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Antonio A. Borelli
Fatima Messaggio di tragedia o di speranza?

IntraText CT - Lettura del testo

  • Capitolo II - Apparizioni della Santissima Vergine
    • Terza Parte del Segreto: visione profetica di un  castigo imminente, di una immensa catastrofe e del grande ritorno delle anime a Dio
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Terza Parte del Segreto: visione profetica di un  castigo imminente, di una immensa catastrofe e del grande ritorno delle anime a Dio

Terza parte del “segreto” di Fatima

 

«J.M.J.

 

La terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima.

 

Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre 14.

Prima scena: la minaccia di un castigo imminente che incombe sul mondo

 

“Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! 15.

 

 

Seconda scena: una paurosa catastrofe che lascia il mondo mezzo in rovina e cagiona vittime in ogni categoria sociale, incluso e principalmente il Santo Padre, il Papa

 

“E vedemmo in una luce immensa che è Dio: «qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti» un Vescovo vestito di Bianco «abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre». Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire su una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni 16.

 

 

 

Terza scena: il grande ritorno dell’umanità a Dio

 

“Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio 17.

Tuy-3-1-1944»

 

 

 




14. Suor Lucia scrive dunque in obbedienza al Vescovo di Leiria, D. José Alves Correia da Silva, e alla stessa Madre di Dio. Nel suo  libro Novos documentos de Fátima, Pe. António Maria Martins S.J. trascrive un documento dell’Archivio del Canonico Sebastião Martins dos Reis, in cui si legge: «Secondo dichiarazioni scritte dalla  Madre Cunha Mattos, che era stata superiora di Suor Lucia a Tuy e che aveva ricevuto le confidenze più intime della veggente, Nostra Signora apparve alla religiosa il 2 gennaio 1944 e le disse di scrivere la terza parte del Segreto. Questa apparizione accadde perché la veggente non sapeva cosa fare, visto che il Vescovo di Leiria le ordinava che la  scrivesse e l’Arcivescovo di Valladolid, incaricato anche della diocesi di Tuy, le diceva di no» (op. cit., Edições Loyola, São Paulo, 1984, p. XXV).

15. Suor Lucia concorda con l’interpretazione secondo la quale la terza parte del segretoconsiste in una visione profetica, paragonabile a quelle della storia sacra (cfr. Rapporto di Mons. Bertone sul colloquio con la veggente il 27 aprile 2000).

La visione si divide in tre scene schematicamente diverse, ma che si articolano in modo molto profondo e coerente. Nella prima scena, «l’angelo con la spada di fuoco a sinistra della Madre di Dio ricorda analoghe immagini dell’Apocalisse. Esso rappresenta la minaccia del giudizio, che incombe sul mondo».

L’Angelonarra Suor Lucia — con lo scintillio della sua spada «emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare  il mondo». Ovvio che l’Angelo non avrebbe eseguito una tale azione per decisione propria, ma in base agli ordini ricevuti da Dio. Da ciò si deduce che il mondo è in una tale situazione spirituale e morale da meritare un simile castigo. E  sembrerebbe trattarsi di una distruzione totale.  Così lo interpreta lo stesso Cardinale Ratzinger: «La prospettiva che il mondo potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non appare assolutamente più come pura fantasia: l’uomo stesso ha preparato con le sue invenzioni la spada di fuoco». (cfr. Commento teologico).

Un primo punto da considerare è che l’umanità si è talmente allontanata da Dio e dalla sua Chiesa – il che si manifesta chiaramente nel rifiuto teorico e/o pratico della sua dottrina e della sua morale – da meritare un supremo castigo per il suo atto di ribellione contro Dio. Va quindi sottolineata questa fondamentale conclusione perché molti cattolici odierni, anche di grande levatura, parlano e agiscono come se la situazione attuale del mondo non fosse questa.

