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Galileo Galilei
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VIIIb. SECONDA LETTERA DEL SIG. GALILEO GALILEI AL SIG. MARCO VELSERI DELLE MACCHIE SOLARI (Firenze, 14 agosto 1612)
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VIIIb
.
SECONDA
LETTERA
DEL
SIG.
GALILEO
GALILEI
AL
SIG.
MARCO
VELSERI
DELLE
MACCHIE
SOLARI
(
Firenze
, 14
agosto
1612
)
Illustrissimo
Sig.
e
Padron
Colendissimo
,
Inviai
più
giorni
sono una mia
lettera
assai
lunga
a
V.
S.
Illustrissima
,
scritta
in
proposito
delle
cose
contenute
nelle tre
lettere
del
finto
Apelle
, dove
promossi
quelle
difficoltà
che mi
ritraevano
dal
prestar
assenso
alle
opinioni
di quello
autore
, e più le
accennai
in
parte
dove
inclinava
allora il mio
pensiero
; dalla quale
inclinazione
io non
pure
da quel
tempo
in qua non mi sono
rimosso
, ma
totalmente
mi vi sono
confermato
,
mostrandomi
le
continuate
osservazioni
di
giorno
in
giorno
, con ogni
rincontro
possibile
ad aversi e col
mancamento
di
qualsivoglia
contradizzione
, essersi la mia
opinione
incontrata
col
vero
: di che mi è
parso
darne
conto
a
V.
S., con l'
occasione
del
mandargli
alcune
figure
di esse
macchie
con
giustezza
disegnate
, ed anco il modo del
disegnarle
,
insieme
con una
copia
di un mio
trattatello
intorno alle
cose
che stanno sopra l'
acqua
o che in essa
descendono
, che pur
ora
si è
finito
di
stampare
.
Replico
dunque a
V.
S.
Illustrissima
e più
resolutamente
confermo
, che le
macchie
oscure
, le quali col
mezo
del
telescopio
si
scorgono
nel
disco
solare
, non sono
altramente
lontane
dalla
superficie
di esso, ma gli sono
contigue
, o
separate
di così poco
intervallo
, che
resta
del tutto
impercettibile
: di più, non sono
stelle
o altri
corpi
consistenti
e di
diuturna
durazione
, ma
continuamente
altre se ne
producono
ed altre se ne
dissolvono
,
sendovene
di quelle di breve
durazione
, come di uno, due o tre
giorni
, ed altre di più
lunga
, come di 10, 15 e, per mio
credere
, anco di 30 e 40 e più, come appresso
dirò
: sono per lo più di
figure
irregolarissime
, le quali
figure
si
vanno
mutando
continuamente
, alcune con
preste
e
differentissime
mutazioni
, ed altre con più
tardezza
e
minor
variazione
: si
vanno
ancora
alterando
nell'
incremento
e
decremento
dell'
oscurità
,
mostrando
come tal
ora
si
condensano
e tal
ora
si
distraggono
e
rarefanno
; oltre al
mutarsi
in
diversissime
figure
,
frequentemente
si
vede
alcuna di loro
dividersi
in tre o quattro, e
spesso
molte
unirsi
in una, e ciò non tanto vicino alla
circonferenza
del
disco
solare
, quanto ancora circa le
parti
di
mezo
: oltre a questi
disordinati
e
particolari
movimenti
, di
aggregarsi
insieme
e
disgregarsi
,
condensarsi
e
rarefarsi
e
cangiarsi
di
figure
, hanno un
massimo
comune
ed
universal
moto
, col quale
uniformemente
ed in
linee
tra di loro
parallele
vanno
discorrendo
il
corpo
del
Sole
: da i
particolari
sintomi
del qual
movimento
si viene in
cognizione
, prima, che il
corpo
del
Sole
è
assolutamente
sferico
;
secondarianente
, ch'egli in sé stesso e circa il proprio
centro
si
raggira
,
portando
seco in
cerchi
paralleli
le
dette
macchie
, e
finendo
una
intera
conversione
in un
mese
lunare
in circa, con
rivolgimento
simile
a quello de gli
orbi
de i
pianeti
, cioè da
occidente
verso
oriente
. Di più, è cosa
degna
di esser
notata
, come la
moltitudine
delle
macchie
par
che
caschi
sempre in una
striscia
o vogliamo
dir
zona
del
corpo
solare
, che
vien
compresa
tra due
cerchi
che
rispondono
a quelli che
terminan
le
declinazioni
de i
pianeti
, e fuori di questi
limiti
non mi
par
di aver sin
ora
osservata
macchia
alcuna, ma tutte dentro a tali
confini
; sì che né verso
borea
né verso
austro
mostrano
di
declinar
dal
cerchio
massimo
della
conversion
del
Sole
più di 28 0 29
gradi
in circa.
Le loro
differenti
densità
e
negrezze
, le
mutazioni
di
figure
e gli
accozzamenti
e le
separazioni
sono per sé stesse
manifeste
a
senso
, senz'altro
bisogno
di
discorso
; onde
basteranno
alcuni
semplici
rincontri
di tali
accidenti
sopra i
disegni
che gli
mando
, li quali faremo più a
basso
: ma che le siano
contigue
al
Sole
e che a
rivolgimento
di quello
venghino
portate
in
giro
, ha
bisogno
che la
ragione
discorrendo
lo
deduca
e
concluda
da certi
particolari
accidenti
che le
sensate
osservazioni
ci
somministrano
.
E prima, il
vederle
sempre
muoversi
con un
moto
universale
e
comune
a tutte, ancor che in
numero
ben
spesso
siano più di 20 ed ancor 30,
era
fermo
argomento
, una
sola
esser la
causa
d tale
apparente
mutazione
, e non che ciascheduna da per sé
andasse
vagando
nella
guisa
de i
pianeti
intorno al
corpo
solare
, e molto meno in
diversi
cerchi
e
diverse
distanze
dal medesimo
Sole
; onde si
doveva
necessariamente
concludere
, o che
elle
fossero in un
orbe
solo, il quale a
guisa
di
stelle
fisse
le
portasse
intorno al
Sole
, o
vero
che le fossero nell'istesso
corpo
solare
, il quale,
rivolgendosi
in sé stesso, seco le
conducesse
. Delle quali due
posizioni
, questa
seconda
, per mio
parere
, è
vera
, e l'altra
falsa
; sì come
falsa
ed
impossibile
si
troverà
esser
qualsivoglia
altra
posizione
che
assumere
si volesse, come
tenterò
di
dimostrare
col
mezo
di
manifeste
repugnanze
e
contradizzioni
.
