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Pontificia Opera delle Vocazioni Ecclesiastiche
Nuove vocaz. per una nuova Europa

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  • Parte Terza - Pastorale delle vocazioni
    • Itinerari pastorali vocazionali
      • a) La liturgia e la preghiera
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a) La liturgia e la preghiera

La liturgia significa e indica ad un tempo l'espressione, l'origine e l'alimento di ogni vocazione e ministero nella Chiesa. Nelle celebrazioni liturgiche si fa memoria di quell'agire di Dio per Cristo nello Spirito a cui rimandano tutte le dinamiche vitali del cristiano. Nella liturgia, culminante con l'Eucarestia, si esprime la vocazione-missione della Chiesa e di ogni credente in tutta la sua pienezza.
Dalla liturgia viene sempre un appello vocazionale per chi partecipa 77. Ogni celebrazione è un evento vocazionale . Nel mistero celebrato il credente non può non riconoscere la propria personale vocazione, non può non udire la voce del Padre che nel Figlio, per la potenza dello Spirito, lo chiama a donarsi a sua volta per la salvezza del mondo.
Anche la preghiera diventa via per il discernimento vocazionale, non solo perché Gesù stesso ha invitato a pregare il padrone della messe, ma perché è solo nell'ascolto di Dio che il credente può giungere a scoprire il progetto che Dio stesso ha pensato: nel mistero contemplato il credente scopre la propria identità, "nascosta con Cristo in Dio" (Col 3, 3).
E ancora, è solo la preghiera che può attivare quegli atteggiamenti di fiducia e di abbandono che sono indispensabili per pronunciare il proprio "sì" e superare paure e incertezze. Ogni vocazione nasce dalla in-vocazione.
Ma anche l'esperienza personale della preghiera, come dialogo con Dio, appartiene a questa dimensione: anche se "celebrata" nell'intimità della propria "cella" è relazione con quella paternità da cui deriva ogni vocazione. Tale dimensione è quanto mai evidente nell'esperienza della Chiesa delle origini, i cui membri erano assidui "nella frazione del pane e nella preghiera" (At 2, 42). Ogni decisione, in tale comunità, era preceduta dalla preghiera; ogni scelta, soprattutto per la missione, avveniva in un contesto liturgico (At 6, 1-7; 13, 1-5).
È la logica orante che la comunità aveva imparato da Gesù quando, di fronte alle "folle stanche e sfinite come gregge senza pastore, aveva detto: "La messe è molta ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe"" (Mt 9, 36-38; Lc 10, 2).
Le comunità cristiane d'Europa hanno sviluppato in questi anni molteplici iniziative di preghiera per le vocazioni, che hanno trovato ampia eco durante il Congresso. La preghiera nelle comunità diocesane e parrocchiali, in molti casi resa anche "incessante", giorno e notte, è una delle vie maggiormente percorse per creare nuova sensibilità e nuova cultura vocazionale favorevole al sacerdozio e alla vita consacrata.
L'icona evangelica del "Padrone della messe" conduce al cuore della pastorale delle vocazioni: la preghiera. Preghiera che sa "guardare" con sapienza evangelica al mondo e ad ogni uomo nella realtà dei suoi bisogni di vita e di salvezza. Preghiera che esprime la carità e la "compassione" (Mt 9, 36) di Cristo verso l'umanità, che anche oggi appare come "un gregge senza pastore" (Mt 9, 36). Preghiera che esprime la fede nella voce potente del Padre, che solo può chiamare e mandare a lavorare nella Sua vigna. Preghiera che esprime la speranza viva in Dio, il quale non farà mai mancare alla Chiesa gli "operai" (Mt 9, 38) necessari a portare a compimento la sua missione.
Nel Congresso hanno suscitato molto interesse le testimonianze sull'esperienza di lectio divina in prospettiva vocazionale. In alcune diocesi sono molto diffuse le "scuole di preghiera" o le "scuole della Parola". Il principio al quale esse si ispirano è quello, ormai classico, contenuto nella Dei Verbum: "Tutti i fedeli acquisiscano la sublime scienza di Gesù Cristo con la frequente lettura della Divina Scrittura, accompagnata dalla preghiera" 78.
Quando tale scienza diviene sapienza che si nutre di frequentazione abituale, gli occhi e le orecchie del credente si aprono nel riconoscere la Parola che chiama senza sosta. Allora il cuore e la mente sono in grado di accoglierla e di viverla senza paura.




77 "La liturgia risulta per se stessa un appello. Essa è il luogo privilegiato dove tutto il popolo di Dio si ritrova in modo visibile e si realizza il mistero della fede" (Proposizioni, 13).



78 Dei Verbum, 25.






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