scorso
la
Terra
in sei
mesi
la
metà
dell'
orbe
magno
e si sarà
costituita
incontro
all'
emisferio
del
Sole
che
ora
ci è
occulto
,
sí
che il
terminator
della
parte
che allor sarà
veduta
sia l'istesso
cerchio
A
B
C
D, che pur
passerà
per li
poli
E, I,
intenderete
che l'istesso
accaderà
de i
viaggi
delle
macchie
, cioè che tutti
appariranno
fatti
per
linee
rette
: ma perché tale
accidente
non ha
luogo
se non quando il
terminator
passa
per i
poli
E, I, ed esso
terminatore
di
momento
in
momento
, mediante il
moto
annuo
della
Terra
, si
va
mutando
, però
momentaneo
è il suo
passar
per i
poli
fissi
E, I, ed in
conseguenza
momentaneo
è il
tempo
dell'
apparir
diritti
i
moti
di esse
macchie
. Da questo che sin qui si è
detto
, si viene a
comprendere
ancora come, essendo l'
apparizione
e
principio
del
moto
delle
macchie
dalla
parte
F
,
procedendo
verso
G
, i
passaggi
loro sono dalla
sinistra
,
ascendendo
verso la
destra
; ma
posta
la
Terra
nella
parte
diametralmente
opposta
, la
comparsa
delle
macchie
intorno a
G
sarà
bene
alla
sinistra
del
riguardante
, ma il
passaggio
sarà
descendente
verso la
destra
F.
Figuriamoci
ora
la
Terra
esser
situata
per una
quarta
lontana
dal
presente
stato
, e
segniamo
in quest'altra
figura
il
terminatore
A
B
C
D e l'
asse
, come prima, A
C
, per il quale
passerebbe
il
piano
del nostro
meridiano
, nel qual
piano
sarebbe ancora l'
asse
della
revoluzion
del
Sole
, con i suoi
poli
, uno verso di noi, cioè nell'
emisferio
apparente
, il qual
polo
rappresenteremo
col
punto
E, e l'altro
caderà
nell'
emisferio
occulto
, e lo
noto
I.
Inclinando
dunque l'
asse
E I con la
superior
parte
E verso noi, il
cerchio
massimo
descritto
dalla
conversion
del
Sole
sarà questo
B
F
D
G
, la cui
metà
da noi
veduta
, cioè
B
F
D, non
piú
ci
apparirà
una
linea
retta
, per non esser i
poli
E, I nella
circonferenza
A
B
C
D, ma si
mostrerà
incurvata
e col suo
convesso
verso la
parte
inferiore
C
, ed è
manifesto
che l'istesso
apparirà
di tutti i
cerchi
minori
paralleli
al
massimo
B
F
D.
Intendesi
ancora, che quando la
Terra
sarà
diametralmente
opposta
a questo
stato
,
sí
che
vegga
l'altro
emisferio
del
Sole
, il quale
ora
è
occulto
,
vedrà
del medesimo
cerchio
massimo
la
parte
D
G
B
incurvata
col suo
convesso
verso la
parte
superiore
A; e i
corsi
delle
macchie
in queste
costituzioni
saranno prima per l'
arco
B
F
D e poi per l'altro D
G
B
, e le lor
prime
apparizioni
e l'
ultime
occultazioni
, fatte intorno a i
punti
B
, D, saranno
equilibrate
, e non quelle
piú
o meno
elevate
di queste.
§
vedi
figura
23
Ma se noi
porremo
la
Terra
in tal
luogo
dell'
eclittica
, che né il
finitore
A
B
C
D né il
meridiano
AC
passi
per i
poli
dell'
asse
E I, come
adesso
vi
mostro
disegnando
questa
terza
figura
, dove il
polo
apparente
E
casca
tra l'
arco
del
terminatore
A
B
e la
sezione
del
meridiano
A
C
, il
diametro
del
cerchio
massimo
sarà
F
O
G
ed il
semicerchio
apparente
F
N
G
, e l'
occulto
G
S
F
: quello,
incurvato
col suo
convesso
N verso la
parte
inferiore
; e questo,
piegato
col suo
colmo
S
verso la
parte
superiore
del
Sole
: gl'
ingressi
e l'
uscite
delle
macchie
, cioè i
termini
F
,
G
, non saranno
librati
, come i
passati
B
, D, ma l'
F
piú
basso
e '
l
G
piú
alto
ma ben con
minor
differenza
che nella prima
figura
; l'
arco
ancora
F
N
G
sarà
incurvato
, ma non tanto quanto il
precedente
B
F
D: onde in tal
costituzione
i
passaggi
delle
macchie
saranno
ascendenti
dalla
parte
sinistra
F
verso la
destra
G
, e saranno
fatti
per
linee
curve
. Ed
intendendo
la
Terra
esser
collocata
nel
sito
diametralmente
opposto
,
sí
che l'
emisferio
del
Sole
adesso
occulto
sia il
veduto
, e dal medesimo
finitore
A
B
C
D
terminato
,
manifestamente
si
scorge
che il
corso
delle
macchie
sarà per l'
arco
G
S
F
,
cominciando
dal
punto
sublime
G
, che pur sarà dalla
sinistra
del
riguardante
, ed
andando
a
terminare
,
descendendo
verso la
destra
, nel
punto
F.
Inteso
quanto sin qui ho
esposto
, non
credo
che
resti
difficultà
veruna in
comprender
come dal
passare
il
terminatore
dei
solari
emisferi
per i
poli
della
conversion
del
Sole
o a quelli vicino o
lontano
,
nascono
tutte le
diversità
ne gli
apparenti
viaggi
delle
macchie
,
sí
che quanto
piú
essi
poli
saranno
lontani
da esso
terminatore
, tanto
piú
i
detti
viaggi
saranno
incurvati
e meno
obbliqui
onde nella
massima
lontananza
, che è quando
detti
poli
sono nella
sezion
del
meridiano
, la
curvità
è
ridotta
al
sommo
, ma l'
obbliquità
al
minimo
, cioè all'
equilibrio
, come
dimostra
la
seconda
figura
; all'
incontro
, quando i
poli
sono nel
terminatore
, come
mostra
la prima
figura
, l'
inclinazione
è
massima
, ma la
curvità
è
minima
e
ridotta
alla
rettitudine
,
partendosi
il
terminator
da i
poli
,
comincia
la
curvità
a farsi
sensibile
con
andar
sempre
crescendo
, e l'
obbliquità
e
inclinazione
si
va
facendo
minore
.
Queste sono le
stravaganti
mutazioni
che mi
diceva
l'
ospite
mio che sarebbero
apparse
di
tempo
in
tempo
ne i
progressi
delle
macchie
solari
,
tuttavolta
che
fusse
stato
vero
che il
movimento
annuo
fusse
della
Terra
, e che il
Sole
,
costituito
nel
centro
dell'
eclittica
, si
fusse
girato
in se stesso sopra un
asse
non
eretto
, ma
inclinato
, al
piano
di essa
eclittica
.
SAGR
. Io
resto
assai ben
capace
di queste
conseguenze
, e
meglio
credo
che me l'
imprimerò
nella
fantasia
nell'
andarle
riscontrando
con
accomodar
un
globo
con tale
inclinazione
,
riguardandolo
poi da
diverse
bande
.
Resta
ora
che ci
diciate
quello che di poi
seguí
circa gli
eventi
delle
immaginate
conseguenze
.
SALV
.
Seguinne
, che
continuando
noi per molti e molti
mesi
a far
diligentissime
osservazioni
,
notando
con
somma
accuratezza
i
passaggi
di
varie
macchie
in
diversi
tempi
dell'
anno
, si
trovarono
gli
eventi
puntualmente
rispondere
alle
predizioni
.
SAGR
.
Signor
Simplicio
, come questo che dice il
signor
Salviati
sia
vero
(né già
conviene
por
dubbio
sopra le sue
parole
), di
saldi
argomenti
e di gran
conietture
e di
fermissime
esperienze
aranno
bisogno
i
Tolemaici
e gli
Aristotelici
per
bilanciare
un
incontro
di tanto
peso
, e far
sí
che la loro
opinione
non
dia
l'
ultimo
tracollo
.
SIMP
.
Piano
,
signor
mio, che forse voi non
sete
ancora dove per
avventura
vi
persuadete
d'
essere
pervenuto
: imperocché io, se ben non mi sono
interamente
impadronito
della
materia
del
discorso
fatto
dal
signor
Salviati
, non
trovo
che la mia
logica
, mentre
riguardo
alla
forma
, m'
insegni
che tal
maniera
d'
argomentare
m'
induca
necessità
veruna di
concludere
a
favor
dell'
ipotesi
Copernicana
, cioè della
stabilità
del
Sole
nel
centro
del
zodiaco
e della
mobilità
della
Terra
sotto la di lui
circonferenza
. Perché, se
bene
è
vero
che
posta
la tal
conversion
del
Sole
e la tal
circuizion
della
Terra
si
debban
necessariamente
scorger
nelle
macchie
solari
le tali e tali
stravaganze
, non però ne
séguita
che,
argomentando
per il
converso
, dallo
scorgersi
nelle
macchie
tali
stravaganze
si
debba
necessariamente
concludere
, la
Terra
muoversi
per la
circonferenza
e '
l
Sole
esser
posto
nel
centro
del
zodiaco
: imperocché chi m'
assicura
che
simili
stravaganze
non possano anco esser
vedute
nel
Sole
mobile
per l'
eclittica
da gli
abitatori
della
Terra
stabile
nel
centro
di quella? Se voi non mi
dimostrate
prima che di tale
apparenza
non si possa
render
ragione
quando si
faccia
mobile
il
Sole
e
stabile
la
Terra
, io non mi
rimoverò
dalla mia
opinione
e dal
credere
che '
l
Sole
si
muova
e la
Terra
stia
immobile
.
SAGR
.
Strenuamente
si
porta
il
signor
Simplicio
, e molto
acutamente
s'
oppone
e
sostiene
la
parte
d'
Aristotile
e di
Tolomeo
; e, s'io
debbo
dire
il
vero
, mi
par
che la
conversazione
del
signor
Salviati
, ancor che sia stata di
tempo
breve l'abbia
addestrato
assai nel
discorrer
concludentemente
,
effetto
che
intendo
essere
stato
cagionato
in altri ancora. Quanto poi all'
investigare
e
giudicare
se delle
apparenti
esorbitanze
ne i
movimenti
delle
macchie
solari
si possa
render
competente
ragione
lasciando
la
Terra
immobile
e
mantenendo
mobile
il
Sole
,
aspetterò
che '
l
signor
Salviati
ci
manifesti
il suo
pensiero
; ché ben è
credibile
che egli v'abbia
fatto
sopra
reflessione
e
ritrattone
quanto in tal
proposito
si può
produrre
.
SALV
. Io ci ho
piú
volte
pensato
, ed anco
discorsone
con l'
amico
ed
ospite
mio: e circa quello che siano per
produrre
i
filosofi
e gli
astronomi
in
mantenimento
dell'
antico
sistema
, per una
parte
siamo
sicuri
,
sicuri
dico
, che i
veri
e
puri
Peripatetici
,
ridendosi
di chi s'
impiega
in tali, al
gusto
loro,
insipide
sciocchezze
,
spaccieranno
tutte queste
apparenze
per
vane
illusioni
de'
cristalli
, ed in questa
maniera
con poca
fatica
si
libereranno
dall'
obbligo
di
pensar
piú
oltre; quanto poi a i
filosofi
astronomi
,
doppo
aver noi con qualche
attenzione
specolato
ciò che si potesse
addurre
in
mezo
, non abbiamo
investigato
ripiego
che
basti
per
sodisfare
unitamente
al
corso
delle
macchie
ed al
discorso
della
mente
. Io vi
esporrò
quello che ci è
sovvenuto
, e voi ne farete quel
capitale
che il
giudizio
vostro vi
detterà
.
Posto
che gli
apparenti
movimenti
delle
macchie
solari
siano quali di sopra si è
dichiarato
, e
posta
la
Terra
immobile
nel
centro
dell'
eclittica
, nella cui
circonferenza
sia
collocato
il
centro
del
Sole
, è
necessario
che di tutte le
diversità
che si
scorgono
in essi
movimenti
le
cagioni
riseggano
in
moti
che siano nel
corpo
solare
: il quale
primieramente
converrà
che in se stesso si
rivolga
portando
seco le
macchie
, le quali si è
supposto
, anzi pur
dimostrato
,
essere
aderenti
alla
solar
superficie
.
Bisognerà
,
secondariamente
,
dire
che l'
asse
della
solar
conversione
non sia
parallelo
all'
asse
dell'
eclittica
, che è quanto a
dire
che non sia
eretto
perpendicolarmente
sopra '
l
piano
dell'
eclittica
, perché, se
fusse
tale, i
passaggi
di esse
macchie
ci
apparirebber
fatti
per
linee
rette
e
parallele
all'
eclittica
: è dunque tale
asse
inclinato
, poiché i
passaggi
per lo
piú
appariscon
fatti
per
linee
curve
. Sarà, nel
terzo
luogo
,
necessario
dire
che l'
inclinazion
di questo
asse
non sia
fissa
e
riguardante
di
continuo
verso il medesimo
punto
dell'
universo
, anzi che di
momento
in
momento
vadia
mutando
direzione
; perché, quando la
pendenza
riguardasse
continuamente
verso l'istesso
punto
, i
passaggi
delle
macchie
non
cangerebbero
già mai
apparenza
, ma,
retti
o
curvi
,
piegati
in su o in
giú
,
ascendenti
o
descendenti
che
apparissero
una
volta
, tali
apparirebber
sempre. È
forza
dunque
dire
, tale
asse
esser
convertibile
, e
talora
trovarsi
nel
piano
del
cerchio
estremo
terminator
dell'
emisferio
apparente
, allora,
dico
, quando i
passaggi
delle
macchie
appariscono
fatti
per
linee
rette
e
piú
che mai
pendenti
, il che
accade
due
volte
l'
anno
; altre
volte
poi
trovarsi
nel
piano
del
meridiano
del
riguardante
, in modo tale che l'uno de' suoi
poli
caschi
nel
solare
emisferio
apparente
e l'altro nell'
occulto
, ed
amendue
lontani
da i
punti
estremi
, o
vogliam
dire
da i
poli
, d'un altro
asse
del
Sole
, il quale sia
parallelo
all'
asse
dell'
eclittica
(il qual
secondo
asse
converrà
necessariamente
assegnare
al
globo
del
Sole
),
lontani
,
dico
, tanto quanto
importa
l'
inclinazione
dell'
asse
della
revoluzione
delle
macchie
; e di
piú
, che il
polo
cadente
nell'
emisferio
apparente
una
volta
sia nella
parte
superiore
e l'altra nell'
inferiore
, perché del
cosí
accadere
necessario
argomento
ce ne
danno
i
passaggi
quando sono
equilibrati
e nelle lor
massime
curvità
,
ora
col
convesso
loro verso la
parte
inferiore
, ed altra
volta
verso la
superiore
del
disco
solare
. E perché tali
stati
si
vanno
continuamente
mutando
, facendosi le
inclinazioni
e le
incurvazioni
or maggiori ed or
minori
, e
talora
riducendosi
quelle all'
equilibrio
perfetto
e queste alla
perfetta
dirittezza
,
convien
necessariamente
porre
, l'istesso
asse
della
revoluzione
mestrua
delle
macchie
avere una sua propria
conversione
, per la quale i suoi
poli
descrivano
due
cerchi
intorno a i
poli
d'un altro
asse
, il quale per ciò
conviene
(come ho
detto
)
assegnare
al
Sole
, il
semidiametro
de i quali
cerchi
risponda
alla
quantità
dell'
inclinazione
del medesimo
asse
; ed è
necessario
che il
tempo
del suo
periodo
sia d'un
anno
,
avvengaché
tale è il
tempo
nel quale si
restituiscono
tutte l'
apparenze
e
diversità
ne i
passaggi
delle
macchie
: e del farsi la
conversione
di questo
asse
sopra i
poli
dell'altro
asse
parallelo
a quel dell'
eclittica
, e non intorno ad altri
punti
, ne son
manifesto
indizio
le
massime
inclinazioni
e le
massime
incurvazioni
, le quali son sempre della medesima
grandezza
. Talché, finalmente, per
mantener
la
Terra
stabile
nel
centro
, sarà
necessario
attribuire
al
Sole
due
movimenti
intorno al proprio
centro
, sopra due
differenti
assi
, l'uno de i quali
finisca
la sua
conversione
in un
anno
, e l'altro la sua in
manco
di un
mese
: il quale
assunto
all'
intelletto
mio si
rappresenta
molto
duro
e quasi
impossibile
; e questo
depende
dal
doversi
attribuire
all'istesso
corpo
solare
du
' altri
movimenti
intorno alla
Terra
sopra
diversi
assi
,
descrivendo
con l'uno l'
eclittica
in un
anno
, e con l'altro
formando
spire
o
cerchi
paralleli
all'
equinoziale
uno per
giorno
; onde quel
terzo
movimento
, il qual si
debbe
assegnare
al
globo
del
Sole
in se stesso (non
parlo
di quello quasi
mestruo
che
conduce
le
macchie
, ma
dico
dell'altro che
deve
trasferir
l'
asse
ed i
poli
di questo
mestruo
), non si
vede
ragion
nessuna per la quale ei
debba
finire
il suo
periodo
piú
tosto
in un
anno
, come
dependente
dal
moto
annuo
per l'
eclittica
, che in
ventiquatt
'
ore
, come
dependente
dal
moto
diurno
sopra i
poli
dell'
equinoziale
.
So
che questo che
dico
, al
presente
è assai
oscuro
, ma vi si farà
manifesto
quando
parleremo
del
terzo
moto
annuo
assegnato
dal
Copernico
alla
Terra
.
Ora
, quando questi quattro
moti
, tanto tra di loro
incongruenti
(li quali tutti per
necessità
converrebbe
attribuire
all'istesso
corpo
del
Sole
), si possano
ridurre
a un solo e
semplicissimo
,
assegnato
al
Sole
sopra un
asse
non mai
alterabile
, e che, senza
innovar
cosa veruna ne i
movimenti
per tanti altri
rincontri
assegnati
al
globo
terrestre
, si possa
cosí
agevolmente
salvar
tante
stravaganti
apparenze
ne i
movimenti
delle
macchie
solari
,
par
veramente
che il
partito
non sia da
recusarsi
.
Questo,
signor
Simplicio
, è quanto sin
ora
è
sovvenuto
all'
amico
nostro ed a me da potersi
produrre
, in
esplicazion
di questa
apparenza
, da i
Copernicani
e da i
Tolemaici
per
mantenimento
delle loro
opinioni
. Voi fatene quel
capitale
che il
giudizio
vostro vi
persuade
.
SIMP
. Io mi
conosco
inabile
a potermi
intromettere
in una
decisione
tanto
importante
; e quanto al
concetto
mio, me ne starò
neutrale
, con
isperanza
però che sia per venir
tempo
che,
illuminati
da
piú
alte
contemplazioni
che non sono questi nostri
umani
discorsi
, ci
debba
essere
svelata
la
mente
, e
tolta
via
quella
caligine
che
ora
ce la
tiene
offuscata
.
SAGR
.
Ottimo
e
santo
è il
consiglio
al quale si
attiene
il
signor
Simplicio
, e
degno
d'esser da tutti
ricevuto
e
seguito
, come quello che,
derivando
dalla
somma
sapienza
e
suprema
autorità
, solo può con
sicurezza
essere
abbracciato
. Ma per quanto è
permesso
di
penetrare
al
discorso
umano
,
contenendomi
dentro a i
termini
delle
conietture
e delle
ragioni
probabili
,
dirò
bene
, un poco
piú
resolutamente
che non fa il
signor
Simplicio
, non aver, tra quante
sottigliezze
io mai mi abbia
sentite
,
incontrato
mai cosa di maggior
maraviglia
al mio
intelletto
, né che
piú
strettamente
m'abbia
allacciata
la
mente
(
trattone
le
pure
geometriche
ed
aritmetiche
dimostrazioni
), di queste due
conietture
,
prese
l'una dalle
stazioni
e
retrogradazioni
de i cinque
pianeti
, e l'altra da queste
stravaganze
de i
movimenti
delle
macchie
solari
: e perché mi
pare
che
elleno
tanto
facilmente
e
lucidamente
rendan
la
vera
cagione
di
apparenze
tanto
stravaganti
,
mostrando
come un solo
semplice
moto
,
mescolato
con tanti altri pur
semplici
, ma tra di loro
differenti
, senza
introdur
difficultà
alcuna, anzi con
levar
tutte quelle ch'
accompagnano
l'altra
posizione
[...]
vo
meco medesimo
concludendo
necessariamente
bisognare
che quelli che
restano
contumaci
contro a questa
dottrina
, o non abbian
sentite
o non abbiano
intese
queste tanto
manifestamente
concludenti
ragioni
.
SALV
. Io non gli
attribuirò
titolo
né di
concludenti
né di non
concludenti
, attesoché, come altre
volte
ho
detto
, l'
intenzion
mia non è stata di
risolver
cosa veruna sopra
cosí
alta
quistione
, ma solo di
proporre
quelle
ragioni
naturali
ed
astronomiche
le quali per l'una e per l'altra
posizione
possono da me
addursi
,
lasciando
ad altri la
determinazione
: la quale non
dovrà
in
ultimo
esser
ambigua
, attesoché,
convenendo
una delle due
costituzioni
esser
necessariamente
vera
e l'altra
necessariamente
falsa
,
impossibil
cosa è che (stando però tra i
termini
delle
dottrine
umane
) le
ragioni
addotte
per la
parte
vera
non si
manifestino
altrettanto
concludenti
, quanto le in
contrario
vane
ed
inefficaci
.
SAGR
. Sarà dunque
tempo
che
sentiamo
le
opposizioni
del
libretto
delle
conclusioni
o
disquisizioni
, che il
signor
Simplicio
ha
riportato
.
SIMP
. Ecco il
libro
; ed ecco il
luogo
dove l'
autore
prima
brevemente
descrive
il
sistema
mondano
conforme
alla
posizion
del
Copernico
,
dicendo
:
Terram
igitur
una cum
Luna
totoque
hoc
elementari
mundo
Copernicus
, etc. (28)
SALV
.
Fermate
un poco,
signor
Simplicio
, ché mi
pare
che questo
autore
in questo
primo
ingresso
si
dichiari
molto poco
intelligente
della
posizione
la quale egli
intraprende
a voler
confutare
, mentre dice che il
Copernico
fa che la
Terra
insieme
con la
Luna
va
descrivendo
in un
anno
l'
orbe
magno
,
movendosi
da
oriente
verso
occidente
; cosa che,
sí
come è
falsa
ed
impossibile
,
cosí
non fu mai
profferita
da quello; ma ben la fa egli
andare
al
contrario
,
dico
da
occidente
verso
oriente
, cioè
secondo
l'
ordine
de i
segni
, onde tale
apparisce
poi esser il
moto
annuo
del
Sole
,
costituito
immobile
nel
centro
del
zodiaco
.
Vedete
troppa
ardita
confidenza
di uno!
mettersi
alla
confutazione
della
dottrina
di un altro, ed
ignorare
i suoi
primi
fondamenti
, sopra i quali s'
appoggia
la maggiore e più
importante
parte
di tutta la
fabrica
. Questo è un
cattivo
principio
per
guadagnarsi
credito
appresso il
lettore
. Ma
seguitiamo
piú
avanti.
SIMP
.
Esplicato
l'
universal
sistema
,
comincia
a
propor
sue
instanze
contro a questo
movimento
annuo
: e le
prime
son queste, ch' e'
profferisce
ironicamente
ed in
derisione
del
Copernico
e de' suoi
seguaci
,
scrivendo
che in questa
fantastica
costituzione
del
mondo
convien
dir
solennissime
sciocchezze
; cioè che '
l
Sole
,
Venere
e
Mercurio
son sotto alla
Terra
, e che le
materie
gravi
vanno
naturalmente
all'in su e le
leggiere
all'in
giú
, e che
Cristo
, nostro
Signore
e
Redentore
,
salí
a gli
inferi
e
scese
in
cielo
, quando s'
avvicinò
al
Sole
, e che quando
Iosuè
comandò
al
Sole
che si
fermasse
, la
Terra
si
fermò
o
vero
il
Sole
si
mosse
al
contrario
della
Terra
, e che quando il
Sole
è in
Cancro
, la
Terra
scorre
per il
Capricorno
, e che i
segni
iemali
fanno la state e gli
estivali
il
verno
, e che non le
stelle
alla
Terra
, ma la
Terra
alle
stelle
nasce
e
tramonta
, e che l'
oriente
comincia
in
occidente
e l'
occidente
in
oriente
, ed in
somma
che quasi tutto '
l
corso
del
mondo
si
travolge
.
SALV
. Ogni cosa mi
piace
,
fuor
che l'aver
mescolati
luoghi
della
Sacra
Scrittura
, sempre
veneranda
e
tremenda
, tra queste
puerizie
pur troppo
scurrili
, e
volsuto
ferire
con
cose
sacrosante
chi, per
ischerzo
e da
burla
filosofando
, non
afferma
né
nega
, ma,
fatti
alcuni
presupposti
o
ipotesi
,
familiarmente
ragiona
.
SIMP
.