All'
ipotesi
che le siano
contigue
alla
superficie
del
Sole
e che dal
rivolgimento
di quello
venghino
portate
in
volta
,
rispondono
concordemente
tutte l'
apparenze
, senza che s'
incontri
inconveniente
o
difficoltà
veruna. Per il che
dichiarar
, è ben che
determiniamo
nel
globo
del
Sole
i
poli
, i
cerchi
, le
lunghezze
e le
larghezze
,
conformi
a quelle che noi
intendiamo
nella
celeste
sfera
. Però, dunque, quando il
Sole
si
rivolga
in sé stesso e sia di
superficie
sferica
, i due
punti
stabili
si
diranno
i suoi
poli
, e tutti gli altri
punti
notati
nella sua
superficie
descriveranno
circonferenze
di
cerchi
paralleli
fra di loro, maggiori o
minori
secondo
la maggiore o
minore
distanza
da i
poli
; e
massimo
sarà il
cerchio
di
mezzo
,
egualmente
distante
da ambedue i
poli
. La
longitudine
o
lunghezza
della
superficie
solare
sarà la
dimensione
che si
considera
secondo
l'
estensione
delle
circonferenze
de'
cerchi
detti
; ma la
latitudine
o
larghezza
sarà la
dilatazione
per l'altro verso, cioè dal
cerchio
massimo
verso i
poli
: onde la
lunghezza
delle
macchie
si
chiamerà
la
dimensione
presa
con una
linea
parallela
a i
sopradetti
cerchii
, cioè
presa
per quel verso
secondo
'
l
quale si fa la
conversione
del
Sole
; e la
larghezza
s'
intenderà
esser quella che s'
estende
verso i
poli
, e che
vien
determinata
da una
linea
perpendicolare
alla
linea
della
lunghezza
.
Dichiarati
questi
termini
,
cominceremo
a
considerar
tutti i
particolari
accidenti
che si
osservano
nelle
macchie
solari
, da i quali si possa venire in
cognizione
del
sito
e
movimento
loro. E prima, il
mostrarsi
generalmente
le
macchie
, nel lor
primo
apparir
e nell'
ultimo
occultarsi
vicino alla
circonferenza
del
Sole
, di pochissima
lunghezza
ma di
larghezza
eguale
a quella che hanno quando sono nelle
parti
più
interne
del
disco
solare
; a quelli che
intenderanno
, in
virtù
di
perspettiva
, ciò che
importi
lo
sfuggimento
della
superficie
sferica
vicino all'
estremità
dell'
emisfero
veduto
, sarà
manifesto
argomento
sì della
globosità
del
Sole
, come della
prossimità
delle
macchie
alla
solar
superficie
, e del venir esse poi
portate
sopra la medesima
superficie
verso le
parti
di
mezo
,
scoprendosi
sempre
accrescimento
nella
lunghezza
e
mantenendosi
la medesima
larghezza
. E se
bene
non tutte si
mostrano
, quando sono
vicinissime
alla
circonferenza
,
egualmente
attenuate
e
ridotte
a una
sottigliezza
d'un
filo
, ma alcune
formano
il loro
ovato
più
gracile
ed altre meno, ciò
proviene
perché le non sono
semplici
macchie
superficiali
, ma hanno
grossezza
ancora, o vogliamo
dir
altezza
, ed altre maggiore, altre
minore
; sì come nelle nostre
nugole
accade
, le quali,
distendendosi
per lo più, quanto alla
lunghezza
e
larghezza
,
decine
e tal or
centinaia
di
miglia
, quanto poi alla
grossezza
son ben or più ed or meno
profonde
, ma non si
vede
che tal
profondità
passi
molte
centinaia
o al più
migliaia
di
braccia
. Così, potendo esser la
grossezza
delle
macchie
solari
, ancor che
picciola
in
comparazione
dell'altre due
dimensioni
, maggiore in una
macchia
e
minore
in un'altra,
accaderà
che le
macchie
più
sottili
,
vicine
alla
circonferenza
del
Sole
, dove vengono
vedute
per
taglio
, si
mostrino
gracilissime
(e
massime
perché la
metà
interiore
di esso
taglio
viene
illustrata
dal
lume
prossimo
del
Sole
), ed altre di maggior
profondità
apparischino
più
grosse
. Ma che molte di loro si
riducessero
alla
sottigliezza
di un
filo
, come l'
esperienza
ci
insegna
, ciò non potrebbe in
conto
alcuno
accadere
se il
movimento
col quale
mostrano
di
traversare
il
disco
del
Sole
fosse
fatto
in
cerchii
lontani
, ben che per breve
intervallo
, dal
globo
solare
; perché la
diminuzion
grande
delle
lunghezze
si fa sullo
sfuggimento
massimo
, cioè su la
svolta
del
cerchio
, la quale
verrebbe
a
cascar
fuori del
corpo
del
Sole
, quando le
macchìe
fossero
portate
in
circonferenze
per qualche
spazio
notabile
lontane
dalla
superficie
di lui.
Notasi
, nel
secondo
luogo
, la
quantità
de gli
spazii
apparenti
secondo
i quali le
macchie
medesime
mostrano
di
andarsi
movendo
di
giorno
in
giorno
; ed
osservasi
che gli
spazii
passati
in
tempi
eguali
dalla medesima
macchia
appariscono
sempre
minori
, quanto più si
trovano
vicini
alla
circonferenza
del
Sole
; e
vedesi
,
diligentemente
osservando
, che tali
diminuzioni
ed
incrementi
,
notati
l'un dopo l'altro con l'
interposizione
di
tempi
eguali
, molto
proporzionatamente
rispondono
a i
sini
versi
e loro
eccessi
congruenti
ad
archi
eguali
: il qual
fenomeno
non ha
luogo
in verun altro
movimento
che nel
circolar
contiguo
all'istesso
Sole
; perché in
cerchii
, ancor che non molto,
lontani
dal
globo
solare
, gli
spazii
passati
in
tempi
eguali
incontro
alla
superficie
del
Sole
apparirebbono
pochissimo tra di loro
differenti
.
