La città santa di Dio che è
la Chiesa, non essendo circoscritta da alcun confine di regioni, ha la forza
trasfusale dal suo Fondatore di dilatare ogni giorno più il luogo della sua
tenda e di estendere le pelli dei suoi tabernacoli.1 Questi
accrescimenti dei popoli cristiani, sebbene siano principalmente opera
dell’intima assistenza e dell’aiuto dello Spirito Santo, tuttavia si compiono
estrinsecamente per opera di uomini e secondo l’umano costume. Infatti è
consentaneo alla sapienza di Dio che tutte le cose siano ordinate e realizzate
nel modo che conviene alla natura di ciascuna di esse. Tuttavia la specie degli
uomini e degli uffici, per mezzo dei quali si ottiene l’aumento di nuovi
cittadini a questa terrestre Sionne, non è una sola. Infatti le prime parti
spettano a coloro che predicano la parola di Dio: ciò Cristo insegnò con i suoi
esempi e con le sue profezie. Su ciò l’Apostolo Paolo insisteva con queste
parole: "Come potranno credere a colui che non hanno udito? E come
potranno udire se non vi è chi predichi?... La fede dipende dunque dalla
predicazione, e la predicazione a sua volta si attua per la parola di
Cristo".2 Codesto ufficio poi spetta a coloro che legittimamente
siano stati iniziati ai sacri misteri.
A questi, per certo, recano
non poco aiuto né lieve conforto coloro i quali sogliono o apprestare loro
soccorsi esterni o con preghiere innalzate a Dio attirare su di essi i doni
celesti. Perciò nel Vangelo vengono lodate quelle donne le quali
"soccorrevano con le proprie sostanze".3 Cristo che predicava
il regno di Dio; e Paolo attesta che a coloro i quali annunziano il Vangelo è
per divino volere concesso che vivano del Vangelo.4 Parimenti sappiamo
che Cristo diede ai suoi seguaci ed ai suoi uditori questo comando:
"Pregate il padrone della messe che mandi ad essa gli
operai",5 e che i primi suoi discepoli, dietro l’esempio degli
Apostoli, solevano supplicare Dio con queste parole: "Concedi ai tuoi
servi di annunziare con tutta fiducia la tua parola".6
Questi due uffici, che
consistono nel dare e nel pregare, oltre che essere utilissimi per allargare i
confini del regno dei cieli, hanno altresì questo di proprio, che possono
essere facilmente compiuti da uomini di qualunque condizione. Infatti, chi è
tanto povero che non possa dare una piccola moneta, o tanto occupato che non
possa qualche volta alzare a Dio una preghiera per i nunzi del Santo Vangelo?
Di questi aiuti sempre si servirono gli uomini apostolici e specialmente i
Pontefici Romani, ai quali maggiormente incombe il compito di propagare la fede
cristiana, sebbene non si sia sempre tenuto il medesimo modo di procurare tali
soccorsi, ma vario e diverso, secondo la varietà dei luoghi e la diversità dei
tempi.
ssendo tendenza della
nostra età di intraprendere le cose ardue mercé l’unione dei pareri e delle
forze di molti, vedemmo dappertutto formarsi società di cui talune furono
costituite perché contribuissero anche a promuovere la religione in alcune
regioni. Fra tutte, la più eminente è la pia associazione formata circa sessant’anni
fa a Lione, in Francia, e che prese il nome della Propagazione della fede.
