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Luigi Pirandello
Il turno
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VI
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VI
Pepè
trovò
la
sorella
che si
aggirava
come un'
ombra
per le
stanze
quasi al
bujo
.
Pareva
gi
...
vecchia
a
trentaquattro
anni
: un
male
, che ancora i
medici
non
riuscivano
a
precisare
, la
consumava
da parecchi
mesi
; ma di questo ella non si
lagnava
,
considerandolo
come una
lieve
giunta
ai tanti
danni
della sua
vita
. Non si
lagnava
veramente
di nulla, neanche di non poter
vedere
la
madre
,
gi
... da
anni
in
rottura
mortale
col
genero
. Avrebbe avuto tanta
consolazione
anche dalla
sola
vista
di lei! Ma
donna
Bettina
aveva
giurato
di non
rimetter
piede
mai
pi-
in
casa
del
Coppa
; ed ella, per la
gelosia
feroce
del
marito
, non che
uscire
di
casa
, non poteva neppure
sporgere
un po' il
naso
fuor
della
finestra
. Non
glien
'
importava
pi-
; non si
crucciava
pi-
nemmeno in
cuore
della
sorte
tristissima
che le
era
toccata
,
nascendo
. L'
amarezza
d'una
totale
remissione
le si
leggeva
ormai
negli
occhi
silenziosi
,
costantemente
assorti
in una
pena
ignota
,
indefinita
.
-
Filomè
, come ti
senti
?
Ella
alzò
le
spalle
e
aprì
un po' le
braccia
, in
risposta
.
Pepè
sbuffò
per il
naso
; poi
riprese
:
- Non si potrebbe
aprire
un
tantino
la
finestra
?
- No! -
gridò
subito
Filomena
. - Se,
Dio
liberi
, venisse a
saperlo
!
- Non
c'
è, è
andato
al
Tribunale
; poi
andr
... in
campagna
;
torner
...
stasera
...
-
Pepè
, per
piacere
,
lascia
star
chiuso
. Lo
sa
Dio
quanto
desidererei
prendere
una
boccata
d'
aria
. Ma
ormai
sono
arrivata
,
Pepè
; lo
sento
, ne ho poco di questa
prigionia
.
Ringraziamo
Dio
in
cielo
e in
terra
!
- Non
dire
bestialit
...! -
esclamò
Pepè
,
commosso
.
- Mi
dispiace
solo -
riprese
con la stessa
voce
stanca
la
sorella
- per i
figli
miei,
povere
anime
innocenti
... Ma per me
sar
... la
liberazione
... e anche per lui, per
Ciro
. Non lo
dico
per
male
,
bada
! Voi
Ciro
non lo
conoscete
: ne
vedete
solo i
difetti
... questa sua
gelosia
feroce
, per
esempio
... Ma mi vuol
bene
,
sai
, a suo modo: lo
dimostra
così! Non
doveva
prender
moglie
, ecco tutto:
era
nato
per un'altra
vita
... che
so
! per far l'
esploratore
...
-
Gi
... -
approvò
Pepè
, - tra le
bestie
feroci
...
- No no, -
corresse
amorevolmente
Filomena
. - Voglio
dire
, per una
vita
di
rischi
, e
libera
... Tu lo
vedi
, è
eccessivo
in tutto, e in un
piccolo
paese
, tra la
meschinit
... della
vita
di tutti i
giorni
, con le sue
esuberanze
pare
anche
ridicolo
talvolta... Tutti i
torti
vuole
aggiustarli
lui... E una
povera
donna
come me, qui
rinchiusa
,
deve
vivere
per
forza
in
continua
apprensione
...
Pepè
approvava
col
capo
, e quella sua
approvazione
era
insieme
segno
di
compianto
per la
sorella
;
guardava
nella
penombra
la
ricca
mobilia
della
stanza
, e tra sé
diceva
: " T'ha
fatto
ricca
; ma che n'ha
goduto
? ".
