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Leo PP. XIII
Materna Ecclesiae

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Capitolo VII

Dopo cinque secoli di dominazione Saracena, quando in Africa restavano poche e quasi evanescenti tracce della Chiesa sorella, apparve in Italia colui che con grande generosità si dedicò alla salvezza delle genti Africane e perciò si propose di ristabilire tra loro la religione cattolica. Nessuno ignora che quel tale fu Francesco d’Assisi. Egli inviò a Tunisi, la città più importante dell’Africa Proconsolare, vicina a Cartagine, i suoi due seguaci Egidio ed Eletto, e impose loro di operare, per quanto possibile, tra queste genti per richiamarle alle istituzioni cattoliche. Impresa rischiosa ed aspra quant’altra mai, in cui entrambi profusero grande amore e forza d’animo; uno di loro poi congiunse alla santissima intrapresa la gloria di un nobile martirio. In seguito il Nostro Predecessore Gregorio IX incaricò altri uomini di quello stesso Ordine, di dedicarsi colà alla cura delle anime. Sennonché la loro missione fu interrotta dalla persecuzione dei barbari, e fu quindi inevitabile che la terra d’Africa restasse priva di uomini apostolici fino al XVII secolo. Allora finalmente dall’autorità della Sacra Congregazione di Propaganda del nome cristiano fu istituita una Prefettura apostolica che comprendeva le province d’Algeria, Tripolitania e Tunisia; furono incaricati di reggerla i seguaci di San Francesco detti Cappuccini.




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