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Benedictus PP. XIV Benedictus Deus IntraText CT - Lettura del testo |
1. Benedetto il Signore, Padre di misericordia e Dio di ogni consolazione, che Ci ha concesso di trascorrere l’anno del Giubileo lieto e fecondo di ogni bene, secondo il desiderio del Nostro cuore. Siamo stati pieni di consolazione, di gioia sovrabbondante, nel verificare lungo tutto l’anno la fede, la religiosità e la devozione dei Nostri Diletti figli della Chiesa in Cristo. Abbiamo visto giungere in questa Nostra Città innumerevoli cristiani di ogni lingua, popolo, nazione, ceto sociale, età, sesso, che testimoniavano con il loro stesso arrivo il fervore della propria fede e la grandezza del regno di Dio. Li abbiamo visti, mentre visitavano a gara le sacre Basiliche di questa Città, con spirito contrito e umile, provvedere alla purificazione delle loro anime, e come virgulti di olivo intorno alla Mensa del Signore, alimento della cristiana unità, ricevere il Sacramento della pace. Si spostavano inoltre con sollecitudine e in religioso pellegrinaggio dall’una all’altra Basilica; ora invocando la clemenza del Nostro Salvatore nella Costantiniana Basilica Lateranense, per i meriti del Beato Precursore e dell’omonimo Discepolo prediletto ed Evangelista; ora invocando l’aiuto e il soccorso della Gloriosa Vergine Madre di Dio nella Basilica Liberiana sull’Esquilino; ora il sacro Patrocinio del Principe degli Apostoli in Vaticano; ora venerando con baci e con copiose lacrime il Martirio dell’Apostolo delle Genti sulla via Ostiense e innalzando preghiere fervide e unanimi per la pace e la glorificazione della Chiesa Cattolica, per l’incolumità e la salvezza di tutti i credenti. Con quale gioia dello spirito abbiamo sentito, con le Nostre orecchie, risuonare le vie, le piazze, gli spazi aperti, i colli delle devote preghiere, dei soavi canti, delle lodi del Divino Nome! Quante volte Ci siamo commossi nella profondità del Nostro essere vedendo le grandi folle dei fedeli che, ai Nostri piedi, veneravano nella Nostra umile persona la potestà del Vicariato di Cristo e la successione apostolica del Beato Pietro (la cui dignità non viene meno nell’indegno erede) con segni eloquenti di filiale ossequio! A questo fervido impegno dei popoli furono di luminoso esempio i Sacri Pastori, che per onorare – secondo la tradizione – la memoria dello stesso Principe Beatissimo della Chiesa, in questo anno sono accorsi numerosissimi; Noi, circondati dalla loro splendida corona, abbiamo celebrato con la massima dignità e con edificazione dell’universale fraternità le sacre adunanze. Che cosa diremo dei Venerabili Nostri Fratelli Cardinali della Santa Romana Chiesa e degli altri Dignitari della Nostra Curia che, distinguendosi fra gli altri per l’assiduità delle pie opere e, nello stesso tempo, abbassandosi con l’esercizio della Cristiana umiltà al di sotto di tutti gli altri fratelli, benché di infima condizione, son divenuti il buon odore di Cristo per tutta la cittadinanza e per tutti coloro i quali vi hanno soggiornato? Che cosa infine diremo della devozione di tutto il Clero della dilettissima Città e del Popolo, i cui esempi di pietà e di opere di carità in favore degli stranieri e dei pellegrini, notevoli in questo anno per numero e ardore, non dubitiamo che debbano essere resi noti al mondo intero? Benedetti i Nostri Figli, Cittadini e Abitanti della Città di Roma, che hanno compiuto tali opere di misericordia per i loro fratelli. Noi inoltre confideremo nel Signore, poiché è benigno e poiché le sue consolazioni hanno allietato la Nostra anima.