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Leo PP. XIII
Quantunque le siano

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  • Capitolo XV
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Capitolo XV

Più volte abbiamo espresso il desiderio di vedere finalmente composto il dissidio; ed anche recentemente, nell’Allocuzione Concistoriale del 23 Maggio decorso abbiamo attestato l’animo Nostro propenso ad estendere l’opera di pacificazione, come alle altre nazioni, così in modo speciale all’Italia per tanti titoli a Noi cara e strettamente congiunta. Qui però per giungere a stabilire la concordia non basta, come altrove, provvedere a qualche interesse religioso in particolare, modificare o abrogare leggi ostili, scongiurare disposizioni contrarie che si minaccino; ma si richiede inoltre e principalmente, che sia regolata come conviene la condizione del Capo supremo della Chiesa, da molti anni per violenze ed ingiurie addivenuta indegna di lui, ed incompatibile colla libertà dell’Apostolico officio. Per questo nella citata Allocuzione avemmo cura di mettere a base di questa pacificazione la giustizia e la dignità della Sede Apostolica, e di reclamare per Noi uno stato di cose, nel quale il romano Pontefice non debba essere soggetto a nessuno, ed abbia a godere di una piena e non illusoria libertà. Non v’era luogo a fraintendere le Nostre parole e molto meno a snaturarle, torcendole ad un significato del tutto contrario al Nostro pensiero. Da quelle usciva evidente il senso inteso da Noi, essere cioè condizione indispensabile alla pacificazione in Italia rendere al romano Pontefice una vera sovranità. Giacché nello stato presente di cose è chiaro che Noi siamo più che in potere Nostro in potere di altri, dal cui volere dipende di variare, quando e come piaccia, secondo il mutar degli uomini e delle circostanze, le condizioni stesse della Nostra esistenza. Verius in aliena potestate sumus, quam Nostra, come più volte abbiamo ripetuto. E perciò sempre, nel corso del Nostro Pontificato, secondo che era debito Nostro, abbiamo rivendicato pel romano Pontefice un’effettiva sovranità, non per ambizione, né a scopo di terrena grandezza, ma come vera ed efficace tutela della sua indipendenza e libertà.




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