Il
terzo
accidente
, che
mirabilmente
conferma
questa
conclusione
, si
cava
da gl'
interstizii
che sono tra
macchia
e
macchia
, de i quali altri si
mantengono
sempre gli stessi, altri
grandissimamente
si
agumentano
verso le
parti
di
mezo
del
disco
solare
, li quali furon avanti, e son poi dopo,
brevissimi
, ed anco quasi
insensibili
vicino alla
circonferenza
, ed altri pur si
mutano
, ma con
mutazioni
differentissime
; tuttavia son tali, che
simili
non
potrebbono
incontrarsi
in altro
moto
che nel
circolare
,
fatto
da
diversi
punti
diversamente
posti
sopra un
globo
che in sé stesso si
converta
. Le
macchie
che hanno la medesima
declinazione
, cioè che sono
poste
nell'istesso
parallelo
, nel
primo
apparire
par
quasi che si
tocchino
, quando la lor
vera
distanza
sia breve; che se sarà alquanto maggiore,
appariranno
ben
separate
, ma più
vicine
assai che quando si
trovano
verso il
mezo
del
disco
solare
; e
secondo
che si
discostano
dalla
circonferenza
, vengono
separandosi
ed
allontanandosi
l'una dall'altra sempre più, sin che si
trovano
con
pari
distanze
remote
dal
centro
del
disco
, nel qual
luogo
è la lor
massima
separazione
; d'onde
partendosi
,
tornano
di
nuovo
a
ravvicinarsi
tra di loro più e più,
secondo
che s'
appressano
alla
circonferenza
: e se con
accuratezza
si
noteranno
le
proporzioni
di tali
appressamenti
e
discostamenti
, si
vedrà
che
parimente
non possono aver
luogo
, se non in
movimenti
fatti
sopra l'
istessa
superficie
del
globo
solare
.
Dico
di più, che tali
macchie
non solamente sono
vicinissime
e forse
contigue
, alla
superficie
del
Sole
, ma, oltre a ciò, si
elevano
poco da quella, in quanto alla lor
grossezza
o vogliamo
dire
altezza
; cioè
dico
che sono assai
sottili
, in
comparazion
della
lunghezza
e
larghezza
loro. Il che
raccolgo
dall'
apparire
che fanno i loro
interstizii
divisi
e
distinti
ben
spesso
sino all'
ultimo
lembo
del
disco
solare
, ancor che si
osservino
macchie
poco tra lor
distanti
e
poste
nell'istesso
parallelo
. [...]
Avvertisco
di più, che non tutte le
macchie
tra di sé
vicinissime
si
mostrano
separate
sino all'
ultima
circonferenza
, anzi alcune
par
che si
unischino
: il che può
accadere
talvolta per
essere
, la più
remota
dalla
circonferenza
, più
grossa
ed
alta
della più
vicina
; oltre che ci sono i
movimenti
lor proprii
irregolati
e
vagabondi
, che possono
cagionare
varie
apparenze
in questo
particolare
: ma
noto
bene
universalmente
, che la
negrezza
di tutte si
diminuisce
assai assai quando son
vicine
all'
estremo
termine
del
disco
; il che
accade
, per mio
parere
, dallo
scoprirsi
il
taglio
illuminato
e dallo
ascondersi
molto i
dorsi
oscuri
delle
macchie
, le cui
tenebre
restano
assai
confuse
a gli
occhi
nostri dalla
copia
della
luce
. Io potrei
addurre
a
V.
S. molti altri
esempli
, ma sarei troppo
prolisso
, e mi
riserberò
a
scriverne
più
diffusamente
in altro
luogo
; e voglio per
ora
contentarmi
di avergli
accennato
il mio
parere
,
nato
dalla
continuazione
di molte
osservazioni
: che è in
somma
, che la
lontananza
delle
macchie
dalla
superficie
del
Sole
sia o nulla, o così poca che non possa
cagionare
accidente
alcuno
comprensibile
da noi e che la
profondità
o
grossezza
loro sia
parimente
poca in
comparazion
dell'altre due
dimensioni
,
imitando
anco in questo
particolare
le nostre maggiori
nugolate
.
E questi sono gl'
incontri
che
aviamo
dalle
macchie
che si
trovano
nell'istesso
parallelo
. Le
macchie
poi che sono
poste
in
diversi
paralleli
, ma sono, per così
dire
, sotto '
l
medesimo
meridiano
, cioè che la
linea
che le
congiugne
,
taglia
i
paralleli
a
squadra
, e non
obliquamente
, non
mutano
distanza
fra di loro, ma quella che ebbero nel loro
primo
comparire
,
vanno
mantenendo
sempre sino all'
ultima
occultazione
: le altre poi che sono in
diversi
paralleli
ed in
diversi
meridiani
,
vanno
pur
crescendo
e poi
diminuendo
i lor
intervalli
, ma con maggiori
differenze
quelle che si
rimirano
più
obliquamente
, cioè che sono in
paralleli
più
vicini
ed in
meridiani
più
remoti
, e con
minor
varietà
di all'
incontro
quelle che meno
obliquamente
sono tra loro
situate
: e chi
bene
andrà
commensurando
tutte le
simili
diversità
,
troverà
il tutto
rispondere
e con
giusta
simmetria
concordar
solamente con la nostra
ipotesi
, e
discordar
da qualunque altra.
Devesi
però tuttavia
avvertire
, che non
sendo
tali
macchie
totalmente
fisse
ed
immutabili
nella
faccia
del
Sole
, anzi
andandosi
continuamente
per lo più
mutando
di
figura
ed
aggregandosi
alcune
insieme
ed altre
disgregandosi
, può per
simili
picciole
mutazioni
cagionarsi
qualche poco di
varietà
ne i
rincontri
precisi
delle
narrate
osservazioni
; le quali
diversità
, per la lor
picciolezza
in
proporzion
della
massima
ed
universal
conversione
del
Sole
, non
dovran
partorire
scrupolo
alcuno a chi
giudiziosamente
andrà
, per così
dire
,
tarando
l'
eguale
e
general
movimento
con queste
accidentarie
alterazioncelle
.
