3) Al
fine di promuovere questa consapevolezza è fondamentale che la nostra diocesi riconosca il tempo del
fidanzamento come una importante e decisiva stagione della vita, nella quale i
fidanzati sviluppino e maturino la loro vocazione. Perché avvenga questo si
ritiene che:
3.1 I
fidanzati cristiani siano aiutati a superare una naturale visione privata e
intimistica del loro rapporto verso forme di dialogo, di impegno e di
servizio4.
3.2 Si coinvolgano i fidanzati nella vita
parrocchiale con incontri adatti per loro.
3.3 Si esortino i fidanzati, che
danno segno di stabilità e serietà, ad iniziare un cammino di formazione
permanente, che potrà concludersi con la preparazione immediata al matrimonio.
Questo cammino sia animato da coppie che, sorrette da capacità relazionali e
comunicative, sappiano dare un positivo e valido contributo di esperienza e di
testimonianza5.
3.4 Vi sia nel corso dell'anno una
occasione di festa e gioioso incontro per i fidanzati della città o del
vicariato foraneo.
A
tal proposito si può utilizzare, in un'ottica di inculturazione, la festa di
San Valentino, il 14 febbraio.
3.5
La comunità cristiana, sia a livello diocesano che parrocchiale, sia di gruppi,
associazioni e movimenti giovanili, offrano il servizio di un adeguato
accompagnamento spirituale ai fidanzati. A tal proposito si valorizzi la realtà
dei Consultori familiari di ispirazione cristiana6, che avranno cura di
mettere a disposizione della comunità operatori, al fine di illustrare le
finalità e i servizi offerti dagli stessi Consultori e il servizio di
animazione e di volontariato nel campo pastorale come testimonianza cristiana.
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