Veramente
ha
scandalezato
me ancora e non poco, e
massime
co
'
l
soggiugner
poi, che se
bene
i
Copernichisti
rispondono
, benché assai
stravoltamente
, a queste e
simili
altre
ragioni
, non però potranno
sodisfare
e
rispondere
alle
cose
che
seguono
.
SALV
. Quest'è poi
peggio
di tutto, perché
mostra
d'aver
cose
piú
efficaci
e
concludenti
che le
autorità
delle
Sacre
Lettere
. Ma, di
grazia
,
riveriamo
queste, e
passiamo
a i
discorsi
naturali
ed
umani
: anzi
pure
, quando e' non
produca
tra le
ragioni
naturali
cose
di
miglior
senso
che queste sin qui
addotte
, potremo
lasciar
da
banda
tutta questa
impresa
, perché io
sicuramente
non son per
spender
parola
in
rispondere
a
inezzie
cosí
scempie
; e quello che egli dice, che i
Copernichisti
rispondono
a queste
instanze
, è
falsissimo
, né si può
credere
che
uomo
alcuno si
mettesse
a
consumar
il
tempo
tanto
inutilmente
.
SIMP
.
Concorro
io ancora nell'istesso
giudizio
: però
sentiamo
l'altre
instanze
, che egli
arreca
per molto
piú
gagliarde
. Ed ecco qui, come voi
vedete
, egli con
calcoli
esattissimi
conclude
, che quando l'
orbe
magno
della
Terra
, nel quale il
Copernico
fa che ella
scorra
in un
anno
intorno al
Sole
,
fusse
come
insensibile
rispetto
all'
immensità
della
sfera
stellata
,
secondo
che l'istesso
Copernico
dice che bisogna
porlo
,
converrebbe
di
necessità
dire
e
confermare
che le
stelle
fisse
fussero
per una
distanza
inimmaginabile
lontane
da noi, e che le
minori
di loro
fussero
piú
grandi
che non è tutto l'istesso
orbe
magno
, ed alcune altre maggiori assai di tutta la
sfera
di
Saturno
;
moli
veramente
pur troppo
vaste
, ed
incomprensibili
ed
incredibili
.
SALV
. Io già ho
veduto
una cosa
simile
portata
da
Ticone
contro al
Copernico
, e non è
ora
che ho
scoperta
la
fallacia
, o per
dir
meglio
le
fallacie
, di questo
discorso
,
fabbricato
sopra
ipotesi
falsissime
e sopra un
pronunziato
del medesimo
Copernico
preso
da i suoi
contradittori
con una
puntualissima
strettezza
, come fanno quei
litiganti
che, avendo il
torto
nel
merito
principale
della
causa
, si
attaccano
a una
sola
paroluzza
incidentemente
profferita
dalla
parte
, e su quella
strepitano
senza
prender
sosta
. E per vostra
piú
chiara
intelligenza
, avendo il
Copernico
dichiarato
quelle
mirabili
conseguenze
che
derivano
dal
movimento
annuo
della
Terra
ne gli altri
pianeti
, cioè le
direzioni
e
retrogradazioni
de i tre
superiori
in
particolare
,
soggiunse
che questa
apparente
mutazione
(che
piú
in
Marte
che in
Giove
, per esser
Giove
piú
lontano
, e meno ancora in
Saturno
, per esser
piú
lontano
di
Giove
, si
scorgeva
) nelle
stelle
fisse
restava
insensibile
, per la loro
immensa
lontananza
da noi in
comparazion
della
distanza
di
Giove
o di
Saturno
. Qui si
levano
su gli
avversarii
di questa
opinione
, e
presa
quella
nominata
insensibilità
del
Copernico
come
posta
da lui per cosa che
realmente
ed
assolutamente
sia nulla, e
soggiugnendo
che una
stella
fissa
anco delle
minori
è pur
sensibile
poiché ella
cade
sotto il
senso
della
vista
, vengono
calcolando
, con l'
intervento
di altri
falsi
assunti
, e
concludendo
,
bisognare
in
dottrina
del
Copernico
ammettere
che una
stella
fissa
sia maggiore assai che tutto l'
orbe
magno
.
Ora
io, per
discoprir
la
vanità
di tutto questo
progresso
,
mostrerò
che dal
porre
che una
stella
fissa
della
sesta
grandezza
non sia maggior del
Sole
, si
conclude
con
dimostrazion
verace
che la
distanza
di esse
stelle
fisse
da noi viene ad esser tanta, che
basta
per far che in esse non
apparisca
notabile
il
movimento
annuo
della
Terra
, che ne i
pianeti
cagiona
sí
grandi
ed
osservabili
variazioni
; ed
insieme
partitamente
mostrerò
le gran
fallacie
ne gli
assunti
de gli
avversarii
del
Copernico
.
E prima,
suppongo
con l'istesso
Copernico
, e
concordemente
con gli
avversarii
, che il
semidiametro
dell'
orbe
magno
, ch'è la
distanza
della
Terra
al
Sole
,
contenga
1208
semidiametri
di essa
Terra
;
secondariamente
pongo
, con l'
assenso
de i medesimi e con la
verità
, il
diametro
apparente
del
Sole
, nella sua
mediocre
distanza
esser circa un
mezo
grado
, cioè
minuti
primi
30, che sono
1800
secondi
, cioè 108.
000
terzi
. E perché il
diametro
apparente
d'una
stella
fissa
della prima
grandezza
non è
piú
di 5
secondi
, cioè
300
terzi
, ed il
diametro
di una
fissa
della
sesta
grandezza
50
terzi
(e qui è il
massimo
errore
de gli
avversarii
del
Copernico
), adunque il
diametro
del
Sole
contiene
il
diametro
d'una
fissa
della
sesta
grandezza
2160
volte
; e però quando si
ponesse
, una
fissa
della
sesta
grandezza
esser
realmente
eguale
al
Sole
, e non maggiore, che è il medesimo che
dire
quando si
allontanasse
il
Sole
tanto che il suo
diametro
si
mostrasse
una delle
2160
parti
di quello che ci si
mostra
adesso
, la
distanza
sua
converrebbe
esser
2160
volte
maggiore di quello che è
ora
in
effetto
; che è quanto
dire
che la
distanza
delle
fisse
della
sesta
grandezza
sia
2160
semidiametri
dell'
orbe
magno
. E perché la
distanza
del
Sole
dalla
Terra
contiene
di
comune
assenso
1208
semidiametri
di essa
Terra
, e la
distanza
delle
fisse
(come si è
detto
)
2160
semidiametri
dell'
orbe
magno
, adunque molto maggiore (cioè quasi il
doppio
) è il
semidiametro
della
Terra
in
comparazione
dell'
orbe
magno
, che '
l
semidiametro
dell'
orbe
magno
in
relazione
alla
distanza
della
sfera
stellata
, e per ciò la
diversità
di
aspetto
nelle
fisse
,
cagionata
dal
diametro
dell'
orbe
magno
, poco
piú
osservabile
può esser di quella che si
osserva
nel
Sole
,
derivante
dal
semidiametro
della
Terra
.
SAGR
. Questa, per il
primo
scalino
, fa un gran
calare
.
SALV
.
Fallo
veramente
; poi che una
stella
fissa
della
sesta
grandezza
, che al
computo
di questo
autore
bisognava
, per
mantenimento
del
detto
del
Copernico
, che
fusse
grande
quanto tutto l'
orbe
magno
,
co
'
l
porla
solamente
eguale
al
Sole
, il qual
Sole
è
minore
assai della
diecimilionesima
parte
di esso
orbe
magno
,
rende
la
sfera
stellata
tanto
grande
e
alta
, che
basta
per
rimuovere
l'
instanza
fatta contro esso
Copernico
.
SAGR
. Fatemi, di
grazia
, questo
computo
.
SALV
. Il
computo
è
facile
e
brevissimo
. Il
diametro
del
Sole
è
undici
semidiametri
della
Terra
, ed il
diametro
dell'
orbe
magno
contiene
, de i medesimi,
2416
, per
detto
comune
delle
parti
; talché il
diametro
dell'
orbe
contiene
quel del
Sole
220
volte
prossimamente
: e perché le
sfere
sono tra di loro come i
cubi
de i lor
diametri
, facciamo il
cubo
di
220
, che è 10.
648
.
000
, ed
averemo
l'
orbe
magno
maggior del
Sole
dieci
milioni
seicentoquarant
'
ottomila
volte
; al qual
orbe
magno
diceva
quest'
autore
dover
essere
eguale
una
stella
della
sesta
grandezza
.
SAGR
. L'
error
dunque di costoro
consiste
nell'
ingannarsi
sommamente
nel
prender
il
diametro
apparente
delle
stelle
fisse
.
SALV
. Cotesto è l'
errore
, ma non è solo: e
veramente
io
resto
grandemente
ammirato
come tanti
astronomi
, e pur di gran
nome
, quali sono
Alfagrano
,
Albategno
,
Tebizio
, e
piú
modernamente
i
Ticoni
, i
Clavii
, ed in
somma
tutti i
predecessori
al nostro
Accademico
, si
sien
cosí
altamente
ingannati
nel
determinar
le
grandezze
di tutte le
stelle
, tanto
fisse
quanto
mobili
,
trattine
i
dua
luminarii
, né abbiano
posto
cura
alla
irradiazione
avventizia
, che
ingannevolmente
le
mostra
cento e
piú
volte
maggiori che quando si
veggono
senza
crini
. E non si può
scusare
questa loro
inavvertenza
perché
era
in lor
potestà
il
vederle
a lor
piacimento
senza i
crini
, ché
basta
guardarle
nella lor prima
apparizion
della
sera
o
ultima
occultazion
dell'
aurora
; e se non altro,
Venere
, che
pure
spesse
volte
si
vede
di
mezo
giorno
cosí
piccola
che ben bisogna
aguzzar
la
vista
, e che pur poi nella
seguente
notte
comparisce
una
grandissima
fiaccola
, gli
doveva
fare
accorti
della lor
fallacia
: che non
crederò
già che eglino
stimassero
, il
vero
disco
esser quello che si
mostra
nelle
profonde
tenebre
, e non quello che si
scorge
nell'
ambiente
luminoso
, perché i nostri
lumi
, che
veduti
la
notte
di
lontano
appariscon
grandi
, e da vicino
mostrano
la lor
vera
fiammella
terminata
e
piccola
, potevano a
sufficienza
fargli
cauti
. Anzi, s'io
devo
liberamente
dire
il mio
parere
,
credo
assolutamente
che nessun di costoro, né anco
Ticone
stesso, tanto
accurato
nel
maneggiare
strumenti
astronomici
, e che tanto
grandi
ed
esatti
, senza
rispiarmo
di
spese
grandissime
, ne
fabbricò
, si sieno
messi
mai a voler
prendere
e
misurare
l'
apparente
diametro
d'alcuna
stella
,
trattone
il
Sole
e la
Luna
; ma
penso
che
arbitrariamente
, e come si dice a
occhio
, uno di loro de i
piú
antichi
pronunziasse
la cosa esser
cosí
, e che i
seguaci
poi senza altro
riscontro
se ne sieno
stati
al
primo
detto
: ché quando alcuno di loro si
fusse
applicato
al farne qualche
riprova
, si sarebbe senza
dubbio
accorto
dell'
inganno
.
SAGR
. Ma se eglino
mancavano
del
telescopio
, e voi di già avete
detto
che l'
amico
nostro con tale
strumento
è venuto in
cognizione
della
verità
,
devono
gli altri
restare
scusati
, e non
accusati
di
negligenza
.
SALV
. Questo
seguirebbe
, quando senza '
l
telescopio
non si potesse
ottenere
l'
intento
. È
vero
che tale
strumento
,
co
'
l
mostrar
il
disco
della
stella
nudo
ed
ingrandito
cento e mille
volte
,
rende
l'
operazione
piú
facile
assai, ma si può anco senza lo
strumento
conseguir
, se ben non
cosí
esattamente
, l'istesso; ed io
piú
volte
l'ho
fatto
, e '
l
modo che ho
tenuto
è questo. Ho
fatto
pendere
una
cordicella
verso qualche
stella
, ed io mi son
servito
della
Lira
, che
nasce
tra
settentrione
e
greco
, e poi con l'
appressarmi
e
slontanarmi
da essa
corda
,
traposta
tra me e la
stella
, ho
trovato
il
posto
dal quale la
grossezza
della
corda
puntualmente
mi
nasconde
la
stella
;
fatto
questo, ho
preso
la
lontananza
dall'
occhio
alla
corda
, che viene a esser un de'
lati
che
comprendon
l'
angolo
che si
forma
nell'
occhio
e che
insiste
sopra la
grossezza
della
corda
, e che è
simile
, anzi l'istesso, che l'
angolo
che nella
sfera
stellata
insiste
sopra il
diametro
della
stella
, e dalla
proporzione
della
grossezza
della
corda
alla
distanza
dall'
occhio
alla
corda
, con la
tavola
de gli
archi
e
corde
, ho
immediatamente
trovata
la
quantità
dell'
angolo
;
usando
però la
solita
cautela
che si
osserva
nel
prendere
angoli
cosí
acuti
, di non
formare
il
concorso
de'
raggi
visuali
nel
centro
dell'
occhio
, dove non
vanno
se non
refratti
, ma oltre all'
occhio
, dove
realmente
la
grandezza
della
pupilla
gli
manda
a
concorrere
.
SAGR
.
Capisco
questa
cautela
, se ben vi ho un non
so
che di
dubbio
; ma quel che mi
dà
piú
fastidio
è che in questa
operazione
, quando si
faccia
nelle
tenebre
della
notte
, mi
par
che si
misuri
il
diametro
del
disco
irraggiato
, e non il
vero
e
nudo
della
stella
.
SALV
.
Signor
no, perché la
corda
nel
coprir
il
nudo
corpicello
della
stella
leva
via
i
capelli
, che non son suoi ma del nostro
occhio
, de i quali
riman
privo
subito che se gli
nasconde
il
vero
disco
; e voi, nel far l'
osservazione
,
vedrete
come
inaspettatamente
vi si
cuopre
da una
sottil
cordicella
quella assai gran
fiaccola
che
pareva
non
doversi
nascondere
se non
doppo
ostacolo
assai maggiore. Per
misurar
poi
esattissimamente
e
ritrovar
quante di tali
grossezze
di
corda
entrino
nella
distanza
dell'
occhio
,
piglio
non un solo
diametro
della
corda
, ma
accoppiando
molti
pezzi
della medesima sopra una
tavola
,
sí
che si
tocchino
,
prendo
con un
compasso
tutto lo
spazio
occupato
da 15 o 20 di loro, e con tal
misura
misuro
la
lontananza
, già con altro
piú
sottil
filo
presa
, dalla
corda
al
concorso
de'
raggi
visuali
. E con questa assai
esatta
operazione
trovo
, il
diametro
apparente
d'una
fissa
della prima
grandezza
,
stimato
comunemente
2
minuti
primi
, ed anco 3
minuti
prima da
Ticone
nelle sue
Lettere
Astronomiche
,
fac
. 167, non esser
piú
di 5
secondi
, che è una delle 24 o delle 36
parti
di quello che essi han
creduto
: or
vedete
sopra che
gravi
errori
son
fondate
le lor
dottrine
.
SAGR
.
Veggo
e
comprendo
benissimo
; ma prima che
passar
piú
oltre, vorrei
proporre
il
dubbio
che mi
nasce
nel
ritrovare
il
concorso
de'
raggi
visuali
oltre all'
occhio
, quando si
rimirano
oggetti
compresi
sotto
angoli
molto
acuti
. E la
difficultà
mia
procede
dal
parermi
che tal
concorso
possa
essere
or
piú
lontano
ed or meno, e questo non tanto mediante la maggiore o
minor
grandezza
dell'
oggetto
che si
riguarda
, quanto che nel
riguardare
oggetti
dell'
istessa
grandezza
mi
pare
che '
l
concorso
de'
raggi
per certo altro
rispetto
deva
farsi
piú
e meno
remoto
dall'
occhio
.
SALV
. Già
veggo
dove
tende
la
perspicacità
del
signor
Sagredo
,
diligentissimo
osservatore
delle
cose
della
natura
: e
farei
ben
qualsivoglia
scommessa
, che tra mille che hanno
osservato
ne'
gatti
strignersi
ed
allargarsi
assaissimo
la
pupilla
dell'
occhio
, non ve ne sono due, né forse uno che abbia
osservato
, un
simile
effetto
farsi dalle
pupille
de gli
uomini
nel
guardare
, mentre il
mezo
sia molto o poco
illuminato
, e che nella
aperta
luce
il
cerchietto
della
pupilla
si
diminuisce
assai;
sí
che nel
riguardare
il
disco
del
Sole
si
riduce
a una
piccolezza
minore
di un
grano
di
panico
, che nel
mirare
oggetti
non
risplendenti
, e dentro a
mezo
men
chiaro
, si
allarga
alla
grandezza
di una
lente
o
piú
; ed in
somma
questo
allargamento
e
strignimento
si
diversifica
piú
assai che in
decupla
proporzione
: dal che è
manifesto
che quando la
pupilla
è
dilatata
molto, è
necessario
che l'
angolo
del
concorso
de'
raggi
sia
piú
remoto
dall'
occhio
; il che
accade
nel
riguardare
gli
oggetti
poco
luminosi
.
Dottrina
somministratami
nuovamente
dal
signor
Sagredo
: per la quale, quando si abbia a fare un'
osservazione
esattissima
e di gran
conseguenza
,
venghiamo
avvertiti
a
dover
fare l'
investigazione
di tal
concorso
nell'
atto
dell'
istessa
o di molto
simile
operazione
: ma in questa, per
manifestar
l'
errore
de gli
astronomi
, non vi è
necessaria
tanta
accuratezza
, perché, quando anco a
favor
della
parte
noi
supponessimo
tal
concorso
farsi sopra l'
istessa
pupilla
, poco
importerebbe
, per esser la
fallacia
loro tanto
grande
Non
so
,
signor
Sagredo
, se questo voleva
essere
il vostro
motivo
.
SAGR
. Quest'è per
appunto
, ed ho
caro
che non sia
stato
irragionevole
, come m'
assicura
l'
essermi
incontrato
con voi; ma ben con questa
occasione
sentirei
volentieri
in che modo si possa
investigare
la
distanza
del
concorso
de'
raggi
visuali
.
SALV
. Il modo è assai
facile
, ed è tale. Lo
piglio
due
strisce
di
carta
, una
nera
e l'altra
bianca
, e
fo
la
nera
larga
per la
metà
della
bianca
;
attacco
poi la
bianca
in un
muro
, e
lontana
da essa
fermo
l'altra sopra una
bacchetta
o altro
sostegno
, in
distanza
di 15 o 20
braccia
: e
allontanandomi
da questa
seconda
per altrettanto
spazio
per la medesima
dirittura
,
chiara
cosa è che in tal
lontananza
concorrerebbono
le
linee
rette
che,
partendosi
da i
termini
della
larghezza
della
bianca
,
passassero
toccando
la
larghezza
dell'altra
striscia
posta
in
mezo
: onde ne
séguita
, che quando in tal
concorso
si
ponesse
l'
occhio
, la
striscia
nera
di
mezo
asconderebbe
precisamente
la
bianca
opposta
, quando la
vista
si facesse in un
sol
punto
; ma se noi
troveremo
che l'
estremità
della
striscia
bianca
apparisca
scoperta
, sarà
necessario
argomento
che non da un
punto
solo
escono
i
raggi
visuali
. E per far che la
striscia
bianca
resti
occultata
dalla
nera
,
bisognerà
avvicinar
l'
occhio
:
accostatolo
, dunque, tanto che la
striscia
di
mezo
occupi
la
remota
, e
notato
quanto è
bisognato
avvicinarsi
, sarà la
quantità
di tale
avvicinamento
misura
certa di quanto il
vero
concorso
de'
raggi
visuali
si fa
remoto
dall'
occhio
in tale
operazione
, ed
averemo
di
piú
il
diametro
della
pupilla
, o
vero
di quel
foro
onde
escono
i
raggi
visuali
; imperocché tal
parte
sarà egli della
larghezza
della
carta
nera
, qual è la
distanza
dal
concorso
delle
linee
che si
produssero
per l'
estremità
delle
carte
al
luogo
dove stette l'
occhio
quando prima
vedde
occultarsi
la
carta
remota
dall'
intermedia
, qual è,
dico
, tal
distanza
della
lontananza
tra le due
carte
. E però, quando volessimo con
esquisitezza
misurare
il
diametro
apparente
d'una
stella
, fatta l'
osservazione
nel modo
sopradetto
,
bisognerebbe
far
paragone
del
diametro
della
corda
co
'
l
diametro
della
pupilla
; e
trovato
verbigrazia
, il
diametro
della
corda
esser
quadruplo
di quei della
pupilla
, e la
distanza
dell'
occhio
alla
corda
esser, per
esempio
, 30
braccia
,
diremo
il
vero
concorso
delle
linee
prodotte
da i
termini
del
diametro
della
stella
per i
termini
del
diametro
della
corda
andare
a
concorrer
lontane
dalla
corda
40
braccia
: ché
cosí
sarà
osservata
come si
deve
la
proporzione
tra la
distanza
della
corda
al
concorso
delle
dette
linee
e la
distanza
da tal
concorso
e '
l
luogo
dell'
occhio
, che
debbe
esser la medesima che
cade
tra '
l
diametro
della
corda
e '
l
diametro
della
pupilla
.
SAGR
. Ho
inteso
benissimo
, e però
sentiamo
quel che
adduce
il
signor
Simplicio
in
difesa
de gli
avversarii
del
Copernico
.
SIMP
. Ancorché quello
inconveniente
massimo
e del tutto
incredibile
,
indotto
da questi
avversarii
del
Copernico
sia per il
discorso
del
signor
Salviati
modificato
assai, non però mi
par
tolto
via
in
maniera
, che non gli
rimanga
ancora tanto di
vigore
che
basti
per
atterrar
cotal
opinione
: perché, se ho ben
capito
la
somma
ed
ultima
conclusione
, quando si
ponesse
le
stelle
della
sesta
grandezza
esser
grandi
quanto il
Sole
(che pur mi
par
gran cosa a
credersi
), tuttavia
resterebbe
vero
che l'
orbe
magno
avesse a
cagionar
nella
sfera
stellata
mutazione
e
diversità
tale qual è quella che il
semidiametro
della
Terra
produce
nel
Sole
, che
pure
è
osservabile
; onde, non si
scorgendo
né una tale né
tampoco
una
minore
nelle
fisse
parmi
che per questo il
movimento
annuo
della
Terra
resti
pur
desolato
e
distrutto
.
SALV
. Voi ben
concludereste
signor
Simplicio
, quando non ci
fusse
altro da
produr
per la
parte
del
Copernico
; ma
molt
'altre
cose
ci
restano
ancora. E quanto alla
replica
fatta da voi, nessuna cosa ci
osta
che noi non possiamo
suppor
la
lontananza
delle
fisse
esser ancor molto maggiore di quello che si è
fatto
; e voi stesso, e chi si sia altro che non
voglia
derogare
alle
proposizioni
ammesse
da i
seguaci
di
Tolomeo
,
bisognerà
che
ammetta
per
convenientissima
cosa il
por
la
sfera
stellata
assaissimo
maggiore ancora di quello che pur
ora
abbiamo
detto
doversi
stimare
. Imperocché,
convenendo
tutti gli
astronomi
che della maggior
tardanza
delle
conversioni
de'
pianeti
ne sia
cagione
la
maggioranza
delle loro
sfere
e che per ciò
Saturno
sia
piú
tardo
di
Giove
e
Giove
del
Sole
, perché quello ha a
descriver
cerchio
maggiore di questo, e questo di quest'altro, etc.;
considerando
che
Saturno
,
verbigrazia
, l'
altezza
del cui
orbe
è nove
volte
maggiore che quella del
Sole
, e che per ciò il
tempo
di una
revoluzione
di
Saturno
è 30
volte
piú
lungo che quello di una
conversion
del
Sole
; essendo che nella
dottrina
di
Tolomeo
una
conversion
della
sfera
stellata
si
finisca
in 36.
000
anni
, dove quella di
Saturno
si
fornisce
in 30, e quella del
Sole
in uno;
argumentando
con
simile
proporzione
, e
dicendo
: Se l'
orbe
di
Saturno
, per esser 9
volte
maggiore dell'
orbe
del
Sole
, si
rivolge
in
tempo
30
volte
maggiore, per la
ragione
eversa
quanto
doverà
esser
grande
quell'
orbe
che si
rivolge
36.
000
volte
piú
tardo
? si
troverà
, la
distanza
della
sfera
stellata
dovere
esser 10.
800
semidiametri
dell'
orbe
magno
, che sarebbe 5
volte
appunto
maggiore di quello che poco fa la
calcolammo
dovere
esser quando una
fissa
della
sesta
grandezza
fusse
quanto è il
Sole
. Or
vedete
quanto
minore
ancora
dovrebbe
, per tal
rispetto
, esser la
diversità
cagionata
in esse dal
movimento
annuo
della
Terra
. E quando con
simil
relazione
noi volessimo
argumentar
la
lontananza
della
sfera
stellata
da
Giove
e da
Marte
, quello ce la
darebbe
15.
000
, e questo 27.
000
,
semidiametri
dell'
orbe
magno
, cioè ancora maggior, quello 7 e questo 12
volte
, che non ce la
dava
la
grandezza
della
fissa
supposta
eguale
al
Sole
.