Ora
, quanto, per tutti questi
rincontri
, l'
apparenze
che si
osservano
nelle
macchie
,
puntualmente
rispondono
all'esser loro
contigue
alla
superficie
del
Sole
, all'esser quella
sferica
, e non d'altra
figura
, ed all'esser dal medesimo
Sole
portate
in
giro
dal suo
rivolgimento
in sé stesso, tanto con
incontri
di
manifeste
repugnanze
contrariano
ad ogni altra
posizione
che si
tentasse
di
dargli
.
Imperò
che se alcuno volesse
costituirle
nell'
aria
, dove
pare
che altre
impressioni
simili
a quelle
continuamente
si
vadano
producendo
e
dissolvendo
, con
accidenti
conformi
di
aggregarsi
e
dividersi
,
condensarsi
e
rarefarsi
, e con
mutazioni
di
figure
inordinatissime
; prima,
ingombrando
esse molto
piccoli
spazii
nel
disco
solare
mentre fra l'
occhio
nostro e quello s'
interpongono
, ed essendo così
vicine
alla
Terra
,
bisognerebbe
che le fossero a
moli
non maggiori di
picciolissime
nugolette
, poi che ben
minima
domanderemo
una
nugola
che non
basti
ad
occultarci
il
Sole
: e se così è, come in sì
piccole
moli
sarà tal
densità
di
materia
che possa con tanta
contumacia
resistere
alla
forza
de i
raggi
solari
, sì che né le
penetrino
col
lume
, né le
dissolvino
per molti e molti
giorni
con la lor
virtù
? Come,
generandosi
nelle
regioni
circonvicine
alla
Terra
, e, s'io
bene
stimo
, per
detto
altrui forse delle
evaporazioni
di quella, come,
dico
,
cascano
tutte tra '
l
Sole
e noi, e non in altra
parte
dell'
aria
? poi che niuna se ne
scorge
sotto la
faccia
della
Luna
illuminata
, né si
vede
separata
dal
Sole
, in
aspetto
oscuro
o
vero
illustrata
da i suoi
raggi
, come delle
nugole
accade
, delle quali
continuamente
ne
veggiamo
dell'
oscure
e dell'
illuminate
, intorno al
Sole
ed in ogni altra
parte
dell'
aria
? Più,
scorgendo
noi la
materia
di tali
macchie
esser per sua
natura
mutabile
, poi che senza
regola
alcuna s'
aggregano
fra di loro e si
separano
, qual
virtù
sarà poi quella che gli possa
communicare
e con tanta
regola
contemperar
il
movimento
diurno
, sì che mai
preterischino
di
accompagnare
il
Sole
, se non quanto un
movimento
comune
a tutte e
regolato
le fa
trascorrere
in 15
giorni
in circa il
disco
solare
, dove che l'altre
aeree
impressioni
trascorrono
in
minimi
momenti
di
tempo
non pur la
faccia
del
Sole
ma
spazii
molto maggiori?
A
simili
ragioni
, come molto
probabili
,
risponder
non si può senza
introdur
grand'
improbabilità
. Ma ci
restano
le
dimostrazioni
necessarie
e che non
ammettono
risposta
veruna: delle quali una è il
vedersi
quelle, nel
tempo
medesimo, da
diversi
luoghi
della
Terra
e molto tra di loro
distanti
,
disposte
con l'istesso
ordine
e nelle
parti
medesime del
Sole
, sì come per
varii
rincontri
di
disegni
ricevuti
da
diverse
bande
ho potuto
osservare
,
argomento
necessario
della lor
grandissima
lontananza
dalla
Terra
al che con
ammirabil
assenso
si
accorda
il
cader
tutte dentro a quella
fascia
del
globo
solare
che
risponde
allo
spazio
della
sfera
celeste
che
vien
compreso
dentro a i
tropici
o, per
meglio
dire
dentro a i due
paralleli
che
determinano
le
massime
declinazioni
de i
pianeti
; il che non
devo
io
credere
che sia
particolar
privilegio
della
città
di
Firenze
, dove io
abito
, ma ben
devo
stimare
che dentro a i medesimi
confini
siano
vedute
da ogni altro
luogo
quanto si
voglia
più
australe
o
boreale
. Di più, il non fare altra
mutazione
di
luogo
sotto il
disco
solare
che quella
universale
e
comune
a tutte le
macchie
, con la quale in 15
giorni
in circa lo
traversano
, e quelle
piccole
ed
accidentarie
secondo
le quali tal
ora
alcune si
aggregano
ed altre si
separano
,
necessariamente
convince
a
porle
molto
superiori
alla
Luna
; perché
altramente
, come ben
nota
ancora
Apelle
,
bisognerebbe
che nel
tempo
tra '
l
nascere
e '
l
tramontar
del
Sole
tutte
uscissero
fuori del
disco
solare
mediante la
parallasse
. E se
pure
alcuno volesse
attribuir
loro qualche
movimento
proprio, per il quale la
diversità
d'
aspetto
fosse
compensata
, non
potrebbono
le medesime
macchie
,
vedute
oggi
da noi,
tornar
a
mostrarsi
dimane
; il che è contro l'
esperienza
poi che non
pure
ritornano
a farsi
vedere
il
secondo
giorno
, ma il
terzo
e
quarto
, e sino al
quartodecimo
.
Son dunque le
macchie
, per
necessarie
dimostrazioni
,
superiori
di assai alla
Luna
; ed essendo nella
region
celeste
, niun'altra
posizione
che nella
superficie
del
Sole
, e niun altro
movimento
fuori che la
conversion
di quello in sé stesso, se gli può senz'altre
repugnanze
assegnare
.
