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Congregazione per il Clero
Il Presbitero in vista del Terzo Millennio

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  • Capitolo I AL SERVIZIO DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE " Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate " (Gv 15,16)
    • 2. Il necessario e insostituibile ruolo dei sacerdoti
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2. Il necessario e insostituibile ruolo dei sacerdoti

Sebbene i Pastori " sanno di non essere stati istituiti da Cristo per assumersi da soli tutta la missione della salvezza che la Chiesa ha ricevuto nei confronti del mondo ",(13) essi svolgono un ruolo evangelizzatore assolutamente insostituibile. L'esigenza di una nuova evangelizzazione rende dunque pressante la necessità di trovare un'impostazione dell'esercizio del ministero sacerdotale realmente consona alla situazione odierna, che lo impregni di incisività e lo renda adatto a rispondere adeguatamente alle circostanze in cui deve svolgersi. Tuttavia ciò si deve fare rivolgendosi sempre a Cristo, nostro unico modello, senza che le condizioni del tempo attuale distolgano il nostro sguardo dal traguardo finale. Non sono infatti soltanto le circostanze socioculturali quelle che ci devono spingere ad un rinnovamento pastorale valido, ma soprattutto l'amore ardente per Cristo e per la sua Chiesa.

La meta dei nostri sforzi è il Regno definitivo di Cristo, la ricapitolazione in Lui di tutte le cose create. Tale meta sarà pienamente raggiunta soltanto alla fine dei tempi, ma già adesso è presente attraverso lo Spirito Santo vivificante, per mezzo del quale Gesù Cristo ha costituito il suo Corpo, che è la Chiesa, quale sacramento universale di salvezza.(14)

Cristo, Capo della Chiesa e Signore dell'intera creazione, continua ad agire salvificamente tra gli uomini e proprio entro questa cornice operativa trova il suo giusto posto il sacerdozio ministeriale. Nell'attirare tutti a sé (cf. Gv 12, 32), Cristo vuole coinvolgere in modo speciale i suoi sacerdoti. Ci troviamo qui davanti ad un disegno divino (la volontà di Dio di coinvolgere la Chiesa con i suoi ministri nell'opera della redenzione) che, sebbene sia chiaramente attestabile dal punto di vista della dottrina della fede e della teologia, presenta tuttavia non poche difficoltà ad essere accettato da parte degli uomini del nostro tempo. Oggi, infatti, vengono contestate, da parte di molti, la mediazione sacramentale e la struttura gerarchica della Chiesa; ci si chiede quale sia la sua necessità, la sua motivazione.

Come la vita di Cristo anche quella del sacerdote deve essere una vita consacrata, nel Suo nome, all'annuncio autorevole dell'amorosa volontà del Padre (cf. Gv 17, 4; Eb 10, 7-10). Questo fu il comportamento del Messia: i suoi anni di vita pubblica furono dedicati a " fare e a insegnare " (At 1, 1), con una predicazione piena di autorità (cf. Mt 7, 29). Tale autorità gli veniva, certamente e in primo luogo, dalla sua condizione divina, ma anche, agli occhi della gente, dal suo modo di agire sincero, santo, perfetto. Ugualmente il sacerdote deve unire all'autorità spirituale oggettiva, che possiede in forza della sacra ordinazione,(15) l'autorità soggettiva proveniente dalla sua vita sincera e santificata,(16) dalla sua carità pastorale, manifestazione della carità di Cristo.(17) Non ha perso di attualità l'esortazione che san Gregorio Magno dirigeva ai sacerdoti: " Bisogna che egli [il pastore] sia puro nel pensiero, esemplare nell'agire, discreto nel suo silenzio, utile con la sua parola; sia vicino a ciascuno con la sua compassione e sia, più di tutti, dedito alla contemplazione; sia umile alleato di chi fa il bene, ma per il suo zelo della giustizia, sia inflessibile contro i vizi dei peccatori; non attenui la cura della vita interiore nelle occupazioni esterne, né tralasci di provvedere alle necessità esteriori per la sollecitudine del bene interiore ".(18)

Ai nostri giorni, come in ogni epoca, nella Chiesa " occorrono araldi del Vangelo esperti in umanità, che conoscano a fondo il cuore dell'uomo di oggi, ne partecipino gioie e speranze, angosce e tristezze, e nello stesso tempo siano dei contemplativi innamorati di Dio. Per questo — affermava il Santo Padre, riferendosi concretamente alla ricristianizzazione dell'Europa con parole aventi tuttavia validità universaleoccorrono nuovi santi. I grandi evangelizzatori dell'Europa sono stati i santi. Dobbiamo supplicare il Signore affinché aumenti lo spirito di santità della Chiesa e ci mandi nuovi santi per evangelizzare il mondo d'oggi ".(19) Bisogna tenere presente che non pochi contemporanei si fanno un'idea di Cristo e della Chiesa prima di tutto attraverso i sacri ministri; diventa quindi ancora più urgente la loro testimonianza genuinamente evangelica, quale " immagine viva e trasparente di Cristo sacerdote ".(20)