SIMP
. Mi
par
che a questo si potrebbe
rispondere
che '
l
moto
della
sfera
stellata
si è
doppo
Tolomeo
osservato
non esser
cosí
tardo
come esso lo
stimò
; anzi mi
pare
avere
inteso
che l'istesso
Copernico
è
stato
l'
osservatore
.
SALV
. Voi
dite
benissimo
, ma non
producete
cosa che
favorisca
punto
la
causa
de i
Tolemaici
, li quali non hanno mai
recusato
il
moto
de i 36.
000
anni
nella
sfera
stellata
, perché tanta
tardità
la facesse troppo
vasta
ed
immensa
; ché se tal
immensità
non
era
da
concedersi
in
natura
,
dovevano
prima che
ora
negare
una
conversione
tanto
tarda
, che non potesse con
buona
proporzione
adattarsi
se non ad una
sfera
di
grandezza
intollerabile
.
SAGR
. Di
grazia
,
signor
Salviati
, non
perdiam
piú
tempo
in
proceder
per
via
di tali
proporzioni
con
gente
che sono
accomodate
ad
ammetter
cose
sproporzionatissime
, talché
assolutamente
con loro per questa
strada
non è
possibile
guadagnar
nulla. E qual
piú
sproporzionata
proporzione
si può
immaginare
di quella che questi tali
trapassano
ed
ammettono
, mentre che,
scrivendo
non ci esser
piú
conveniente
modo di
ordinar
le
celesti
sfere
che '
l
regolarsi
con le
diversità
de'
tempi
de'
periodi
loro,
mettendo
di
grado
in
grado
le
piú
tarde
sopra le
piú
veloci
,
costituita
che hanno
altissima
la
sfera
stellata
, come
tardissima
piú
di tutte, glie ne
costituiscono
una
superiore
, e per ciò maggiore, e la fanno
muovere
in
ventiquattr'
ore
, mentre che la sua
inferiore
si
muove
in 36.
000
anni
? Ma di queste
sproporzionalità
se ne
parlò
a
bastanza
il
giorno
passato
.
SALV
. Vorrei,
signor
Simplicio
, che
sospesa
per un poco l'
affezione
che voi
portate
a i
seguaci
della vostra
opinione
, mi
diceste
sinceramente
se voi
credete
che essi nella
mente
loro
comprendano
quella
grandezza
che
dipoi
giudicano
non poter, per la sua
immensità
,
attribuirsi
all'
universo
; perché io, quanto a me,
credo
di no, e mi
pare
che,
sí
come nell'
apprension
de'
numeri
, come si
comincia
a
passar
quelle
migliaia
di
milioni
, l'
immaginazion
si
confonde
né può
piú
formar
concetto
,
cosí
avvenga
ancora nell'
apprender
grandezze
e
distanze
immense
;
sí
che
intervenga
al
discorso
effetto
simile
a quello che
accade
al
senso
, che mentre nella
notte
serena
io
guardo
verso le
stelle
,
giudico
al
senso
la
lontananza
loro esser di poche
miglia
, né esser le
stelle
fisse
punto
piú
remote
di
Giove
o di
Saturno
, anzi pur né della
Luna
. Ma, senza
piú
,
considerate
le
controversie
passate
tra gli
astronomi
ed i
filosofi
peripatetici
per
cagione
della
lontananza
delle
stelle
nuove
di
Cassiopea
e del
Sagittario
,
riponendole
quelli tra le
fisse
, e questi
credendole
piú
basse
della
Luna
: tanto è
impotente
il nostro
senso
a
distinguere
le
distanze
grandi
dalle
grandissime
, ancor che queste in
fatto
siano molte
migliaia
di
volte
maggiori di quelle. E finalmente io ti
domando
, oh
uomo
sciocco
:
Comprendi
tu con l'
immaginazione
quella
grandezza
dell'
universo
, la quale tu
giudichi
poi
essere
troppo
vasta
? se la
comprendi
, vorrai tu
stimar
che la tua
apprensione
si
estenda
piú
che la
potenza
divina
vorrai tu
dir
d'
immaginarti
cose
maggiori di quelle che
Dio
possa
operare
? ma se non la
comprendi
, perché vuoi
apportar
giudizio
delle
cose
da te non
capite
?
SIMP
. Questi
discorsi
camminan
tutti
benissimo
, e non si
nega
che '
l
cielo
non possa
superare
di
grandezza
la nostra
immaginazione
, come anco l'aver potuto
Dio
crearlo
mille
volte
maggiore di quello che è: ma non
deviamo
ammettere
, nessuna cosa esser stata
creata
in
vano
ed esser
oziosa
nell'
universo
;
ora
, mentre che noi
veggiamo
questo
bell'
ordine
di
pianeti
,
disposti
intorno alla
Terra
in
distanze
proporzionate
al
produrre
sopra di quella suoi
effetti
per
benefizio
nostro, a che
fine
interpor
di poi tra l'
orbe
supremo
di
Saturno
e la
sfera
stellata
uno
spazio
vastissimo
senza
stella
alcuna,
superfluo
e
vano
? a che
fine
? per
comodo
ed
utile
di chi?
SALV
. Troppo mi
par
che ci
arroghiamo
,
signor
Simplicio
, mentre vogliamo che la
sola
cura
di noi sia l'
opera
adequata
ed il
termine
oltre al quale la
divina
sapienza
e
potenza
niuna altra cosa
faccia
o
disponga
: ma io non vorrei che noi
abbreviassimo
tanto la sua
mano
, ma ci
contentassimo
di esser certi che
Iddio
e la
natura
talmente
si
occupa
al
governo
delle
cose
umane
, che
piú
applicar
non ci si potrebbe quando altra
cura
non avesse che la
sola
del
genere
umano
; il che mi
pare
con un
accomodatissimo
e
nobilissimo
esempio
poter
dichiarare
,
preso
dall'
operazione
del
lume
del
Sole
, il quale, mentre
attrae
quei
vapori
o
riscalda
quella
pianta
, gli
attrae
e la
riscalda
in modo, come se altro non avesse che fare; anzi nel
maturar
quel
grappolo
d'
uva
, anzi pur quel
granello
solo, vi si
applica
che
piú
efficacemente
applicar
non vi si potrebbe quando il
termine
di tutti i suoi
affari
fusse
la
sola
maturazione
di quel
grano
.
Ora
, se questo
grano
riceve
dal
Sole
tutto quello che
ricever
si può, né gli viene
usurpato
un
minimo
che dal
produrre
il
Sole
nell'istesso
tempo
mille e
mill
'altri
effetti
, d'
invidia
o di
stoltizia
sarebbe da
incolpar
quel
grano
, quando e'
credesse
o
chiedesse
che nel suo pro solamente si
impiegasse
l'
azione
de'
raggi
solari
. Son certo che niente si
lascia
indietro
dalla
divina
Providenza
di quello che si
aspetta
al
governo
delle
cose
umane
; ma che non possano
essere
altre
cose
nell'
universo
dependenti
dall'
infinita
sua
sapienza
, non potrei per me stesso, per quanto mi
detta
il mio
discorso
,
accomodarmi
a
crederlo
: tuttavia, quando
pure
il
fatto
stesse in altra
maniera
, nessuna
renitenza
sarebbe in me di
credere
alle
ragioni
che da
piú
alta
intelligenza
mi venissero
addotte
. In tanto, quando mi
vien
detto
che sarebbe
inutile
e
vano
un
immenso
spazio
intraposto
tra gli
orbi
de i
pianeti
e la
sfera
stellata
,
privo
di
stelle
ed
ozioso
, come anco
superflua
tanta
immensità
, per
ricetto
delle
stelle
fisse
, che
superi
ogni nostra
apprensione
,
dico
che è
temerità
voler far
giudice
il nostro
debolissimo
discorso
delle
opere
di
Dio
, e
chiamar
vano
o
superfluo
tutto quello dell'
universo
che non
serve
per noi.
SAGR
.
Dite
pure
, e
credo
che
direte
meglio
, che noi non
sappiamo
che
serva
per noi: ed io
stimo
una delle maggiori
arroganze
, anzi
pazzie
, che
introdur
si possano, il
dire
"Perch'io non
so
a quel che mi
serva
Giove
o
Saturno
, adunque questi son
superflui
, anzi non sono in
natura
"; mentre che oh
stoltissimo
uomo
, io non
so
né anco a quel che mi
servano
le
arterie
, le
cartilagini
, la
milza
o il
fele
, anzi né
saprei
d'avere il
fele
, la
milza
o i
reni
, se in molti
cadaveri
tagliati
non mi
fussero
stati
mostrati
, ed allora solamente potrei
intender
quello che
operi
in me la
milza
, quando ella mi
fusse
levata
. Per
intender
quali
cose
operi
in me questo o quel
corpo
celeste
(già che tu vuoi che ogni loro
operazione
sia
indrizzata
a noi),
bisognerebbe
per qualche
tempo
rimuover
quel tal
corpo
, e quell'
effetto
, ch'io
sentissi
mancare
in me,
dire
che
dependeva
da quella
stella
. Di
piú
, chi vorrà
dire
che lo
spazio
che costoro
chiamano
troppo
vasto
ed
inutile
, tra
Saturno
e le
stelle
fisse
, sia
privo
d'altri
corpi
mondani
? forse perché non gli
vediamo
? adunque i quattro
pianeti
Medicei
e i
compagni
di
Saturno
vennero in
cielo
quando noi
cominciammo
a
vedergli
, e non prima? e
cosí
le altre
innumerabili
stelle
fisse
non vi erano avanti che gli
uomini
le
vedessero
? le
nebulose
erano prima solamente
piazzette
albicanti
, ma poi noi
co
'
l
telescopio
l'
aviamo
fatte
diventare
drappelli
di molte
stelle
lucide
e
bellissime
?
Prosuntuosa
, anzi
temeraria
,
ignoranza
de gli
uomini
!
SALV
. Non
occorre
,
signor
Sagredo
,
distendersi
piú
in queste
infruttuose
esagerazioni
:
seguitiamo
il nostro
instituto
, che è di
esaminare
i
momenti
delle
ragioni
portate
dall'una e dall'altra
parte
, senza
determinar
cosa alcuna,
rimettendone
poi il
giudizio
a chi ne
sa
piú
di noi. E
tornando
su i nostri
discorsi
naturali
ed
umani
,
dico
che questo
grande
,
piccolo
,
immenso
,
minimo
, etc., son
termini
non
assoluti
, ma
relativi
,
sí
che la medesima cosa,
paragonata
a
diverse
, potrà
ora
chiamarsi
immensa
, e tal
ora
insensibile
, non che
piccola
.
Stante
questo, io
domando
in
relazione
a chi la
sfera
stellata
del
Copernico
si può
chiamare
troppo
vasta
. Questa, per mio
parere
, non può
paragonarsi
né
dirsi
tale se non in
relazione
a qualche altra cosa del medesimo
genere
: or
pigliamo
la
minima
del medesimo
genere
, che sarà l'
orbe
lunare
; e se l'
orbe
stellato
si
deve
sentenziare
per troppo
vasto
rispetto
a quel della
Luna
, ogn'altra
grandezza
che con
simile
o maggior
proporzione
ecceda
un'altra del medesimo
genere
,
doverà
dirsi
troppo
vasta
, ed anco, per questa
ragione
,
negarsi
che ella si
ritrovi
al
mondo
: e
cosí
gli
elefanti
e le
balene
saranno senz'altro
chimere
e
poetiche
immaginazioni
, perché quelli, come troppo
vasti
in
relazione
alle
formiche
, le quali sono
animali
terrestri
, e quelle
rispetto
alle
spillancole
, che sono
pesci
, e
veggonsi
di
sicuro
essere
in
rerum
natura
,
sarebbono
troppo
smisurati
, perché
assolutamente
l'
elefante
e la
balena
superano
la
formica
e la
spillancola
con assai maggior
proporzione
che non fa la
sfera
stellata
quella della
Luna
,
figurandoci
noi
detta
sfera
tanto
grande
quanto
basta
per
accomodarsi
al
sistema
Copernicano
. Di
piú
, quanto è
grande
la
sfera
di
Giove
, quanto quella di
Saturno
,
assegnate
per
recettacolo
di una
stella
sola
, e ben
piccola
, in
comparazione
di una
fissa
? certo che se a ciascuna
fissa
si
dovesse
consegnar
per suo
ricetto
tal
parte
dello
spazio
mondano
,
bisognerebbe
far l'
orbe
, dove
stanzia
l'
innumerabil
moltitudine
di quelle, molte e molte
migliaia
di
volte
maggiore di quello che
basta
per il
bisogno
del
Copernico
. In oltre, non
chiamate
voi una
stella
fissa
,
piccolissima
,
dico
anco delle
piú
apparenti
, non che di quelle che
fuggono
la nostra
vista
? e le
chiamiamo
cosí
in
comparazione
dello
spazio
circonfuso
.
Ora
, quando tutta la
sfera
stellata
fusse
un
corpo
solo
risplendente
, chi è che non
capisca
che nello
spazio
infinito
si può
assegnare
una
distanza
tanto
grande
, dalla quale tale
sfera
lucida
apparisse
cosí
piccola
ed anco
minore
di questo che dalla
Terra
ci
pare
adesso
una
stella
fissa
? di
lí
dunque
giudicheremmo
allora
piccola
quella medesima cosa, che
ora
di qui
chiamiamo
smisuratamente
grande
.
SAGR
.
Grandissima
mi
par
l'
inezzia
di coloro che vorrebbero che
Iddio
avesse
fatto
l'
universo
piú
proporzionato
alla
piccola
capacità
del loro
discorso
, che all'
immensa
, anzi
infinita
, Sua
potenza
.
SIMP
. Tutto questo che voi
dite
va
bene
; ma quello sopra di che la
parte
fa
instanza
, è l'avere a
concedere
che una
stella
fissa
abbia ad esser non
pure
eguale
, ma tanto maggiore del
Sole
, che
pure
amendue
sono
corpi
particolari
situati
dentro all'
orbe
stellato
. E ben
parmi
che molto a
proposito
interroghi
quest'
autore
e
domandi
: "A che
fine
ed a
benefizio
di chi sono
macchine
tanto
vaste
?
prodotte
forse per la
Terra
, cioè per un
piccolissimo
punto
? e perché tanto
remote
, acciocché
appariscano
tantine
e niente
assolutamente
possano
operare
in
Terra
? a che
proposito
una
spropositata
immensa
voragine
tra esse e
Saturno
?
frustratorie
sono tutte quelle
cose
che da
ragioni
probabili
non son
sostenute
".
SALV
. Dall'
interrogazioni
che fa quest'
uomo
mi
par
che si possa
raccorre
, che quando si
lasci
stare il
cielo
, le
stelle
e le
distanze
, della
quantità
e
grandezze
ch'egli ha sin
ora
creduto
(benché
nissuna
comprensibil
grandezza
egli già mai non se ne sia
sicuramente
figurata
), ei
penetri
benissimo
e
resti
capace
de i
benefizii
che da esse
provengano
sopra la
Terra
, la quale non
piú
sia una
cosetta
minima
, né che esse
sien
piú
tanto
remote
che
appariscano
cosí
piccoline
, ma tanto
grandi
quanto
basta
per
potere
operare
in
Terra
, e che la
distanza
tra esse e
Saturno
sia
proporzionata
benissimo
, e che egli di tutte queste
cose
abbia molto
probabili
ragioni
, delle quali ne
averei
volentieri
sentito
qualcuna; ma il
vedere
che egli in queste poche
parole
si
confonde
e si
contraddice
, mi fa
credere
ch' e' sia molto
penurioso
e
scarso
di queste
probabili
ragioni
, e che quelle che ei
chiama
ragioni
, sieno
piú
tosto
fallacie
, anzi
ombre
di
vane
immaginazioni
. Imperocché io
domando
adesso
a lui, se questi
corpi
celesti
operano
veramente
sopra la
Terra
, e se per tale
effetto
sono
stati
prodotti
delle tali e tali
grandezze
, ed in tali e tali
distanze
disposti
, o
pure
se non hanno che fare con le
cose
terrene
. Se non han che fare con la
Terra
,
sciocchezza
grande
è il voler noi
terreni
esser
arbitri
delle
grandezze
, e
regolatori
delle loro
locali
disposizioni
, mentre siamo
ignorantissimi
di tutti i loro
affari
e
interessi
: ma se
dirà
che
operano
e che a questo
fine
siano
indrizzati
, viene ad
affermare
quello che per un altro verso egli medesimo
nega
ed a
laudar
quello che pur
ora
ha
dannato
, mentre
diceva
che i
corpi
celesti
,
locati
in tanta
lontananza
che dalla
Terra
appariscan
tantini
, non possono in lei
operar
cosa alcuna. Ma,
uomo
mio, nella
sfera
stellata
, già
stabilita
nella
distanza
che ella si
trova
e che da voi
vien
giudicata
per ben
proporzionata
per gl'
influssi
in queste
cose
terrene
, moltissime
stelle
appariscono
piccolissime
, e cento
volte
tante ve ne sono del tutto a noi
invisibili
(che è un
apparire
ancor
minori
che
tantine
): adunque bisogna che voi (
contradicendo
a voi medesimo)
neghiate
ora
la loro
operazione
in
Terra
; o
vero
che (
contradicendo
pure
a voi stesso)
concediate
che l'
apparir
tantine
non
detrae
della loro
operazione
; o
sí
veramente
(e questa sarà
piú
sincera
e
modesta
concessione
)
concediate
e
liberamente
confessiate
che '
l
giudicar
nostro circa le loro
grandezze
e
distanze
sia una
vanità
, per non
dir
prosunzione
o
temerità
.
SIMP
.
Veramente
veddi
ancor io subito, nel
legger
questo
luogo
, la
contradizion
manifesta
, nel
dir
che le
stelle
, per
cosí
dire
, del
Copernico
,
apparendo
tanto
piccoline
, non potrebbero
operare
in
Terra
, e non si
accorgere
d'aver
conceduto
l'
azione
sopra la
Terra
a quelle di
Tolomeo
e sue, che
appariscono
non pur
tantine
, ma sono la maggior
parte
invisibili
.
SALV
. Ma vengo ad un altro
punto
. Sopra che
fondamento
dice egli che le
stelle
appariscano
cosí
piccole
? forse perché tali le
veggiamo
noi? e non
sa
egli che questo viene dallo
strumento
che noi
adoperiamo
in
riguardarle
, cioè dall'
occhio
nostro? E che ciò sia
vero
,
mutando
strumento
le
vedremo
maggiori e maggiori, quanto ne
piacerà
: e chi
sa
che alla
Terra
, che le
rimira
senza
occhi
,
elle
non si
mostrino
grandissime
e quali
realmente
elle
sono? Ma è
tempo
che,
lasciate
queste
leggerezze
,
venghiamo
a
cose
di
piú
momento
: e però, avendo io già
dimostrato
queste due
cose
prima, quanto
basti
por
lontano
il
firmamento
sí
che in lui il
diametro
dell'
orbe
magno
non
faccia
maggior
diversità
di quella che fa l'
orbe
terrestre
nella
lontananza
del
Sole
, e poi
dimostrato
parimente
come per far che una
stella
del
firmamento
ci
apparisca
della
grandezza
che noi la
veggiamo
, non è
necessario
porla
maggiore del
Sole
, vorrei
saper
se
Ticone
o alcuno de' suoi
aderenti
ha
tentato
mai di
investigare
in qualche modo se nella
sfera
stellata
si
scorga
veruna
apparenza
per la quale si possa
piú
resolutamente
negare
o
ammettere
il
moto
annuo
della
Terra
.
SAGR
. Io per loro
risponderei
di no, né
tampoco
averne avuto
bisogno
; già che il
Copernico
stesso è che dice, tal
diversità
non vi
essere
, ed essi,
argomentando
ad
hominem
, glie l'
ammettono
, e sopra questo
assunto
mostrano
l'
improbabilità
che ne
segue
, cioè che sarebbe
necessario
far la
sfera
tanto
immensa
, che una
stella
fissa
, per
apparirci
grande
come ci
apparisce
,
converrebbe
che in
realtà
fusse
una
mole
cosí
immensa
che
eccedesse
la
grandezza
di tutto l'
orbe
magno
: cosa che è poi, come essi
dicono
, del tutto
incredibile
.
SALV
. Io son del medesimo
parere
, e
credo
appunto
ch'egli
argomentino
contro all'
uomo
piú
per
difesa
d'un altro
uomo
, che per
brama
di venire in
cognizion
del
vero
; e non solamente non
credo
che alcun di loro si sia
applicato
al far tal
osservazione
, ma non son
sicuro
ancora se alcuno di essi
sappia
quale
diversità
dovesse
produr
nelle
fisse
il
movimento
annuo
della
Terra
, quando la
sfera
stellata
non
fusse
in tanta
distanza
che in esse tal
diversità
per la sua
piccolezza
svanisse
: perché il
cessare
da tal
inquisizione
e
rimettersi
al
semplice
detto
del
Copernico
, può ben
bastare
a
convincer
l'
uomo
, ma non già a
chiarirsi
del
fatto
, potendo esser che la
diversità
ci sia, ma non
cercata
, o, per la sua
piccolezza
o per
mancamento
di
strumenti
esatti
, non
compresa
dal
Copernico
; che non sarebbe questa la prima cosa che egli, per
mancanza
di
strumenti
o per altro
difetto
, non ha
saputa
, e pur,
fondato
sopra altre
saldissime
conietture
,
affermò
quello a cui
parevano
contrariare
le
cose
non
comprese
da lui: ché, come già si
disse
, senza il
telescopio
né
Marte
poteva
comprendersi
crescer
60
volte
, e
Venere
40,
piú
in quella che in questa
positura
, anzi le
differenze
loro
appariscono
minori
assai del
vero
; tuttavia si è poi venuto in
certezza
, tali
mutazioni
esservi a
capello
quali
ricercava
il
sistema
copernicano
. Or
cosí
sarebbe ben
fatto
ricercare
, con quella
esquisitezza
che si potesse maggiore, se una tal
mutazione
che
dovrebbe
scorgersi
nelle
fisse
,
posto
il
moto
annuo
della
Terra
,
effettivamente
si
osservasse
; cosa che
assolutamente
credo
non esser sin
ora
stata fatta da alcuno, e non solamente fatta, ma forse (come ho
detto
) né anco da molti ben
inteso
quel che
cercar
si
dovrebbe
. Né mi
muovo
a
caso
a
dir
cosí
; perché già
veddi
certa
scrittura
a
penna
di uno di questi
anticopernicani
, che
diceva
,
necessariamente
dover
seguire
, quando tal
opinion
fusse
vera
, un
continuo
alzamento
ed
abbassamento
del
polo
di 6
mesi
in 6
mesi
,
secondo
che la
Terra
in tanto
tempo
, per tanto
spazio
quant'è il
diametro
dell'
orbe
magno
, si
ritira
or verso
settentrione
or verso
austro
; e pur gli
pareva
ragionevole
, anzi
necessario
, che
seguendo
noi la
Terra
, quando
fussimo
verso
settentrione
,
dovessimo
avere il
polo
piú
elevato
che quando siamo verso il
mezo
giorno
. In questo medesimo
errore
incorse
uno per altro assai
intelligente
matematico
, pur
seguace
del
Copernico
,
secondo
che
riferisce
Ticone
ne' suoi
Proginnasmi
a
fac
.
684
, il quale
diceva
aver
osservato
mutarsi
l'
altezza
polare
ed esser
diversa
la state dal
verno
: e perché
Ticone
nega
il
merito
della
causa
, ma non
danna
l'
ordine
, cioè
nega
il
vedersi
mutazione
nell'
altezza
polare
, ma non
condanna
tale
inquisizione
come non
accomodata
a
conseguir
quel che si
cerca
, viene a
dichiararsi
che egli ancora
stima
, l'
altezza
polare
,
variata
o non
variata
di 6
mesi
in 6
mesi
, esser
buona
riprova
per
escludere
o
introdurre
il
movimento
annuo
della
Terra
.
SIMP
.
Veramente
,
signor
Salviati
, che a me ancora
par
che
dovesse
seguir
l'istesso. Imperocché io non
credo
che voi mi
negherete
, che se noi
camminiamo
solamente 60
miglia
verso
tramontana
, il
polo
ci si
alzerà
un
grado
, ed
accostandosi
parimente
per altre 60
miglia
al
settentrione
, ci si
alzerà
il
polo
un altro
grado
, etc.:
ora
, se l'
accostarsi
e di
scostarsi
60
miglia
solamente fa
sí
notabil
mutazione
nell'
altezze
polari
, che
doverà
fare il
trasportarvi
la
Terra
, e noi
insieme
, non
dirò
60
miglia
, ma 60
migliaia
?
SALV
.
Doverà
fare (se si
deve
seguir
cotesta
proporzione
) che il
polo
ci si
alzerà
mille
gradi
.