Imperò
che tra tutte l'
imaginabili
ipotesi
, la più
accomodata
a
satisfare
alle
apparenze
narrate
sarebbe
porre
una
sferetta
tra il
corpo
solare
e noi, sì che l'
occhio
nostro ed i
centri
di quella e del
Sole
fossero in
linea
retta
, e, più, che il suo
diametro
apparente
fosse
eguale
a quel del
corpo
solare
, nella
superficie
della quale
sfera
si
producessero
e
dissolvessero
tali
macchie
, e dal
rivolgimento
della medesima in sé stessa venissero
portate
in
volta
: tal
posizion
,
dico
, che
satisferebbe
alle
sopradette
apparenze
, quando però se gli
assegnasse
luogo
tanto
superiore
alla
Luna
, che
fosse
libero
dall'
oppugnazione
delle
parallassi
, così di quella che
depende
dal
moto
diurno
come dell'altra che
nasce
dalle
diverse
posizioni
in
Terra
, e questo
acciò
che a tutte l'
ore
ed a tutti i
riguardanti
i
centri
di
detta
sfera
e del
Sole
si
mantenessero
nella medesima
linea
retta
; ma con tutto questo una
inevitabil
difficoltà
ci
convince
, ed è che noi
doveremmo
vedere
le
macchie
muoversi
sotto il
disco
solare
con
movimenti
contrarii
:
imperò
che quelle che fossero nell'
emisfero
inferiore
della
imaginata
sfera
, si
moverebbono
verso il
termine
opposto
a quello verso il quale
caminassero
l'altre,
poste
nell'
emisfero
superiore
; il che non si
vede
accadere
. Oltre che, sì come a gl'
ingegni
specolativi
e
liberi
, che ben
intendono
non esser mai
stato
con
efficacia
veruna
dimostrato
, né anco potersi
dimostrare
, che la
parte
del
mondo
fuori del
concavo
dell'
orbe
lunare
non sia
soggetta
alle
mutazioni
ed
alterazioni
, niuna
difficoltà
o
repugnanza
al
credibile
ha
apportato
il
veder
prodursi
e
dissolversi
tali
macchie
in
faccia
al
Sole
stesso; così gli altri, che
vorrebbono
la
sustanza
celeste
inalterabile
, quando si
vegghino
astretti
da
ferme
e
sensate
esperienze
a
porre
esse
macchie
nella
parte
celeste
,
credo
che poco
fastidio
di più gli
darà
il
porle
contigue
al
Sole
che in altro
luogo
.
Convinta
ch'è di
falsità
l'
introduzione
di tale
sfera
tra '
l
Sole
e noi, che
sola
, ma con poco
guadagno
di chi volesse
rimuovere
le
macchie
dal
Sole
, poteva
sodisfare
a
buona
parte
de i
fenomeni
, non
occorre
che
perdiamo
tempo
in
riporvar
ogni altra
imaginabile
posizione
; perché ciascheduno per sé stesso
immediatamente
incontrerà
impossibili
e
contradizioni
manifeste
,
tuttavolta
che sia ben
restato
capace
di tutti i
fenomeni
che di sopra ho
raccontati
, e che
veramente
si
osservano
di
continuo
in esse
macchie
.
Quanto poi alle
massime
durazioni
delle maggiori e più
dense
, ben che non si possa
affermare
di certo se alcune
ritornino
l'
istesse
in più d'una
conversione
,
rispetto
a i
continui
mutamenti
di
figure
che ci
tolgono
il poterle
raffigurare
, tuttavia io sarei d'
opinione
che alcuna
ritornasse
a
mostrarcisi
più d'una
volta
: ed a così
credere
m'
indece
il
vederne
alcuna
comparire
grande
assai ed
accrescersi
sempre, sin che l'
emisfero
veduto
dà
volta
; e sì come è
credibile
ch'ella si
fosse
generata
molto avanti la venuta sua, così è
ragionevole
il
credere
ch'ella sia per
durare
assai dopo la
partita
, sì che la
durazion
sua venga ad esser molto più
lunga
del
tempo
di una
meza
conversion
del
Sole
: e come questo è, alcune
macchie
possono senza
dubbio
, anzi
necessariamente
, esser da noi
vedute
due
volte
; e queste
sarebbono
tal una di quelle che si
producessero
nell'
emisfero
veduto
vicino all'
occultarsi
, e poi,
passando
nell'altro,
seguitassero
di
prender
argumento
, né si
dissolvessero
sin che
tornassero
ancora a
scoprircisi
; e per ciò fare
basta
la
durazione
di tre o quattro
giorni
più del
tempo
di una
meza
conversione
. Ma io, di più,
credo
che ve ne siano di quelle che più d'una
volta
traversino
tutto l'
emisfero
veduto
; quali son quelle che dal
primo
comparrire
, si
vanno
sempre
augumentando
sin che le
veggiamo
, e
fannosi
di
straordinaria
grandezza
, le quali possono
continuar
di
crescere
ancora
mentere
ci si
occultano
, e non è
credibile
che poi in più breve
tempo
si
diminuischino
e
dissolvino
, perché niuna delle
grandissime
si è
osservato
che
repentinamente
si
disfaccia
: ed io ho più
volte
osservato
, dopo la
partita
di alcuna delle
massime
sendo
scorso
il
tempo
di una
meza
conversione
,
tornare
a
comparire
una, ch'
era
, per mio
credere
, l'
istessa
, e
passar
per l'istesso
parallelo
.
Dalle
cose
dette
sin qui,
parmi
, s'io non m'
inganno
, che
necessariamente
si
conchiuda
, le
macchie
solari
esser
contigue
o
vicinissime
al
corpo
del
Sole
. esser
materie
non
permanenti
e
fisse
, ma
variabili
di
figura
e di
densità
, e
mobili
ancora, chi più e chi meno, di alcuni
piccoli
movimenti
indeterminati
ed
irregolari
, ed
universalmente
tutte
prodursi
e
dissolversi
, altre in più
brevi
, altre in più
lunghi
tempi
; è anco
manifesta
ed
indubitabile
la lor
conversione
intorno al
Sole
: ma il
determinare
se ciò
avvenga
perché il
corpo
stesso del
Sole
si
converta
e
rigiri
in sé stesso
portandole
seco, o
pure
che,
restando
il
corpo
solare
immoto
, il
rivolgimento
sia dell'
ambiente
, il quale le
contenga
e seco le
conduca
,
resta
in certo modo
dubbio
, potendo
essere
e questo e quello. Tuttavia a me
pare
assai più
probabile
che il
movimento
sia del
globo
solare
, che dell'
ambiente
. Ed a ciò
credere
m'
induce
, prima, la
certezza
che io
prendo
dell'esser tale
ambiente
molto
tenue
fluido
e
cedente
, dal
veder
così
facilmente
mutarsi
di
figura
aggregarsi
e
dividersi
le
macchie
in esso
contenute
, il che in una
materia
solida
e
consistente
non potrebbe
accadere
(
proposizione
che
parrà
assai
nuova
nella
comune
filosofia
):
ora
un
movimento
costante
e
regolato
, quale è l'
universale
di tutte le
macchie
, non
par
che possa aver sua
radice
e
fondamento
primario
in una
sostanza
flussibile
e di
parti
non
coerenti
insieme
, e però
soggette
alle
commozioni
e
conturbamenti
di molti altri
movimenti
accidentarii
, ma
bene
in un
corpo
solido
e
consistente
, ove per
necessità
un solo è il
moto
del tutto e delle
parti
; e tale è
credibile
che sia il
corpo
solare
, in
comparazion
del suo
ambiente
. Tal
moto
poi,
participato
all'
ambiente
per il
contatto
, ed alle
macchie
per l'
ambiente
, o pur
conferito
per il medesimo
contatto
immediatamente
alle
macchie
, le può
portar
intorno. Di più, quando
bene
altri volesse che la
circolazione
delle
macchie
intorno al
Sole
procedesse
da
moto
che
risedesse
nell'
ambiente
, e non nel
Sole
, io
crederei
ad ogni modo esser quasi
necessario
che il medesimo
ambiente
comunicasse
per il
contatto
l'istesso
movimento
al
globo
solare
ancora.
