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Plinio Corrêa de Oliveira
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9. La democrazia secondo la dottrina sociale della Chiesa - Due eccessi da evitare: archeologismo e falsa restaurazione

 

Ci si può chiedere se Pio XII, con questi insegnamenti emessi in un'epoca in cui il più grossolano e completo desiderio di uguaglianza prevaleva dovunque, abbia cercato di reagire contro questa tendenza ugualitaria condannando la democrazia.

Su tale questione bisogna fare alcune osservazioni.

La dottrina sociale della Chiesa ha sempre affermato la legittimità delle tre forme di governo, sia la monarchica che la aristocratica che la democratica. D'altra parte, ha sempre rifiutato di accettare la teoria secondo cui l'unica forma di governo compatibile con la giustizia e la carità sarebbe quella democratica.

Certo, san Tommaso d'Aquino insegna che, di principio, la monarchia costituisce una forma di governo superiore alle altre. Questo però non esclude che le circostanze concrete possano rendere più consigliabile l'aristocrazia o la democrazia in alcuni Stati.

Ed egli vede di buon occhio le forme di governo in cui si articolano armonicamente elementi monarchici, aristocratici e democratici. 88

A sua volta Leone XIII, nello spiegare la dottrina sociale della Chiesa sulle forme di governo, dichiara:

Teoricamente parlando, si potrebbe definire qual'è la migliore delle sue forme, considerate in se stesse”. 89 Tuttavia, il Pontefice non dice quale sia questa forma.

Eppure, bisogna notare il tono categorico di questa affermazione, benché essa sembra a prima vista essere condizionale: “si potrebbe definire”.

Di fatto, ciò che il Pontefice intende dire è che è possibile, se il pensatore si mantiene nel mero terreno dei princìpi, definire quale sia la migliore forma di governo. In effetti egli aggiunge: “Si può ugualmente affermare, con piena verità, che ciascuna di esse è buona, purché sappia indirizzare direttamente al proprio fine, ossia al bene comune per il quale l'autorità sociale è costituita; bisogna infine aggiungere che, da un punto di vista relativo, tale o talaltra forma di governo può essere preferibile, se si adatta meglio al carattere ed ai costumi di questa o quella nazione”. 90

Rimane da domandarsi quale sarebbe, secondo il pensiero del Pontefice, questa forma di governo da considerare come la migliore nel mero campo dei princìpi.

Per rispondere a questa domanda, bisogna tener presente l'Enciclica Aeterni Patris del 4 agosto 1879 sulla restaurazione della Scolastica in conformità alla dottrina di san Tommaso d'Aquino.

Fra molti altri elogi rivolti all'opera del grande Dottore della Chiesa, vengono menzionati questi:

“È noto che quasi tutti i fondatori e legislatori degli ordini religiosi hanno comandato ai loro seguaci di studiare la dottrina di san Tommaso e di aderirvi religiosamente, stabilendo che a nessuno fosse lecito allontanarsi impunemente, per poco che fosse, dalle orme di un così grande Maestro. (...)

“Per giunta, i Romani Pontefici Nostri predecessori hanno onorato la sapienza di Tommaso d'Aquino con singolari elogi e testimonianze amplissime.

“Si aggiunga, (...) per completare, la testimonianza di Innocenzo VI: 'Paragonata con le altre, ad eccezione di quella canonica, la sua dottrina ha in tal modo, proprietà di linguaggio, ordine nelle materie, verità nelle sentenze, che a colui che la segue non accadrà mai di allontanarsi dal cammino della verità, mentre colui che l'impugna sarà sempre sospetto di errore' (Sermone su san Tommaso d'Aquino) (...)

“Ma la maggior gloria appunto di Tommaso (...) consiste nel fatto che i Patri tridentini, per stabilire l'ordine nello stesso Concilio, vollero che, assieme con i libri della Scrittura e i decreti dei Sommi Pontefici, fosse in vista sull'altare la Somma di san Tommaso d'Aquino, alla quale domandare consigli, argomenti e oracoli”. 91

Non bisogna supporre che, in questo campo, il pensiero di Leone XIII differisca da quello di san Tommaso. Al riguardo, è degna di speciale attenzione la seguente frase dello stesso Pontefice:

“Noi non abbiamo mai voluto aggiungere niente né alle sentenze dei grandi Dottori sul valore delle diverse forme di governo, né alla dottrina cattolica ed alla tradizione di questa Sede Apostolica sul grado dell'obbedienza dovuta ai poteri costituiti”. 92

D'altronde, essendo la democrazia il governo del popolo, ed essendo il concetto della dottrina sociale della Chiesa sul popolo profondamente diverso da quello neopagano corrente - nel quale per popolo s'intende solo la massa - è evidente che lo stesso concetto cattolico di democrazia differisce profondamente da ciò che generalmente s'intendendo come tale. 93

Di fronte alla valanga ugualitaria, Pio XII - senza manifestare preferenze politiche - cerca di prendere la tendenza democratica per quello che è, e cerca di guidarla in modo da evitare danni al corpo politico-sociale.

Lo fa quando, durante la ricostruzione dell'Italia del dopoguerra, questo consiglio alla nobiltà romana: “Tutti generalmente ammettono che questa riorganizzazione non può essere concepita come un puro e semplice ritorno al passato. Un simile regresso non è possibile; pur nel suo moto spesso disordinato, con esso, senza unitàcoerenza, il mondo ha continuato a camminare; la storia non si arresta, non può arrestarsi; essa avanza sempre, proseguendo la sua corsa, ordinata e rettilinea ovvero confusa e contorta, verso il progresso ovvero verso una illusione di progresso”. 94

Nel ricostruire una società, come nel rifare un edificio, bisogna evitare due errori estremi: la ricostruzione meramente archeologica e la costruzione di un edificio interamente diverso, ossia una ricostruzione che non sarebbe tale. Dice il Pontefice:

“Come non si potrebbe concepire a modo di una ricostituzione archeologica la ricostruzione di un edificio, che deve servire ad usi odierni, così essa neppure sarebbe possibile secondo disegni arbitrari, anche se fossero teoricamente i migliori e i più desiderabili; occorre tener presente la imprescindibile realtà, la realtà in tutta la sua estensione”. 95

 

 




88 Per ben comprendere quanto abbiamo esposto sulla dottrina della Chiesa e del pensiero di san Tommaso d'Aquino sulle diverse forme di governo, è di capitale importanza la lettura dei testi pontifici e di quelli del santo Dottore della Chiesa riportati nell'Appendice II, corredati dai nostri commenti.



89 Au milieu des sollicitudes, in Acta Sanctae Sedis, Ex Typographia Polyglotta, Romae 1891-1892, vol. XXIVp.523.



90 Ibidem.



91 Acta Sanctae Sedis, ex Typographia Polyglotta, Romae 1894, vol. XII,  pp. 109-110.



92 LetteraNous avons reçu” al cardinale Matthieu del 28 marzo 1897, in La Pace interna delle nazioni, Edizioni Paoline, II edizione, Roma 1959, p. 238.



93 Cfr. Capitolo III.



94 PNR 1945p. 274.



95 PNR 1945p. 274.






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