Di che è conferma il presente stato di cose.
Ormai è fuori di dubbio, e gli stessi uomini politici italiani lo confessano,
che la discordia con la Santa Sede non giova ma nuoce all’Italia, creandole non
poche né lievi difficoltà interne ed esterne. All’interno, disgusto dei
cattolici, al vedere tenute in niun conto e spregiate le ragioni del Vicario di
Gesù Cristo; turbamento delle coscienze; aumento d’irreligione e d’immoralità,
elementi grandemente nocivi al pubblico bene. All’estero, malcontento de’ cattolici,
che sentono compromessi insieme colla libertà del Pontefice i più vitali
interessi della cristianità; difficoltà e pericoli, che anche nell’ordine
politico possono da ciò derivare all’Italia, dai quali desideriamo con tutto
l’animo sia preservata la patria nostra. Si faccia cessare da chi può e deve il
conflitto, ridonando al Papa il posto che Gli conviene, e tutte quelle
difficoltà cesseranno d’un tratto. Anzi l’Italia se ne avvantaggerebbe
grandemente in tutto ciò che forma la vera gloria e felicità di un popolo, o
che merita il nome di civiltà; giacché com’ebbe dalla Provvidenza in sorte di
essere la nazione più vicina al Papato, così è destinata a riceverne più
copiosamente, se non lo combatte o vi si oppone, le benefiche influenze.
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