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Pontificia Opera delle Vocazioni Ecclesiastiche
Nuove vocaz. per una nuova Europa

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  • Parte Seconda - Teologia della vocazione
    • Dalla Trinità alla Chiesa nel mondo
      • d) La Chiesa, madre di vocazioni
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d) La Chiesa, madre di vocazioni

La Chiesa è madre di vocazioni perché le fa nascere al suo interno, con la potenza dello Spirito, le protegge, le nutre e le sostiene. É madre, in particolare, perché esercita una preziosa funzione mediatrice e pedagogica.
"La Chiesa, chiamata da Dio, costituita nel mondo come comunità di chiamati, è a sua volta strumento della chiamata di Dio. La Chiesa è appello vivente, per volontà del Padre, per i meriti del Signore Gesù, per la forza dello Spirito Santo (...). La comunità, che prende coscienza di essere chiamata, allo stesso tempo prende coscienza che deve continuamente chiamare" 44. Attraverso e lungo questa chiamata, nelle sue varie forme, scorre anche l'appello che viene da Dio.
Questa funzione mediatrice la Chiesa esercita quando aiuta e stimola ogni credente a prendere coscienza del dono ricevuto e della responsabilità che il dono porta con sé.
La esercita, ancora, quando si fa interprete autorevole dell'appello esplicito vocazionale e chiama essa stessa, presentando le necessità legate alla sua missione e alle esigenze del popolo di Dio, e invitando a rispondere generosamente.
La esercita, ancora, quando chiede al Padre il dono dello Spirito che suscita l'assenso nel cuore dei chiamati, e quando li accoglie e riconosce in loro la chiamata stessa, dando esplicitamente e affidando con fiducia e trepidazione assieme una missione concreta e sempre difficile tra gli uomini.
Potremmo, infine, aggiungere che la Chiesa manifesta la sua maternità quando, oltre a chiamare e riconoscere l'idoneità dei chiamati, provvede perché costoro abbiano una formazione adeguata, iniziale e permanente, e perché siano di fatto accompagnati lungo la via d'una risposta sempre più fedele e radicale. La maternità ecclesiale non può certo esaurirsi nel tempo dell'appello iniziale. Né può dirsi madre quella comunità di credenti che semplicemente "attende" demandando totalmente all'azione divina la responsabilità della chiamata, quasi timorosa di rivolgere appelli; o che per scontato che i ragazzi e i giovani, in particolare, sappiano recepire immediatamente l'appello vocazionale; o che non offre cammini mirati per la proposta e l'accoglienza della proposta.
La crisi vocazionale dei chiamati è anche crisi, oggi, dei chiamanti, a volte latitanti e poco coraggiosi. Se non c'è nessuno che chiama, come potrebbe esserci chi risponde?




44 DC, 13.






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