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Leo PP. XIII
Materna Ecclesiae

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Capitolo X

Questi inizi favorevoli infusero in molti la speranza che, ripopolato il luogo ove sorgeva Cartagine, la principale città dell’Africa potesse essere risollevata dalla distruzione e ricevere dal Romano Pontefice, secondo le antiche istituzioni, un nuovo Vescovo. Noi Ci rallegriamo che l’esito abbia in parte esaudito quella speranza: non disperiamo che, con l’aiuto di Dio, essa sia del tutto esaudita in futuro. Infatti il Cardinale di S.R.C. Arcivescovo di Algeri Carlo Marziale Lavigerie, uomo sapiente e attivo, ottenuta l’amministrazione del Vicariato Tunisino, si dedicò alla propagazione della fede e alla stabile costituzione dell’ordine religioso. In poco tempo egli condusse a termine molte utili opere ed altre intraprese, atte a risollevare Cartagine dalle sue ceneri. E appunto nella regione chiamata Megara, vicino al luogo che Cipriano consacrò con il suo sangue e non lontano dalla sua tomba, fra le stesse rovine di Cartagine, egli fece costruire la sede episcopale con una cappella, ed ivi i vicini abitanti, soprattutto i poveri e gli sventurati, trovano ogni giorno sollievo alle loro miserie. Nella sua residenza vescovile egli ospita i preti che svolgono i loro compiti sacerdotali sia a Tunisi, sia nei luoghi più popolosi del Vicariato: e sono ancora i Francescani Cappuccini che continuano a prestare tenacemente la loro opera in questa missione. Nella regione chiamata Byrsa egli ha fondato il Seminario Cartaginese, dove gli alunni che alimentano la speranza della nuova Diocesi sono educati alla teologia, alla filosofia e alla letteratura grazie all’impegno e al magistero di capaci maestri. Egli aggiunse non poche parrocchie alle antiche; di esse, una fu collocata nel sacello che prende nome da San Lodovico, nello stesso luogo da dove il devoto re fu sottratto a questa breve vita e innalzato in cielo a sempiterna letizia. Inoltre egli aprì un ospedale per coloro che soffrivano congiuntamente di vecchiaia e di povertà; una infermeria per la cura degli ammalati bisognosi; degli edifici per l’educazione degli adolescenti di entrambi i sessi. Attratti da simili previdenze e benefici, molti cominciarono ad abitare in quei luoghi nella speranza e con l’augurio che la città potesse risorgere. Infine provvide che i mezzi necessari fossero disponibili in perpetuo per la sicurezza dell’Arcivescovo e per il compimento delle opere intraprese.




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