Maturità
umana, cristiana e apostolica dei catechisti
239.
Sulla base
di una maturità umana iniziale, (214) l'esercizio della
catechesi, costantemente riconsiderato e valutato, permetterà al catechista di
crescere nell'equilibrio affettivo, nel senso critico, nell'unità interiore,
nella capacità di rapporti e di dialogo, nello spirito costruttivo e nel lavoro
di gruppo. (215) Si procurerà, innanzi tutto, di farli crescere nel
rispetto e nell'amore verso i catecumeni e i catechizzandi: « Qual è questa
affezione? Ben più di quella di un pedagogo, essa è quella di un padre; e ancor
più: quella di una madre. Il Signore attende da ciascun predicatore del Vangelo
e da ogni costruttore della Chiesa tale affezione ». (216)
La formazione
curerà, allo stesso tempo, che l'esercizio della catechesi alimenti e nutra la
fede del catechista, facendolo crescere come credente. Per questo la vera
formazione alimenta, soprattutto, la spiritualità dello stesso
catechista, (217) in modo che la sua azione scaturisca, in verità,
dalla testimonianza della sua stessa vita. Ogni tema catechistico che
impartisce deve alimentare, in primo luogo, la fede dello stesso catechista. In
verità, si catechizzano gli altri catechizzando prima se stessi.
La formazione,
inoltre, alimenterà costantemente la coscienza apostolica del
catechista, il suo senso di evangelizzatore. Per questo egli deve conoscere e
vivere il progetto di evangelizzazione concreto della propria Chiesa diocesana
e quello della sua parrocchia per sintonizzarsi con la coscienza che la Chiesa
particolare ha della propria missione. Il modo migliore di alimentare questa
consapevolezza apostolica è quella di identificarsi con la figura di Gesù
Cristo, maestro e formatore dei discepoli, procurando di fare proprio lo zelo
per il Regno, che Gesù ha manifestato. A partire dall'esercizio della
catechesi, la vocazione apostolica del catechista — nutrita da una formazione
permanente — andrà maturando progressivamente.
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