Questa in principio si propose di soccorrere alcune missioni nell’America; poi,
come il grano della senape, crebbe diventando un albero gigantesco i cui rami
largamente fioriscono, e così a tutte le missioni, sparse per tutta la terra,
porge operosa beneficenza. Questa eccellente istituzione fu tosto approvata dai
Pastori della Chiesa e ricolma di splendidi elogi. I Romani Pontefici Pio VII,
Leone XII, Pio VIII, Nostri Predecessori, la raccomandarono calorosamente e la
arricchirono dei doni delle Indulgenze. Con molto maggiore impegno la promosse,
e con affetto veramente paterno la considerò Gregorio XVI, che nella Lettera
enciclica del 15 agosto 1840 [più esattamente, con il Breve Probe nostis del 18
settembre 1840] di essa parlò in questi termini: "Opera, questa, veramente
grande e santissima, che si sostiene, si allarga, si accresce con le modeste
offerte e con le quotidiane preci innalzate a Dio dagli amici di essa; opera
che, rivolta a sostenere gli operai apostolici, a esercitare la carità
cristiana verso i neofiti, a liberare i fedeli dall’impeto delle persecuzioni,
è da Noi considerata degnissima di ammirazione e di amore da parte di tutti i
buoni. Né si può credere che senza un particolare disegno della Provvidenza
divina sia toccato alla Chiesa, in questi ultimi tempi, un vantaggio, una utilità
così grande. Mentre infatti con artifici di ogni genere il nemico infernale
tormenta la diletta Sposa di Cristo, nulla di più opportuno poteva accaderle
che la difesa e gli sforzi congiunti di tutti i fedeli che sono infiammati dal
desiderio di diffondere la verità cattolica e di guadagnare tutti a
Cristo".
Dopo ciò esortava i
Vescovi, affinché ognuno nella propria diocesi alacremente operasse in modo che
una istituzione tanto salutare si accrescesse di giorno in giorno. Né
dall’indirizzo del suo Predecessore si allontanò Pio IX di gloriosa memoria, il
quale non tralasciò alcuna occasione per aiutare la benemeritissima società e
per promuovere sempre più la sua prosperità. Infatti per sua decisione vennero
concessi ai soci più ampi privilegi della indulgenza pontificia; fu spronata la
pietà cristiana a sussidiare l’opera, e i soci più illustri, dei quali fossero
provati i singolari meriti, furono decorati di varie onorificenze; infine,
alcuni aiuti esterni, destinati a questa istituzione, furono dallo stesso
Pontefice elogiati ed amplificati.
Nello stesso tempo
l’emulazione della pietà fece sì che nascessero due altre società, delle quali
l’una prese il nome della Santa Infanzia di Gesù Cristo, l’altra delle Scuole
d’Oriente. La prima ha per scopo di educare nei costumi cristiani gl’infelicissimi
bambini che i genitori, costretti dalla miseria o dalla fame, abbandonano
barbaramente, specialmente nelle regioni dei Cinesi, nelle quali è maggiormente
in uso questa sorta di crudeltà. Pertanto, la carità dei soci li raccoglie
affettuosamente e, dopo averli recuperati talvolta con il denaro, cura che siano
lavati nel fonte della rigenerazione cristiana, in modo che, con l’aiuto di
Dio, crescano nella speranza della Chiesa o almeno, presi dalla morte, possano
garantirsi il modo di acquistare l’eterna felicità.
L’altra società, che sopra
abbiamo nominata, prende cura degli adolescenti e con ogni impegno si adopera
affinché essi siano imbevuti di sana dottrina, e si adopera di allontanare da
loro i pericoli della scienza fallace, verso la quale essi sono spesso
inclinati per improvvida cupidigia d’imparare.
Del resto, l’uno e l’altro
sodalizio prestano la loro opera coadiutrice a quello più antico che si chiama Propaganda
Fide e che, sostenuto dal denaro e dalle preghiere dei popoli cristiani,
con amica alleanza opera allo stesso fine. Tutti infatti tendono a far si che
mediante la diffusione della luce evangelica moltissimi estranei alla Chiesa
vengano alla conoscenza di Dio, e adorino Lui e il Mandato da Lui, Gesù Cristo.
Quindi, come accennammo, queste due istituzioni furono elogiate con lettere
apostoliche dal Nostro Predecessore Pio IX e largamente arricchite di Sacre
Indulgenze.