Vedete
,
signor
Simplicio
, quanto può un'
inveterata
impressione
! Voi, per esservi
fissato
nella
fantasia
per tanti
anni
che il
cielo
sia quello che si
rivolga
in
ventiquattr'
ore
, e non la
Terra
, e che in
conseguenza
i
poli
di tal
revoluzione
siano nel
cielo
e non nel
globo
terrestre
, non potete né anco per un'
ora
spogliarvi
quest'
abito
e
mascherarvi
del
contrario
,
figurandovi
che la
Terra
sia quella che si
muova
solamente per tanto
tempo
quanto
basta
per
concepir
quello che ne
seguirebbe
quando questa
bugia
fusse
vera
. Se la
Terra
,
signor
Simplicio
, è quella che si
muove
in se stessa in
ventiquattr'
ore
, in lei sono i
poli
, in lei è l'
asse
, in lei è l'
equinoziale
, cioè il
cerchio
massimo
descritto
dal
punto
egualmente
distante
da i
poli
, in lei sono gli
infiniti
paralleli
, maggiori e
minori
,
descritti
da i
punti
della sua
superficie
piú
e meno
distanti
da i
poli
; in lei sono tutte queste
cose
, e non nella
sfera
stellata
, che, per
essere
immobile
,
manca
di tutte, e solo con l'
imaginazione
vi si possono
figurare
,
prolungando
l'
asse
della
Terra
sin
là
dove
terminando
segnerà
due
punti
sopraposti
a i nostri
poli
, ed il
piano
dell'
equinoziale
disteso
figurerà
in
cielo
un
cerchio
a sé
corrispondente
.
Ora
, se il
vero
asse
, i
veri
poli
, il
vero
equinoziale
terrestri
non si
mutano
in
Terra
tuttavolta
che voi ancora
resterete
nel medesimo
luogo
in
Terra
,
trasportate
pure
la
Terra
dove vi
piace
, che voi già mai non
cangerete
abitudine
né a i
poli
né a i
cerchi
né ad altra cosa
terrena
; e questo, per esser
cotal
trasportamento
comune
a voi ed a tutte le
cose
terrestri
, ed il
moto
, dove è
comune
, è come se non vi
fusse
: e
sí
come voi non
muterete
abitudine
a i
poli
terreni
(
abitudine
,
dico
,
sí
che vi si
alzino
o vi s'
abbassino
),
cosí
parimente
non la
muterete
a i
poli
figurati
in
cielo
,
tuttavoltaché
per
poli
celesti
intenderemo
(come già si è
definito
) quei due
punti
che dall'
asse
terrestre
,
prolungato
sin
là
, vi vengono
segnati
. È
vero
che si
mutano
tali
punti
nel
cielo
, quando il
trasportamento
della
Terra
vien
fatto
in tal modo, che il suo
asse
vadia
a
ferire
in altri ed altri
punti
della
sfera
celeste
immobile
; ma non si
muta
la nostra
abitudine
ad essi,
sí
che il
secondo
ci si
elevi
piú
che il
primo
. Chi vuole che de i
punti
del
firmamento
,
rispondenti
a i
poli
della
Terra
, l'uno se gli
alzi
e l'altro se gli
abbassi
, bisogna
camminare
in
Terra
verso l'uno,
allontanandosi
dall'altro; ché il
trasportar
la
Terra
, e con lei noi medesimi (come ho già
detto
), non
opera
niente.
SAGR
.
Concedetemi
in
grazia
,
signor
Salviati
, ch'io
spiani
assai
chiaramente
questo
negozio
con un
esempio
, se ben
grossolano
, altrettanto però
accomodato
a questo
proposito
.
Figuratevi
,
signor
Simplicio
, d'
essere
in una
galera
, e che stando in
poppa
abbiate
drizzato
un
quadrante
o altro
strumento
astronomico
alla
sommità
dell'
albero
del
trinchetto
, come se voi voleste
prender
la sua
elevazione
, la quale
fusse
,
verbigrazia
, 40
gradi
: non è
dubbio
, che
camminando
voi per
corsía
verso l'
albero
25 o 30
passi
,
tornando
a
drizzare
il medesimo
strumento
alla medesima
sommità
dell'
albero
,
troverete
la sua
elevazione
esser maggiore, ed esser
cresciuta
,
verbigrazia
, 10
gradi
; ma se in
cambio
di
camminar
i
detti
25 o 30
passi
verso l'
albero
, voi,
restando
fermo
in
poppa
, faceste
muover
tutta la
galera
verso quella
parte
,
credereste
voi che, mediante il
viaggio
che ella avesse
fatto
de i 25 o 30
passi
, l'
elevazion
del
trinchetto
vi si
mostrasse
di 10
gradi
accresciuta
?
SIMP
.
Credo
ed
intendo
che ella non si
vantaggierebbe
né anco un
sol
capello
per il
viaggio
di mille né di
centomila
miglia
, non che di 30
passi
, ma
credo
bene
che, se
traguardando
la
sommità
del
trinchetto
si
fusse
incontrato
una
stella
fissa
ad esser nella medesima
dirittura
,
credo
,
dico
, che
tenendo
fermo
il
quadrante
,
doppo
aver
navigato
verso la
stella
60
miglia
, la
mira
batterebbe
bene
alla
punta
del
trinchetto
come prima, ma non già
piú
alla
stella
, la quale mi si sarebbe
elevata
un
grado
SAGR
. Ma voi non
credete
già che '
l
traguardo
non
battesse
a quel
punto
della
sfera
stellata
che
risponde
alla
dirittura
della
sommità
del
trinchetto
?
SIMP
. Questo no, ma il
punto
sarebbe
variato
, e
rimarrebbe
sotto alla
stella
prima
osservata
.
SAGR
.
Cosí
sta per
appunto
. Ma
sí
come quello che in quest'
esempio
risponde
all'
elevazion
della
sommità
dell'
albero
non è la
stella
, ma il
punto
del
firmamento
che si
trova
nella
dirittura
dell'
occhio
e della
cima
dell'
albero
,
cosí
nel
caso
esemplificato
quello che nel
firmamento
risponde
al
polo
della
Terra
, non è una
stella
o altra cosa
fissa
del
firmamento
, ma è quel
punto
nel quale
va
a
terminar
l'
asse
terrestre
dirittamente
prolungato
sin
là
, il qual
punto
non è
fisso
, ma
ubbidisce
alle
mutazioni
che facesse il
polo
terreno
e però
Ticone
o altri, che avevano
portato
questa
instanza
dovevano
dire
che a tal
movimento
della
Terra
quando
vero
fusse
, si
dovrebbe
conoscere
ed
osservar
qualche
diversità
nell'
alzamento
ed
abbassamento
non del
polo
, ma di alcuna
stella
fissa
verso quella
parte
che
risponde
al nostro
polo
.
SIMP
. Già
intendo
benissimo
l'
equivoco
preso
da costoro, ma non però mi si
toglie
la
forza
, che mi
par
grandissima
, dell'
argomento
portato
in
contrario
, quando si
riferisca
alla
mutazion
delle
stelle
, e non
piú
del
polo
:
atteso
che, se il
movimento
della
galera
, di 60
miglia
solamente, mi fa
alzarsi
una
stella
fissa
per un
grado
, come non potrà molto
piú
venirmi una
simil
mutazione
, ed anco maggiore
assaissimo
, quando la
galera
si
trasportasse
verso la medesima
stella
per tanto
spazio
quant'è il
diametro
dell'
orbe
magno
, che voi
dite
esser il
doppio
di quello che è dalla
Terra
al
Sole
?
SAGR
. Qui,
signor
Simplicio
, ci è un altro
equivoco
, il quale
veramente
voi
intendete
, ma non vi
sovviene
l'
intenderlo
; ed io
cercherò
di
ricordarvelo
. Però
ditemi
: Se quando,
doppo
avere
aggiustato
il
quadrante
a una
stella
fissa
, e
trovato
,
verbigrazia
, la sua
elevazione
esser 40
gradi
, voi, senza
muovervi
di
luogo
inclinaste
il
lato
del
quadrante
,
sí
che la
stella
rimanesse
elevata
sopra quella
dirittura
,
direte
voi perciò la
stella
aver
acquistato
maggior
elevazione
?
SIMP
. Certo no, perché la
mutazione
si è fatta nello
strumento
, e non nell'
osservatore
, che abbia
mutato
luogo
movendosi
verso quella.
SAGR
. Ma quando voi
navigate
o
camminate
sopra la
superficie
della
Terra
,
direste
voi che nel medesimo
quadrante
non si facesse
mutazione
alcuna, ma si
conservasse
sempre la medesima
elevazione
rispetto
al
cielo
,
tuttavolta
che voi stesso non l'
inclinaste
, ma lo
lasciaste
stare nella prima
costituzione
?
SIMP
.
Lasciate
ch'io ci
pensi
un poco.
Direi
senz'altro che non la
conservasse
, per esser, il
viaggio
ch'io
fo
, non in
piano
, ma sopra la
circunferenza
del
globo
terrestre
, la quale di
passo
in
passo
muta
inclinazione
rispetto
al
cielo
, ed in
conseguenza
la fa
mutare
allo
strumento
che sopra di lei la
conserva
.
SAGR
. Voi
benissimo
dite
; ed anco
intendete
, che quanto maggiore e maggiore
fusse
quel
cerchio
sopra il quale voi vi
moveste
, tante
piú
miglia
bisognerebbe
camminare
per far che quella
stella
vi si
alzasse
quel
grado
di
piú
, e che finalmente, quando il
moto
verso la
stella
fusse
per
linea
retta
,
piú
ancora
converrebbe
muoversi
che per la
circonferenza
di
qualsivoglia
grandissimo
cerchio
.
SALV
.
Sí
, perché finalmente la
circonferenza
del
cerchio
infinito
e una
linea
retta
sono l'
istessa
cosa.
SAGR
. Oh questo non
intendo
io, né
credo
che l'
intenda
anco il
signor
Simplicio
; e bisogna che ci sia sotto qualche
misterio
ascosto
, perché
sappiamo
che il
signor
Salviati
non
parla
mai a
caso
, né
mette
in
campo
paradosso
che non
riesca
in qualche
concetto
non
punto
triviale
: però a
luogo
e
tempo
vi
ricorderò
la
dichiarazion
di questo esser la
linea
retta
l'istesso che la
circonferenza
del
cerchio
infinito
, ché per
adesso
non voglio che
interrompiamo
il
discorso
che
aviam
per le
mani
. E
tornando
al
caso
,
metto
in
considerazione
al
signor
Simplicio
come l'
accostamento
e
discostamento
che fa la
Terra
a quella
stella
fissa
che è
vicina
al
polo
, si fa come per una
linea
retta
, che è il
diametro
dell'
orbe
magno
; talché il voler
regolare
l'
alzamento
ed
abbassamento
della
stella
polare
co
'
l
moto
per tal
diametro
come
pe
'
l
moto
sopra il
cerchio
piccolissimo
della
Terra
, è gran
segno
di poca
intelligenza
.
SIMP
. Ma pur
restiamo
ancora nelle medesime
difficultà
, già che né anco quella poca
diversità
che esser vi
dovrebbe
, si
scorge
esservi; e se questa è nulla, nullo ancora bisogna
confessar
che sia il
moto
annuo
per l'
orbe
magno
,
attribuito
alla
Terra
.
SAGR
. Or qui
lascio
seguire
al
signor
Salviati
: il quale mi
par
che non
trapassava
per nullo l'
alzamento
o
abbassamento
della
stella
polare
o di altra delle
fisse
, ancorché non
compreso
da alcuno, e dall'istesso
Copernico
posto
non
dirò
per nullo, ma per
inosservabile
per la sua
piccolezza
.
SALV
. Già ho
detto
di sopra, che non
credo
che alcuno si sia
messo
ad
osservare
se ne i
diversi
tempi
dell'
anno
si
scorga
mutazione
alcuna nelle
fisse
, che possa
dependere
dal
movimento
annuo
della
Terra
; e
soggiunto
di
piú
, che ho
dubbio
se forse alcuno abbia
bene
inteso
, quali sieno le
mutazioni
, e tra quali
stelle
debbano
apparire
: però è
bene
che
andiamo
con
diligenza
esaminando
questo
punto
. L'aver
trovato
scritto
solamente in
genere
, non si
dovere
ammettere
il
movimento
annuo
della
Terra
nell'
orbe
magno
, perché non ha del
verisimile
che per esso non si
vedesse
alcuna
apparente
mutazione
nelle
stelle
fisse
, e il non
sentir
poi
dire
quali
dovessero
esser in
particolare
cotali
apparenti
mutazioni
ed in quali
stelle
, mi fa molto
ragionevolmente
stimare
che costoro che su quel
generico
pronunziato
si
fermano
, non abbiano
inteso
, né anco forse
cercato
di
intendere
, come
cammini
il
negozio
di queste
mutazioni
, né che
cose
siano quelle che
dicono
che
veder
si
dovrebbero
; ed a
cosí
giudicare
mi
muove
il
sapere
, che il
movimento
annuo
attribuito
dal
Copernico
alla
Terra
quando
debba
farsi
sensibile
nella
sfera
stellata
, non
rispetto
a tutte le
stelle
egualmente
ha da farsi
apparente
mutazione
, ma tale
apparenza
in alcune
deve
farsi maggiore, in altre
minore
, in altre ancor
minore
, e finalmente in altre
assolutamente
nulla, per
grandissimo
che si
ponesse
il
cerchio
di questo
moto
annuo
. Le
mutazioni
poi, che
veder
si
dovrebbero
, sono di due
generi
: l'uno è il
mutar
esse
stelle
l'
apparente
grandezza
, e l'altro il
variar
altezze
nel
meridiano
, che si
tira
poi in
conseguenza
il
mutar
gli
orti
e gli
occasi
, e le
distanze
dal
vertice
, etc.
SAGR
. Mi
par
di
vedermi
apparecchiare
una
matassa
di questi
rivolgimenti
, che
Dio
voglia
ch'io me ne sia per poter
distrigar
mai; perché, a
confessare
il mio
difetto
al
signor
Salviati
, io ci ho tal
volta
pensato
, né mai ne ho potuto
ritrovare
il
bandolo
, e non
dico
tanto di questo che
appartiene
alle
stelle
fisse
, quanto di un'altra
piú
terribil
faccenda
, che voi mi avete fatta
sovvenire
co
'
l
ricordar
queste
altezze
meridiane
,
latitudini
ortive
e
distanze
dal
vertice
, etc.: e '
l
mio
ravvolgimento
di
cervello
nasce
da quello ch'io vi
dirò
adesso
. Il
Copernico
pone
la
sfera
stellata
immobile
, ed il
Sole
nel
centro
di essa,
parimente
immobile
; adunque ogni
mutazione
che a noi
apparisca
farsi nel
Sole
o nelle
stelle
fisse
, è
necessario
che sia della
Terra
, cioè nostra: ma il
Sole
si
alza
e si
abbassa
nel nostro
meridiano
per un
arco
grandissimo
, quasi di 47
gradi
, e per
archi
ancora maggiori e maggiori
varia
le sue
larghezze
ortive
ed
occidue
ne gli
orizonti
obliqui
: or come può mai la
Terra
inclinarsi
e
rilevarsi
tanto
notabilmente
al
Sole
, e nulla alle
stelle
fisse
, o per
sí
poco che sia cosa
impercettibile
? Questo è quel
nodo
che non è
possuto
mai
passare
al mio
pettine
; e se voi me lo
scioglierete
, vi
stimerò
piú
che un
Alessandro
.
SALV
. Queste sono
difficultà
degne
dell'
ingegno
del
signor
Sagredo
: ed è tale il
dubbio
, che sino l'istesso
Copernico
diffidò
quasi di
poterlo
dichiarare
in
maniera
che lo
rendesse
intelligibile
, il che si
vede
sí
dal
confessare
egli stesso la sua
oscurità
,
sí
dal
rimettersi
due
volte
in due
diverse
maniere
per
dichiararlo
: ed io
ingenuamente
confesso
di non avere
capita
la sua
spiegatura
se non
doppo
che con altro
diverso
modo, assai
piano
e
chiaro
, lo
resi
intelligibile
, ma non però senza una
lunga
e
laboriosa
applicazion
di
mente
.
SIMP
.
Aristotile
vedde
la
difficultà
medesima e se ne
serví
per
redarguir
alcuni
antichi
i quali volevano che la
Terra
fusse
un
pianeta
: contro a i quali
argomenta
, che se ciò
fusse
,
converrebbe
che essa
parimente
, come gli altri
pianeti
, avesse
piú
di un
movimento
, dal che ne
seguirebbe
questa
variazione
ne gli
orti
ed
occasi
delle
stelle
fisse
, e nell'
altezze
meridiane
parimente
. E poiché ei
promosse
la
difficultà
e non la
risolvette
, è
forza
che ella sia, se non d'
impossibile
, almeno di
difficile
scioglimento
.
SALV
. La
grandezza
e
forza
dell'
annodamento
rende
lo
scioglimento
piú
bello
e
ammirando
; ma io non ve lo
prometto
per
oggi
, e vi
prego
a
dispensarmi
sino a
domani
, e per
ora
andremo
considerando
e
dichiarando
quelle
mutazioni
e
diversità
che per il
movimento
annuo
dovriano
scorgersi
nelle
stelle
fisse
,
sí
come pur
ora
dicevamo
, nell'
esplicazion
delle quali vengono a
proporsi
alcuni
punti
preparatorii
per lo
scioglimento
della
massima
difficultà
.
Ora
,
ripigliando
i due
movimenti
attribuiti
alla
Terra
(e
dico
due, perché il
terzo
non è altrimenti un
moto
, come a suo
luogo
dichiarerò
), cioè l'
annuo
ed il
diurno
, quello si
deve
intendere
fatto
dal
centro
della
Terra
nella
circonferenza
dell'
orbe
magno
, cioè di un
cerchio
massimo
descritto
nel
piano
dell'
eclittica
,
fissa
ed
immutabile
; l'altro, cioè il
diurno
, è
fatto
dal
globo
della
Terra
in se stesso circa il proprio
centro
e proprio
asse
, non
eretto
, ma
inclinato
al
piano
dell'
eclittica
, con
inclinazione
di
gradi
23 e
mezo
in circa, la quale
inclinazione
si
mantiene
per tutto l'
anno
e, quello che
sommamente
si
deve
notare
, si
conserva
sempre verso la medesima
parte
del
cielo
,
talmenteché
l'
asse
del
moto
diurno
si
mantien
perpetuamente
parallelo
a se stesso:
sí
che, se noi ci
immagineremo
tale
asse
prolungato
sino alle
stelle
fisse
, mentre che il
centro
della
Terra
circonda
in un
anno
tutta l'
eclittica
, l'istesso
asse
descrive
la
superficie
di un
cilindro
obliquo
, che ha per una delle sue
basi
il
detto
cerchio
annuo
, e per l'altra un
simil
cerchio
imaginariamente
descritto
dalla sua
estremità
, o vogliamo
dir
polo
, tra le
stelle
fisse
; ed è tal
cilindro
obliquo
al
piano
dell'
eclittica
secondo
l'
inclinazion
dell'
asse
che lo
descrive
, che
aviamo
detto
esser
gradi
23 e
mezo
, la quale,
conservandosi
perpetuamente
l'
istessa
(se non quanto in molte
migliaia
di
anni
fa qualche
piccolissima
mutazione
, che al
presente
negozio
niente
importa
), fa che '
l
globo
terrestre
né
piú
s'
inclina
già mai né si
solleva
, ma
immutabile
si
conserva
: dal che ne
séguita
che, per quanto
appartiene
alle
mutazioni
da
osservarsi
nelle
fisse
,
dependenti
dal solo
movimento
annuo
, l'istesso
accaderà
a
qualsivoglia
punto
della
superficie
terrena
, che all'istesso
centro
della
Terra
; e però nelle
presenti
esplicazioni
ci
serviremo
del
centro
, come di
qualsivoglia
punto
della
superficie
. E per
piú
facile
intelligenza
del tutto, ne
disegneremo
le
figure
lineari
: e prima
segniamo
nel
piano
dell'
eclittica
il
cerchio
ANBO
, ed
intendiamo
i
punti
A,
B
essere
gli
estremi
verso
borea
e verso
austro
, cioè il
principio
di
Cancro
e di
Capricorno
, ed il
diametro
A
B
prolunghiamolo
indeterminatamente
per D e
C
verso la
sfera
stellata
:
§
vedi
figura
24
dico
ora
,
primieramente
, che niuna delle
stelle
fisse
poste
nell'
eclittica
, per
qualsivoglia
mutazion
fatta dalla
Terra
per esso
piano
dell'
eclittica
,
varierà
mai
elevazione
, ma sempre si
scorgerà
nella medesima
superficie
; ma
bene
se gli
avvicinerà
ed
allontanerà
la
Terra
per tanto
spazio
quanto è il
diametro
dell'
orbe
magno
. Il che
sensatamente
si
vede
nella
figura
: imperocché, sia la
Terra
nel
punto
A o sia in
B
, sempre la
stella
G
si
vede
per la medesima
linea
A
B
C
; ma
bene
la
lontananza
B
C
si è fatta
minore
della
C
A per tutto il
diametro
B
A: il
piú
dunque che si possa
scorgere
nella
stella
C
, ed in
qualsivoglia
altra
posta
nell'
eclittica
, è la
accresciuta
o
diminuita
apparente
grandezza
, per l'
avvicinamento
o
allontanamento
della
Terra
.
SAGR
.
Fermate
un poco, in
cortesia
, perché
sento
non
so
che
scrupolo
che mi
dà
fastidio
, ed è questo. Che la
stella
C
venga
veduta
per la medesima
linea
A
B
C
tanto quando la
Terra
sia in A quanto se ella sia in
B
, l'
intendo
benissimo
; come anco di
piú
capisco
che l'istesso
avverrebbe
da tutti i
punti
della
linea
A
B
, mentre che la
Terra
passasse
da A in
B
per essa
linea
; ma
passandovi
, come si
suppone
per l'
arco
A N
B
, è
manifesta
cosa che quando ella sarà nel
punto
N, ed in qualunque altro fuori che li due A,
B
, non
piú
per la
linea
A
B
, ma per altre ed altre, si
scorgerà
: talché se il
mostrarsi
sotto
diverse
linee
deve
cagionar
apparente
mutazione
, qualche
diversità
converrà
che si
scorga
. Anzi
piú
dirò
, con quella
libertà
filosofica
che tra i
filosofi
amici
debbe
esser
permessa
,
parermi
che voi,
contrariando
a voi stesso,
neghiate
ora
quello che pur
oggi
ci avete, con nostra
maraviglia
,
dichiarato
esser cosa
verissima
e
grande
:
dico
di quello che
accade
ne i
pianeti
ed in
particolare
ne i tre
superiori
, che
ritrovandosi
continuamente
nell'
eclittica
o a quella
vicinissimi
, non solamente si
mostrano
ora
a noi
propinqui
ed
ora
remotissimi
ma tanto, nei
regolati
lor
movimenti
,
difformi
, che talvolta
immobili
, e tal
ora
, per molti
gradi
,
retrogradi
, ci si
rappresentano
; e tutto non per altra
cagione
, che per il
movimento
annuo
della
Terra
.
SALV
. Ancorché per mille
riscontri
io sia
stato
fatto
certo dell'
accortezza
del
signor
Sagredo
, pur ho voluto con quest'altro
cimento
assicurarmi
maggiormente
di quanto io possa
promettermi
dell'
ingegno
suo; e tutto per
util
mio, ché quando le mie
proposizioni
potranno star
salde
al
martello
o alla
coppella
del suo
giudizio
, potrò star
sicuro
che
elle
sien
di
lega
buona
a tutto
paragone
.
Dico
per tanto, che a
bello
studio
avevo
dissimulata
cotesta
obiezzione
, ma non però con
animo
di
ingannarvi
e di
persuadervi
alcuna
falsità
, come sarebbe potuto
accadere
quando l'
instanza
da me
dissimulata
, e da voi
trapassata
,
fusse
stata tale in
effetto
quale in
apparenza
si
mostra
, cioè
veramente
gagliarda
e
concludente
; ma ella non è tale, anzi
dubito
io
adesso
che voi, per
tentar
me,
finghiate
di non
conoscer
la sua
nullità
. Ma voglio in questo
particolare
esser
piú
malizioso
di voi,
co
'
l
cavarvi
a
forza
di
bocca
quello che
artifiziosamente
volevi
nasconderci
: e però
ditemi
, che cosa è quella onde voi
conoscete
la
stazione
e
retrogradazione
de'
pianeti
derivante
dal
moto
annuo
, e che è
cosí
grande
che
pure
almeno qualche
vestigio
di
simile
effetto
dovrebbe
vedersi
nelle
stelle
dell'
eclittica
.
SAGR
. Due
quesiti
contien
questa vostra
domanda
, a i quali
convien
ch'io
risponda
: il
primo
riguarda
l'
imputazione
, che mi
date
, di
simulatore
; l'altro è di quello che possa
apparir
nelle
stelle
, etc. Quanto al
primo
,
dirò
con vostra
pace
che non è
vero
ch'io abbia
simulato
di non
intender
la
nullità
di quella
instanza
; e per
assicurarvi
di ciò, vi
dic
'
ora
che
benissimo
capisco
tal
nullità
.
SALV
. Ma non
capisco
già io come possa
essere
che voi non
parlaste
simulatamente
, quando
dicevi
di non
intender
quella tal
fallacia
, la quale
confessate
ora
di
intender
benissimo
.
SAGR
. La
confessione
stessa d'
intenderla
può
assicurarvi
ch'io non
simulavo
, mentre
dicevo
di non l'
intendere
; perché quando io avessi voluto e volessi
simulare
, chi
potria
tenermi
ch'io non
continuassi
nella medesima
simulazione
,
negando
tuttavia di
intender
la
fallacia
?
