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Leo PP. XIII
Nobilissima Gallorum

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Capitolo VII

Innanzi tutto, per quanto concerne la società domestica, importa assaissimo che la prole nata da matrimonio cristiano venga tempestivamente istruita nei precetti della religione, e che quelle arti, con le quali la fanciullezza viene formata alla civiltà vadano associate con la preparazione religiosa. Il separare le une dall’altra è lo stesso che volere veramente che gli animi dei fanciulli rimangano neutrali nei doveri verso Dio; tale disciplina è fallace e dannosissima soprattutto nell’età infantile, perché ciò significa aprire direttamente la strada all’ateismo e chiuderla alla religione. I buoni genitori debbono assolutamente provvedere a che i propri figli, non appena sono in età di apprendere, si istruiscano nei precetti della religione, e che nelle scuole non vi sia alcuna cosa che offenda l’integrità della fede e dei costumi. Questa diligenza da usare nella formazione della prole è imposta dalla legge divina e dalla naturale, né i genitori possono per alcun pretesto credersi sciolti da tale legge.




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