Pertanto, dato che questi
tre sodalizi hanno goduto di tanta sicura grazia agli occhi dei Sommi
Pontefici, e dato che ognuno di essi non ha mai desistito dal compiere con
concorde impegno il proprio ufficio, così diedero abbondanti frutti salutari
alla Nostra Congregazione di Propaganda Fide, arrecarono non mediocre
aiuto e conforto nel sostenere i pesi delle missioni e sembrarono tanto
vigorosi da dare lieta speranza di messe più ampia per l’avvenire. Però le
molte e violente tempeste che si sono scatenate contro la Chiesa nelle regioni
già illuminate dalla luce evangelica, recarono detrimento anche a quelle opere
che erano state istituite per incivilire i popoli barbari. Infatti furono molte
le cause che diminuirono il numero e la generosità dei soci. Certamente,
venendo sparse nel mondo prave opinioni con le quali si aguzza l’appetito della
terrena felicità e si spregia la speranza dei beni celesti, che cosa ci si deve
aspettare da coloro che usano la mente per escogitare e per gustare le voluttà
del corpo? Uomini siffatti possono innalzare preghiere in forza delle quali
Dio, implorato, possa condurre con la grazia trionfante i popoli immersi nelle
tenebre alla luce divina del Vangelo? Costoro possono forse recare aiuto ai
sacerdoti che per la fede si sacrificano e combattono? Invece, per la malvagità
dei tempi avvenne che anche gli animi degli uomini pii si facessero più restii
alla munificenza, in parte perché nell’abbondanza delle iniquità si raffreddò
la carità di molti, in parte perché le angustie delle cose private, i moti di
quelle pubbliche (e si aggiunga anche il timore di tempi peggiori) fecero sì
che molti fossero tenaci nel conservare, parchi nel dare.
Al contrario le missioni
apostoliche sono strette da molteplici e gravi necessità poiché si fa ogni
giorno minore il numero dei sacri operai, né a coloro che sono rapiti dalla
morte, cadenti per la vecchiaia, logorati dalla fatica, sono pronti a succedere
missionari pari di numero e di valore. Infatti vediamo famiglie religiose, dalle
quali molti partivano per le sacre missioni, sciolte da leggi nefaste, i
chierici strappati dagli altari e costretti agli obblighi della milizia, i beni
dell’uno e dell’altro Clero quasi dappertutto messi al bando e proscritti.
Frattanto, aperto l’adito
ad altre regioni che parevano inaccessibili, cresciuta la conoscenza di luoghi
e di genti, furono richieste molte altre spedizioni di soldati di Cristo, e si
stabilirono nuove stazioni; perciò si desiderano molte persone che si dedichino
a codeste missioni ed arrechino opportuni aiuti.
Tralasciamo le difficoltà e
gli ostacoli generati dalle contraddizioni. Infatti, spesse volte uomini
fallaci, seminatori di errori, si camuffano da apostoli di Cristo, e
abbondantemente forniti di aiuti umani prevengono l’ufficio dei sacerdoti
cattolici, o si insinuano al posto di quelli che vengono a meno, o siedono su
una cattedra eretta contro di essi, ritenendo di avere sufficientemente
conseguito il loro fine, se a quelli che ascoltano la parola di Dio spiegata in
diverso modo, rendono ambigua la via della salvezza. E volesse Iddio che non riuscissero
con le loro arti! Certamente è da deplorare che quegli stessi i quali o hanno
in uggia tali maestri o non li conoscono affatto, e anelano alla pura luce
della verità, non trovino spesso l’uomo da cui siano istruiti nella sacra
dottrina ed invitati nel seno della Chiesa. Veramente i pargoli chiedono il
pane, e non vi è chi lo spezzi loro; le contrade biancheggiano di messe: questa
è molta, ma gli operai sono pochi e meno ancora forse diverranno in futuro.
Stando così le cose,
Venerabili Fratelli, stimiamo Nostro dovere stimolare lo zelo e la carità dei
cristiani, affinché, sia con le preghiere, sia con le offerte, si adoperino ad
aiutare l’opera delle sacre missioni e a promuovere la propagazione della fede.
Quanta sia l’eccellenza di tale attività lo dimostrano tanto i beni che ad essa
sono proposti, quanto i frutti che se ne ritraggono. Infatti, questa santa
opera tende direttamente ad estendere sulla terra la gloria del nome divino e
il regno di Cristo. Essa è oltremodo benefica per coloro che sono richiamati
dal fango dei vizi e dall’ombra della morte, e che, oltre ad essere resi idonei
alla salvezza eterna, sono tratti da uno stato di barbarie e da costumi
selvaggi alla dignità del vivere civile. Inoltre tale opera riesce molto utile
e fruttuosa anche a coloro i quali in qualsiasi modo vi partecipano, poiché
procura ad essi ricchezze spirituali, offre materia di merito e rende Dio quasi
debitore nei loro confronti del beneficio compiuto.
