. Suor Lucia
concorda con l’interpretazione secondo la quale la terza parte del segreto ”consiste in una visione profetica,
paragonabile a quelle della storia sacra” (cfr. Rapporto di Mons. Bertone sul colloquio con la veggente il 27
aprile 2000).
La visione si divide
in tre scene schematicamente diverse, ma che si articolano in modo molto
profondo e coerente. Nella prima scena, «l’angelo
con la spada di fuoco a sinistra della Madre di Dio ricorda analoghe immagini
dell’Apocalisse. Esso rappresenta la minaccia del giudizio, che incombe sul
mondo».
L’Angelo — narra
Suor Lucia — con lo scintillio della sua spada «emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo». Ovvio che l’Angelo non
avrebbe eseguito una tale azione per decisione propria, ma in base agli ordini
ricevuti da Dio. Da ciò si deduce che il mondo è in una tale situazione
spirituale e morale da meritare un simile castigo. E sembrerebbe trattarsi di una distruzione totale. Così lo interpreta lo stesso Cardinale
Ratzinger: «La prospettiva che il mondo
potrebbe essere incenerito in un mare di fiamme, oggi non appare assolutamente
più come pura fantasia: l’uomo stesso ha preparato con le sue invenzioni la
spada di fuoco». (cfr. Commento
teologico).
Un primo punto da
considerare è che l’umanità si è talmente allontanata da Dio e dalla sua Chiesa
– il che si manifesta chiaramente nel rifiuto teorico e/o pratico della sua
dottrina e della sua morale – da meritare un supremo castigo per il suo atto di
ribellione contro Dio. Va quindi sottolineata questa fondamentale conclusione
perché molti cattolici odierni, anche di grande levatura, parlano e agiscono
come se la situazione attuale del mondo non fosse questa.
Tuttavia,
interviene la Madonna e ottiene da Dio che l’Angelo non porti a termine il suo compito, che sarebbe la distruzione
del mondo. Le fiamme lanciate dall’Angelo verso la terra «si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava
dalla sua mano destra verso di lui» — descrive Suor Lucia. Ciò sta a
significare che la Madonna ha disegni di misericordia nei riguardi del mondo e
vuole dargli una opportunità di salvezza, ma bisogna che l’umanità riconosca i
suoi peccati e faccia penitenza. Perciò, nel quadro finale di questa scena, «l’Angelo indicando la terra con la mano
destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!».
Il fatto che
l’Angelo «con voce forte» ripeta il grido «Penitenza» per ben tre volte indica che non si tratta di una
penitenza fatta con superficialità di spirito, ma di una penitenza seria, che
ci coinvolga in una profonda conversione. Il che ancora una volta rivela la
gravità dello stato di allontanamento da Dio in cui l'umanità si trova…
La prima scena è,
dunque, di una perfetta coerenza.
. Il
mondo appare ora semidistrutto («una
grande città mezza in rovina»). E’ giocoforza dedurre che l’intervento
della Madonna abbia impedito una distruzione totale, ma non una distruzione
parziale. Gli uomini non hanno fatto abbastanza penitenza: il castigo è
cominciato.
Personaggio
centrale di questa scena è il Santo Padre che, assieme a «vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose», sale «una
montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi
grezzi». Tuttavia, prima di arrivarvi, il Papa attraversa «una grande città mezza in rovina e mezzo
tremulo con andare vacillante», dove «afflitto
di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo
cammino». La scena è, dunque, di una spaventosa gravità.
Non sarebbe
esagerato parlare di scena apocalittica,
come apocalittico è l’Angelo che la scatena (ma non si tratta della fine del
mondo).
Che sarà successo?
Secondo il Commento teologico, «si può trovare raffigurata in questa
immagine la storia di un intero secolo. Come i luoghi della terra sono
sinteticamente raffigurati nelle due immagini della montagna e della città e
sono orientati alla croce, così anche i tempi sono presentati in modo
contratto: nella visione noi possiamo riconoscere il secolo trascorso come
secolo dei martiri, come secolo delle sofferenze e delle persecuzioni della
Chiesa, come il secolo delle guerre mondiali e di molte guerre locali».
Cioè, quello che la
visione rappresenta come una scena unica è, in realtà, una sovrapposizione di scene analoghe di
persecuzione alla Chiesa e di distruzioni che si succedono lungo il secolo e
che, purtroppo, sono tuttora in corso. Basti pensare alle odierne persecuzioni
contro i cristiani in diverse parti del mondo e ai numerosi conflitti ancora
esistenti fra popoli e nazioni.
Questa stessa
sovrapposizione di scene il Card. Ratzinger la intravede nella faticosa ascesa
alla montagna in cui «possiamo senza dubbio trovare richiamati
insieme diversi Papi, che cominciando da Pio X fino all’attuale Papa hanno
condiviso le sofferenze di questo secolo e si sono sforzati di procedere in
mezzo ad esse sulla via che porta alla croce. Nella visione anche il Papa viene
ucciso sulla strada dei martiri».
E aggiunge: «Non doveva il santo padre, quando dopo
l’attentato del 13 maggio si fece portare il testo della terza parte del ‘segreto’,
riconoscervi il suo proprio destino?»
