Metodo
induttivo e deduttivo
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150.
La
comunicazione della fede nella catechesi è un evento di grazia, realizzato
dall'incontro della Parola di Dio con l'esperienza della persona, si esprime
attraverso segni sensibili ed ultimamente apre al mistero. Può accadere per vie
diverse a noi non sempre completamente conosciute.
Attendendo alla
storia della catechesi, oggi si parla comunemente di via induttiva e deduttiva.
Il metodo induttivo consiste nella presentazione di fatti (avvenimenti biblici,
atti liturgici, eventi di vita della Chiesa e della vita quotidiana...) allo
scopo di discernere il significato che essi possono avere nella divina
rivelazione. È una via che offre grandi vantaggi, perché è conforme
all'economia della rivelazione; corrisponde ad una istanza profonda dello
spirito umano di pervenire alla conoscenza delle cose intelligibili attraverso
le cose visibili; ed è conforme pure alle caratteristiche della conoscenza di
fede, che è conoscenza attraverso i segni.
Il metodo
induttivo non esclude, anzi esige il metodo deduttivo, che spiega e descrive i
fatti procedendo dalle loro cause. Ma la sintesi deduttiva avrà pieno valore
solo quando è stato compiuto il processo induttivo.( 8)
151.
Altro è il
senso da dare quando ci si riferisce ai percorsi operativi: uno è chiamato
anche « kerigmatico » (o discendente), quando prende avvio dall'annuncio
del messaggio, espresso nei principali documenti della fede (Bibbia, liturgia,
dottrina...), e ne fa applicazione alla vita; l'altro è detto « esistenziale »
(o ascendente), quando muove da problemi e situazioni umane e li
illumina con la luce della Parola di Dio. Di per sé sono approcci legittimi, se
sono rispettati tutti i fattori in gioco, il mistero di grazia e il dato umano,
la comprensione di fede e il processo di razionalità.
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