Imperò
che mi
par
di
osservare
che i
corpi
naturali
abbino
naturale
inclinazione
a qualche
moto
, come i
gravi
al
basso
, il qual
movimento
vien
da loro, per
intrinseco
principio
e senza
bisogno
di
particolar
motore
esterno
,
esercitato
, qual
volta
non
restino
da qualche
ostacolo
impediti
; a qualche altro
movimento
hanno
repugnanza
, come i medesimi
gravi
al
moto
in su, e però già mai non si
moveranno
in
cotal
guisa
se non
cacciati
violentemente
da un
motore
esterno
; finalmente, ad alcuni
movimenti
si
trovano
indifferenti
, come pur gl'
istessi
gravi
al
movimento
orizontale
, al quale non hanno
inclinazione
, poi che ei non è verso il
centro
della
Terra
, né
repugnanza
, non si
allontanando
dal medesimo
centro
: e però,
rimossi
tutti gl'
impedimenti
esterni
, un
grave
nella
superficie
sferica
e
concentrica
alla
Terra
sarà
indifferente
alla
quiete
ed a i
movimenti
verso qualunque
parte
dell'
orizonte
, ed in quello
stato
si
conserverà
nel qual una
volta
sarà
stato
posto
; cioè se sarà
messo
in
stato
di
quiete
, quello
conserverà
, e se sarà
posto
in
movimento
,
verbigrazia
verso
occidente
, nell'istesso si
manterrà
: e così una
nave
, per
essempio
, avendo una
sol
volta
ricevuto
qualche
impeto
per il
mar
tranquillo
, si
moverebbe
continuamente
intorno al nostro
globo
senza
cessar
mai, e
postavi
con
quiete
,
perpetuamente
quieterebbe
, se nel
primo
caso
si potessero
rimuovere
tutti gl'
impedimenti
estrinseci
, e nel
secondo
qualche
causa
motrice
esterna
non gli
sopraggiugnesse
. E se questo è
vero
, sì come è
verissimo
, che
farebbe
un tal
mobile
di
natura
ambigua
, quando si
trovasse
continuamente
circondato
da un
ambiente
mobile
d'un
moto
al quale esso
mobile
naturale
fosse
per
natura
indifferente
? Io non
credo
che
dubitar
si possa, ch'egli al
movimento
dell'
ambiente
si
movesse
.
Ora
il
Sole
,
corpo
di
figura
sferica
,
sospeso
e
librato
circa il proprio
centro
, non può non
secondare
il
moto
del suo
ambiente
, non avendo egli, a tal
conversione
,
intrinseca
repugnanza
né
impedimento
esteriore
.
Interna
repugnanza
aver non può,
atteso
che per
simil
conversione
né il tutto si
rimuove
dal
luogo
suo, né le
parti
si
permutano
tra di loro o in modo alcuno
cangiano
la lor
naturale
costituzione
, tal che, per quanto
appartiene
alla
costituzione
del tutto con le sue
parti
, tal
movimento
è come se non
fosse
. Quanto a gl'
impedimenti
esterni
, non
par
che
ostacolo
alcuno possa senza
contatto
impedire
(se non forse la
virtù
della
calamita
): ma nel nostro
caso
tutto quel che
tocca
il
Sole
, che è il suo
ambiente
, non solo non
impedisce
il
movimento
che noi
cerchiamo
di
attribuirgli
, ma egli stesso se ne
muove
, e
movendosi
lo
comunica
ove egli non
trovi
resistenza
, la qual esser non può nel
Sole
: adunque qui
cessano
tutti gli
esterni
impedimenti
. Il che si può
maggiormente
ancora
confermare
: perché, oltre a quello che si è
detto
, non
par
che alcun
mobile
possa aver
repugnanza
ad un
movimento
senz'aver
propension
naturale
all'
opposto
(perché nella
indifferenza
non è
repugnanza
); e perciò chi volesse
por
nel
Sole
renitenza
al
moto
circolare
del suo
ambiente
, pur vi
porrebbe
natural
propensione
al
moto
circolare
opposto
a quel dell'
ambiente
; il che
mal
consuona
ad
intelletto
ben
temperato
.
Dovendosi
, dunque, in ogni modo
por
nel
Sole
l'
apparente
conversione
delle
macchie
,
meglio
è
porvela
naturale
, e non per
participazione
, per la prima
ragione
da me
addotta
.
Molte altre
considerazioni
potrei
arrecar
per
confirmazion
maggiore della mia
opinione
, ma di troppo
trapasserei
i
termini
di una
lettera
; però, per
finir
di più
tenerla
occupata
, vengo a
satisfare
alla
promessa
ad
Apelle
, cioè al modo del
disegnar
le
macchie
con
somma
giustezza
,
ritrovato
, come nell'altra gli
accennai
, da un mio
discepolo
,
monaco
Cassinense
,
nominato
D.
Benedetto
de i
Castelli
,
famiglia
nobile
di
Brescia
,
uomo
d'
ingegno
eccellente
e, come
conviene
,
libero
nel
filosofare
. Ed il modo è questo.