A questo
punto
entrò
la
servetta
ad
annurziargli
che qualcuno lo
attendeva
gi-
nello
studio
.
Pensò
che fossero i
padrini
(così presto?), e s'
affrettò
a
discendere
;
trovò
invece nello
studio
don
Marcantonio
Ravì
tutt'
ansante
e
scalmanato
.
-
Don
Pepè
mio, che avete
fatto
? Non me ne
so
dar
pace
!
- Il mio
dovere
, -
rispose
Pepè
, breve,
serio
e
compunto
.
- Ma com'è
nata
codesta
lite
maledetta
? E
ora
che
avverr
...?
- Nulla... non
so
... Ma state pur
sicuro
che la
signorina
... cioè, la
signo
...
-
Dite
signorina
,
dite
signorina
,
don
Pepè
! Ah, se
sapeste
... Ho l'
inferno
in
casa
.
Urli
,
strilli
,
convulsioni
... Si
ricusa
assolutamente
di
seguire
il
marito
! E
jersera
m'è
rimasta
in
casa
,
capite
?
signorinissima
!
Oggi
la stessa
storia
. Non vuol neanche
vederlo
!
Don
Diego
se ne sta dietro l'
uscio
a
sentire
, e n'ha
sentite
...
pensateci
voi! Io... io per me non
so
pi-
dove
battere
la
testa
... Ci voleva per
giunta
quest'altro
guajo
qui... il vostro
duello
!
Dovete
per
forza
fare il
duello
?
- E`
necessario
, -
rispose
Pepè
,
accigliato
- siamo
uomini
... Le
cose
, del
resto
, sono
arrivate
a tal
punto
, che...
- Ma
nient
'affatto! - lo
interruppe
don
Marcantonio
. - Che
uomini
e
uomini
... chi ve l'ha
messo
in
capo
? Siete
stato
tanto
buono
voi,
jersera
,
don
Pepè
mio... E
ora
, in
compenso
, vi
tocca
fare il
duello
?
- E`
necessario
, -
ripeté
l'
Alletto
con
aria
grave
e pur
malinconica
. -
Credete
,
peraltro
, che me n'
importi
? Non m'
importa
pi-
di nulla,
ormai
. Possono anche
ammazzarmi
: ci avrei anzi
piacere
.
- Un
corno
! - gli
gridò
, quasi con le
lagrime
a gli
occhi
, il
Ravì
. -
Importa
a chi vi vuol
bene
...
Scusate
se ve lo
dico
, siete un
minchione
!
Credete
che tutto sia
finito
per voi?
Date
tempo
al
tempo
, non vi
precipitate
...
lasciate
fare il
duello
a chi ci
prova
gusto
, a chi ve l'ha
messo
in
capo
...
Dite
la
verit
..., è
stato
vostro
cognato
? Lui, è
vero
? L'ho
immaginato
subito!
Non poté
continuare
.
Entravano
nello
studio
Gerlando
D'
Ambrosio
e
Nocio
Tucciarello
, i due
padrini
scelti
da
Ciro
: il D'
Ambrosio
alto
,
biondo
, con le
spalle
in
capo
,
miope
, il
mento
e la
guancia
sinistra
deturpati
da una
lunga
cicatrice
; l'altro,
tozzo
,
barbuto
,
panciuto
, dall'
andatura
stentatamente
bravesca
.
-
Pepè
, a gli
ordini
tuoi!
Benedicite
,
grosso
Marcantonio
! -
salutò
il D'
Ambrosio
.
Nocio
Tucciarello
non
disse
nulla;
contrasse
soltanto
una
guancia
come per fare un
mezzo
sorriso
e
chinò
appena il
capo
.
-
Accomodatevi
,
accomodatevi
, -
propose
Pepè
,
premuroso
, con gli
occhi
ora
all'uno
ora
all'altro.
