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Pontificia Opera delle Vocazioni Ecclesiastiche Nuove vocaz. per una nuova Europa IntraText CT - Lettura del testo |
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c) La vocazione come riconoscenza Ma se è nel gesto eucaristico che i due di Emmaus "riconoscono" il Signore e ogni credente il senso della vita, allora la vocazione nasce dalla "riconoscenza". Nasce sul terreno fecondo della gratitudine, poiché la vocazione è risposta, non iniziativa del singolo: è essere scelti, non scegliere. Proprio a questo atteggiamento interiore di gratitudine dovrebbe portare la lettura di tutta la vita passata. La scoperta d'aver ricevuto in modo immeritato ed eccedente, dovrebbe "costringere" psicologicamente il giovane a concepire l'offerta di sé, nell'opzione vocazionale, come una conseguenza inevitabile, come un atto certamente libero, perché determinato dall'amore; ma in certo senso anche dovuto, poiché di fronte all'amore ricevuto da Dio egli sente di non poter fare a meno di donarsi. È bello e del tutto logico che sia così; di per sé non è cosa straordinaria. La pastorale vocazionale è diretta a formare a questa logica della riconoscenza gratitudine;, molto più sana e convincente, sul piano umano, e più teologicamente fondata della cosiddetta "logica dell'eroe", di colui che non ha abbastanza maturato la consapevolezza d'aver ricevuto e si sente lui stesso autore del dono e della scelta. Tale logica ha pochissima presa sulla sensibilità giovanile odierna, poiché sovverte la verità della vita come bene ricevuto che tende naturalmente a divenire bene donato. È la sapienza evangelica del "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt 10, 8) 103 rivolta da Gesù ai discepoli-annunciatori della sua parola, che dice la verità d'ogni essere umano: nessuno potrebbe non riconoscersi in essa. Da questa verità deriva quella forma che poi la vita è chiamata ad assumere, o è da questa figura unica della fede che nascono poi le diverse raffigurazioni vocazionali della fede stessa. Allora diventa possibile anche chiedere scelte altrettanto forti e radicali, come una chiamata di speciale consacrazione, al sacerdozio e alla vita consacrata. Per questo la proposta di Dio, per difficile e singolare che possa sembrare (e lo è in realtà), diventa anche una promozione impensata delle autentiche aspirazioni umane e garantisce il massimo della felicità. La felicità, colma di gratitudine che Maria canta nel "Magnificat". |
103 Che ritorna sotto forma di provocazione nelle parole di Paolo nei confronti dei Corinzi: "Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto?" (1 Cor 4, 7). |
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