Dico
dunque che non l'
intendevo
allora, ma che ben la
capisco
al
presente
, mercé dell'avermi voi
destato
l'
intelletto
, prima
co
'
l
dirmi
risolutamente
che ella non è nulla, e poi
co
'
l
cominciare
a
interrogarmi
cosí
alla
larga
, che cosa
fusse
quella per la quale io
conosceva
la
stazione
e
retrogradazione
de'
pianeti
: e perché questo si
conosce
dalla
conferenza
che si fa di essi con le
stelle
fisse
, in
relazion
delle quali si
veggono
variare
lor
movimenti
or verso
occidente
ed or verso
oriente
e tal
ora
restar
come
immobili
, e perché sopra la
sfera
stellata
non ve n'è altra
immensamente
piú
remota
, ed a noi
visibile
, con la quale possiamo
conferir
le nostre
stelle
fisse
, però
vestigio
niuno possiamo noi
scorger
nelle
fisse
, che
risponda
a quello che ci
apparisce
ne'
pianeti
. Questo
penso
io che sia quel tanto che voi mi volevi
cavar
di
bocca
.
SALV
. Questo è, con la
giunta
da
vantaggio
della vostra
sottilissima
arguzia
. E se io con un
piccol
motto
vi
apersi
la
mente
, voi con un altro
fate
sovvenire
a me, non esser del tutto
impossibile
che qualche cosa in qualche
tempo
si
trovasse
osservabile
tra le
fisse
, per la quale
comprender
si potesse in chi
risegga
l'
annua
conversione
, talché esse ancora, non
men
de i
pianeti
e del
Sole
stesso,
volesser
comparire
in
giudizio
a
render
testimonianza
di tal
moto
a
favor
della
Terra
: perch'io non
credo
che le
stelle
siano
sparse
in una
sferica
superficie
,
egualmente
distanti
da un
centro
, ma
stimo
che le loro
lontananze
da noi siano
talmente
varie
, che alcune ve ne possano esser 2 e 3
volte
piú
remote
di alcune altre; talché, quando si
trovasse
co
'
l
telescopio
qualche
piccolissima
stella
vicinissima
ad alcuna delle maggiori, e che però quella
fusse
altissima
, potrebbe
accadere
che qualche
sensibil
mutazione
succedesse
tra di loro,
rispondente
a quella de i
pianeti
superiori
. E tanto sia
detto
per
ora
circa il
particolare
delle
stelle
poste
nell'
eclittica
:
venghiamo
ora
alle
fisse
poste
fuora
dell'
eclittica
, ed
intendiamo
un
cerchio
massimo
eretto
al
piano
di quella, e sia, per
esempio
, un
cerchio
che nella
sfera
stellata
risponda
al
coluro
de'
solstizii
, e
segniamolo
C
E
H
, che verrà
insieme
ad esser un
meridiano
, ed in esso
pigliamo
una
stella
fuori dell'
eclittica
, qual sarebbe la E. Or questa al
movimento
della
Terra
varierà
bene
elevazione
; perché dalla
Terra
in A sarà
veduta
secondo
il
raggio
A E, con l'
elevazione
dell'
angolo
E A
C
; ma dalla
Terra
posta
in
B
si
vedrà
ella per il
raggio
B
E, con
elevazione
dell'
angolo
E
B
C
, maggiore dell'altro E A
C
, per esser quello
esterno
, e questo
interno
ed
opposto
, nel
triangolo
EAB
:
vedrassi
dunque
mutata
la
distanza
della
stella
E dall'
eclittica
; ed anco la sua
altezza
nel
meridiano
sarà fatta maggiore nello
stato
B
che nel
luogo
A,
secondo
che l'
angolo
E
B
C
supera
l'
angolo
E A
C
, che è la
quantità
dell'
angolo
A E
B
: imperocché, essendo del
triangolo
E A
B
prolungato
il
lato
A
B
in
C
, l'
esteriore
angolo
E
B
C
(per esser
eguale
alli due
interiori
ed
opposti
E, A)
supera
esso A per la
quantità
dell'
angolo
E. E se noi
piglieremo
un'altra
stella
nel medesimo
meridiano
,
piú
remota
dall'
eclittica
, qual sarebbe,
verbigrazia
, la
stella
H
, maggiore anco sarà in essa la
diversità
dall'esser
vista
dalli
due
luoghi
A,
B
,
secondo
che l'
angolo
A
H
B
si fa maggiore dell'altro E il quale
angolo
anderà
sempre
crescendo
,
secondo
che la
stella
osservata
§
vedi
figura
25
piú
sarà
lontana
dall'
eclittica
, sin che finalmente la
massima
mutazione
apparirà
in quella
stella
che
fusse
posta
nell'istesso
polo
dell'
eclittica
come, per
totale
intelligenza
, potremo
dimostrar
cosí
: Sia il
diametro
dell'
orbe
magno
A
B
, il cui
centro
G
, ed
intendasi
prolungato
sino alla
sfera
stellata
ne i
punti
D,
C
; e sia dal
centro
G
eretto
l'
asse
dell'
eclittica
G
F
sino alla medesima
sfera
, nella quale s'
intenda
descritto
un
meridiano
D
F
C
, che sarà
eretto
al
piano
dell'
eclittica
; e
presi
nell'
arco
FC
qualsivoglino
punti
H
, E, come
luoghi
di
stelle
fisse
,
congiungansi
le
linee
F
A,
F
B
, A
H
,
H
G
,
H
B
, A E,
G
E,
B
E,
sí
che l'
angolo
della
diversità
o
vogliàn
dire
la
parallasse
della
stella
posta
nel
polo
F
sia A
F
B
, quello della
stella
posta
in
H
sia l'
angolo
A
H
B
, e della
stella
in E sia l'
angolo
A E
B
:
dico
l'
angolo
della
diversità
della
stella
polare
F
essere
il
massimo
, e de gli altri il
piú
vicino al
massimo
esser maggiore del
piú
remoto
, cioè l'
angolo
F
esser maggiore dell'
angolo
H
, e questo maggiore dell'
angolo
E.
Intendasi
intorno al
triangolo
F
A
B
descritto
un
cerchio
; e perché l'
angolo
F
è
acuto
(per esser la sua
base
A
B
minore
del
diametro
D
C
del
mezo
cerchio
D
F
C
), sarà
posto
nella
porzione
maggiore del
circoscritto
cerchio
tagliata
dalla
base
A
B
; e perché essa A
B
è
divisa
in
mezo
ed ad
angoli
retti
dalla
F
G
, sarà il
centro
del
cerchio
circoscritto
nella
linea
F
G
: sia il
punto
I. E perché delle
linee
tirate
dal
punto
G
, che non è
centro
, sino alla
circonferenza
del
cerchio
circoscritto
, la
massima
è quella che
passa
per il
centro
, sarà la
G
F
maggiore di ogn'altra che dal
punto
G
si
tiri
sino alla
circonferenza
del medesimo
cerchio
; e però tal
circonferenza
taglierà
la
linea
G
H
(che è
eguale
alla
linea
G
F
), e
tagliando
la
G
H
taglierà
ancora la A
H
:
taglila
in
L
, e
congiungasi
la
linea
L
B
: saranno dunque li due
angoli
A
F
B
, A
L
B
eguali
, per esser nella medesima
porzione
del
cerchio
circoscritto
: ma A
L
B
,
esterno
, è maggiore dell'
interno
H
: adunque l'
angolo
F
è maggiore dell'
angolo
H.
E con l'istesso
metodo
dimostreremo
, l'
angolo
H
esser maggiore dell'
angolo
E, perché del
cerchio
descritto
intorno al
triangolo
A
H
B
il
centro
è nella
perpendicolare
G
F
, al quale la
linea
G
H
è
piú
vicina
della
G
E, e però la
circonferenza
di esso
taglia
la
G
E ed anco la A E: onde è
manifesto
il
proposito
.
Concludiamo
per tanto, che la
diversità
di
apparenza
(la quale con
termine
proprio dell'
arte
potremo
chiamar
parallasse
delle
stelle
fisse
) è maggiore e
minore
secondo
che le
stelle
osservate
sono
piú
o meno
vicine
al
polo
dell'
eclittica
;
sí
che finalmente delle
stelle
che sono nell'
eclittica
stessa, tal
diversità
si
riduce
a nulla.
§
vedi
figura
26
Quanto poi all'
avvicinarsi
o
allontanarsi
per tal
moto
la
Terra
alle
stelle
, a quelle che sono nell'
eclittica
si
avvicina
ella e si
discosta
per quanto è tutto il
diametro
dell'
orbe
magno
, come pur
ora
vedemmo
; ma alle
stelle
intorno al
polo
dell'
eclittica
tale
accostamento
o
allontanamento
è quasi nullo, ed all'altre questa
diversità
si fa maggiore
secondo
che
elle
sono
piú
vicine
all'
eclittica
. Possiamo, nel
terzo
luogo
,
intendere
, come quella
diversità
d'
aspetto
si fa maggiore o
minore
,
secondo
che la
stella
osservata
fusse
a noi
piú
vicina
o
piú
remota
; perché, se noi
segneremo
un altro
meridiano
men
lontano
dalla
Terra
, qual sarebbe questo D
F
I, una
stella
posta
in
F
e
veduta
per il medesimo
raggio
A
F
E,
stante
la
Terra
in A, quando poi si
osservasse
dalla
Terra
in
B
, si
scorgerebbe
secondo
il
raggio
B
F
, e
farebbe
l'
angolo
della
diversità
, cioè
B
F
A, maggiore dell'altro
primo
A E
B
, essendo
esteriore
del
triangolo
BFE
.
SAGR
. Con gran
gusto
, ed anco
profitto
, ho
sentito
il vostro
discorso
; e per
assicurarmi
s'io ben l'abbia
capito
,
dirò
la
somma
delle
conclusioni
sotto
brevi
parole
.
Parmi
che voi ci abbiate
spiegato
, due
sorte
di
diverse
apparenze
esser quelle che mediante il
moto
annuo
della
Terra
possiamo noi
osservare
nelle
stelle
fisse
: l'una è delle lor
variate
grandezze
apparenti
,
secondo
che noi,
portati
dalla
Terra
, a quelle ci
avviciniamo
o ci
allontaniamo
; l'altra (che pur
depende
dal medesimo
allontanamento
o
avvicinamento
) è il
mostrarcisi
nel medesimo
meridiano
ora
piú
elevate
ed
ora
meno. Di
piú
, voi ci
dite
(ed io
benissimo
l'
intendo
) che l'una e l'altra di tali
mutazioni
non si fa
egualmente
in tutte le
stelle
, ma in altre maggiore ed in altre
minore
ed in altre niente. L'
appressamento
e
discostamento
per il quale la medesima
stella
ci
debba
apparire
or
piú
grande
ed or
piú
piccola
, è
insensibile
e quasi nullo nelle
stelle
vicine
al
polo
dell'
eclittica
, ma è
massimo
nelle
stelle
poste
in essa
eclittica
,
mediocre
nelle
intermedie
; il
contrario
accade
dell'altra
diversità
, cioè che nullo è l'
alzamento
o
abbassamento
nelle
stelle
poste
nell'
eclittica
,
massimo
nelle
circonvicine
al
polo
di essa
eclittica
,
mediocre
nelle
intermedie
. Oltre di ciò,
amendue
queste
diversità
sono
piú
sensibili
nelle
stelle
che
fussero
piú
vicine
, nelle
piú
lontane
son
sensibili
meno, e finalmente nelle
estremamente
lontane
svanirebbero
. Questo è quanto alla
parte
mia;
resta
ora
, per quel ch'io mi
avviso
, di
sodisfare
al
signor
Simplicio
, il quale non
credo
che
facilmente
si
accomoderà
a
passar
come
cose
insensibili
cotali
diversità
,
derivanti
da un
movimento
della
Terra
tanto
vasto
e da una
mutazione
che
trasporti
la
Terra
in
luoghi
tra di loro
distanti
per due
volte
tanto quanto è da noi al
Sole
.
SIMP
. In
vero
io,
liberamente
parlando
,
sento
gran
repugnanza
nell'avere a
conceder
, la
distanza
delle
fisse
dovere
esser tanta che in esse le
dichiarate
diversità
devano
esser del tutto
impercettibili
.
SALV
. Non vi
gettate
del tutto al
disperato
,
signor
Simplicio
, ché forse ci è ancora qualche
temperamento
per le vostre
difficultà
. E prima, che l'
apparente
grandezza
delle
stelle
non si
vegga
alterar
sensibilmente
, non vi
deve
parer
punto
improbabile
, mentre che voi
vedete
l'
estimativa
de gli
uomini
in
cotal
fatto
tanto
altamente
ingannarsi
, e
massime
nel
riguardare
oggetti
risplendenti
: e voi stesso
rimirando
,
verbigrazia
, una
torcia
accesa
dalla
distanza
di
200
passi
, nell'
appressarvisi
ella 3 o 4
braccia
,
credereste
di
accorgervene
, perché maggiore vi si
mostrasse
? Io per me non me ne
accorgerei
sicuramente
, quando ben mi se n'
avvicinasse
20 0 30: anzi tal
volta
mi sono
incontrato
a
vedere
un
simil
lume
in una tal
lontananza
, né
sapermi
risolvere
se e' veniva verso me o pur si
allontanava
, mentre egli
realmente
mi si
avvicinava
. Ma che? se il medesimo
appressamento
e
allontanamento
(
dico
del
doppio
della
distanza
dal
Sole
a noi) nella
stella
di
Saturno
è quasi
totalmente
impercettibile
, ed in
Giove
poco
osservabile
, che
doverà
essere
nelle
stelle
fisse
, che non
credo
che voi foste
renitente
a
porle
piú
lontane
il
doppio
di
Saturno
? In
Marte
, che per
avvicinarsi
a noi...
SIMP
.
Vossignoria
non si
affatichi
piú
in questo
particolare
, ché già
resto
capace
, poter
benissimo
accadere
quanto si è
detto
circa la non
alterata
apparente
grandezza
delle
stelle
fisse
; ma che
diremo
dell'altra
difficultà
, che
nasce
da non si
scorger
variazione
alcuna nella
mutazion
di
aspetto
?
SALV
.
Diremo
cosa per
avventura
da
potervi
quietare
anco in questa
parte
. E per venire alle
brevi
, non sareste voi
sodisfatto
quando
realmente
si
scorgesser
nelle
stelle
quelle
mutazioni
che vi
par
necessario
che
scorger
vi si
dovessero
quando il
movimento
annuo
fusse
della
Terra
?
SIMP
. Sarei senza
dubbio
, per quanto
appartiene
a questo
particolare
.
SALV
. Vorrei che voi
diceste
, che quando una tal
diversità
si
scorgesse
, niuna cosa
resterebbe
piú
che potesse
render
dubbia
la
mobilità
della
Terra
,
atteso
che a
cotal
apparenza
nissun
altro
ripiego
assegnar
si potrebbe. Ma quando
bene
anco ciò
sensibilmente
non
apparisse
, non però la
mobilità
si
rimuove
, né la
immobilità
necessariamente
si
conclude
, potendo esser (come
afferma
il
Copernico
) che l'
immensa
lontananza
della
sfera
stellata
renda
inosservabili
cotali
minime
apparenze
; le quali, come già si è
detto
, può esser che sin
ora
non sieno state né anco
ricercate
, o, se pur
ricercate
, non
ricercate
nella
maniera
che si
deve
, cioè con quella
esattezza
che a
cosí
minute
puntualità
sarebbe
necessaria
; la quale
esattezza
è
difficile
a
conseguirsi
,
sí
per
difetto
de gli
strumenti
astronomici
,
suggetti
a molte
alterazioni
,
sí
ancora per
colpa
di quelli che gli
maneggiano
con
minor
diligenza
di quello che sarebbe
necessario
.
Argomento
necessariamente
concludente
di quanto poco sia da
fidarsi
di tali
osservazioni
,
siane
la
diversità
che noi
troviamo
tra gli
astronomi
nell'
assegnare
i
luoghi
, non
dirò
delle
stelle
nuove
e delle
comete
, ma delle
stelle
fisse
medesime, sino anco all'
altezze
polari
, nelle quali il
piú
delle
volte
per molti
minuti
si
trovano
tra di loro
discordanti
. E per
vero
dire
, chi vuole in un
quadrante
o
sestante
, che al
piú
averà
il
lato
di 3 o 4
braccia
di
lunghezza
,
assicurarsi
nell'
incidenza
del
perpendicolo
o nel
taglio
della
diottra
di non si
ingannare
di
dua
o tre
minuti
, che nella sua
circonferenza
non saranno maggiori della
larghezza
di un
grano
di
miglio
? oltre all'esser quasi
impossibile
che lo
strumento
sia con
assoluta
giustezza
fabbricato
e
conservato
.
Tolomeo
mostra
diffidenza
di un
strumento
armillare
fabbricato
dall'istesso
Archimede
per
prender
l'
ingresso
del
Sole
nell'
equinoziale
.
SIMP
. Ma se gli
strumenti
son
cosí
sospetti
e le
osservazioni
tanto
dubbiose
, come potremo noi già mai
costituirci
in
sicurezza
e
liberarci
dalle
fallacie
? Io avevo
sentito
predicare
gran
cose
de gli
strumenti
di
Ticone
,
fatti
con
immense
spese
, e della sua
singolar
diligenza
nelle
osservazioni
.
SALV
Tutto questo vi
ammetto
; ma né quelli né questa
bastano
per
assicurarci
in un
negozio
di tanta
importanza
. Io voglio che ci
serviamo
di
strumenti
maggiori assai assai di quelli di
Ticone
,
esattissimi
e
fatti
con pochissima
spesa
il
lato
de i quali sia di 4, 6, 20, 30 e 50
miglia
, sì che un
grado
sia
largo
un
miglio
, un
minuto
primo
50
braccia
, un
secondo
poco meno di un
braccio
: ed in
somma
gli potremo avere, senza
spender
nulla, di qual
grandezza
piú
ci
piacerà
. Io, stando in una mia
villa
vicino a
Firenze
,
osservai
manifestamente
l'
arrivo
e la
partita
del
Sole
dal
solstizio
estivo
, mentre che una
sera
nel suo
tramontare
si
addopò
a una
rupe
delle
montagne
di
Pietrapana
,
lontana
circa 60
miglia
lasciando
di sé
scoperto
un
sottil
filo
verso
tramontana
, la cui
larghezza
non
era
la
centesima
parte
del suo
diametro
, e la
seguente
sera
in
simil
occaso
mostrò
pur di sé
scoperta
una
simil
parte
, ma
notabilmente
piú
sottile
,
argomento
necessario
dell'aver egli
cominciato
a
discostarsi
dal
tropico
ed il
regresso
del
Sole
dalla prima alla
seconda
osservazione
non
importò
sicuramente
un
minuto
secondo
nell'
orizonte
: l'
osservazione
poi fatta con
telescopio
esquisito
, e che
multiplica
il
disco
del
Sole
piú
di mille
volte
,
riesce
facile
e
insieme
dilettevole
.
Ora
, con
simili
strumenti
voglio che facciamo le nostre
osservazioni
nelle
stelle
fisse
,
servendoci
di alcuna di quelle nelle quali la
mutazione
dovrebbe
esser
piú
cospicua
, quali sono, come già si è
dichiarato
, le
piú
remote
dall'
eclittica
, tra le quali la
Lira
,
stella
grandissima
e
vicina
al
polo
dell'
eclittica
, sarebbe molto
opportuna
ne i
paesi
assai
settentrionali
,
operando
nella
maniera
che
dirò
appresso, ma
co
'
l
servirmi
di altra
stella
; e già meco medesimo ho
appostato
un
luogo
assai
accomodato
per tale
osservazione
. Il
luogo
è un'
aperta
pianura
, sopra la quale si
alza
verso
tramontana
una
montagna
molto
eminente
, nel
vertice
della quale è
fabbricata
una
piccola
chiesetta
,
situata
da
occidente
verso
oriente
,
sí
che la
schiena
del suo
coperto
può
segare
ad
angoli
retti
il
meridiano
di qualche
abitazione
posta
nella
pianura
. Voglio
fermare
una
travetta
parallela
alla
detta
schiena
o
colmo
del
tetto
, e da esso
distante
un
braccio
in circa:
fermata
questa,
cercherò
nel
piano
il
luogo
dal quale una delle
stelle
del
Carro
, nel
passar
per il
meridiano
, venga
ascondendosi
doppo
la
trave
già
collocata
; o
vero
, quando la
trave
non
fusse
tanto
grossa
che
bastasse
ad
occultar
la
stella
,
troverò
il
posto
di dove si
vegga
la medesima
trave
tagliare
in
mezo
il
disco
di essa
stella
,
effetto
che con
telescopio
esquisito
si
discerne
esquisitamente
: e se nel
luogo
di dove tale
accidente
si
scorgerà
fusse
qualche
abitazione
, sarà tanto
piú
comodo
, quando che no, farò
piantare
un
palo
ben
fermo
in
terra
, con
nota
stabile
per
indice
dove si
debba
ricostituir
l'
occhio
qualunque
volta
si
voglia
reiterar
l'
osservazione
: la prima delle quali
osservazioni
farò intorno al
solstizio
estivo
, per
continuar
poi di
mese
in
mese
o quando
piú
mi
piacerà
, sino all'altro
solstizio
; con la quale
osservazione
si potrà
scoprir
l'
alzamento
ed
abbassamento
della
stella
, per
piccolo
che egli sia. E se in tal
operazione
succederà
il poter
comprender
mutazione
alcuna, quale e quanto
acquisto
si farà in
astronomia
? poiché con tal
mezo
, oltre all'
assicurarci
del
moto
annuo
, potremo venire in
cognizione
della
grandezza
e
lontananza
della medesima
stella
.
SAGR
. Io
comprendo
benissimo
tutto il
progresso
, e
parmi
l'
operazione
tanto
facile
e
accomodata
al
bisogno
, che molto
ragionevolmente
si potrebbe
credere
che dall'istesso
Copernico
o da altro
astronomo
fusse
stata
messa
in
atto
.
SALV
. A me
par
tutto l'
opposito
, perché non ha del
verisimile
che, se alcuno l'avesse
sperimentata
, non avesse
fatto
menzione
dell'
esito
, se
succedeva
in
favore
di questa o di quella
opinione
; oltre che né per questo né per altro
fine
si
trova
che alcuno si sia
valso
di tal modo di
osservare
, il quale anco, senza
telescopio
esatto
,
malamente
si potrebbe
effettuare
.
SAGR
.
Resto
interamente
quieto
di quanto
dite
. Ma già che ci
avanza
gran
tempo
a
notte
, se voi
desiderate
ch'io possa
trapassarla
con
quiete
, non vi sia
grave
esplicarci
quei
problemi
, la
dichiarazione
de i quali poco fa
domandaste
di poter
differire
a
dimane
;
rendeteci
in
grazia
il già
conceduto
indulto
, e
lasciati
tutti gli altri
ragionamenti
da
banda
, venite
dichiarandoci
come,
posti
i
movimenti
che il
Copernico
attribuisce
alla
Terra
, e
ritenendo
immobile
il
Sole
e le
stelle
fisse
, ne possano
seguire
quei medesimi
accidenti
circa gli
alzamenti
ed
abbassamenti
del
Sole
, circa le
mutazioni
delle
stagioni
e le
disequalità
de i
giorni
e delle
notti
etc., nel medesimo modo
appunto
che nel
sistema
Tolemaico
assai
facilmente
si
apprendono
.
SALV
Non si
deve
né si può
negare
cosa che sia
ricercata
dal
signor
Sagredo
: e la
proroga
da me
domandata
non
era
ad altro
effetto
, che per aver
tempo
di
riordinarmi
nella
fantasia
quelle
premesse
che
servono
per una
larga
ed
aperta
dichiarazione
del modo col quale i
nominati
accidenti
seguono
tanto nella
posizione
copernicana
quanto nella
tolemaica
, anzi con assai maggiore
agevolezza
e
semplicità
in quella che in questa; onde
manifestamente
si
comprenda
quella
ipotesi
altrettanto esser
facile
ad
effettuarsi
dalla
natura
, quanto
difficile
ad esser
compresa
dall'
intelletto
. Tuttavia
spero
, con
servirmi
d'altra
spiegatura
che dell'
usata
dal
Copernico
,
rendere
anco la sua
apprensione
assai meno
oscura
; per lo che fare
proporrò
alcune
supposizioni
per sé
note
e
manifeste
, e saranno le
seguenti
:
Prima.
Posto
che la
Terra
,
corpo
sferico
, si
volga
circa '
l
proprio
asse
e
poli
,
ciaschedun
punto
segnato
nella sua
superficie
descrive
la
circonferenza
di un
cerchio
, maggiore o
minore
secondo
che il
punto
segnato
sarà
piú
o meno
lontano
da i
poli
; e di questi
cerchi
,
massimo
è quello che
vien
disegnato
da un
punto
egualmente
lontano
da essi
poli
: e tutti questi
cerchi
sono tra di loro
paralleli
; e
paralleli
li
chiameremo
.
Seconda
. Essendo la
Terra
di
figura
sferica
e di
sustanza
opaca
,
vien
continuamente
illuminata
dal
Sole
secondo
la
metà
della sua
superficie
,
restando
l'altra
metà
tenebrosa
: ed essendo il
termine
che
distingue
la
parte
illuminata
dalla
tenebrosa
un
cerchio
massimo
, lo
chiameremo
cerchio
terminator
della
luce
.