Tuttavia, interviene la Madonna e ottiene da Dio che l’Angelo non porti a termine  il suo compito, che sarebbe la distruzione del mondo. Le fiamme lanciate dall’Angelo verso la terra «si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui»descrive Suor Lucia. Ciò sta a significare che la Madonna ha disegni di misericordia nei riguardi del mondo e vuole dargli una opportunità di salvezza, ma bisogna che l’umanità riconosca i suoi peccati e faccia penitenza. Perciò, nel quadro finale di questa scena, «l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza.

Il fatto che l’Angelo «con voce forte»  ripeta il grido «Penitenza» per ben tre volte indica che non si tratta di una penitenza fatta con superficialità di spirito, ma di una penitenza seria, che ci coinvolga in una profonda conversione. Il che ancora una volta rivela la gravità dello stato di allontanamento da Dio in cui l'umanità si trova

La prima scena è, dunque, di una perfetta coerenza.



16. Il mondo appare ora semidistrutto («una grande città mezza in rovina»). E’ giocoforza dedurre che l’intervento della Madonna abbia impedito una distruzione totale, ma non una distruzione parziale. Gli uomini non hanno fatto abbastanza penitenza: il castigo è cominciato.

Personaggio centrale di questa scena è il Santo Padre che, assieme a «vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose», sale «una  montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi». Tuttavia, prima di arrivarvi, il Papa attraversa «una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con andare vacillante», dove «afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino». La scena è, dunque, di una spaventosa gravità.

 

Non sarebbe esagerato parlare di scena apocalittica, come apocalittico è l’Angelo che la scatena (ma non si tratta della fine del mondo).

Che sarà successo? Secondo il Commento teologico, «si può trovare raffigurata in questa immagine la storia di un intero secolo. Come i luoghi della terra sono sinteticamente raffigurati nelle due immagini della montagna e della città e sono orientati alla croce, così anche i tempi sono presentati in modo contratto: nella visione noi possiamo riconoscere il secolo trascorso come secolo dei martiri, come secolo delle sofferenze e delle persecuzioni della Chiesa, come il secolo delle guerre mondiali e di molte guerre locali».

Cioè, quello che la visione rappresenta come una scena unica è, in realtà,  una sovrapposizione di scene analoghe di persecuzione alla Chiesa e di distruzioni che si succedono lungo il secolo e che, purtroppo, sono tuttora in corso. Basti pensare alle odierne persecuzioni contro i cristiani in diverse parti del mondo e ai numerosi conflitti ancora esistenti fra popoli e nazioni.

Questa stessa sovrapposizione di scene il Card. Ratzinger la intravede nella faticosa ascesa alla montagna in cui  «possiamo senza dubbio trovare richiamati insieme diversi Papi, che cominciando da Pio X fino all’attuale Papa hanno condiviso le sofferenze di questo secolo e si sono sforzati di procedere in mezzo ad esse sulla via che porta alla croce. Nella visione anche il Papa viene ucciso sulla strada dei martiri».

E aggiunge: «Non doveva il santo padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio si fece portare il testo della terza parte del ‘segreto’, riconoscervi il suo proprio destino

Anche se una tale correlazione del terzo Segreto con l’attentato a Giovanni Paolo II non è unanimemente condivisa negli ambienti cattolici, non può non essere qui rispettosamente segnalata. Alcuni, senza escludere questa ipotesi, cioè che l’attentato si inserisca nel contesto di persecuzioni alla Chiesa simboleggiata dalla visione, preferiscono vedere  nell’immagine del  “Vescovo vestito di bianco” un simbolo di diversi Papi invece che di una persona particolare, come ha dichiarato, ad esempio, il Vescovo di Leiria-Fatima, Mons. Serafim de Sousa Ferreira e Silva (cfr. Corriere della Sera, 27-6-00). Il che del resto coincide con l’opinione dello stesso Card. Ratzinger sopra citata.

Comunque, la  lunga serie di martiri descritti nel terzo Segreto – che raggiunge anche  “persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni»prosegue nei nostri giorni e non si può escludere che l’odio dei nemici della Fede arrivi a far compiere attentati di uguale o maggiore portata.

Quali sono gli agenti umani di questi attentati e distruzioni, raffigurati nella visione dal  «gruppo di soldati» che «spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce» contro il  Santo Padre e coloro che lo seguono, uccidendoli uno dopo l’altro?