- Tante
grazie
, -
parlò
il
Tucciarello
,
rifacendo
con la
guancia
la
smorfia
di prima e
alzando
lentamente
una
mano
in
segno
negativo
. - Noi,
caro
don
Pepè
, col
permesso
del nostro
caro
si-don
Marcantonio
, avremmo da
dirvi
una
parolina
.
-
Debbo
andarmene
? -
chiese
angustiato
il
Ravì
a l'
Alletto
. E,
volgendosi
ai due
sopravvenuti
: -
So
tutto,
signori
miei; anzi, ero venuto...
Il
Tucciarello
lo
interruppe
,
posandogli
leggermente
una
mano
sul
petto
.
- Non
c'
è
bisogno
che
aggiungiate
altro.
Caro
don
Pepè
, l'
affare
è
combinato
secondo
il nostro
desiderio
. L'
amico
, appena ci ha
veduti
, ha
cambiato
avviso
.
Gnorsì
. Ci ha
detto
che
intendeva
di far le
cose
per
benino
. " E anche noi! " gli abbiamo
risposto
,
naturalmente
. Insomma, poche
parole
; un solo,
brevissimo
abboccamento
coi due
padrini
avversarii
e tutto
combinato
:
arma
, la
sciabola
; finché i
medici
non
dicono
basta
. Siamo
intesi
?
Domattina
, alle sette in
punto
, io e
Gerlando
saremo alla
porta
di
casa
vostra: la
carrozza
, per non
dar
sospetto
, ci
attender
... col
medico
alla
punta
della
Passeggiata
, fuori del
paese
,
donde
scenderemo
a
Bonamorone
. Mi
spiego
?
- Sta
bene
, sta
bene
, - s'
affrettò
a
rispondere
Pepè
, con la
vista
intorbidata
dall'
interna
agitazione
,
affermando
ripetutamente
col
capo
. - Alle sette, sta
bene
.
- Ma che
diavolo
dite
,
don
Pepe
! -
scattò
s-
don
Marcantonio
. - Vi
portano
al
macello
, e sta
bene
?
Signori
miei,
scherzate
o dove avete il
cervello
?
Metter
di
fronte
così due
giovanotti
a cui il
sangue
bolle
nelle
vene
? Io son
padre
di
famiglia
,
santo
e
santissimo
diavolone
!
-
Piano
col
diavolo
,
don
Marcanto
'! -
disse
allora
Nocio
Tucciarello
pacatamente
, un po'
accigliato
, con un
lento
gesto
della
mano
. - Quando in un
affar
d'
onore
c'
è di
mezzo
il
signor
me, nessuno, neanche il
figlio
di
Domineddio
,
deve
pi-
metterci
becco
. Se voi avete da
darmi
comandi
, sono a vostra
disposizione
.
- E che
c'
entra
questo,
Signore
Iddio
? -
esclamò
il
Ravì
. - Io
parlo
a
fin
di
bene
; che
c'
entrano
i
comandi
? sono il vostro
servo
umilissimo
,
don
Nociarello
mio!
Dico
per il come si
chiama
... il
duello
! Se ne potrebbe fare a meno...
Pensate
alle
conseguenze
,
signori
miei! In
fin
dei
conti
,
don
Pepè
ha
dato
di
porco
e ha
ricevuto
di
pulcinella
, è
vero
? ha
dato
una
bastonata
e ha
ricevuto
uno
spintone
; dunque,
pari
e
patta
, e
affar
finito
.
Ora
il
duello
perché?
-
Domandatelo
all'
illustrissimo
avvocato
Coppa
! -
rispose
il
Tucciarello
con la stessa
aria
spocchiosa
. - Noi abbiamo
servito
lui e
don
Pepè
qui
presente
, che si
merita
questo e altro.
Domattina
alle sette, dunque, e
baciamo
le
mani
.
I due
padrini
andarono
via
,
seguiti
da
don
Marcantonio
, cui
premeva
di far
intendere
al
Tucciarello
,
umilmente
, il suo
pensiero
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