Terzo
. Quando il
cerchio
terminator
della
luce
passasse
per i
poli
della
Terra
,
taglierebbe
(essendo
cerchio
massimo
) tutti i
paralleli
in
parti
eguali
; ma non
passando
per i
poli
, gli
taglierà
tutti in
parti
diseguali
,
trattone
il solo
cerchio
di
mezo
, che, per esser
massimo
,
vien
pur
segato
in
parti
eguali
.
Quarta
.
Volgendosi
la
Terra
intorno a i proprii
poli
, le
quantità
de i
giorni
e delle
notti
vengono
determinate
da gli
archi
de i
paralleli
segati
dal
cerchio
terminator
della
luce
; e l'
arco
che
resta
nell'
emisferio
illuminato
prescrive
la
lunghezza
del
giorno
, e il
rimanente
è la
quantità
della
notte
.
Proposte
queste
cose
, per
piú
chiara
intelligenza
di quello che
resta
da
dirsi
verremo a
descriverne
una
figura
: e prima
segneremo
la
circonferenza
di un
cerchio
, che ci
rappresenterà
quella dell'
orbe
magno
,
descritta
nel
piano
dell'
eclittica
, e questa
divideremo
in quattro
parti
eguali
con li due
diametri
,
Capricorno
,
Granchio
,
Libra
e
Ariete
, che nell'istesso
tempo
ci
rappresenteranno
i quattro
punti
cardinali
, cioè li due
solstizii
e li due
equinozii
; e nel
centro
di tal
cerchio
noteremo
il
Sole
O,
fisso
ed
immobile
.
Segnamo
ora
circa i quattro
punti
Capricorno
,
Granchio
,
Libra
e
Ariete
, come
centri
, quattro
cerchi
eguali
, li quali ci
rappresentino
la
Terra
, in essi in
diversi
tempi
costituita
, la quale
co
'
l
suo
centro
nello
spazio
di un
anno
cammini
per tutta la
circonferenza
Capricorno
Ariete
Granchio
e
Libra
,
muovendosi
da
occidente
verso
oriente
, cioè
secondo
l'
ordine
de'
segni
. Già è
manifesto
che mentre la
Terra
sia in
Capricorno
, il
Sole
apparirà
in
Granchio
, e
movendosi
la
Terra
per l'
arco
Capricorno
e
Ariete
, il
Sole
apparirà
muoversi
per l'
arco
Granchio
e
Libra
, ed in
somma
scorrere
il
zodiaco
secondo
l'
ordine
de i
segni
nello
spazio
di un
anno
; e con questo
primo
assunto
vien
senza
controversia
sodisfatto
all'
apparente
movimento
annuo
del
Sole
sotto l'
eclittica
.
§
vedi
figura
27
Ora
venendo all'altro
movimento
, cioè al
diurno
della
Terra
in se stessa, bisogna
stabilire
i suoi
poli
ed il suo
asse
il quale si ha da
intendere
esser non
eretto
a
perpendicolo
sopra il
piano
dell'
eclittica
, cioè non
parallelo
all'
asse
dell'
orbe
magno
, ma
declinante
dall'
angolo
retto
gradi
23 e
mezo
in circa,
co
'
l
suo
polo
boreale
verso l'
asse
dell'
orbe
magno
,
stante
il
centro
della
Terra
nel
punto
solstiziale
di
Capricorno
.
Intendendo
dunque il
globo
terrestre
avere il suo
centro
nel
punto
Capricorno
,
segneremo
i
poli
ed il suo
asse
A
B
,
inclinato
dal
perpendicolo
sopra '
l
diametro
Capricorno
e
Granchio
gradi
23 e
mezo
,
sí
che l'
angolo
A
Capricorno
e
Granchio
venga ad
essere
il
complimento
di una
quarta
, cioè
gradi
66 e
mezo
, e tale
inclinazione
bisogna
intendere
esser
immutabile
; ed il
polo
superiore
A
intenderemo
essere
il
boreale
, e l'altro
B
l'
australe
.
Immaginandoci
ora
la
Terra
rivolgersi
in se stessa circa l'
asse
A
B
in
ore
ventiquattro
, pur da
occidente
verso
oriente
, verranno da tutti i
punti
notati
nella sua
superficie
descritti
cerchi
tra di loro
paralleli
:
segneremo
, in questo
primo
posto
della
Terra
, il
massimo
C
D e li due da esso
lontani
gradi
23 e
mezo
, E
F
sopra e
G
N sotto, e gli altri due
estremi
I
K
,
L
M
,
lontani
per
simile
intervallo
da i
poli
A,
B
; e
sí
come
aviamo
notati
questi cinque,
cosí
ne possiamo
intendere
altri
innumerabili
,
paralleli
a questi,
descritti
da gl'
innumerabili
punti
della
terrestre
superficie
.
Intendiamo
ora
la
Terra
co
'
l
moto
annuo
del suo
centro
trasferirsi
ne gli altri
luoghi
già
notati
, ma
passarvi
con tal
legge
: che il proprio
asse
A
B
non solamente non
muti
inclinazione
sopra il
piano
dell'
eclittica
, ma non
varii
anco già mai
direzzione
,
sí
che,
mantenendosi
sempre
parallelo
a se stesso,
riguardi
continuamente
verso le medesime
parti
dell'
universo
o vogliamo
dire
del
firmamento
, dove se noi l'
intendessimo
prolungato
,
verrebbe
co
'
l
suo
altissimo
termine
a
disegnare
un
cerchio
parallelo
ed
eguale
all'
orbe
magno
Libra
Capricorno
Ariete
e
Granchio
, come
base
superiore
di un
cilindro
descritto
da se medesimo nel
moto
annuo
sopra l'
inferior
base
Libra
Capricorno
Ariete
e
Granchio
: e però,
stante
questa
immutabilità
d'
inclinazione
,
segneremo
quest'altre tre
figure
intorno a i
centri
Ariete
,
Granchio
e
Libra
,
simili
in tutto e per tutto alla
descritta
prima intorno al
centro
Capricorno
.
Consideriamo
adesso
la prima
figura
della
Terra
: nella quale, per esser l'
asse
A
B
declinante
dal
perpendicolo
sopra il
diametro
Capricorno
Granchio
gradi
23 e
mezo
verso il
Sole
O, ed essendo l'
arco
A I pur
gradi
23 e
mezo
, l'
illuminazion
del
Sole
illustrerà
l'
emisferio
del
globo
terrestre
esposto
verso il
Sole
(del quale qui se ne
vede
la
metà
),
diviso
dalla
parte
tenebrosa
per il
terminator
della
luce
I
M
; dal quale il
parallelo
C
D, per esser
cerchio
massimo
, verrà
diviso
in
parti
eguali
, ma gli altri tutti in
parti
diseguali
, essendo che il
terminator
della
luce
I
M
non
passa
per i lor
poli
A,
B
; ed il
parallelo
I
K
,
insieme
con tutti gli altri
descritti
dentro di esso e
piú
vicini
al
polo
A,
resteranno
interi
nella
parte
illuminata
, come, all'
incontro
, gli
opposti
verso il
polo
B
,
contenuti
dentro al
parallelo
L
M
,
resteranno
nelle
tenebre
. Oltre a ciò, per esser l'
arco
A I
eguale
all'
arco
F
D e l'
arco
A
F
comune
, saranno li due I
K
F
, A
F
D
eguali
, e ciascheduno una
quarta
; e perché tutto l'
arco
I
F
M
è
mezo
cerchio
, sarà l'
arco
M
F
una
quarta
, ed
eguale
all'altra
F
K
I: e però il
Sole
O sarà, in questo
stato
della
Terra
,
verticale
a chi
fusse
nel
punto
F.
Ma per la
revoluzione
diurna
intorno all'
asse
stabile
A
B
tutti i
punti
del
parallelo
E
F
passano
per il medesimo
punto
F
; e però in tal
giorno
il
Sole
nel
mezo
dí
sarà
verticale
a tutti gli
abitatori
del
parallelo
E
F
, e gli
sembrerà
descriver
nel suo
moto
apparente
il
cerchio
che noi
chiamiamo
il
tropico
di
Cancro
; ma a gli
abitatori
di tutti i
paralleli
che sono sopra '
l
parallelo
E
F
, verso il
polo
boreale
A, il
Sole
declina
dal lor
vertice
verso
austro
; ed all'
incontro
, tutti gli
abitatori
de i
paralleli
che sono sotto l'E
F
, verso l'
equinoziale
C
D e '
l
polo
austrino
B
, il
Sole
meridiano
è
elevato
oltre al lor
vertice
verso '
l
polo
boreale
A.
Vedesi
appresso, come di tutti i
paralleli
il solo
massimo
C
D è
tagliato
in
parti
eguali
dal
terminator
della
luce
I
M
; ma gli altri, che sono sotto e sopra il
detto
massimo
, son tutti
tagliati
in
parti
diseguali
: e de i
superiori
, gli
archi
semidiurni
, che sono quelli della
parte
della
superficie
terrestre
illustrata
dal
Sole
, son maggiori de i
seminotturni
, che
restano
nelle
tenebre
; ed il
contrario
accade
de i
rimanenti
, che sono sotto il
massimo
C
D verso il
polo
B
, de i quali gli
archi
semidiurni
son
minori
de i
seminotturni
.
Vedesi
ancora
manifestamente
, che le
differenze
di essi
archi
si
vanno
agumentando
secondo
che i
paralleli
son
piú
vicini
a i
poli
, sin tanto che il
parallelo
I
K
resta
tutto
intero
nella
parte
illuminata
, e gli
abitatori
di esso hanno un
giorno
di
ventiquattr'
ore
senza
notte
, ed all'
incontro
il
parallelo
L
M
,
restando
tutto nelle
tenebre
, ha una
notte
di
ventiquattr'
ore
senza
giorno
.
Venghiamo
ora
alla
terza
figura
della
Terra
,
posta
co
'
l
suo
centro
nel
punto
Granchio
, di dove il
Sole
apparisce
essere
nel
primo
punto
di
Capricorno
: già
manifestamente
si
vede
, come per non aver l'
asse
A
B
mutata
inclinazione
, ma per essersi
conservato
parallelo
a se stesso, l'
aspetto
e
situazion
della
Terra
è l'istesso a
capello
che quel della prima
figura
, salvo che quell'
emisferio
che nella prima
era
illuminato
dal
Sole
, in questa
resta
nelle
tenebre
, e viene
illuminato
quello che nel
primo
posto
era
tenebroso
; onde quello che
accadeva
prima circa le
differenze
de i
giorni
e delle
notti
, circa l'esser quelli maggiori o
minori
di queste,
ora
accade
il
contrario
. E prima si
vede
, che dove nella prima
figura
il
cerchio
I
K
era
tutto nella
luce
,
ora
è tutto nelle
tenebre
, e l'
opposto
L
M
ora
è tutto nella
luce
, che prima
era
tutto
tenebroso
: dei
paralleli
tra '
l
cerchio
massimo
C
D e '
l
polo
A, sono
ora
gli
archi
semidiurni
minori
de i
seminotturni
che prima erano il
contrario
: de gli altri
parimente
verso il
polo
B
, sono
ora
gli
archi
semidiurni
maggiori de i
seminotturni
, l'
opposto
di che
accadeva
nell'altro
stato
della
Terra
:
vedesi
ora
il
Sole
fatto
verticale
a gli
abitatori
del
tropico
G
N, ed essersi
abbassato
verso
austro
a quelli del
parallelo
E
F
per tutto l'
arco
E
C
G
, cioè
gradi
47, ed
essere
in
somma
passato
dall'uno all'altro
tropico
traversando
l'
equinoziale
, con
alzarsi
ed
abbassarsi
ne'
meridiani
il
detto
spazio
di
gradi
47: e tutta questa
mutazione
deriva
non dall'
inclinarsi
o
elevarsi
la
Terra
, ma all'
incontro
dal non si
inclinare
o
elevar
già mai, ed in
somma
dal
conservarsi
ella sempre nella medesima
costituzione
rispetto
all'
universo
, solo
co
'
l
circondare
il
Sole
,
situato
nel
mezo
dell'istesso
piano
nel quale
circolarmente
se gli
muove
ella intorno
co
'
l
movimento
annuo
. E qui è da
notare
un
accidente
maraviglioso
, che è, che
sí
come il
conservar
l'
asse
della
Terra
la medesima
direzione
verso l'
universo
, o vogliamo
dire
verso la
sfera
altissima
delle
stelle
fisse
, fa che il
Sole
ci
appare
elevarsi
ed
inclinarsi
per tanto
spazio
, cioè per
gradi
47, e niente
inclinarsi
o
elevarsi
le
stelle
fisse
,
cosí
all'
incontro
, quando il medesimo
asse
della
Terra
si
mantenesse
continuamente
con la medesima
inclinazione
verso il
Sole
, o
vogliam
dire
verso l'
asse
del
zodiaco
,
nissuna
mutazione
apparirebbe
farsi nel
Sole
circa l'
alzarsi
e
abbassarsi
, onde gli
abitatori
dell'istesso
luogo
sempre avrebbero le medesime
diversità
de i
giorni
e delle
notti
e la medesima
costituzione
di
stagioni
, cioè altri sempre
inverno
, altri sempre state, altri
primavera
etc., ma all'
incontro
grandissima
apparirebbe
la
mutazione
nelle
stelle
fisse
circa l'
elevarsi
ed
inclinarsi
a noi, che
importerebbe
i medesimi 47
gradi
. Per
intelligenza
di che,
torniamo
a
considerar
lo
stato
della
Terra
nella prima
figura
, dove si
vede
l'
asse
A
B
co
'
l
polo
superiore
A
inclinare
verso il
Sole
; ma nella
terza
figura
, avendo il medesimo
asse
conservata
l'
istessa
direzione
verso la
sfera
altissima
,
co
'
l
mantenersi
parallelo
a se stesso, non
piú
inclina
verso '
l
Sole
co
'
l
polo
superiore
A, ma all'
incontro
reclina
dal
primiero
stato
gradi
47 ed
inclina
verso la
parte
opposta
:
sí
che, per
restituir
la medesima
inclinazione
dell'istesso
polo
A verso '
l
Sole
,
bisognerebbe
,
co
'
l
girar
il
globo
terrestre
secondo
la
circonferenza
A
C
B
D,
trasportarlo
verso E i medesimi 47
gradi
; e per tanti
gradi
qualsivoglia
stella
fissa
osservata
nel
meridiano
apparirebbe
essersi
elevata
o
inclinata
.
Venghiamo
adesso
all'
esplicazione
di quel che
resta
, e
consideriamo
la
Terra
collocata
nella
quarta
figura
, cioè
co
'
l
suo
centro
nel
punto
primo
della
Libra
, onde il
Sole
apparirà
nel
principio
dell'
Ariete
: e perché l'
asse
della
Terra
, che nella prima
figura
s'
intende
esser
inclinato
sopra il
diametro
Capricorno
Granchio
, e però esser nel medesimo
piano
che,
segando
il
piano
dell'
orbe
magno
secondo
la
linea
Capricorno
Granchio
, a quello
fusse
eretto
perpendicolare
,
trasportato
nella
quarta
figura
, e
mantenuto
, come sempre si è
detto
,
parallelo
a se stesso, verrà ad esser in un
piano
pur
eretto
alla
superficie
dell'
orbe
magno
e
parallelo
al
piano
che ad
angoli
retti
sega
la medesima
superficie
secondo
'
l
diametro
Capricorno
Granchio
, e però la
linea
che dal
centro
del
Sole
va
al
centro
della
Terra
, quale è la O
Libra
, sarà
perpendicolare
all'
asse
B
A: ma la medesima
linea
che dal
centro
del
Sole
va
al
centro
della
Terra
è sempre
perpendicolare
ancora al
cerchio
terminator
della
luce
: però questo medesimo
cerchio
passerà
per i
poli
A,
B
nella
quarta
figura
, e nel suo
piano
sarà l'
asse
A
B.
Ma il
cerchio
massimo
passando
per i
poli
de i
paralleli
, gli
divide
tutti in
parti
eguali
; adunque gli
archi
I
K
, E
F
,
C
D,
G
N,
L
M
saranno tutti
mezi
cerchi
, e l'
emisferio
illuminato
sarà questo che
riguarda
verso noi e '
l
Sole
, e '
l
terminator
della
luce
sarà l'istesso
cerchio
A
C
B
D, e
stante
la
Terra
in questo
luogo
, farà l'
equinozio
a tutti li suoi
abitatori
. E '
l
medesimo
accade
nella
seconda
figura
, dove la
Terra
, avendo l'
emisferio
suo
illuminato
verso il
Sole
,
mostra
a noi l'altro
oscuro
con li suoi
archi
notturni
, che pur son tutti
mezi
cerchi
; ed in
conseguenza
qui ancora si fa l'
equinozio
. E finalmente, essendo che la
linea
prodotta
dal
centro
del
Sole
al
centro
della
Terra
è
perpendicolare
all'
asse
A
B
, al quale è
parimente
eretto
il
cerchio
massimo
de i
paralleli
C
D,
passerà
la medesima
linea
O
Libra
necessariamente
per l'istesso
piano
del
parallelo
C
D,
segando
la sua
circonferenza
nel
mezo
dell'
arco
diurno
C
D; e però il
Sole
sarà
verticale
a quello che in tal
segamento
si
trovasse
: ma vi
passano
,
portati
dalla
diurna
conversion
della
Terra
, tutti gli
abitatori
di tal
parallelo
: adunque tutti questi in tal
giorno
averanno
il
Sole
meridiano
sopra il
vertice
loro, ed il
Sole
intanto a tutti gli
abitatori
della
Terra
apparirà
descrivere
il
massimo
parallelo
,
detto
equinoziale
. In oltre, essendo che,
stante
la
Terra
in
amendue
i
punti
solstiziali
, de i
cerchi
polari
I
K
,
L
M
l'uno
resta
intero
nella
luce
e l'altro nelle
tenebre
, ma quando la
Terra
è ne i
punti
equinoziali
, la
metà
de i medesimi
cerchi
polari
si
trovano
nella
luce
,
restando
il
rimanente
nelle
tenebre
; non
doverà
esser
difficile
a
intendersi
, come
passando
la
Terra
,
verbigrazia
, dal
Granchio
(dove il
parallelo
I
K
è tutto nelle
tenebre
) nel
Leone
,
cominci
una
parte
del
parallelo
I
K
verso il
punto
I a
entrar
nella
luce
, e che il
terminator
della
luce
I
M
cominci
a
ritirarsi
verso i
poli
A,
B
,
segando
il
cerchio
A
C
B
D non
piú
in I,
M
, ma in due altri
punti
cadenti
tra i
termini
I, A,
M
,
B
, de gli
archi
I A,
M
B
onde gli
abitatori
del
cerchio
I
K
comincino
a
goder
del
lume
, e gli altri
abitatori
del
cerchio
L
M
a
sentir
della
notte
. Ed ecco, con due
semplicissimi
movimenti
,
fatti
dentro a
tempi
proporzionati
alle
grandezze
loro e tra sé non
contrarianti
, anzi
fatti
, come tutti gli altri de'
corpi
mondani
mobili
, da
occidente
verso
oriente
,
assegnati
al
globo
terrestre
,
rese
adequate
ragioni
di tutte quelle medesime
apparenze
per le quali
salvare
con la
stabilità
della
Terra
è
necessario
(
renunziando
a quella
simmetria
che si
vede
tra le
velocità
e le
grandezze
de i
mobili
)
attribuire
ad una
sfera
vastissima
sopra tutte le altre una
celerità
incomprensibile
, mentre le altre
minori
sfere
si
muovono
lentissimamente
, e
piú
far tal
moto
contrario
al
movimento
di quelle, e, per
accrescere
l'
improbabilità
, far che da quella
superiore
sfera
sieno, contro alla propria
inclinazione
,
rapite
tutte le
inferiori
. E qui
rimetto
al vostro
parere
il
giudicar
quello che abbia
piú
del
verisimile
.
SAGR
. A me, per quello che
appartiene
al mio
senso
, si
rappresenta
non
piccola
differenza
tra la
semplicità
e
facilità
dell'
operare
effetti
con i
mezi
assegnati
in questa
nuova
constituzione
, e la
multiplicità
confusione
e
difficultà
che si
trova
nell'
antica
e
comunemente
ricevuta
; ché quando
secondo
questa
multiplicità
fusse
ordinato
questo
universo
,
bisognerebbe
in
filosofia
rimuover
molti
assiomi
comunemente
ricevuti
da tutti i
filosofi
, come che la
natura
non
multiplica
le
cose
senza
necessità
, e che ella si
serve
de'
mezi
piú
facili
e
semplici
nel
produrre
i suoi
effetti
, e che ella non fa niente
indarno
, ed altri
simili
. Io
confesso
non aver
sentita
cosa
piú
ammirabile
di questa, né posso
credere
che
intelletto
umano
abbia mai
penetrato
in
piú
sottile
speculazione
. Non
so
quello che ne
paia
al
signor
Simplicio
.
SIMP
. Queste (se io
devo
dire
il
parer
mio con
libertà
) mi
paiono
di quelle
sottigliezze
geometriche
, le quali
Aristotile
riprende
in
Platone
, mentre l'
accusa
che per troppo
studio
della
geometria
si
scostava
dal
saldo
filosofare
: ed io ho
conosciuti
e
sentiti
grandissimi
filosofi
peripatetici
sconsigliar
suoi
discepoli
dallo
studio
delle
matematiche
, come quelle che
rendono
l'
intelletto
cavilloso
ed
inabile
al ben
filosofare
;
instituto
diametralmente
contra a quello di
Platone
, che non
ammetteva
alla
filosofia
se non chi prima [si]
fusse
impossessato
della
geometria
.
SALV
.
Applaudo
al
consiglio
di questi vostri
Peripatetici
, di
distorre
i loro
scolari
dallo
studio
della
geometria
, perché non ci è
arte
alcuna
piú
accomodata
per
scoprir
le
fallacie
loro; ma
vedete
quanto cotesti
sien
differenti
da i
filosofi
matematici
, li quali assai
piú
volentieri
trattano
con quelli che ben son
informati
della
comune
filosofia
peripatetica
, che con quelli che
mancano
di tal
notizia
, li quali, per tal
mancamento
, non posson far
parallelo
tra
dottrina
e
dottrina
. Ma
posto
questo da
banda
,
ditemi
, di
grazia
, quali
stravaganze
o troppo
sforzate
sottigliezze
vi
rendon
meno
applausibile
questa
copernicana
costituzione
.
SIMP
. Io
invero
non l'ho
interamente
capita
, forse perché non ho né anco ben in
pronto
le
ragioni
che de i medesimi
effetti
vengon
prodotte
da
Tolomeo
,
dico
di quelle
stazioni
,
retrogradazioni
,
accostamenti
e
allontanamenti
de'
pianeti
,
accrescimenti
e
scorciamenti
de'
giorni
,
mutazioni
delle
stagioni
, etc.: ma,
lasciate
le
conseguenze
che
dependono
dalle
prime
supposizioni
,
sento
nelle
supposizioni
stesse non
piccole
difficultà
: le quali
supposizioni
quando vengon
atterrate
, si
tiran
dietro la
rovina
di tutta la
fabbrica
.
Ora
, perché tutta la
machina
del
Copernico
mi
par
che si
fondi
sopra
instabili
fondamenti
, poiché si
appoggia
su la
mobilità
della
Terra
, quando questa sia
rimossa
, non
accade
passare
ad altre
disputazioni
; e per
rimuover
questa
parmi
che l'
assioma
d'
Aristotile
sia
sufficientissimo
, che di un
corpo
semplice
un solo
moto
semplice
possa esser
naturale
; ma qui alla
Terra
,
corpo
semplice
, vengono
assegnati
3, se non 4,
movimenti
, e tra di loro molto
differenti
; poiché, oltre al
moto
retto
, come
grave
, verso il
centro
, che non se gli può
negare
, se gli
attribuisce
un
moto
circolare
in un gran
cerchio
intorno al
Sole
in un
anno
, ed una
vertigine
in se stessa in
ventiquattr'
ore
, e, quello poi che è
piú
esorbitante
e che forse per ciò voi lo
tacevi
, un'altra
vertigine
intorno al proprio
centro
,
contraria
alla prima delle
ventiquattr'
ore
, e che si
compie
in un
anno
. A questo l'
intelletto
mio
sente
repugnanza
grandissima
.
SALV
. Quanto al
moto
in
giú
, già s'è
concluso
non esser altrimenti del
globo
terrestre
, che mai di tal
movimento
non s'è
mosso
né già mai s'è per
muovere
; ma è (se
pure
è) delle
parti
, per
riunirsi
al suo tutto. Quanto poi al
movimento
annuo
ed al
diurno
, questi, essendo
fatti
per il medesimo verso, sono
benissimo
compatibili
, in quella
maniera
che se noi
lasciassimo
andare
una
palla
giú
per una
superficie
declive
, ella, nello
scendere
per quella
spontaneamente
girerà
in se stessa. Quanto poi al
terzo
moto
attribuitole
dai
Copernico
in se stessa in un
anno
, solamente per
conservare
il suo
asse
inclinato
e
diretto
verso la medesima
parte
del
firmamento
, vi
dirò
cosa
degna
di
grandissima
considerazione
; cioè, che tantum
abest
che (benché
fatto
al
contrario
dell'altro
annuo
) in esso sia
repugnanza
o
difficultà
alcuna che egli
naturalissimamente
e senza veruna
causa
motrice
compete
a
qualsivoglia
corpo
sospeso
e
librato
, il quale, se sarà
portato
in
giro
per la
circonferenza
di un
cerchio
,
immediate
per se stesso
acquista
una
conversione
circa '
l
proprio
centro
,
contraria
a quella che lo
porta
intorno, e tale in
velocità
, che
amendue
finiscono
una
conversione
nell'istesso
tempo
precisamente
. Potrete
veder
questa
mirabile
ed
accomodata
al nostro
proposito
esperienza
,
mettendo
in un
catino
d'
acqua
una
palla
che vi
galleggi
, e
tenendo
il
vaso
in
mano
: se vi
andrete
rivolgendo
sopra le
piante
de'
piedi
,
vedrete
immediatamente
cominciar
la
palla
a
rivolgersi
in se stessa con
moto
contrario
a quel del
catino
, e
finir
la sua
revoluzione
quando
finirà
quella del
vaso
.