Secondo l’indicazione di Suor Lucia in una lettera indirizzata a Giovanni Paolo II il 12 maggio 1982, la terza parte del Segreto va interpretata alla luce della seconda parte, e più specificamente di queste parole: «Se si ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà pace; diversamente diffonderà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate». E commenta lei stessa: «Dal momento che non abbiamo tenuto conto di questo appello del messaggio, verifichiamo che esso si è compiuto, la Russia ha invaso il mondo con i suoi errori. E se non constatiamo ancora la consumazione completa del finale di questa profezia, vediamo che vi siano incamminati a poco a poco a larghi passi

Nel riferire per la prima volta sul testo del terzo Segreto, il 13 maggio 2000,  il Card. Sodano ha ampliato l’agente umano di queste persecuzioni fino a comprendervi tutti i sistemi atei del secolo XX. E lo fa fondatamente, poiché sia il nazismo che il socialismo sono in modo più o meno palese partecipi degli errori del comunismo, persino quando se ne presentano come oppositori. E del resto si proiettano, dopo più o meno ampia metamorfosi, fin dentro il secolo XXI.

Quindi è tutto il mondo secolarizzato dei nostri giorni che si solleva contro Dio e la Chiesa: basti pensare all’aborto, all’amore libero, alle unioni civili di omosessuali in procinto di legalizzazione un po’ dappertutto, agli attentati alla proprietà privata, all’egualitarismo più radicale che rifiuta persino le differenze sociali giuste e proporzionate. Insomma, un mondo erettosi contro Dio e la Chiesa.

C’è finalmente da chiedersi quale sia il frutto di questi olocausti passati, presenti e futuri. La terza scena della visione ce lo indica.



17. La profezia di Fatima potrebbe dirsi compiuta solo se l’umanità peccatrice si riavvicinasse a Dio. Ma perché ciò sia possibile, è indispensabile che sia alimentata da grazie specialissime, simboleggiate dal sangue dei Martiri che gli Angeli effondono sulle anime che erano lontane da Dio (se si «avvicinano» vuol dire che erano lontane) e ad Egli tornano.

La terra così purificata e rinnovata dal sangue degli autentici martiri corrisponde alla nozione del  Regno di Maria, di cui parla San Luigi  Grignion da Montfort nel suo celebre Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine: «Tempo fortunato, nel quale la divina Maria regnerà padrona e sovrana nei cuori per sottometterli pienamente all’impero del suo grande e unico Gesù? (…) Perché venga il tuo regno, venga il regno di Maria» (n. 217). Nozione questa che si armonizza mirabilmente con altre celebri parole che chiudono la seconda parte del Segreto di Fatima: «Infine il mio Cuore Immacolato trionferà».

O questo trionfo avviene innanzitutto sui cuori degli uomini — come mette in risalto San Luigi Grignion da Montfort — o tutta la trama della terza parte del Segreto rimane senza senso, giacché è solo col ritorno stabile dell’umanità a Dio — una sorta di Grande Ritorno (Grand Retour in francese, dal programma di un movimento spirituale francese che aveva come scopo promuovere appunto il Grand Retour delle anime a Gesù per Maria) — che il mondo potrà raggiungere  «qualche tempo di pace», come promesso dalla Madonna (cfr. il testo del secondo Segreto).

 «Haec est dies quam fecit Dominus: exsultemus et laetemur in ea. — Castigans castigavit me Dominus et morti non tradidit me». «Questo è il giorno che il Signore fece: rallegriamocene ed esultiamo. — Assai m’ha punito il Signore, ma alla morte non mi abbandonò» (Salmo 117, 24, 18).

Così le tre  parti del Segreto oggi note possono essere viste come un tutt’uno armonioso che ha al centro la gloria di Dio, l’esaltazione della Santa Madre Chiesa e il bene delle anime in questo mondo e nell’altro, come risultato della potentissima intercessione del Cuore Immacolato di Maria presso il Cuore del suo Divin Figlio e nostro Salvatore, Gesù Cristo.






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