Le comunità
ecclesiali di base
263.
Le comunità
ecclesiali di base hanno conosciuto una grande diffusione negli ultimi decenni.
(282) Si tratta di gruppi di cristiani che « nascono dal bisogno di
vivere ancora più intensamente la vita della Chiesa; oppure dal desiderio e
dalla ricerca di una dimensione più umana, che comunità ecclesiali più vaste
possono difficilmente offrire... ». (283)
Le comunità
ecclesiali di base sono un « segno di vitalità della Chiesa ». (284) I
discepoli di Cristo vi si riuniscono per un attento ascolto della parola di
Dio, per la ricerca di rapporti più fraterni, per celebrare i misteri cristiani
nella loro vita e per assumere l'impegno di trasformazione della società.
Insieme a queste dimensioni propriamente cristiane emergono anche importanti
valori umani: l'amicizia e il riconoscimento personale, lo spirito di
corresponsabilità, la creatività, la risposta vocazionale, l'interesse per i
problemi del mondo e della Chiesa. Ne può risultare una arricchente esperienza
comunitaria, « vera espressione di comunione e mezzo per costruire una
comunione più profonda ». (285)
Per essere
autentica, « ogni comunità... deve vivere in unità con la Chiesa particolare e
universale, nella sincera comunione con i pastori e il magistero, impegnandosi
nell'irradiazione missionaria ed evitando ogni chiusura e strumentalizzazione
ideologica ». (286)
264.
Nelle
comunità ecclesiali di base può svilupparsi una catechesi molto feconda:
– Il clima
fraterno, nel quale si vive, è un ambiente adeguato per un'azione catechistica
integrale, sempre che si sappia rispettare la natura e il carattere proprio
della catechesi.
– D'altra
parte, la catechesi serve ad approfondire la vita comunitaria, giacché assicura
le fondamenta della vita cristiana dei fedeli. Senza di essa le comunità
ecclesiali di base difficilmente saranno solide.
– La piccola
comunità è, infine, una meta adeguata per accogliere coloro che hanno concluso
un itinerario di catechesi.
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