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Luigi Pirandello
Il turno
IntraText CT - Lettura del testo
XXV
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XXV
Ogni
sera
i tre
sconfitti
si
riunivano
l.
.., in
casa
di
don
Diego
, per la
partitina
.
Spesso
il
discorso
cadeva
sul
Coppa
, che il
Ravì
,
rivolgendosi
a
Pepè
,
chiamava
~vostro
cognato
~.
- Mio
cognato
, un
corno
! -
rispondeva
Pepè
. - La
povera
sorella
mia è
morta
, e l'ha fatta
morir
lui... Dunque,
chiamatelo
ora
vostro
genero
.
-
Genero
, se l'avessi
riconosciuto
, -
rimbeccava
don
Marcantonio
. - Mentre voi, per
cognato
, si; e
dovreste
averne ancora
rimorso
, come se aveste
commesso
un
fratricidio
.
Don
Diego
allora
tornava
ad
interporsi
per
riconciliarli
, ma dentro di sé
scialava
, a quelle
scenette
.
- Non
esageriamo
,
signori
miei, non vi
riscaldate
... Perché
ricadere
ogni
volta
su
codesto
discorso
, se
sapete
che vi
scotta
?
Via
,
via
...
ripigliamo
la
partita
! Non facciamo come i
galletti
in
gabbia
che si
beccano
l'un l'altro, in
luogo
di
consolarsi
a
vicenda
. Siamo
stati
traditi
tutti e tre. Il
fatto
è
fatto
, e non se ne
parli
pi-
. Non
giudichiamo
soltanto
dal
caso
nostro un
degno
galantuomo
.
- Un
assassino
! -
scattava
a questo
punto
il
Ravì
,
battendo
le
pugna
sulla
tavola
.
- Eh eh, ti ha
ucciso
la
figlia
?
- Mi ha
ucciso
la
figlia
,
gnorsì
!
- Quanti te l'hanno
uccisa
, insomma,
codesta
figlia
? Prima
dicevi
don
Pepè
...
- Sì, lui! - si
ripigliava
don
Marcantonio
. - Lui, senza
volerlo
, con le
mani
di suo
cognato
...
- Vostro
genero
, -
correggeva
Pepè
.
-
Daccapo
?
E
don
Diego
si
affrettava
a
buttare
una
carta
in
tavola
:
-
Striscio
e
busso
forte
.
Giocavano
per pochi
soldi
a
partita
, e la
vincita
la
mettevan
da
parte
, per farne poi un
pranzetto
in
comune
, non volendo il
Ravì
accettare
a nessun
patto
i
reiterati
inviti
di
don
Diego
, che avrebbe voluto averlo ogni
giorno
a
tavola
, per non
restar
solo.
- Non
accetto
.
Scusatemi
,
don
Diego
; non per voi, ma per la
gente
. Mi
chiamano
Mammone
: non
so
che
voglia
dire
, ma
perdio
, voi potete
gridarlo
forte
in
faccia
ai
calunniatori
: vi ho mai
chiesto
un
centesimo
, un
miserabilissimo
centesimo
in
prestito
?
-
Lasciali
cantare
! - gli
rispondeva
don
Diego
.
-
Nossignore
.
Giochiamo
, e poi faremo il
pranzetto
. Lo
pagherò
io, perché,
finora
almeno,
perdo
pi-
di voi due. A questo
patto
, sì.
Pepè
non aveva le
ragioni
di
don
Marcantonio
per non
accettare
l'
invito
dell'
Alcozèr
, e
rimaneva
spesso
a
desinare
con lui, non solo, ma anche a
dormir
la
notte
,
lì
, nello stesso
letto
, ove
Stellina
aveva
dormito
. Per quest'
idea
soltanto
vi
era
addivenuto
, per la
volutt
... cioè dell'
amarezza
angosciosa
che gli
procuravano
il
ricordo
e l'
immagine
di lei, in quella
casa
.
Ogni
sera
, appena
andato
via
il
Ravì
, egli e
don
Diego
, prima di
mettersi
a
letto
, si
trattenevano
un
pezzo
al
balconcino
prospiciente
la
campagna
e
l.
.. in
fondo
il
mare
. Si
scorgeva
di
lì
,
lontana
, la
cascina
del
Coppa
; e
Pepè
, col
capo
appoggiato
alla
ringhiera
di
ferro
,
appuntava
gli
occhi
al
lume
che si
vedeva
acceso
laggi-
, in
mezzo
al
bujo
della
campagna
.
Lì
, dove
ardeva
quel
lume
,
era
Stellina
! Egli quasi la
vedeva
, quasi la
seguiva
per le
stanze
di quella
cascina
ben
nota
, dove sua
sorella
aveva
tant'
anni
dolorato
, e si
domandava
: " Che far... in questo
momento
? che
pensa
? che dice? ". E si
struggeva
dentro,
ringojando
le
lagrime
silenziose
che gli
appannavano
gli
occhi
fissi
l.
.., a quel
lume
lontano
.
Si
abbandonava
talmente
a quella
visione
, che talvolta il
capo
pian
piano
, senza ch'egli lo
avvertisse
, gli
scivolava
dalla
ringhiera
e
dava
un
crollo
.
-
Don
Pepè
,
dormite
? - gli
domandava
allora l'
Alcozèr
.
E
Pepè
gli
rispondeva
di no, col
capo
, per non
rivelare
il
pianto
con la
voce
.
- Se volete
andare
a
letto
, io son
pronto
, -
riprendeva
don
Diego
.