Devesi
drizzare
il
telescopio
verso il
Sole
, come se altri lo volesse
rimirare
; ed
aggiustatolo
e
fermatolo
,
espongasi
una
carta
bianca
e
piana
incontro
al
vetro
concavo
,
lontana
da esso
vetro
quattro o cinque
palmi
; perché
sopraessa
caderà
la
specie
circolare
del
disco
del
Sole
, con tutte le
macchie
che in esso si
ritrovano
,
ordinate
e
disposte
con la medesima
simmetria
a
capello
che nel
Sole
son
situate
; e quanto più la
carta
si
allontanerà
dal
cannone
, tanto tal
immagine
verrà maggiore e le
macchie
meglio
si
figureranno
, e senz'alcuna
offesa
si
vedranno
tutte sino a molte
picole
, le quali,
guardando
per il
cannone
, con
fatica
grande
e con
danno
della
vista
appena si
potrebbono
scorgere
. E per
disegnarle
giuste
, io
descrivo
prima sopra la
carta
un
cerchio
, della
grandezza
che più mi
piace
, e poi,
accostando
o
rimovendo
la
carta
dal
cannone
,
trovo
il
giusto
sito
dove l'
immagine
del
Sole
si
allarga
alla
misura
del
descritto
cerchio
: il quale mi
serve
anco per
norma
e
regola
di
tener
il
piano
del
foglio
retto
, e non
inclinato
al
cono
luminoso
de i
raggi
solari
ch'
escono
del
telescopio
; perché quando e'
fosse
obliquo
, la
sezzione
viene
ovata
, e non
circolare
, e però non si
aggiusta
con la
circonferenza
segnata
sopra '
l
foglio
; ma
inclinando
più o meno la
carta
, si
trova
facilmente
la
positura
giusta
, che è quando l'
immagine
del
Sole
s'
aggiusta
col
cerchio
segnato
.
Ritrovata
che si è tal
positura
, con un
pennello
si
va
notando
, sopra le
macchie
stesse, le
figure
grandezze
e
siti
loro: ma
convien
andare
destramente
secondando
il
movimento
del
Sole
, e,
spesso
movendo
il
telescopio
, bisogna
procurare
di
mantenerlo
ben
dritto
verso il
Sole
; il che si
conosce
guardando
nel
vetro
concavo
, dove si
vede
un
piccolo
cerchietto
luminoso
, il quale sta
concentrico
ad esso
vetro
quando il
telescopio
è ben
diritto
verso il
Sole
. E per
veder
le
macchie
distintissime
e
terminate
, è ben
inscurir
la
stanza
serrando
ogni
finestra
, sì che altro
lume
non vi
entri
che quello che
vien
per il
cannone
; o almeno
inscuricasi
più che si può, ed al
cannone
si
accomodi
un
cartone
assai
largo
, che
faccia
ombra
sopra la
carta
dove si ha da
disegnare
e
impedisca
che altro
lume
del
Sole
non vi
caschi
sopra,
fuor
che quello che
vien
per i
vetri
del
cannone
.
Devesi
appresso
notare
, che le
macchie
escono
del
cannone
inverse
, e
poste
al
contrario
di quello che sono nel
Sole
, cioè le
destre
vengono
sinistre
, e le
superiori
inferiori
, essendo che i
raggi
s'
intersegano
dentro al
cannone
, avanti ch'
eschino
fuori del
vetro
concavo
; ma perché noi le
disegniamo
sopra una
superficie
opposta
al
Sole
, quando noi,
volgendoci
verso il
Sole
,
tenghiamo
la
carta
disegnata
opposta
alla nostra
vista
, già la
superficie
dove prima
disegnammo
non è più
contrapposta
ma
aversa
al
Sole
, e però le
parti
destre
si sono già
ridrizzate
,
rispondendo
alle
destre
del
Sole
, e le
sinistre
alle
sinistre
, onde
resta
che solamente s'
invertano
le
superiori
ed
inferiori
; però,
rivoltando
il
foglio
a
rovescio
facendo venire il di sopra di sotto, e
guardando
per la
trasparenza
della
carta
contro al
chiaro
, si
veggono
le
macchie
giuste
. come se
guardassimo
direttamente
nel
Sole
; ed in tale
aspetto
si
devono
sopra un altro
foglio
lucidare
e
descrivere
, per
averle
ben
situate
.
Io ho poi
riconosciuto
la
cortesia
della
natura
, la quale, mille e mille
anni
sono,
porse
facoltà
di poter venire in
notizia
di tali
macchie
, e per esse di alcune gran
consequenze
; perché, senz'altri
strumenti
, da ogni
piccolo
foro
per il quale
passino
i
raggi
solari
viene in
distanze
grandi
portata
e
stampata
sopra qual si
voglia
superficie
opposta
l'
immagine
del
Sole
con le
macchie
. Ben è
vero
che non sono a gran
pezzo
così
terminate
come quelle del
telescopio
; tuttavia le maggiori si
scorgono
assai
distinte
: e
V.
S.
vedendo
in
chiesa
da qualche
vetro
rotto
e
lontano
cader
il
lume
del
Sole
nel
pavimento
, vi
accorra
con un
foglio
bianco
e
disteso
, ché vi
scorgerà
sopra le
macchie
. Ma più
dirò
, esser la medesima
natura
stata così
benigna
, che per nostro
insegnamento
ha tal
ora
macchiato
il
Sole
di
macchia
così
grande
ed
oscura
, ch'è stata
veduta
da
infiniti
con la
sola
vista
naturale
; ma un
falso
ed
inveterato
concetto
, che i
corpi
celesti
fossero
esenti
da ogni
alterazione
e
mutazione
, fece
credere
che tal
macchia
fosse
Mercurio
interposto
tra il
Sole
e noi, e ciò non senza
vergogna
de gli
astronomi
di quell'
età
: e tale fu senza alcun
dubbio
quella di cui si fa
menzione
ne gli
Annali
ed
Istorie
de i
Franzesi
ex
Bibliotheca
P.
Pithoei
I.
C.
