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Congregazione per il Clero
Il Presbitero in vista del Terzo Millennio

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  • Capitolo III MINISTRI DEI SACRAMENTI " Ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio " (1 Cor 4,1
    • 2. Ministri dell'Eucaristia: " il centro stesso del ministero sacerdotale "
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2. Ministri dell'Eucaristia: " il centro stesso del ministero sacerdotale "

" 'Amici': così Gesù chiamò gli Apostoli. Così vuole chiamare anche noi, che, grazie al sacramento dell'Ordine, siamo partecipi del suo Sacerdozio. (...) Poteva Gesù esprimerci la sua amicizia in modo più eloquente che permettendoci, quali sacerdoti della Nuova Alleanza, di operare in suo nome, in persona Christi Capitis? Proprio questo avviene in tutto il nostro servizio sacerdotale, quando amministriamo i sacramenti e specialmente quando celebriamo l'Eucaristia. Ripetiamo le parole che Egli pronunciò sopra il pane e sopra il vino e, mediante il nostro ministero, si opera la stessa consacrazione da Lui operata. Vi può essere un'espressione dell'amicizia più completa di questa? Essa si pone al centro stesso del nostro ministero sacerdotale ".(57)

La nuova evangelizzazione deve significare per i fedeli anche una nuova chiarezza circa la centralità del Sacramento dell'Eucaristia, culmine di tutta la vita cristiana.(58) Da una parte, perché " non è possibile che si formi una comunità cristiana se non avendo come radice e come cardine la celebrazione della Sacra Eucaristia ",(59) ma anche perché " tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere d'apostolato, sono strettamente uniti alla Sacra Eucaristia e ad essa ordinati. Infatti, nella Santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa ".(60)

Nel ministero pastorale essa è anche un traguardo. Per trarne frutto i fedeli devono essere preparati. Se da una parte si fomenta in loro la " degna, attenta e fruttuosa " partecipazione alla liturgia, dall'altra risulta del tutto necessario renderli consapevoli che " sono in tal modo invitati e indotti a offrire assieme a lui se stessi, le proprie fatiche e tutte le cose create. L'Eucaristia costituisce, infatti, la fonte e il culmine di tutta l'evangelizzazione ",(61) verità questa dalla quale derivano non poche conseguenze pastorali.

E di fondamentale importanza formare i fedeli riguardo a ciò che costituisce l'essenza del santo Sacrificio dell'Altare e fomentarne la partecipazione fruttuosa all'Eucaristia.(62) E necessario anche insistere, senza mai stancarsi e senza timori, sull'obbligo di compiere il precetto festivo(63) e sulla convenienza di una frequente partecipazione, se possibile anche quotidiana, alla celebrazione della Santa Messa e alla comunione eucaristica. Bisogna anche ricordare il grave dovere di ricevere sempre il Corpo di Cristo con le dovute condizioni spirituali e corporali, e quindi premettendo la confessione sacramentale individuale, se si ha coscienza di non essere in stato di grazia. Il rigoglio della vita cristiana in ogni Chiesa particolare e in ogni comunità parrocchiale dipende in gran parte dalla riscoperta del grande dono dell'Eucaristia, in uno spirito di fede e di adorazione. Se nell'insegnamento dottrinale, nella predicazione e nella vita non si riesce a manifestare l'unione tra vita quotidiana ed Eucaristia, la frequenza eucaristica finisce per venire trascurata.

Anche a questo riguardo l'esemplarità del sacerdote celebrante è fondamentale: " Celebrare bene costituisce una prima importante catechesi sul santo Sacrificio ".(64) Anche se, evidentemente, non sarà questa l'intenzione del sacerdote, è tuttavia importante che i fedeli lo vedano prepararsi in raccoglimento per celebrare il Santo Sacrificio, che siano testimoni dell'amore e della devozione, che egli pone nella celebrazione e che possano imparare da lui a trattenersi per il ringraziamento per un certo tempo dopo la comunione.

Se una parte essenziale dell'opera evangelizzatrice della Chiesa sta nell'insegnare agli uomini a pregare il Padre per Cristo nello Spirito Santo, la nuova evangelizzazione implica il recupero e il rafforzamento di pratiche pastorali che manifestino la fede nella presenza reale del Signore sotto le specie eucaristiche. " Il Presbitero ha la missione di promuovere il culto della presenza eucaristica, anche fuori della celebrazione della Messa, impegnandosi a fare della propria chiesa una "casa di preghiera" cristiana ".(65) E necessario innanzitutto che i fedeli conoscano con profondità le condizioni imprescindibili per ricevere con frutto la comunione. Allo stesso modo è importante favorire la loro devozione per Cristo che li aspetta amorosamente nel tabernacolo. Un modo semplice ed efficace di fare catechesi eucaristica è la stessa cura materiale di tutto ciò che si riferisce alla chiesa e, in particolare, all'altare e al tabernacolo: pulizia e decoro, dignità dei paramenti e dei vasi sacri, cura nella celebrazione delle cerimonie liturgiche,(66) pratica fedele della genuflessione, ecc. E inoltre particolarmente importante assicurare un ambiente raccolto nella cappella del Santissimo, tradizione plurisecolare nella Chiesa, in modo da garantire il sacro silenzio che facilita il colloquio amoroso con il Signore. Quella cappella, o comunque quel luogo nel quale si conserva e si adora Cristo Sacramentato, è certamente il cuore dei nostri edifici sacri, e come tale dobbiamo cercare di evidenziarne ed agevolarne l'accesso per il più largo arco di tempo quotidiano possibile, di ornarlo debitamente, con vero amore.

E evidente che tutte queste manifestazioni — che non appartengono a forme di vago " spiritualismo ", ma che rivelano una devozione fondata teologicamente — saranno possibili solo a condizione che il sacerdote sia davvero un uomo di orazione e di autentica passione per l'Eucaristia. Solo il pastore che prega saprà insegnare a pregare, mentre saprà anche attrarre la grazia di Dio su coloro che dipendono dal suo ministero pastorale, in modo da favorire conversioni, propositi di vita più fervente, vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione. In definitiva, solo il sacerdote che sperimenta quotidianamente la " conversatio in coelis ", che fa diventare vita della sua vita l'amicizia con Cristo, sarà in condizione di imprimere vero impulso ad un'autentica e rinnovata evangelizzazione.




57) Giovanni Paolo II, Lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo (16 marzo 1997), n. 5: AAS 89 (1997), p. 662.



58) Cf. Conc. Ecum. Vat II, Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 2;10.



59) Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Presbyterorum Ordinis, n. 6.



60) Ibid., n. 5.



61) Cf. ibidem.



62) Cf. Giovanni Paolo II, Catechesi nell'Udienza generale (12 maggio 1993): Insegnamenti XVI, 1, (1993), p. 1197-1198.



63) Cf. Giovanni Paolo II, Lett. ap. Dies Domini (31 maggio 1998), n. 46: AAS XC (1998), p. 742.



64) Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri Tota Ecclesia, n. 49.



65) Giovanni Paolo II, Catechesi nell'Udienza generale (12 maggio 1993): Insegnamenti XVI, 1 (1993), p. 1198.



66) Cf. ibidem; Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Sacrosanctum Concilium, nn. 112, 114, 116, 120, 122-124, 128.






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