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Leo PP. XIII
Quantunque le siano

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  • Capitolo XVI
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Capitolo XVI

Infatti l’autorità del sommo Pontificato istituita da Gesù Cristo e conferita a S. Pietro, e per esso ai suoi legittimi Successori, i romani Pontefici, destinata a continuare nel mondo, fino alla consumazione dei secoli, la missione riparatrice del Figlio di Dio, arricchita delle più nobili prerogative, dotata di poteri sublimi, propri e giuridici, quali si richiedono pel governo di una vera e perfettissima società, non può per la sua stessa natura e per espressa volontà del suo divin Fondatore sottostare a veruna potestà terrena, deve anzi godere della più piena libertà nell’esercizio delle sue eccelse funzioni. E poiché da questo supremo potere e dal libero esercizio di esso dipende il bene di tutta quanta la Chiesa, era della più alta importanza, che la nativa sua indipendenza e libertà fosse assicurata garantita difesa attraverso i secoli, nella persona di chi ne era investito, con quei mezzi, che la divina Provvidenza avesse riconosciuti acconci ed efficaci allo scopo. E così, uscita la Chiesa vittoriosa dalle lunghe ed acerbe persecuzioni dei primi secoli, quasi a manifesto suggello della sua divinità; passata l’età, che può dirsi d’infanzia, e giunto per essa il tempo di mostrarsi nel pieno sviluppo della sua vita, cominciò pei Pontefici di Roma una condizione speciale di cose, che a poco a poco, pel concorso di provvidenziali circostanze, finì collo stabilimento del loro Principato civile. Il quale con diversa forma ed estensione, si è conservato pur tra le infinite vicende di un lungo corso di secoli fino a’ dì nostri, recando all’Italia e a tutta l’Europa, anche nell’ordine politico e civile, i più segnalati vantaggi. Sono glorie dei Papi e del loro Principato i barbari respinti od inciviliti; il despotismo combattuto e frenato; le lettere, le arti, le scienze promosse; le libertà dei Comuni; le imprese contro i Musulmani, quando erano essi i più temuti nemici non solo della religione, ma della civiltà cristiana e della tranquillità dell’Europa. Una istituzione sorta per vie sì legittime e spontanee, che ha per sé un possesso pacifico ed incontestato di dodici secoli, che contribuì potentemente alla propagazione della fede e della civiltà, che si è acquistata tanti titoli alla riconoscenza dei popoli, ha più di ogni altra il diritto di essere rispettata e mantenuta: né perché una serie di violenze e d’ingiustizie è giunta ad opprimerla, possono dirsi cambiati, riguardo ad essa, i disegni della Provvidenza. Anzi, se si considera che la guerra mossa al Principato civile dei Papi fu opera sempre dei nemici della Chiesa e in quest’ultimo tempo opera principale delle sette, che, coll’abbattere il dominio temporale, intesero spianarsi la via ad assalire e combattere lo stesso spirituale potere dei Pontefici, questo stesso conferma chiaramente essere anche oggi, nei disegni della Provvidenza, la sovranità civile dei Papi ordinata, come mezzo al regolare esercizio del loro potere apostolico, come quella che ne tutela efficacemente la libertà e l’indipendenza.




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