,
stampat
'in
Parigi
l'
anno
1588
, dove, nella
vita
di
Carlo
Magno
, a
fogli
62, si
legge
essersi per otto
giorni
continui
veduta
dal
popol
di
Francia
una
macchia
nera
nel
disco
solare
, della quale l'
ingresso
e l'
uscita
per l'
impedimento
delle
nugole
non potette esser
osservata
, e fu
creduta
esser
Mercurio
allora
congiunto
col
Sole
. Ma questo è troppo
grand'
errore
, essendo che
Mercurio
non può
restar
congiunto
col
Sole
né anco per lo
spazio
di
ore
sette; tale è il suo
movimento
, quando si viene a
interporre
tra '
l
Sole
e noi. Fu, dunque, tal
fenomeno
assolutamente
una delle
macchie
grandissima
ed
oscurissima
; e delle
simili
se ne potranno
incontrare
ancora per l'
avvenire
, e forse,
applicandoci
diligente
osservazione
, ne potremo
veder
alcuna in breve
tempo
. Se questo
scoprimento
fosse
seguito
alcuni
anni
avanti,
averebbe
levat
'al
Keplero
la
fatica
d'
interpretar
e
salvar
questo
luogo
con le
alterazioni
del
testo
ed altre
emendazioni
di
tempi
: sopra di che io non starò al
presente
ad
affaticarmi
,
sicuro
che
detto
autore
, come
vero
filosofo
e non
renitente
alle
cose
manifeste
, non prima
sentirà
queste mie
osservazioni
e
discorsi
, che gli
presterà
tutto l'
assenso
.
Ora
, per
raccòr
qualche
frutto
dalle
inopinate
meraviglie
che sino a questa nostra
età
sono state
celate
, sarà
bene
che per l'
avvenire
si
torni
a
porgere
orecchio
a quei
saggi
filosofi
che della
celeste
sustanza
diversamente
da
Aristotele
giudicarono
, e da i quali
Aristotele
medesimo non si sarebbe
allontanato
se delle
presenti
sensate
osservazioni
avesse
auta
contezza
: poi che egli non solo
ammesse
le
manifeste
esperienze
tra i
mezi
potenti
a
concludere
circa i
problemi
naturali
, ma
diede
loro il
primo
luogo
. Onde se egli
argomentò
l'
immutabilità
de'
cieli
dal non si esser
veduta
in loro ne'
decorsi
tempi
alterazione
alcuna, è ben
credibile
che quando '
l
senso
gli avesse
mostrato
ciò che a noi fa
manifesto
,
arebbe
seguita
la
contraria
opinione
, alla quale con sì
mirabili
scoprimenti
venghiamo
chiamati
noi. Anzi
dirò
di più, ch'io
stimo
di
contrariar
molto meno alla
dottrina
d'
Aristotele
col
porre
(
stanti
vere
le
presenti
osservazioni
) la
materia
celeste
alterabile
, che quelli che pur la volessero
sostenere
inalterabile
; perché son
sicuro
che egli non ebbe mai per tanto certa la
conclusione
dell'
inalterabilità
, come questa, che all'
evidente
esperienza
si
deva
posporre
ogni
umano
discorso
: e però
meglio
si
filosoferà
prestando
l'
assenso
alle
conclusioni
dependenti
da
manifeste
osservazioni
, che
persistendo
in
opinioni
al
senso
stesso
repugnanti
, e solo
confermate
con
probabili
o
apparenti
ragioni
. Quali poi e quanti sieno i
sensati
accidenti
che a più certe
conclusioni
c'
invitano
, non è
difficile
l'
intenderlo
. Ecco, da
virtù
superiore
, per
rimuoverci
ogni
ambiguità
, vengono
inspirati
ad alcuno
metodi
necessarii
, onde s'
intenda
, la
generazion
delle
comete
esser nella
regione
celeste
; a questo, come
testimonio
che presto
trascorre
e
manca
,
resta
ritroso
il
numero
maggiore di quelli che
insegnano
a gli altri: eccoci
mandate
nuove
fiamme
di più
lunga
durazione
, in
figura
di
stelle
lucidissime
,
prodotte
pure
e poi
dissolutesi
nelle
remotissime
parti
del
Cielo
: né
basta
questo per
piegar
quelli alla
mente
de i quali non
arrivano
le
necessità
delle
dimostrazioni
geometriche
: ecco finalmente
scoperto
in quella
parte
del
Cielo
che
meritamente
la più
pura
e
sincera
stimar
si
deve
,
dico
in
faccia
del
Sole
stesso,
prodursi
continuamente
ed in
brevi
tempi
dissolversi
innumerabile
moltitudine
di
materie
oscure
dense
e
caliginose
; eccoci una
vicissitudine
di
produzioni
e
disfacimenti
che non
finirà
in
tempi
brevi
, ma,
durando
in tutti i
futuri
secoli
darà
tempo
a gl'
ingegni
umani
di
osservare
quanto lor
piacerà
e di
apprendere
quelle
dottrine
che del
sito
loro gli possa
rendere
sicuri
. Ben che anco in questa
parte
doviamo
riconoscere
la
benignità
divina
; poi che di assai
facile
e
presta
apprensione
son quei
mezi
che per
simile
intelligenza
ci
bastano
; e chi non è
capace
di più,
procuri
di aver
disegni
fatti
in
regioni
remotissime
, e gli
conferisca
con i
fatti
da sé ne gli stessi
giorni
, ché
assolutamente
gli
ritroverà
aggiustarsi
con i suoi: ed io pur
ora
ne ho
ricevuti
alcuni
fatti
in
Brusselles
dal
Sig.
Daniello
Antonini
ne i
giorni
11
, 12, 13, 14, 20 e 21 di
Luglio
, li quali si
adattano
a
capello
con i miei e con altri
mandatimi
di
Roma
dal
Sig.
Lodovico
Cigoli
,
famosissimo
pittore
ed
architetto
;
argomento
che
dovrebbe
bastar
per sé solo a
persuader
ogn'uno, tali
macchie
esser di lungo
tratto
superiori
alla
Luna
.
E con questo voglio
finir
di
occupar
più
V.
S.
Illustrissima
.
Favoriscami
di
mandar
con suo
comodo
i
disegni
ad
Apelle
,
accompagnati
con un mio
singolare
affetto
verso la
persona
sua; ed a
V.
S.
reverentemente
bacio
le
mani
, e dal
Signore
Dio
gli
prego
felicità
.
Di
Firenze
, li 14 di
Agosto
1612
.
Di
V.
S.
Illustrissima
Servitore
Devotissimo
Galileo
Galilei
L.
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