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Antonio A. Borelli Fatima Messaggio di tragedia o di speranza? IntraText CT - Lettura del testo |
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Pellegrinaggio in uno sguardo* Che sguardo! Nessun altro è così lìmpido, così dolce, così puro, così accogliente. In nessun altro si penetra con tanta facilità. Tuttavia, nessuno presenta tali profondità che si perdono in un orizzonte tanto lontano. Quanto più si cammina in questo sguardo, tanto più si è attirati verso un indescrivibile e sublime vertice interiore. - Durante questo pellegrinaggio, lo sguardo, più che avvolgere l’anima che spicca il volo, addirittura la penetra. E quando il pellegrino chiude gli occhi, crede di vederlo ancora come un lume che splende nel più profondo di se stesso. - Se resterà fedele per tutta la sua vita a questo volo, quando chiuderà definitivamente i suoi occhi, questa luce brillerà nel fondo della sua anima – è la mia impressione – per tutta l’eternità… Lo sguardo è l’anima del volto. Che volto ho io davanti a me! Ad uno sciocco sembrerebbe inespressivo. Ad un osservatore attento, esso manifesta una pienezza d’animo più grande della Storia, perché raggiunge l’eternità; più grande dell’universo perché rispecchia l’infinito. La fronte sembra contenga dei pensieri che, da una greppia ad una croce, abbracciano tutto il divenire umano. Lo stesso volto, il naso, hanno un fascino "più bello della belleza", secondo l’espressione del poeta. Le labbra sono silenziose, ma dicono tutto; sembrano lodare continuamente Dio in ogni creatura, secondo le caratteristiche proprie di ciascuna di esse e pregarlo per tutte le miserie e le mestizie secondo il grado di ciascuna. Le sue labbra hanno un’eloquenza tale da far sembrare scialbe quelle di Demostene o di Cicerone. - Che dire della pelle, bianca come la neve? L’espressione dice tutto e non dice niente, perché per descriverla si dovrebbe immaginare un bianco che lasci percepire in profondità, con infinita discrezione, tutte le sfumature dell’arcobaleno, ispirando allo stesso tempo all’anima che la contempla gli incanti della purezza. - Sì, io ho compiuto un pellegrinaggio in questo sguardo così pieno di sorprese e, ad un tratto, mi sono accorto che è lui a camminare come un pellegrino dentro di me… Povero e misericordioso pellegrinaggio, non da splendore a splendore, ma da mancanza a mancanza, da miseria a miseria. Mi basta aprirmi a lui perché ad ogni difetto mi proponga un rimedio, ad ogni ostacolo un aiuto, ad ogni afflizione una speranza. - Ma, infine, chi ho davanti a me? Una statua di legno come tante altre, senza alcun valore artistico speciale. Tuttavia, se si fissa su di lei il proprio sguardo, questa statua comincia a far brillare, senza muoversi, senza la minima trasformazione, tutti questi splendori.
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* Estratto dell’articolo "Pellegrinaggio in uno sguardo" del professor Plinio Corrêa de Oliveira, pubblicato nella "Folha de S. Paulo" (Brasile), 11-11-1976, commentando la statua della Madonna di Fatima che pianse miracolosamente a New Orleans, Stati Uniti, nel 1972. |
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