Nell'ambito dell'azione salvifica di Cristo, possiamo individuare due obiettivi inseparabili. Da un lato una finalità che potremmo definire intellettuale: insegnare, istruire le folle che erano come pecore senza pastore (cf. Mt 9, 36), indirizzare le intelligenze verso la conversione (cf. Mt 4, 17). L'altro aspetto è quello di muovere i cuori di coloro che lo ascoltavano verso il pentimento e la penitenza per i propri peccati, aprendo il cammino alla ricezione del perdono divino. E così continua ad essere oggi: " la chiamata alla nuova evangelizzazione è innanzitutto una chiamata alla conversione ",(21) e quando la Parola di Dio ha istruito l'intelletto dell'uomo e ha mosso la sua volontà, allontanandola dal peccato, allora l'attività evangelizzatrice raggiunge il suo vertice nella partecipazione fruttuosa ai sacramenti e, soprattutto, alla celebrazione dell'Eucaristia. Come insegnava Paolo VI, " il compito dell'evangelizzazione è precisamente quello di educare nella fede in modo tale che essa conduca ciascun cristiano a vivere i Sacramenti come veri Sacramenti della fede, e non a riceverli passivamente, o a subirli ".(22)

L'evangelizzazione comprende: annunzio, testimonianza, dialogo e servizio e si fonda sull'unione dei tre elementi inseparabili: la predicazione della Parola, il ministero sacramentale e la guida dei fedeli.(23) Non avrebbe senso una predicazione che non formasse continuamente i fedeli e non sfociasse nella pratica sacramentale, così come non avrebbe senso una partecipazione ai sacramenti separata dalla piena accettazione della fede e dei principi morali, o in cui mancasse la conversione sincera del cuore. Se da un punto di vista pastorale il primo posto nell'ordine dell'azione spetta, logicamente, alla funzione di predicazione,(24) nell'ordine dell'intenzione o finalità, il primo posto deve essere assegnato alla celebrazione dei sacramenti, ed in particolare della Penitenza e dell'Eucaristia.(25) È proprio coniugando armonicamente entrambe le funzioni che si ritrova l'integrità del ministero pastorale del sacerdote al servizio della nuova evangelizzazione.

Un aspetto della nuova evangelizzazione, che sta acquistando un'importanza sempre maggiore, è la formazione ecumenica dei fedeli. Il Concilio Vaticano II ha esortato tutti i fedeli cattolici perché " partecipino con slancio all'opera ecumenica " e " stimino i beni veramente cristiani, promananti dal comune patrimonio, che si trovano presso i fratelli da noi separati ".(26) Nel contempo si deve anche osservare che " niente è più alieno dall'ecumenismo quanto quel falso irenismo, dal quale ne viene a soffrire la purezza della dottrina cattolica e ne viene oscurato il suo senso genuino e preciso ".(27) I sacerdoti dovranno conseguentemente vigilare affinché l'ecumenismo sia condotto nel fedele rispetto dei principi indicati dal magistero della Chiesa ed esso non conosce fratture ma armonica continuità.




13) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 30.



14) Cf. ibid., n. 48.



15) Cf. Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, n. 21: l.c., pp. 688-690.



16) Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, n. 12; Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, n. 25: l.c., pp. 695-697.



17) Cf. Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri Tota Ecclesia, n. 43: l.c. p. 42.



18) San Gregorio Magno, La Regola Pastorale, II, 1.



19) Giovanni Paolo II, Allocuzione al VI Simposio dei Vescovi europei (11 ottobre 1985): Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VIII, 2 (1985), pp. 918-919.



20) Cf. Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, n. 12: l.c., pp. 675-677.



21) Giovanni Paolo II, Allocuzione inaugurale della IV Conferenza Generale dell'Episcopato latino-americano, Santo Domingo (12 ottobre 1992), n. 1: AAS 85 (1993), p. 808; cf. Esort. ap. post-sinodale Reconciliatio et paenitentia (2 dicembre 1984), n. 13: AAS 77 (1985) pp. 208-211.



22) Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975), n. 47: AAS 68 (1976), p. 37.



23) Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 28.



24) Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, n. 4; Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, n. 26: l.c., pp. 697-700.



25) Cf. Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, nn. 5, 13, 14; Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinodale Pastores dabo vobis, nn. 23, 26, 48: l.c., pp. 691-694; 697-700; 742-745; Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri Tota Ecclesia, n. 48: l.c., pp. 48ss.



26) Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 4.



27) Ibid., n. 11.






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