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Pontificia Opera delle Vocazioni Ecclesiastiche
Nuove vocaz. per una nuova Europa

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  • Parte Terza - Pastorale delle vocazioni
    • Itinerari pastorali vocazionali
      • b) La comunione ecclesiale
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b) La comunione ecclesiale

La prima funzione vitale che sgorga dalla liturgia è la manifestazione della comunione che si vive all'interno della Chiesa, come popolo riunito in Cristo attraverso la sua croce, come comunità in cui ogni divisione è per sempre superata nello Spirito di Dio che è Spirito di unità (Ef 2, 11-22;
Gal 3, 26-28; Gv 17, 9-26).
La Chiesa si propone come lo spazio umano di fraternità in cui ogni credente può e deve fare esperienza di quella unione fra gli uomini e con Dio che è dono dall'alto. Di questa dimensione ecclesiale sono splendido esempio gli Atti degli Apostoli, dove è descritta una comunità di credenti profondamente segnata dall'unione fraterna, dalla condivisione dei beni materiali e spirituali, degli affetti e dei sentimenti (At 2, 42-48), al punto da essere "un cuore solo ed un'anima sola" (At 4, 32).
Se ogni vocazione nella Chiesa, è un dono da vivere per gli altri, come servizio di carità nella libertà, allora è anche un dono da vivere con gli altri. Dunque lo si scopre solo vivendo in fraternità.
La fraternità ecclesiale non è solo virtù comportamentale, ma itinerario vocazionale. Solo vivendo la si può scegliere come componente fondamentale di un progetto vocazionale, o solo gustandola è possibile aprirsi a una vocazione che in ogni caso sarà sempre vocazione alla fraternità 79. Al contrario, non può avvertire alcuna attrazione vocazionale chi non sperimenta alcuna fraternità e si chiude al rapporto con gli altri o interpreta la vocazione solo come perfezione privata e personale.
La vocazione è relazione; è manifestazione dell'uomo che Dio ha creato aperto alla relazione e anche nel caso di una vocazione all'intimità con Dio nella vocazione claustrale, implica una capacità di apertura e di condivisione che si può acquisire solo con l'esperienza d'una fraternità reale. "Il superamento di una visione individualistica del ministero e della consacrazione, della vita nelle singole comunità cristiane è un contributo storico decisivo" 80.
La vocazione è dialogo, è sentirsi chiamati da un Altro e avere il coraggio di risponderGli. Come può maturare questa capacità di dialogo in chi non ha imparato, nella vita di tutti i giorni e nelle relazioni quotidiane, a lasciarsi chiamare, a rispondere, a riconoscere l'io nel tu? Come può farsi chiamare dal Padre chi non si preoccupa di rispondere al fratello?
La condivisione con il fratello e con la comunità dei credenti diventa allora via, lungo la quale si impara a rendere partecipi gli altri dei progetti propri, per accogliere infine su di sé il piano pensato da Dio. Che sarà sempre e comunque progetto di fraternità.
Un'esperienza di condivisione attorno alla Parola, segnalata da alcune Chiese europee, è costituita dai centri di ascolto, gruppi cioè di credenti che si incontrano periodicamente nelle loro case per riscoprire il messaggio cristiano e comunicarsi le rispettive esperienze e i doni di interpretazione della Parola stessa.
Per i giovani questi centri ricevono una connotazione vocazionale nell'ascolto della Parola che chiama, nella catechesi e nella preghiera vissute in modo più personale e coinvolgente, più libero e creativo. Il centro di ascolto diviene così stimolo alla corresponsabilità ecclesiale, perché qui si possono scoprire i diversi modi di servire la comunità e vi possono sovente maturare vocazioni specifiche.
Altra esperienza positiva di itinerario vocazionale nelle Chiese particolari e nei vari Istituti di vita consacrata è la comunità di accoglienza, che realizza l'invito di Gesù: "Venite e vedrete". Dal Sommo Pontefice è definita la "regola d'oro della pastorale vocazionale" 81. In queste comunità o centri di orientamento vocazionale, grazie a un'esperienza molto specifica e immediata, i giovani possono fare un vero e graduale cammino di discernimento. Sono dunque accompagnati perché al momento giusto siano in grado non solo d'identificare il progetto di Dio su di loro, ma di decidere di sceglierlo come propria identità.




79 "Il primo luogo di testimonianza è la vita di una Chiesa che si riscopre "comunione" e dove le parrocchie e le realtà associative sono vissute come comunione di comunità" (Proposizioni, 14).



80 Proposizioni, 21.



81 Vita consecrata, 64.






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