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Al Vicario generale di
Roma
Signor Cardinale, fra le molteplici cure che,
per dovere dall’Apostolico ministero Noi abbiamo sempre consacrato alla
conservazione e all’incremento della religione cattolica in Italia, principalissima
è quella che riguarda il Clero, dal quale in grandissima parte dipendono gl’interessi
della fede e delle anime. Perciò in ogni occasione abbiamo caldamente inculcato
che il Clero venga formato non solo alla scienza soda e verace, ma in modo
speciale alle virtù sacerdotali e allo spirito schiettamente ecclesiastico, che
è lo spirito stesso del sommo ed eterno Sacerdote Gesù Cristo. Ma la necessità
di avere un Clero così formato è molto più forte e più sentita per la città di
Roma. Qui, nella Capitale del mondo cattolico, nel centro della religione
nostra santissima, dove i cattolici convengono da ogni parte della terra per
trovarvi conforto alla loro fede, qui più che altrove è necessario che la vita
e i costumi e le opere di coloro che son chiamati luce del mondo e sale della
terra, risplendano di più chiaro e fulgido lume, affinché tutti ne traggano
edificazione e stimoli a ben fare. Perciò, come abbiamo fatto recentemente con
tutti i Vescovi d’Italia, così e molto più sentiamo ora il bisogno di
richiamare, Signor Cardinale, su questo importantissimo argomento tutta la sua
attenzione. Le condizioni proprie di Roma, il maggior numero di ecclesiastici
che qui accorrono da ogni paese, esigono maggiori cure ed industrie perché la
disciplina del Clero non abbia a soffrire per tali cause, né a perdere la sua
efficacia. È giusto qui render onore a tanta parte di ecclesiastici che,
esemplari e pieni di zelo, tutti dati alle opere del ministero e della carità
cristiana, nella devozione e nell’attaccamento alla Santa Sede e al Vicario di Gesù
Cristo, nell’obbedienza e nel rispetto verso i loro superiori e nello spirito
di unione e di concordia sentono essere riposta la più sicura garanzia del loro
retto operare, la sorgente delle maggiori benedizioni del cielo, l’efficacia
dei loro sforzi. Per essi si continuano le gloriose tradizioni del Clero
romano, che tanti e sì luminosi modelli ha lasciato all’imitazione dei posteri,
alcuni dei quali giudicati degni anche degli onori dei Santi.
Ma si sa che i nemici, in
tutte le varie forme della guerra che ora muovono alla Chiesa, prendono sempre
più specialmente di mira Roma, e in essa raccolgono le loro forze. E così anche
contro il Clero qui si è cominciata un’opera tenebrosa colla perfida mira di
screditarlo, di scinderlo, di alienarlo dai legittimi superiori e di farlo
ribelle alla loro autorità. Per tale scopo è buono ogni mezzo; ma il più
deplorevole e il più penoso si è che tra gli stessi ecclesiastici se ne possa
trovare alcuno che, dimentico dei propri doveri e della santità del suo
carattere, giunga a tanto da prestare il concorso dell’opera sua per
l’esecuzione d’intendimenti così perversi. Per questi motivi è da avvisare
senza indugio e con tutta energia al pericolo. Importa moltissimo che alla educazione
del giovane Clero si dieno le cure più intelligenti e più assidue; che si usi
il più oculato discernimento e le maggiori cautele nell’ammissione di quella
parte di Clero che viene da altre diocesi; che gli uni e gli altri non sieno
troppo lasciati in loro balìa, ma sia per ciò che riguarda la loro condotta,
sia per ciò che spetta all’esercizio dei diversi ministeri ed offici, sappiano
di esser sempre sotto l’occhio vigile dei superiori e sentano sempre il freno
salutare di una ferma e saggia disciplina.
Ma sopra ogni altra cosa
interessa che tutti sieno animati di quello spirito di santità, di abnegazione,
di sacrificio, di zelo che è proprio del loro carattere, e che li rende veri
ministri di Cristo. A tale effetto nulla può essere più opportuno che chiamarli
tutti di tanto in tanto a raccogliersi negli Esercizi spirituali, che sono di
una mirabile efficacia per la riforma della vita, per la perseveranza nel bene
e per dare nuovo vigore allo spirito, in mezzo ai pericoli e a tante cause di
dissipazione che offre il mondo. Sappiamo che qui già vige il santo costume del
ritiro spirituale per gli ecclesiastici: ma ora vogliamo qualche cosa di più
speciale, e nominatamente che tutto il Clero di Roma, senza eccezione, debba
consacrare nell’anno prossimo alcuni giorni al ritiro e alla preghiera. A Lei,
Signor Cardinale, affidiamo la cura di tutto predisporre per l’esecuzione di
questa Nostra volontà; e siamo certi che tutti gli ecclesiastici risponderanno
volonterosi all’invito, ed entrando nelle Nostre viste sapranno trarre da
questa grazia singolare, che Dio loro prepara, quel maggiore e più durevole
profitto che Noi così ardentemente bramiamo.
A tale effetto imploriamo sopra di essi le
più copiose benedizioni del cielo: ed a Lei, Signor Cardinale, e a tutto il
Clero e popolo di Roma impartiamo di cuore l’Apostolica benedizione.
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