Contro la quale sarebbe vano accampare
l’accusa di essere parto del medio evo. Giacché avrebbe, come si è detto, i
sani ed utili miglioramenti voluti dai tempi nuovi: e, se nella sua sostanza,
sarebbe quello che fu nell’età di mezzo, cioè una sovranità ordinata a tutelare
la libertà e l’indipendenza dei Romani Pontefici nell’esercizio della loro
suprema autorità, che perciò? Il fine importantissimo, a cui essa serve, i
vantaggi molteplici che ne ridondano per la tranquillità del mondo cattolico e
la quiete degli Stati; la maniera mite con cui si esercita; l’impulso potente,
che sempre ha dato ad ogni genere di sapere e di civile cultura, sono elementi,
che convengono mirabilmente a tutti i tempi, siano essi gentili e tranquilli, o
siano barbari e fortunosi. Sarebbe stoltezza voler sopprimerla per ciò solo che
fiorì nei secoli di mezzo. I quali, per altro, se come tutte le epoche ebbero
vizi e costumanze biasimevoli, ebbero pure pregi così singolari, che sarebbe
vera ingiustizia disconoscerli. E più di ogni altro dovrebbe sapere apprezzarli
l’Italia, che appunto nel corso di quei secoli nelle scienze, nelle lettere,
nelle arti, nelle imprese militari e navali, nel commercio, negli ordinamenti
cittadini raggiunse tanta altezza e celebrità che non potrà esser mai distrutta
né oscurata.
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