Voi dunque, Venerabili
Fratelli, chiamati a partecipare della Nostra sollecitudine, caldamente
esortiamo affinché, sorretti dalla fiducia in Dio e non turbati da qualsiasi
difficoltà, con animi concordi vi adoperiate con Noi ad aiutare attivamente ed
energicamente le missioni apostoliche. Si tratta della salute delle anime per
le quali il Nostro Redentore offerse l’anima sua e costituì Noi Vescovi e
Sacerdoti per la formazione dei santi e per la edificazione del suo corpo.
Pertanto, ciascuno nel
luogo dove da Dio fu posto a custodia del gregge, sforziamoci con ogni mezzo
affinché alle sacre missioni siano forniti quegli aiuti che, come abbiamo ricordato,
la Chiesa usò sin dai primordi, vale a dire la predicazione del Vangelo, le
preghiere e le elemosine degli uomini pii.
Se dunque troverete alcuni
zelanti della gloria divina e pronti ed idonei ad intraprendere le sacre
missioni, rincuorateli affinché, esplorata e conosciuta la volontà di Dio, non
si facciano impigrire dalla carne e dal sangue, ma si affrettino ad assecondare
le voci dello Spirito Santo.
Agli altri Sacerdoti, poi, agli
ordini religiosi dell’uno e dell’altro sesso, e infine a tutti i fedeli
affidati alle Vostre cure, inculcate con insistenza affinché con preghiere
incessanti implorino l’aiuto celeste a favore dei seminatori della divina
parola. Adoperino poi quali intercessori la Vergine Madre di Dio, che può
uccidere tutti i mostri degli errori, il suo purissimo Sposo, che molte
missioni hanno già eletto a proprio protettore e custode, e che la Sede
Apostolica ha recentemente dichiarato Patrono della Chiesa universale; i
Principi degli Apostoli e tutta la schiera da cui partì per la prima volta la
predicazione del Vangelo che risuonò per tutta la terra; infine, tutti gli
altri uomini illustri per santità, che nello stesso ministero consumarono le
forze o profusero il sangue e la vita.
Alla supplice preghiera si
unisca l’elemosina, la cui forza consiste nel far sì che coloro i quali aiutano
gli uomini dell’apostolato, ancorché separati da grandi distanze o trattenuti
in altre occupazioni, si rendano loro soci, tanto nei travagli quanto nei
meriti. Per la verità, il tempo è tale che molti sono presi dalla povertà
familiare, tuttavia nessuno per questo si perda d’animo, in quanto a nessuno
certamente può essere grave l’oblazione della piccola moneta che si richiede
per questo scopo, dato che molte offerte convogliate unitariamente possono
approntare aiuti abbastanza grandi. Ognuno poi consideri, secondo il Vostro
insegnamento, Venerabili Fratelli, che la sua liberalità non gli sarà di
iattura ma di vantaggio, poiché chi dà al povero presta a Dio, e perciò
l’elemosina fu detta la più lucrosa di tutte le attività. Infatti se, come da
promessa dello stesso Gesù Cristo, non perderà la sua mercede colui che abbia
dato un bicchiere d’acqua fresca ad uno dei suoi poveri più miseri, amplissima
mercede certamente spetterà a colui che, spesa per le sacre missioni una somma
anche esigua ed aggiuntavi la preghiera, sollecita contemporaneamente molte e
diverse opere di carità, e si fa collaboratore di Dio per la salute del
prossimo in quell’opera che i Santi Padri chiamarono la più divina fra le opere
divine.
Nutriamo certa fiducia,
Venerabili Fratelli, che tutti coloro i quali si gloriano del nome di
cattolici, meditando nella loro mente queste considerazioni ed infiammati dalle
Vostre esortazioni, non verranno meno a questa opera di pietà, che a Noi sta
tanto a cuore, né permetteranno che le loro premure di dilatare il regno di Gesù
Cristo siano vinte dall’attività e dall’impegno di coloro che si sforzano di
propagare il dominio del principe delle tenebre. Frattanto, implorando Iddio
propizio alle pie imprese dei popoli cristiani, impartiamo affettuosamente nel
Signore l’Apostolica Benedizione, testimone della Nostra singolare benevolenza,
a Voi, Venerabili Fratelli, al Clero ed al popolo affidato alla Vostra cura.
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