Anche se una tale
correlazione del terzo Segreto con l’attentato a Giovanni Paolo II non è
unanimemente condivisa negli ambienti cattolici, non può non essere qui
rispettosamente segnalata. Alcuni, senza escludere questa ipotesi, cioè che
l’attentato si inserisca nel contesto di persecuzioni alla Chiesa simboleggiata
dalla visione, preferiscono vedere
nell’immagine del “Vescovo
vestito di bianco” un simbolo di diversi Papi invece che di una persona
particolare, come ha dichiarato, ad esempio, il Vescovo di Leiria-Fatima, Mons.
Serafim de Sousa Ferreira e Silva (cfr. Corriere
della Sera, 27-6-00). Il che del resto coincide con l’opinione dello stesso
Card. Ratzinger sopra citata.
Comunque, la lunga serie di martiri descritti nel terzo
Segreto – che raggiunge anche “persone secolari, uomini e donne di varie classi
e posizioni» — prosegue nei nostri giorni e non si può escludere che l’odio
dei nemici della Fede arrivi a far compiere attentati di uguale o maggiore
portata.
Quali sono gli
agenti umani di questi attentati e distruzioni, raffigurati nella visione dal «gruppo
di soldati» che «spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce» contro
il Santo Padre e coloro che lo seguono,
uccidendoli uno dopo l’altro?
Secondo
l’indicazione di Suor Lucia in una lettera indirizzata a Giovanni Paolo II il
12 maggio 1982, la terza parte del Segreto va interpretata alla luce della
seconda parte, e più specificamente di queste parole: «Se si ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e si avrà
pace; diversamente diffonderà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e
persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà
soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate». E commenta lei stessa:
«Dal momento che non abbiamo tenuto conto
di questo appello del messaggio, verifichiamo che esso si è compiuto, la Russia
ha invaso il mondo con i suoi errori. E se non constatiamo ancora la
consumazione completa del finale di questa profezia, vediamo che vi siano
incamminati a poco a poco a larghi passi.»
Nel riferire per la
prima volta sul testo del terzo Segreto, il 13 maggio 2000, il Card. Sodano ha ampliato l’agente umano
di queste persecuzioni fino a comprendervi tutti i sistemi atei del secolo XX.
E lo fa fondatamente, poiché sia il nazismo che il socialismo sono in modo più
o meno palese partecipi degli errori del comunismo, persino quando se ne
presentano come oppositori. E del resto si proiettano, dopo più o meno ampia
metamorfosi, fin dentro il secolo XXI.
Quindi è tutto il
mondo secolarizzato dei nostri giorni che si solleva contro Dio e la Chiesa:
basti pensare all’aborto, all’amore libero, alle unioni civili di omosessuali
in procinto di legalizzazione un po’ dappertutto, agli attentati alla proprietà
privata, all’egualitarismo più radicale che rifiuta persino le differenze
sociali giuste e proporzionate. Insomma, un mondo erettosi contro Dio e la
Chiesa.
C’è finalmente da
chiedersi quale sia il frutto di questi olocausti passati, presenti e futuri.
La terza scena della visione ce lo indica.
. La
profezia di Fatima potrebbe dirsi compiuta solo se l’umanità peccatrice si
riavvicinasse a Dio. Ma perché ciò sia possibile, è indispensabile che sia
alimentata da grazie specialissime, simboleggiate dal sangue dei Martiri che
gli Angeli effondono sulle anime che erano lontane da Dio (se si «avvicinano» vuol dire che erano
lontane) e ad Egli tornano.
La terra così
purificata e rinnovata dal sangue degli autentici martiri corrisponde alla
nozione del Regno di Maria, di cui parla San Luigi Grignion da Montfort nel suo celebre Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine: «Tempo fortunato, nel quale la divina Maria
regnerà padrona e sovrana nei cuori per sottometterli pienamente all’impero del
suo grande e unico Gesù? (…) Perché venga il tuo regno, venga il regno di
Maria» (n. 217). Nozione questa che si armonizza mirabilmente con altre
celebri parole che chiudono la seconda parte del Segreto di Fatima: «Infine il mio Cuore Immacolato trionferà».
O questo trionfo
avviene innanzitutto sui cuori degli uomini — come mette in risalto San Luigi
Grignion da Montfort — o tutta la trama della terza parte del Segreto rimane
senza senso, giacché è solo col ritorno stabile dell’umanità a Dio — una sorta
di Grande Ritorno (Grand Retour in francese, dal programma
di un movimento spirituale francese che aveva come scopo promuovere appunto il Grand Retour delle anime a Gesù per
Maria) — che il mondo potrà raggiungere
«qualche tempo di pace», come
promesso dalla Madonna (cfr. il testo del secondo Segreto).
«Haec est
dies quam fecit Dominus: exsultemus et laetemur in ea. — Castigans castigavit
me Dominus et morti non tradidit me». «Questo è il giorno che il Signore fece:
rallegriamocene ed esultiamo. — Assai m’ha punito il Signore, ma alla morte non
mi abbandonò»
(Salmo 117, 24, 18).
Così le tre parti del Segreto oggi note possono essere
viste come un tutt’uno armonioso che ha al centro la gloria di Dio,
l’esaltazione della Santa Madre Chiesa e il bene delle anime in questo mondo e
nell’altro, come risultato della potentissima intercessione del Cuore
Immacolato di Maria presso il Cuore del suo Divin Figlio e nostro Salvatore,
Gesù Cristo.