b) Educare al mistero
E qui nasce il paradosso. Quando il giovane è condotto alle sorgenti di sé, e può vedere in faccia anche le sue debolezze e i suoi timori, ha la sensazione di capire meglio il motivo di certi suoi atteggiamenti e reazioni e, al tempo stesso, coglie sempre più la realtà del mistero come chiave di lettura della vita e della sua persona. È indispensabile che il giovane accetti di non sapere, di non potersi conoscere fino in fondo. La vita non è interamente nelle sue mani, perché la vita è mistero e, d'altra parte, il mistero è vita; ovvero, il mistero è quella parte dell'io che ancora non è stata scoperta, ancora non vissuta e che attende d'esser decifrata e realizzata; mistero è quella realtà personale che ancora deve crescere, ricca di vita e di possibilità esistenziali ancora intatte, è la parte germinativa dell'io. E allora accettare il mistero è segno d'intelligenza, di libertà interiore, di voglia di futuro e di novità, di rifiuto d'una concezione ripetitiva e passiva, noiosa e banale della vita. Ecco perché abbiamo detto all'inizio che la pastorale vocazionale dev'esser mistagogica, e dunque partire e ripartire dal Mistero di Dio per ricondurre al mistero dell'uomo. La perdita del senso del mistero è una delle maggiori cause della crisi vocazionale. Al tempo stesso la categoria del mistero diventa categoria propedeutica alla fede. È possibile, e per certi versi naturale, che a questo punto il giovane si senta nascere dentro come un bisogno di rivelazione, il desiderio, cioè, che l'Autore stesso della vita gliene sveli il senso e il posto che in essa ha da occupare. Chi altri, al di fuori del Padre, può compiere tale svelamento? D'altronde non è importante che il giovane scopra subito (o che la guida intuisca immediatamente) la strada che ha da seguire: ciò che conta è che scopra e decida in ogni caso di collocare fuori di sé, in Dio Padre, la ricerca del fondamento della sua esistenza. Un autentico cammino vocazionale porta sempre e comunque alla scoperta della paternità e maternità di Dio!
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