314) A tale proposito questo
sinodo formula le seguenti indicazioni
pastorali.
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La prima risorsa per i poveri sono i singoli fedeli e le comunità nel loro
insieme, nella misura in cui si impegnano a spendere tempo ed energie per il
prossimo, iniziando dai bisogni concreti dei vicini di casa.
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Si intraprendano anche interventi non assistenziali ma promozionali, tendenti a
far diventare le persone di cui ci si prende cura soggetti della propria
liberazione, orientati a far affiorare le cause dei problemi e che coinvolgano
le strutture pubbliche chiamando in causa politici, enti locali, forze sociali.
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Si promuovano servizi come "opere segno": segno per i poveri di un
Dio che è amore, accoglienza e perdono; segno per i cristiani di come esser
fedeli al Vangelo; segno per il mondo di che cosa sta a cuore alla Chiesa.
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Si coinvolgano sempre più nuove persone nel servizio, superando mentalità e
stili di vita utilitaristici, aprendo Parrocchie, gruppi e famiglie a gesti di
condivisione e accoglienza, elaborando modalità dinamiche per il coinvolgimento
comunitario.
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Sia continuamente verificata la gestione dei servizi in rapporto all'evolversi
dei problemi e delle risposte, perché tengano conto di essere aggiornate,
efficaci, partecipate e in sintonia con lo sviluppo dei bisogni e delle
povertà.
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Si faccia un sapiente uso delle risorse disponibili o attivabili nell'ambito
della pastorale caritativa.
314.1 L'espressione di una concreta attenzione a
tutte le povertà e bisogni, anche dei paesi in via di sviluppo, unitamente alla
necessità di una adeguata educazione dei fedeli ad essa, richiede alla diocesi
e alle parrocchie che venga destinato ad attività caritative ed assistenziali
non solo quanto viene raccolto con iniziative straordinarie, ma anche una quota
percentuale delle entrate dei bilanci e dei beni, anche immobili, stabilita di comune
accordo tra i rispettivi consigli, pastorale e per gli affari economici.
314.2
Venga favorita, nei limiti delle concrete possibilità, la messa a disposizione
dei beni immobili non utilizzati a favore dei bisognosi o delle associazioni e delle
cooperative che perseguono fini sociali o pastorali.
314.3 Si presti particolare attenzione a tutti
quei fenomeni sociali, presenti nel territorio della parrocchia o della
diocesi, bisognosi di risposte concrete (p. es. nuove povertà, immigrazione, usura,
etc.).
314.4 Si promuovano in occasione di calamità
nazionali ed internazionali iniziative di solidarietà per i primi interventi e
di assistenza per la riabilitazione e la rinascita. Il compito di coordinamento
per queste iniziative è demandato alla Caritas diocesana che opera nella
diocesi sotto la diretta presidenza del vescovo ed è in collegamento con la
Caritas italiana e la Conferenza episcopale che coordina i piani di intervento
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