Pepè
gli faceva
cenno
con la
mano
d'
aspettare
ancora un po'. Ah, egli
era
certo,
era
certo che
Stellina
, come lui,
era
stata
ingannata
,
tradita
. Non
sapeva
egli forse, per
bocca
dello stesso
Ciro
, ch'ella avrebbe voluto
rimanere
nel
monastero
,
piuttosto
che
acconsentire
al
tradimento
insospettato
di quelle
nozze
? Poi aveva
detto
di sì, o
meglio
, aveva
dovuto
piegare
il
capo
,
comprendendo
purtroppo
che colui che tanto la
amava
non avrebbe potuto
recarle
ajuto
, e che il
padre
non se la sarebbe
ripresa
mai
pi-
in
casa
, e che
lì
nel
monastero
,
infine
, sotto la
sorella
del
Coppa
, non poteva neanche
rimanere
.
Ed ecco,
adesso
, ella
era
lì
,
lì
in
potere
di quell'
uome
prepotente
che glie l'aveva
strappata
dalle
braccia
...
strappata
, sì, a
viva
forza
, come a
viva
forza
ora
, certo, la
costringeva
ad
accondiscendere
col
corpo
(ah, non con l'
anima
, no!) alle
brame
del suo
amore
...
Povera
Stellina
! Egli
doveva
compiangerla
e
commiserarla
...
Si
struggeva
dentro così, ogni
dì
pi-
,
pascendosi
dell'
amarezza
che gli
davano
il proprio
avvilimento
, la
profonda
malinconia
, la
coscienza
di non poter far nulla.
Era
immagrito
e
pallido
, come se
fosse
or
ora
scampato
da una
mortale
malattia
. Ah, se non avesse avuto quella
vecchina
di sua
madre
... se non avesse
temuto
di
spezzare
anche la
vita
di lei...
Certe
sere
don
Diego
lo
infastidiva
parlandogli
dei suoi
angosciosi
terrori
, degli ~
spiriti
~ che
popolavano
le
tremende
insonnie
delle sue
aride
notti
.
- Chi non li ha
veduti
, lo
so
, non ci
crede
... Chi poi li ha
veduti
,
caro
don
Pepè
, non ne
parla
, per
paura
che la
notte
non sia
bastonato
da loro. Perché,
sapete
?
bastonano
. Io, per
dir
la
verit
...,
finora
non ho mai
assaggiato
le loro
mani
: ma quanti
dispetti
!
tirarmi
le
coperte
dal
letto
,
rovesciarmi
le
seggiole
nella
camera
,
spegnermi
il
lampadino
da
notte
... E li ho
veduti
con quest'
occhi
, vi
giuro
; tra le
tende
dell'
alcova
, per
esempio
, certe
notti
,
affacciarsi
una
testa
coi
capelli
rossi
ricci
e tanto di
lingua
fuori... Quando mi è
morta
...
aspettate
... la
seconda
o la
terza
?... - sì,
Luzza
, la
seconda
moglie
... dopo alcuni
giorni
, il suo
spirito
mi
girava
per
casa
. La
sentivo
ogni
notte
sfaccendar
per le
stanze
, da quella
buona
massaja
ch'
era
stata in
vita
,
buon'
anima
,
debbo
dirlo
... E una
notte
le
vidi
sporgere
il
capo
dall'
uscio
e
guardarmi
nel
letto
;
sorrise
, e mi
fe'
cenno
con la
mano
, come se volesse
dirmi
: "
Goditi
pure
il
calduccio
del
letto
; alla
casa
ci
bado
io ". Un'altra
notte
,
sentii
nella
stanza
da
pranzo
un
baccano
d'
inferno
. Che
era
accaduto
? Niente! L'altra
moglie
, la prima,
Angelina
,
c'
era
venuta anche lei, e si
bisticciavano
tra loro. Le ho
sentite
io, vi
dico
, con questi
orecchi
: l'una
diceva
all'altra, che la
padrona
lì
era
lei... A un
tratto
, ~
brum
!~ Non
so
quanti
piatti
per
terra
... Al
fracasso
,
balzo
dal
letto
, mi
reco
-
figuratevi
con che
spavento
! - nella
sala
da
pranzo
: i
cocci
erano
lì
, sul
pavimento
...
c'
è poco da
dire
!
- Qualche
gatto
...
- Ma che
gatto
,
don
Pepè
! Se
gatti
in
casa
non ne ho mai avuti...
- Qualche
topo
, allora...
- Eh
gi
..., o il
terremoto
! Si
tratta
di
chiamarli
con un
nome
o con un altro. Voi li
chiamate
topi
, perché non ci
credete
. E son
pure
topi
,
dite
, quando, per
esempio
,
udite
il
rumore
dei loro
passi
nell'altra
stanza
,
ora
affrettati
e
leggeri
, ~
tic-tic-tic
~,
ora
come di
persona
che
passeggi
, sopra
pensiero
? Son
pure
gatti
e
topi
, quando vi
sentite
chiamare
coi
pi-
brutti
nomi
da quattro
voci
diverse
, come
avviene
a me, che non posso star solo la
notte
, perché altrimenti mi
tornano
in
casa
tutt'e quattro le
mogli
morte
a
maltrattarmi
, a
svillaneggiarmi
? Eh,
via
,
don
Pepè
!
Dio
ve ne
liberi
e
scampi
!
Ma non si
contentava
solo di
parlarne
don
Diego
.
Spesso
, durante la
notte
,
angosciato
dall'
insonnia
,
parendogli
di
udir
qualche
rumore
nel
silenzio
della
casa
,
svegliava
Pepè
.
- Non mi
pizzicate
,
santo
Dio
! -
gridava
questi. - State
tranquillo
: non
dormo
! Per la
centesima
volta
vi
ripeto
che
pizzichi
non ne voglio: se no,
domani
notte
preparatevi
a
dormir
solo.
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