Ora
, che altro è la
Terra
che un
globo
pensile
e
librato
in
aria
tenue
e
cedente
, il quale,
portato
in
giro
in un
anno
per la
circonferenza
di un gran
cerchio
, ben
deve
acquistar
senz`altro
motore
una
vertigine
circa '
l
proprio
centro
,
annua
e
contraria
all'altro
movimento
pur
annuo
? Voi
vedrete
quest'
effetto
ma se poi
andrete
piú
accuratamente
considerando
, vi
accorgerete
quest'esser non cosa
reale
, ma una
semplice
apparenza
, e quello che vi
assembra
un
rivolgersi
in se stesso,
essere
un non si
muovere
ed un
conservarsi
del tutto
immutabile
rispetto
a tutto quello che
fuor
di voi e del
vaso
resta
immobile
: perché, se in quella
palla
segnerete
qualche
nota
, e
considererete
verso qual
parte
del
muro
della
stanza
dove
sete
, o della
campagna
o del
cielo
, ella
riguarda
,
vedrete
tal
nota
, nel
rivolgimento
del
vaso
e vostro,
riguardar
sempre verso quella medesima
parte
, ma
paragonandola
al
vaso
ed a voi stesso, che
sete
mobili
, ben
apparirà
ella
andar
mutando
direzione
, e con
movimento
contrario
al vostro e del
vaso
andar
ricercando
tutti i
punti
del
giro
di quello; talché con maggior
verità
si può
dire
che voi ed il
vaso
giriate
intorno alla
palla
immobile
, che ch'essa si
volga
drento
al
vaso
. In tal
guisa
la
Terra
,
sospesa
e
librata
nella
circonferenza
dell'
orbe
magno
, e
situata
in tal modo che una delle sue
note
, qual sarebbe per
esempio
il suo
polo
boreale
,
riguardi
verso una tale
stella
o altra
parte
del
firmamento
, verso la medesima si
mantien
sempre
diretta
, benché
portata
co
'
l
moto
annuo
per la
circonferenza
di esso
orbe
magno
. Questo solo è
bastante
a far
cessare
la
maraviglia
e
rimuovere
ogni
difficultà
: ma che
dirà
il
signor
Simplicio
se a questa non
indigenza
di
causa
cooperante
aggiugneremo
una
mirabile
virtú
intrinseca
del
globo
terrestre
, di
riguardar
con sue
determinate
parti
verso
determinate
parti
del
firmamento
?
Parlo
della
virtú
magnetica
,
participata
costantissimamente
da
qualsivoglia
pezzo
di
calamita
. E se ogni
minima
particella
di tal
pietra
ha in sé tal
virtú
, chi vorrà
dubitare
, la medesima
piú
altamente
risedere
in tutto questo
globo
terreno
,
abbondante
di tal
materia
, e che forse egli stesso, quanto alla sua
interna
e
primaria
sustanza
, altro non è che un'
immensa
mole
di
calamita
?
SIMP
. Adunque voi
sete
di quelli che
aderiscono
alla
magnetica
filosofia
di
Guglielmo
?
SALV
. Sono per certo, e
credo
d'aver per
compagni
tutti quelli che
attentamente
avranno
letto
il suo
libro
e
riscontrate
le sue
esperienze
; né sarei
fuor
di
speranza
che quello che è
intervenuto
a me in questo
caso
, potesse
accadere
a voi ancora,
tuttavolta
che una
curiosità
simile
alla mia ed un
conoscere
che
infinite
cose
restano
in
natura
incognite
a gl'
intelletti
umani
, con
liberarvi
dalla
schiavitudine
di questo o di quel
particolare
scrittore
delle
cose
naturali
,
allentasse
il
freno
al vostro
discorso
e
rammorbidisse
la
contumacia
e
renitenza
del vostro
senso
,
sí
che ei non
negasse
tal
ora
di
dare
orecchio
a
voci
non
piú
sentite
. Ma (
siami
permesso
d'
usar
questo
termine
) la
pusillanimità
de gl'
ingegni
comuni
è
giunta
a
segno
, che non solamente alla
cieca
fanno
dono
, anzi
tributo
, del proprio
assenso
a tutto quello che
trovano
scritto
da quelli
autori
che nella prima
infanzia
de' loro
studii
gli furono
accreditati
da i lor
precettori
, ma
recusano
di
ascoltare
, non che di
esaminare
, qual si sia
nuova
proposizione
o
problema
, benché non solamente non sia
stato
confutato
, ma né
pure
esaminato
né
considerato
, da i loro
autori
: de' quali uno è questo, di
investigare
qual sia la
vera
, propria,
primaria
,
interna
e
general
materia
e
sustanza
di questo nostro
globo
terrestre
; che, benché né ad
Aristotile
né ad altri, prima che al
Gilberto
, sia
caduto
in
mente
di
pensare
se possa esser
calamita
, non che né
Aristotile
né altri abbiano
confutata
una tale
opinione
, tuttavia mi son io
incontrato
in molti che al
primo
motto
di questo, quasi
cavallo
che
adombri
, si sono
ritirati
in dietro e
sfuggito
di
trattarne
,
spacciando
un tal
concetto
per una
vana
chimera
, anzi per una
solenne
pazzia
; e forse il
libro
del
Gilberto
non mi sarebbe venuto nelle
mani
, se un
filosofo
peripatetico
di gran
nome
,
credo
per
assicurar
la sua
libreria
dal
contagio
, non me n'avesse
fatto
dono
.
SIMP
. Io, che
liberamente
confesso
essere
stato
uno de gl'
ingegni
comuni
, e solamente da questi pochi
giorni
in qua, che mi è
stato
conceduto
d'
intervenire
a i
ragionamenti
vostri,
conosco
di
essermi
alquanto
sequestrato
dalle
strade
trite
e
popolari
, non però mi
sento
per ancora
sollevato
tanto, che le
scabrosità
di questa
nuova
fantastica
opinione
non mi
sembrino
molto
ardue
e
difficili
da
superarsi
.
SALV
. Se quello che
scrive
il
Gilberti
è
vero
, non è
opinione
, ma
suggetto
di
scienza
; non è cosa
nuova
, ma
antichissima
quanto la
Terra
stessa; né potrà (essendo
vera
) esser
aspra
né
difficile
, ma
piana
ed
agevolissima
; ed io, quando vi
piaccia
, vi farò
toccar
con
mano
come voi da per voi stesso vi
fate
ombra
, ed avete in
orrore
cosa che nulla
tiene
in sé di
spaventoso
, quasi
piccolo
fanciullo
che ha
paura
della
tregenda
senza
sapere
di lei altro che il
nome
, come quella che oltre al
nome
non è nulla.
SIMP
. Avrò
piacere
d'esser
illuminato
e
tratto
d'
errore
.
SALV
.
Rispondetemi
dunque alle
domande
ch'io vi farò. E prima,
ditemi
se voi
credete
che questo nostro
globo
, che noi
abitiamo
e
nominiamo
Terra
,
consti
di una
sola
e
semplice
materia
, o pur sia un
aggregato
di
materie
diverse
tra di loro.
SIMP
. Io lo
veggo
composto
di
sustanze
e
corpi
molto
diversi
; e prima, per le maggiori
parti
componenti
,
veggo
l'
acqua
e la
terra
,
sommamente
tra di loro
differenti
.
SALV
.
Lasciamo
da
parte
per
ora
i
mari
e l'altr'
acque
, e
consideriamo
le
parti
solide
; e
ditemi
s'
elle
vi
paiono
tutte una cosa stessa, o pur
cose
diverse
.
SIMP
. Quanto all'
apparenza
, io le
veggo
diverse
,
trovandosi
grandissime
campagne
di
infeconda
arena
, ed altre di
terreni
fecondi
e
fruttiferi
;
veggonsi
infinite
montagne
sterili
ed
alpestri
,
ripiene
di
duri
sassi
e
pietre
di
diversissime
sorte
, come
porfidi
,
alabastri
,
diaspri
e mille e
mill
'altre
sorte
di
marmi
; ci sono le
miniere
vastissime
de i
metalli
di tante
spezie
, ed in
somma
tante
diversità
di
materie
, che un
giorno
intero
non
basterebbe
a
numerarle
solamente.
SALV
.
Ora
, di tutte queste
diverse
materie
,
credete
voi che nel
compor
questa gran
massa
concorrano
porzioni
eguali
, o pur che tra tutte ce ne sia una
parte
che di gran
lunga
superi
le altre e sia come
materia
e
sustanza
principale
della
vasta
mole
?
SIMP
.
Credo
che le
pietre
, i
marmi
, i
metalli
, le
gemme
e l'altre tante
materie
diverse
, sieno
appunto
come
gioie
ed
ornamenti
esteriori
e
superficiali
del
primario
globo
, che in
mole
penso
che
smisuratamente
superi
tutte quest'altre
cose
.
SALV
. E questa
principale
e
vasta
mole
, della quale le
nominate
cose
son quasi
escrescenze
ed
ornamenti
, di che
materia
credete
che sia
composta
?
SIMP
.
Penso
che sia il
semplice
, o meno
impuro
,
elemento
della
terra
.
SALV
. Ma per
terra
che cosa
intendete
voi? forse questa ch'è
sparsa
per le
campagne
, la quale si
rompe
con le
vanghe
e con gli
aratri
, dove si
seminano
i
grani
e si
piantano
i
frutti
, e dove
spontaneamente
nascono
boscaglie
grandissime
, e che in
somma
è l'
abitazione
di tutti gli
animali
e la
matrice
di tutti i
vegetabili
?
SIMP
. Cotesta
direi
io che
fusse
la
primaria
sustanza
di questo nostro
globo
.
SALV
. Oh questo non
pare
a me che sia ben
detto
perché questa
terra
, che si
rompe
, si
semina
, e che è
fruttifera
è una
parte
, e ben
sottile
, della
superficie
del
globo
, la quale non si
profonda
salvo che per breve
spazio
, in
comparazione
della
distanza
sino al
centro
: e l'
esperienza
ci
mostra
che non molto si
cava
al
basso
, che si
trovano
materie
diverse
assai da questa
esterior
corteccia
,
piú
sode
e non
buone
alle
produzioni
de i
vegetabili
; oltre che le
parti
piú
interne
, come
premute
da
gravissimi
pesi
che a loro
soprastanno
, è
credibile
che siano
costipate
e
dure
quanto
qualsivoglia
durissimo
scoglio
.
Aggiugnete
a questo, che
indarno
sarebbe stata
contribuita
la
fecondità
a quelle
materie
che già mai non erano per
produr
frutto
, ma per
restare
eternamente
sepolte
ne'
profondi
e
tenebrosi
abissi
della
Terra
.
SIMP
. E chi ci
assicura
che le
parti
piú
interne
e
vicine
al
centro
siano
infeconde
? forse hanno esse ancora le lor
produzioni
di
cose
ignote
a noi.
SALV
. Voi, quanto
qualsisia
altri, potreste di ciò esser certo, come quello che ben potete
comprendere
, che se i
corpi
integranti
dell'
universo
son
prodotti
solo per
benefizio
del
genere
umano
, questo sopra tutti gli altri
deve
esser
destinato
a i
soli
comodi
di noi
abitatori
suoi: ma qual
benefizio
potremo
ritrarre
da
materie
talmente
a noi
recondite
e
remote
, che già mai non siamo per
farcele
trattabili
? Non può dunque l'
interna
sustanza
di questo nostro
globo
essere
una
materia
frangibile
dissipabile
e nulla
coerente
, come questa
superficiale
che noi
chiamiamo
terra
; ma
convien
che sia
corpo
densissimo
e
solidissimo
, ed in
somma
una
durissima
pietra
. E se ella pur
debbe
esser tale, qual
ragione
vi ha da far
piú
renitente
al
creder
che ella sia una
calamita
, che un
porfido
, un
diaspro
o altro
marmo
duro
? Forse quando il
Gilberto
avesse
scritto
che questo
globo
è
interiormente
fatto
di
pietra
serena
o di
calcidonio
, il
paradosso
vi sarebbe
parso
meno
esorbitante
?
SIMP
. Che le
parti
di questo
globo
piú
interne
siano
piú
compresse
, e per ciò
piú
costipate
e
solide
, e
piú
e
piú
tali
secondo
che
elle
si
profondan
piú
, lo
concedo
, e lo
concede
anco
Aristotile
; ma che
elle
degenerino
, e sieno altro che
terra
della medesima
sorta
che questa delle
parti
superficiali
, non
sento
cosa che mi
necessiti
a
concederlo
.
SALV
. Io non ho
intrapreso
questo
ragionamento
a
fine
di
concludervi
demostrativamente
che la
primaria
e
real
sustanza
di questo nostro
globo
sia
calamita
, ma solamente per
mostrarvi
, niuna
ragione
ritrovarsi
per la quale altri
deva
esser
piú
renitente
a
conceder
che ei sia di
calamita
, che di qualche altra
materia
. E voi, se
andrete
ben
considerando
troverete
, non esser
improbabile
che un solo
puro
ed
arbitrario
nome
abbia
mossi
gli
uomini
a
creder
che ei sia di
terra
; e questo è l'essersi
serviti
comunemente
da
principio
di questo
nome
terra
per
significar
tanto quella
materia
che si
ara
e si
semina
, quanto per
nominar
questo nostro
globo
la
denominazion
del quale se si
fusse
presa
dalla
pietra
, come non meno poteva
prendersi
da quella che dalla
terra
, il
dir
che la
sustanza
primaria
di esso
fusse
pietra
non
arebbe
sicuramente
trovato
renitenza
o
contradizione
in alcuno: e questo ha tanto
piú
del
probabile
, quanto io
tengo
per
fermo
, che quando si potesse
scortecciar
questo gran
globo
,
levandone
un
suolo
grosso
mille o
duamila
braccia
, e
separar
poi le
pietre
dalla
terra
, molto e molto maggior sarebbe il
cumulo
de i
sassi
, che quello del
terreno
fecondo
. Delle
ragioni
poi che
concludentemente
provino
, de
facto
, questo nostro
globo
esser di
calamita
, io non ve ne ho
prodotte
nessuna, né questo è
tempo
di
produrle
, e
massimo
che con vostra
comodità
le potrete
vedere
nel
Gilberto
; solo, per
inanimirvi
a
leggerlo
, vi voglio
esporre
con certa mia
similitudine
il
progresso
che egli
tiene
nel suo
filosofare
.
So
che voi
sapete
benissimo
quanto la
cognizione
de gli
accidenti
conferisca
alla
investigazione
della
sustanza
ed
essenza
delle
cose
: però voglio che
usiate
diligenza
di ben
informarvi
di molti
accidenti
e
proprietà
che
singolarmente
si
trovano
nella
calamita
, e non in altra
pietra
né in altro
corpo
, come sarebbe, per
esempio
, dell'
attrarre
il
ferro
, del
conferirgli
, solo con la sua
presenza
, la medesima
virtú
, di
comunicargli
parimente
proprietà
di
riguardar
verso i
poli
,
sí
come una tale
ritiene
ella in se medesima; ed oltre a questa,
fate
di
veder
per
prova
come in lei
risiede
virtú
di
conferire
all'
ago
magnetico
non solamente il
drizzarsi
sotto un
meridiano
verso i
poli
con
moto
orizontale
(
proprietà
già
piú
tempo
fa
conosciuta
), ma un
nuovamente
osservato
accidente
di
declinare
(stando
bilanciato
sotto il
meridiano
già
segnato
sopra una
sferetta
di
calamita
),
declinar
dico
, sino a'
determinati
segni
piú
e meno,
secondo
che tal
ago
si
terrà
piú
o meno vicino al
polo
, sin che sopra l'istesso
polo
si
pianta
eretto
a
perpendicolo
, dove che sopra le
parti
di
mezo
sta
parallelo
all'
asse
. Di
piú
,
proccurate
di far
prova
, come
risedendo
la
virtú
di
attrarre
il
ferro
vigorosa
assai
piú
verso i
poli
che circa le
parti
di
mezo
, tal
forza
è
notabilmente
piú
gagliarda
nell'uno che nell'altro
polo
, e questo in tutti i
pezzi
di
calamita
, il
polo
piú
gagliardo
de' quali è quello che
riguarda
verso
austro
.
Notate
appresso, che in una
piccola
calamita
questo
polo
australe
, e
piú
valoroso
dell'altro,
diventa
piú
debile
qualunque
volta
e'
deva
sostenere
il
ferro
alla
presenza
del
polo
boreale
di un'altra
calamita
assai maggiore. e per non far lungo
discorso
,
assicuratevi
con l'
esperienza
di queste ed altre molte
proprietà
descritte
dal
Gilberto
, le quali tutte sono
talmente
proprie della
calamita
, che nessuna di loro
compete
a veruna altra
materia
.
Ditemi
ora
,
signor
Simplicio
: quando vi
fussero
proposti
mille
pezzi
di
diverse
materie
, ma ciascheduno
coperto
e
rinvolto
in un
panno
sotto il quale ei si
occultasse
, e vi
fusse
domandato
che, senza
scoprirgli
, voi faceste
opera
d'
indovinare
da
segni
esteriori
la
materia
di ciascheduno, e che, nel
tentare
, voi vi
incontraste
in uno il quale
mostrasse
apertamente
di aver tutte le
proprietà
da voi già
conosciute
risedere
nella
sola
calamita
e non in veruna altra
materia
, che
giudizio
fareste
voi dell'
essenza
di tal
corpo
?
direste
voi che potesse
essere
un
pezo
d'
ebano
o di
alabastro
o di
stagno
?
SIMP
.
Direi
, senza
punto
dubitare
, che
fusse
un
pezzo
di
calamita
.
SALV
. Quando ciò sia,
dite
pur
risolutamente
che sotto questa
coverta
e
scorza
, di
terra
, di
pietre
, di
metalli
, di
acqua
etc., si
nasconde
una gran
calamita
, poiché intorno ad essa si
riconoscono
, da chi di
osservargli
si
prende
cura
, tutti quei medesimi
accidenti
che ad un
verace
e
scoperto
globo
di
calamita
competer
si
scorgono
: ché quando altro non si
vedesse
che quello dell'
ago
declinatorio
, che,
portato
intorno alla
Terra
,
piú
e
piú
s'
inclina
con l'
avvicinarsi
al
polo
boreale
, e meno
declina
verso l'
equinoziale
, sotto il quale si
riduce
finalmente all'
equilibrio
,
dovrebbe
bastare
a
persuadere
ogni
piú
renitente
giudizio
.
Taccio
quell'altro
mirabile
effetto
che
sensatamente
si
vede
in tutti i
pezzi
di
calamita
: de i quali a noi,
abitatori
dell'
emisferio
boreale
, il
polo
meridionale
di essa
calamita
è
piú
gagliardo
dell'altro, e la
differenza
si
scorge
maggiore quanto
piú
altri si
allontana
dall'
equinoziale
; e sotto l'
equinoziale
amendue
le
parti
sono di
forze
eguali
, ma
notabilmente
piú
deboli
; ma nelle
regioni
meridionali
,
lontano
dall'
equinoziale
, si
cangia
natura
, e quella
parte
che a noi
era
piú
debile
,
acquista
vigore
sopra l'altra: e tutto questo
confronta
con quello che
veggiamo
farsi da un
piccol
pezzetto
di
calamita
alla
presenza
di un
grande
, la
virtú
del quale,
prevalendo
al
minore
, se lo
rende
obbediente
, e
secondo
ch'e' si
terrà
di qua o di
là
dall'
equinoziale
della
grande
, fa le
mutazioni
medesime che ho
detto
farsi da ogni
calamita
portata
di qua o di
là
dall'
equinozial
della
Terra
.
SAGR
. Io
rimasi
persuaso
alla prima
lettura
del
libro
del
Gilberto
; ed avendo
incontrato
un
pezzo
di
calamita
eccellentissima
,
feci
per lungo
tempo
molte
osservazioni
, e tutte
degne
d'
estrema
meraviglia
; ma sopra a tutte a me
pare
stupenda
quella dell'
accrescergli
tanto la
facultà
del
sostenere
un
ferro
, con l'
armarla
nel modo che '
l
medesimo
autore
insegna
: ed io, con
armare
quel mio
pezzo
, gli
multiplicai
la
forza
in
ottupla
proporzione
, e dove
disarmata
non
sosteneva
appena nove
once
di
ferro
,
armata
ne
sosteneva
piú
di sei
libbre
e forse voi
arete
veduto
questo medesimo
pezzo
nella
Galleria
del
Serenissimo
Gran
Duca
vostro (al quale io la
cedetti
),
sostenente
due
ancorette
di
ferro
.
SALV
. Io molte
volte
la
veddi
, e con gran
meraviglia
, sin che altro assai maggior
stupore
mi
porse
un
piccolo
pezzetto
che si
ritrova
in
mano
del nostro
Accademico
; il quale, non essendo
piú
che
once
sei di
peso
, né
sostenendo
disarmato
altro che
once
dua
appena,
armato
ne
sostiene
160
sí
che viene a
regger
80
volte
piú
armato
che
disarmato
, ed a
regger
peso
26
volte
maggiore del suo proprio:
maraviglia
assai maggiore di quello che aveva potuto
incontrare
il
Gilberti
, che
scrive
non aver potuto
incontrar
calamita
che
arrivi
a
sostenere
il
quadruplo
del proprio
peso
.
SAGR
. Gran
campo
di
filosofare
mi
par
che
porga
questa
pietra
a gl'
intelletti
umani
: ed io l'ho ben mille
volte
meco medesimo
specolato
, come possa esser che ella
porga
a quel
ferro
, che l'
arma
,
forza
tanto
superiore
alla sua propria, e finalmente non
trovo
cosa che mi
quieti
; né molto
costrutto
cavo
da quel che circa questo
particolare
scrive
il
Gilberto
. Non
so
se l'istesso
avvenga
a voi.
SALV
. Io
sommamente
laudo
ammiro
ed
invidio
questo
autore
, per essergli
caduto
in
mente
concetto
tanto
stupendo
circa a cosa
maneggiata
da
infiniti
ingegni
sublimi
, né da alcuno
avvertita
;
parmi
anco
degno
di
grandissima
laude
per le molte
nuove
e
vere
osservazioni
fatte da lui, in
vergogna
di tanti
autori
mendaci
e
vani
, che
scrivono
non
sol
quel che
sanno
, ma tutto quello che
senton
dire
dal
vulgo
sciocco
, senza
cercare
di
assicurarsene
con
esperienza
, forse per non
diminuire
i lor
libri
: quello che avrei
desiderato
nel
Gilberti
, è che
fusse
stato
un poco maggior
matematico
, ed in
particolare
ben
fondato
nella
geometria
, la
pratica
della quale l'avrebbe
reso
men
risoluto
nell'
accettare
per
concludenti
dimostrazioni
quelle
ragioni
ch'ei
produce
per
vere
cause
delle
vere
conclusioni
da sé
osservate
; le quali
ragioni
(
liberamente
parlando
) non
annodano
e
stringono
con quella
forza
che
indubitabilmente
debbon
fare quelle che di
conclusioni
naturali
,
necessarie
ed
eterne
si possono
addurre
: e io non
dubito
che
co
'
l
progresso
del
tempo
si abbia a
perfezionar
questa
nuova
scienza
, con altre
nuove
osservazioni
, e
piú
con
vere
e
necessarie
dimostrazioni
. Né per ciò
deve
diminuirsi
la
gloria
del
primo
osservatore
, né io
stimo
meno, anzi
ammiro
piú
assai, il
primo
inventor
della
lira
(benché
creder
si
debba
che lo
strumento
fusse
rozissimamente
fabbricato
, e
piú
rozamente
sonato
), che
cent'
altri
artisti
che nei i
conseguenti
secoli
tal
professione
ridussero
a
grand'
esquisitezza
: e
parmi
che molto
ragionevolmente
l'
antichità
annumerasse
tra gli Dei i
primi
inventori
dell'
arti
nobili
, già che noi
veggiamo
il
comune
de gl'
ingegni
umani
esser di tanta poca
curiosità
, e
cosí
poco
curanti
delle
cose
pellegrine
e
gentili
, che nel
vederle
e
sentirle
esercitar
da
professori
esquisitamente
non per ciò si
muovono
a
desiderar
d'
apprenderle
; or
pensate
se
cervelli
di questa
sorta
si
sariano
giamai
applicati
a
volere
investigar
la
fabbrica
della
lira
o all'
invenzion
della
musica
,
allettati
dal
sibilo
de i
nervi
secchi
di una
testuggine
o dalle
percosse
di quattro
martelli
. L'
applicarsi
a
grandi
invenzioni
,
mosso
da
piccolissimi
principii
, e
giudicar
sotto una prima e
puerile
apparenza
potersi
contenere
arti
maravigliose
, non è da
ingegni
dozinali
, ma son
concetti
e
pensieri
, di
spiriti
sopraumani
.
Ora
,
rispondendo
alla vostra
domanda
,
dico
che io ancora
lungamente
ho
pensato
per
ritrovar
qual possa
essere
la
cagione
di questa
cosí
tenace
e
potente
congiunzione
che noi
veggiamo
farsi tra l'un
ferro
, che
arma
la
calamita
, e l'altro che a quello si
congiugne
: e prima mi sono
assicurato
che la
virtú
e
forza
della
pietra
non si
agumenta
punto
per
essere
armata
, per ciò che né
attrae
da maggior
distanza
, né meno
sostiene
piú
validamente
un
ferro
tra '
l
quale e l'
armadura
s'
interponga
una
sottilissima
carta
, sino a una
foglia
d'
oro
battuto
; anzi con tale
interposizione
piú
ferro
sostiene
l'
ignuda
che l'
armata
: non ci è dunque
mutazione
nella
virtú
, e
pure
ci è
innovazione
nell'
effetto
: e perché è
necessario
che di
nuovo
effetto
nuova
sia la
cagione
,
ricercando
qual
novità
si
introduca
nell'
atto
del
sostener
con l'
armadura
, altra
mutazione
non si
scorge
che nel
diverso
toccamento
, ché dove prima
ferro
toccava
calamita
,
ora
ferro
tocca
ferro
; adunque bisogna
necessariamente
concludere
, i
diversi
toccamenti
esser
causa
della
diversità
de gli
effetti
. La
diversità
poi tra i
contatti
, non
veggo
che possa
derivar
da altro che dall'esser la
sustanza
del
ferro
di
parti
piú
sottili
,
piú
pure
e
piú
costipate
, che quelle della
calamita
, che son
piú
grosse
,
men
pure
e
piú
rare
; dal che ne
segue
, che le
superficie
de' due
ferri
che s'hanno da
toccare
, mentre sieno
esquisitamente
spianate
forbite
e
lustrate
, tanto
esattamente
si
congiungono
, che tutti gl'
infiniti
punti
dell'una si
incontrano
con gl'
infiniti
dell'altra,
sí
che i
filamenti
(per
cosí
dire
) che
collegano
i due
ferri
, sono molti
piú
di quelli che
collegano
calamita
con
ferro
, per esser la
sustanza
della
calamita
piú
porosa
e
men
sincera
, che fa che non tutti i
punti
e
filamenti
della
superficie
del
ferro
trovino
nella
superficie
della
calamita
riscontri
con chi
unirsi
. Che poi la
sustanza
del
ferro
(e
massimo
del ben
purificato
, qual è l'
acciaio
finissimo
) sia di
parti
grandemente
piú
dense
sottili
e
pure
che la
materia
della
calamita
, si
vede
dal potersi
ridurre
il suo
taglio
ad una
sottigliezza
estrema
, qual è il
taglio
del
rasoio
, alla quale mai non si
condurrebbe
a gran
segno
quel d'un
pezzo
di
calamita
. L'
impurità
poi della
calamita
, e l'esser
mescolata
con altre
qualità
di
pietre
, prima
sensatamente
si
scorge
dal
colore
di alcune
macchiette
, per lo
piú
biancheggianti
, e poi dal
presentargli
un
ago
pendente
da un
filo
, il quale sopra tali
pietruzze
non si può
posare
, ma,
attratto
dalle
parti
circonfuse
,
par
che
sfugga
quelle e
salti
sopra la
calamita
contigua
ad esse; e come alcune di tali
parti
eterogenee
son per la
grandezza
loro molto
visibili
cosí
possiamo
credere
altre in gran
copia
, per la lor
piccolezza
incospicue
, esserne
disseminate
per tutta la
massa
.
Confermasi
quanto io
dico
(cioè che la
moltitudine
de'
toccamenti
che si fanno tra
ferro
e
ferro
è
causa
del tanto
saldo
congiugnimento
) da una
esperienza
: la qual è, che se noi
presenteremo
l'
aguzza
punta
d'un
ago
all'
armatura
della
calamita
, non
piú
validamente
se gli
attaccherà
che alla medesima
ignuda
; il che da altro non può
derivare
che dall'esser i due
toccamenti
eguali
, cioè
amendue
di un
sol
punto
. Ma che
piú
?
prendasi
un
ago
e
pongasi
sopra la
calamita
sí
che una delle sue
estremità
sporga
al.quanto
infuori
, ed a quella si
appresenti
un
chiodo
, al quale subito l'
ago
si
attaccherà
, in
maniera
che
ritirando
in dietro il
chiodo
, l'
ago
si
ridurrà
sospeso
, ed
attaccato
con le sua
estremità
alla
calamita
ed al
ferro
, e
ritirando
ancora
piú
il
chiodo
,
staccherà
l'
ago
dalla
calamita
, se però la
cruna
dell'
ago
sarà
unita
al
chiodo
e la
punta
alla
calamita
, ma se la
cruna
sarà verso la
calamita
, nel
rimuovere
il
chiodo
l'
ago
resterà
attaccato
con la
calamita
, e questo (per mio
giudizio
) non per altro, se non che, per esser l'
ago
piú
grosso
verso la
cruna
,
tocca
in molti più
punti
che non fa l'
acutissima
punta
.
SAGR
. Tutto il
discorso
mi è
parso
molto
concludente
, e quest'
esperienze
dell'
ago
me lo
rendon
di poco
inferiore
a una
dimostrazion
matematica
: ed
ingenuamente
confesso
di non avere in tutta la
filosofia
magnetica
sentito
o
letto
altrettanto, che con
simil
efficacia
renda
ragione
di alcun altro de' suoi tanti
maravigliosi
accidenti
; de i quali se avessimo le
cause
con tanta
chiarezza
spiegate
, non
so
qual
piú
suave
cibo
potesse
desiderare
l'
intelletto
nostro.
SALV
. Nell'
investigar
le
ragioni
delle
conclusioni
a noi
ignote
, bisogna aver
ventura
d'
indirizzar
da
principio
il
discorso
verso la
strada
del
vero
; per la quale quando altri si
incammina
,
agevolmente
accade
che s'
incontrino
altre ed altre
proposizioni
conosciute
per
vere
, o per
discorsi
o per
esperienze
, dalla
certezza
delle quali la
verità
della nostra
acquisti
forza
ed
evidenza
, come
appunto
è
accaduto
a me del
presente
problema
: del quale volendo io con qualche altro
riscontro
assicurarmi
se la
ragione
da me
investigata
fusse
vera
, cioè che la
sustanza
della
calamita
fusse
veramente
assai
men
continuata
che quella del
ferro
o dell'
acciaio
,
feci
, da quei
maestri
che
lavorano
nella
Galleria
del Gran
Duca
mio
Signore
,
spianare
una
faccia
di quel medesimo
pezzo
di
calamita
che già fu vostro, e poi quanto
piú
fu
possibile
pulire
e
lustrare
; dove con mio
contento
toccai
con
mano
quel ch'io
cercavo
. Imperocché si
scopersero
molte
macchie
di
color
diverso
dal
resto
, ma
splendide
e
lustre
quanto
qualsivoglia
piú
densa
pietra
dura
; il
resto
del
campo
era
pulito
, ma al
tatto
solamente, non essendo
punto
lustrante
, anzi come da
caligine
annebbiato
: e questa
era
la
sustanza
della
calamita
; e la
splendida
, di altre
pietre
mescolate
tra quella,
sí
come
sensatamente
si
conosceva
dall'
accostar
la
faccia
spianata
sopra
limatura
di
ferro
, la quale in gran
copia
saltava
alla
calamita
, ma né
pure
una
sola
stilla
alle
dette
macchie
; le quali erano molte; alcune,
grandi
quanto la
quarta
parte
di un'
ugna
; altre, alquanto
minori
; moltissime poi le
piccole
, e le appena
visibili
, quasi che
innumerabili
. Onde io mi
assicurai
,
verissimo
essere
stato
il mio
concetto
, quando prima
giudicai
dover
la
sustanza
della
calamita
esser non
fissa
e
serrata
, ma
porosa
o per
meglio
dire
spugnosa
, ma con questa
differenza
, che dove la
spugna
nelle sue
cavità
e
cellule
contiene
aria
o
acqua
, la
calamita
ha le sue
ripiene
di
pietra
durissima
e
grave
, come ci
dimostra
l'
esquisito
lustro
che esse
ricevono
: onde, come da
principio
dissi
,
applicando
la
superficie
del
ferro
alla
superficie
della
calamita
, le
minime
particelle
del
ferro
, benché
continuatissime
forse
piú
di quelle di
qualsivoglia
altro
corpo
(
sí
come ci
mostra
il
lustrarsi
egli
piú
di
qualsivoglia
altra
materia
), non tutte, anzi poche,
incontrano
sincera
calamita
, ed essendo pochi i
contatti
,
debile
è l'
attaccamento
; ma perché l'
armadura
della
calamita
, oltre al
toccar
gran
parte
della sua
superficie
, si
veste
anco della
virtú
delle
parti
vicine
ancorché non
tocche
, essendo
esattamente
spianata
quella sua
faccia
alla quale si
applica
l'altra, pur
similmente
bene
spianata
, del
ferro
da esser
sostenuto
, il
toccamento
si fa di
innumerabili
minime
particelle
, se non forse de gl'
infiniti
punti
di
amendue
le
superficie
, per lo che l'
attaccamento
ne
riesce
gagliardissimo
. Questa
osservazione
, di
spianar
le
superficie
de i
ferri
che si hanno a
toccare
, non fu
avvertita
dal
Gilberti
; anzi egli fa i
ferri
colmi
,
sí
che
piccolo
è il lor
contatto
, onde
avviene
che
minor
assai sia la
tenacità
con la quale essi
ferri
si
attaccano
.
SAGR
.
Resto
dall'
assegnata
ragione
, come
dissi
pur
ora
, poco meno
appagato
che se ella
fusse
una
pura
dimostrazion
geometrica
; e perché si
tratta
di
problema
fisico
,
stimo
che anco il
signor
Simplicio
si
troverà
sodisfatto
, per quanto
comporta
la
scienza
naturale
, nella quale ei
sa
che non si
deve
ricercar
la
geometrica
evidenza
.
SIMP
.
Parmi
veramente
che il
signor
Salviati
con
bel
circuito
di
parole
abbia
sí
chiaramente
spiegata
la
causa
di quest'
effetto
, che
qualsivoglia
mediocre
ingegno
, ancorché non
scienziato
, ne potrebbe
restar
capace
: ma noi,
contenendoci
dentro a'
termini
dell'
arte
,
riduchiamo
la
causa
di questi e
simili
altri
effetti
naturali
alla
simpatia
, che è certa
convenienza
e
scambievole
appetito
che
nasce
tra le
cose
che sono tra di loro
simiglianti
di
qualità
;
sí
come, all'
incontro
, quell'
odio
e
nimicizia
, per la quale altre
cose
naturalmente
si
fuggono
e si hanno in
orrore
, noi
addimandiamo
antipatia
.
SAGR
. E
cosí
con questi due
nomi
si vengono a
render
ragioni
di un
numero
grande
di
accidenti
ed
effetti
, che noi
veggiamo
, non senza
maraviglia
,
prodursi
in
natura
. Ma questo modo di
filosofare
mi
par
che abbia gran
simpatia
con certa
maniera
di
dipignere
che aveva un
amico
mio, il quale sopra la
tela
scriveva
con
gesso
: "Qui voglio che sia il
fonte
, con
Diana
e sue
ninfe
; qua, alcuni
levrieri
: in questo
canto
voglio che sia un
cacciatore
, con
testa
di
cervio
; il
resto
,
campagna
,
bosco
e
collinette
"; il
rimanente
poi
lasciava
con
colori
figurare
al
pittore
: e
cosí
si
persuadeva
d'aver egli stesso
dipinto
il
caso
d'
Atteone
, non ci avendo
messo
di suo altro che i
nomi
. Ma dove ci siamo
condotti
con
sí
lunga
digressione
, contro alle nostre già
stabilite
costituzioni
? Quasi mi è
uscito
di
mente
qual
fusse
la
materia
che
trattavamo
allora che
deviammo
in questo
magnetico
discorso
; e
pure
avevo per la
mente
non
so
che da
dire
in quel
proposito
.
SALV
Eramo
su '
l
dimostrare
, quel
terzo
moto
attribuito
dal
Copernico
alla
Terra
non esser altrimenti un
movimento
, ma una
quiete
, ed un
mantenersi
immutabilmente
diretta
con sue
determinate
parti
verso le medesime e
determinate
parti
dell'
universo
, cioè un
conservar
perpetuamente
l'
asse
della sua
diurna
revoluzione
parallelo
a se stesso e
riguardante
verso tali
stelle
fisse
: il qual
costantissimo
stato
dicevamo
competer
naturalmente
ad ogni
corpo
librato
e
sospeso
in un
mezo
fluido
e
cedente
, che, benché
portato
in
volta
, non
mutava
direzione
rispetto
alle
cose
esterne
, ma
pareva
solamente
girare
in se stesso
rispetto
a quello che lo
portava
ed al
vaso
nel quale
era
portato
.
Aggiugnemmo
poi, a questo
semplice
e
naturale
accidente
, la
virtú
magnetica
, per la quale il
globo
terrestre
tanto
piú
saldamente
poteva
contenersi
immutabile
, etc.
SAGR
. Già mi
sovvien
del tutto: e quel che allor mi
passava
per la
mente
, e che volevo
produrre
,
era
certa
considerazione
intorno alla
difficultà
e
instanza
del
signor
Simplicio
, la quale egli
promoveva
contro alla
mobilità
della
Terra
,
presa
dalla
multiplicità
de'
moti
,
impossibile
ad
attribuirsi
ad un
corpo
semplice
, del quale, in
dottrina
d'
Aristotile
, un solo e
semplice
movimento
può esser
naturale
, e quello ch'io volevo
mettere
in
considerazione
,
era
appunto
la
calamita
, alla quale noi
sensatamente
veggiamo
competer
naturalmente
tre
movimenti
: l'uno, verso il
centro
della
Terra
, come
grave
; il
secondo
è il
moto
circolare
orizontale
, per il quale
restituisce
e
conserva
il suo
asse
verso
determinate
parti
dell'
universo
; il
terzo
è questo,
nuovamente
scoperto
dal
Gilberto
, d'
inclinar
il suo
asse
,
stante
nel
piano
di un
meridiano
, verso la
superficie
della
Terra
, e questo
piú
e meno
secondo
che ella sarà
distante
dall'
equinoziale
, sotto '
l
quale
resta
parallelo
all'
asse
della
Terra
. Oltre a questi tre, non è forse
improbabile
che possa averne un
quarto
, di
rigirarsi
intorno al proprio
asse
, qualunque
volta
ella
fusse
librata
e
sospesa
in
aria
o altro
mezo
fluido
e
cedente
,
sí
che tutti gli
esterni
ed
accidentarii
impedimenti
fussero
tolti
via
; ed a questo
pensiero
mostra
di
applaudere
ancora l'istesso
Gilberto
. Talché,
signor
Simplicio
,
vedete
quanto
resti
titubante
l'
assioma
d'
Aristotile
.
SIMP
. Questo non solo non
va
a
ferire
il
pronunziato
, ma né
pure
è
drizzato
alla sua
volta
,
avvenga
che egli
parli
d'un
corpo
semplice
e di quello che ad esso possa
naturalmente
convenire
, e voi
opponete
ciò che
avviene
ad un
misto
; né
dite
cosa
nuova
in
dottrina
d'
Aristotile
, perché egli ancora
concede
a i
misti
moto
composto
etc.
SAGR
.
Fermate
un poco,
signor
Simplicio
, e
rispondetemi
all'
interrogazioni
ch'io vi farò. Voi
dite
che la
calamita
non è
corpo
semplice
, ma è un
misto
:
ora
io vi
domando
quali sono i
corpi
semplici
che si
mescolano
nel
compor
la
calamita
.
SIMP
. Io non vi
saprò
dire
gl'
ingredienti
né la
dose
precisamente
, ma
basta
che sono
corpi
elementari
.
SAGR
. Tanto
basta
a me ancora. E di questi
corpi
semplici
elementari
quali sono i
moti
loro
naturali
?
SIMP
. Sono i due
semplici
retti
,
sursum
et
deorsum
.
SAGR
.
Ditemi
appresso:
credete
voi che '
l
moto
che
resterà
naturale
di tal
corpo
misto
debba
essere
uno che possa
risultare
dal
componimento
de i due
moti
semplici
naturali
de i
corpi
semplici
componenti
, o pur che possa esser anco un
moto
impossibile
a
comporsi
di quelli?
SIMP
.
Credo
che si
moverà
del
moto
risultante
dal
componimento
de'
moti
de'
corpi
semplici
componenti
, e che d'un
moto
impossibile
a
comporsi
di questi
impossibil
sia che si possa
muovere
.
SAGR
. Ma,
signor
Simplicio
, con due
moti
retti
semplici
voi non
comporrete
mai un
moto
circolare
, quali sono li due o i tre
circolari
diversi
che ha la
calamita
.
Vedete
dunque in quali
angustie
conducono
i
mal
fondati
principii
, o, per
dir
meglio
, le
mal
tirate
consequenze
da
principii
buoni
: che
adesso
sete
costretto
a
dire
che la
calamita
sia un
misto
composto
di
sustanze
elementari
e di
celesti
, se volete
mantenere
che '
l
moto
retto
sia solo de gli
elementi
, e '
l
circolare
de'
corpi
celesti
. Però, se volete
piú
sicuramente
filosofare
dite
che de'
corpi
integranti
dell'
universo
, quelli che son per
natura
mobili
, si
muovon
tutti
circolarmente
, e che però la
calamita
, come
parte
della
verace
primaria
ed
integral
sustanza
del nostro
globo
,
ritien
della medesima
natura
; ed
accorgetevi
con questa
fallacia
, che voi
chiamate
corpo
misto
la
calamita
, e
corpo
semplice
il
globo
terrestre
, il quale si
vede
sensatamente
esser
centomila
volte
piú
composto
poiché, oltre il
contenere
mille e mille
materie
tra sé
diversissime
,
contien
egli gran
copia
di questa che voi
chiamate
mista
,
dico
della
calamita
. Questo mi
pare
il medesimo, che se altri
chiamasse
il
pane
corpo
misto
, e
corpo
semplice
l'
ogliopotrida
, nella quale
entrasse
anco non
piccola
quantità
di
pane
, oltre a cento
diversi
companatici
.
Mirabil
cosa mi
sembra
invero
, tra l'altre, questa de i
Peripatetici
, li quali
concedono
(né posson
negarlo
) che il nostro
globo
terrestre
sia de
facto
un
composto
di
infinite
materie
diverse
,
concedono
appresso, de i
corpi
composti
il
moto
dovere
esser
composto
; i
moti
che si posson
comporre
sono il
retto
e '
l
circolare
,
atteso
che i due
retti
, per esser
contrarii
, sono
incompatibili
tra di loro;
affermano
, l'
elemento
puro
della
terra
non si
ritrovare
,
confessano
che ella non si è
mossa
già mai di verun
movimento
locale
: e poi
voglion
porre
in
natura
quel
corpo
che non si
trova
, e farlo
mobile
di quel
moto
che mai non ha egli
esercitato
né mai è per
esercitare
; ed a quel
corpo
che è ed è
stato
sempre,
negano
quel
moto
che prima
concedettero
dovergli
naturalmente
convenire
.
SALV
. Di
grazia
,
signor
Sagredo
, non ci
affatichiam
piú
in questi
particolari
, e
massime
che voi
sapete
che il
fin
nostro non è
stato
di
determinar
risolutamente
o
accettar
per
vera
questa o quella
opinione
, ma solo di
propor
per nostro
gusto
quelle
ragioni
e
risposte
che per l'una e per l'altra
parte
si possono
addurre
; e il
signor
Simplicio
risponde
questo in
riscatto
de' suoi
Peripatetici
: però
lasciamone
il
giudizio
in
pendente
, e la
determinazione
in
mano
di chi ne
sa
piú
di noi. E perché mi
pare
che assai a lungo si sia in questi tre
giorni
discorso
circa il
sistema
dell'
universo
, sarà
ormai
tempo
che
venghiamo
all'
accidente
massimo
, dal quale
presero
origine
i nostri
ragionamenti
;
parlo
del
flusso
e
reflusso
del
mare
, la
cagione
del quale
pare
che assai
probabilmente
si possa
referire
a i
movimenti
della
Terra
: ma ciò, quando vi
piaccia
,
riserberemo
al
seguente
giorno
. In tanto, per non me lo
scordare
, voglio
dirvi
certo
particolare
, al quale non vorrei che il
Gilberto
avesse
prestato
orecchio
;
dico
dell'
ammettere
che quando una
piccola
sferetta
di
calamita
potesse
esattamente
librarsi
, ella
fusse
per
girare
in se stessa: perché
nissuna
ragione
vi è per la quale ella ciò far
dovesse
. Imperocché, se tutto il
globo
terrestre
ha da
natura
di
volgersi
intorno al proprio
centro
in
ventiquattr'
ore
, e ciò aver
debbono
ancora tutte le sue
parti
,
dico
di
girare
insieme
co
'
l
suo tutto, intorno al
centro
di quello in
ventiquattr'
ore
, già
effettivamente
l'
hann
'
elleno
mentre, stando sopra la
Terra
,
vanno
insieme
con essa in
volta
; e l'
assegnar
loro un
rivolgimento
intorno al proprio
centro
sarebbe un
attribuirgli
un
secondo
movimento
, molto
diverso
dal
primo
, perché
cosí
ne
averebbero
due, cioè il
rivolgersi
in
ventiquattr'
ore
intorno al
centro
del suo tutto, ed il
girare
intorno al suo proprio: or questo
secondo
è
arbitrario
, né vi è
ragione
alcuna d'
introdurlo
. Se nello
staccarsi
un
pezzo
di
calamita
da tutta la
massa
naturale
se gli
togliesse
il
seguirla
, come faceva mentre gli
era
congiunto
,
sí
che
cosí
restasse
privo
del
rigirare
intorno al
centro
universale
del
globo
terrestre
, potrebbe per
avventura
con qualche maggior
probabilità
credere
alcuno che quello
fusse
per
appropriarsi
una
nuova
vertigine
circa '
l
suo
particolar
centro
; ma se esso, non meno
separato
che
congiunto
,
continua
pur tuttavia il suo
primo
eterno
e
natural
corso
, a che
volere
addossargliene
un altro
nuovo
?
SAGR
.
Intendo
benissimo
, e ciò mi fa
sovvenire
d'un
discorso
assai
simile
a questo, nell'esser
vano
,
posto
da certi
scrittori
di
sfera
, e
credo
, se ben mi
ricordo
, tra gli altri dal
Sacrobosco
: il quale, per
dimostrar
come l'
elemento
dell'
acqua
si
figura
,
insieme
con la
Terra
, di
superficie
sferica
, onde di
amendue
si
costituisce
questo nostro
globo
,
scrive
di ciò esser
concludente
argomento
il
veder
le
minute
particelle
dell'
acqua
figurarsi
in
forma
rotonda
, come nelle
gocciole
nella
rugiada
e sopra le
foglie
di molte
erbe
giornalmente
si
vede
, e perché,
conforme
al
trito
assioma
"La medesima
ragione
è del tutto che delle
parti
",
appetendo
le
parti
cotal
figura
, è
necessario
che la medesima sia propria di tutto l'
elemento
. Ed
invero
mi
par
cosa assai
sconcia
che questi tali non si
accorgano
di una pur troppo
patente
leggerezza
, e non
considerino
che quando il
discorso
loro
fusse
retto
,
converrebbe
che non solo le
minute
stille
, ma che
qualsivoglia
maggior
quantità
d'
acqua
,
separata
da tutto l'
elemento
, si
riducesse
in una
palla
, il che non si
vede
altrimenti: ma ben si può
veder
co
'
l
senso
, e
intender
con l'
intelletto
, che
amando
l'
elemento
dell'
acqua
di
figurarsi
in
forma
sferica
intorno al
comun
centro
di
gravità
, al quale
tendono
tutti i
gravi
(che è il
centro
del
globo
terrestre
), in ciò
vien
egli
seguito
da tutte le sue
parti
,
conforme
all'
assioma
,
sí
che tutte le
superficie
de i
mari
, de i
laghi
, de gli
stagni
, ed in
somma
di tutte le
parti
dell'
acque
contenute
dentro a
vasi
, si
distendono
in
figura
sferica
, ma di quella
sfera
che per
centro
ha il
centro
del
globo
terrestre
, e non fanno
sfere
particolari
di lor medesime.
SALV
. L'
errore
è
veramente
puerile
, e quando non
fusse
d'altri che del
Sacrobosco
,
facilmente
glie lo
ammetterei
; ma l'averlo a
perdonare
anco a suoi
comentatori
ed ad altri
grand'
uomini
, e sino a
Tolomeo
stesso, non posso farlo senza qualche
rossore
per la
reputazion
loro. Ma è
tempo
di
pigliar
licenza
,
send
'or mai l'
ora
tarda
, per esser
domani
al
solito
per l'
ultima
conclusione
di tutti i
passati
ragionamenti
.
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