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Plinio Corrêa de Oliveira Nobiltà ed élites tradizionali analoghe… IntraText CT - Lettura del testo |
10. Istituzioni altamente aristocratiche sono necessarie anche nelle democrazie
Ora, sebbene la Chiesa non pretenda distruggere la democrazia, desidera però che questa venga bene intesa e che ne risulti netta la distinzione tra il concetto cristiano e quello rivoluzionario.
Giunge qui a proposito ricordare, al riguardo, quanto insegna Pio XII sul carattere tradizionale e sul tonus aristocratico della democrazia veramente cristiana:
“Già in altra occasione Noi abbiamo parlato delle condizioni necessarie, acciò che il popolo sia maturo per una sana democrazia. Ma chi può condurlo ed elevarlo a questa maturità? Senza dubbio molti insegnamenti potrebbe la Chiesa a tale riguardo trarre dal tesoro delle sue esperienze e della sua propria azione civilizzatrice. Ma la vostra presenza qui Ci suggerisce una particolare osservazione. Per testimonianza della storia, là ove vige una vera democrazia, la vita del popolo è come impregnata di sane tradizioni, che non è lecito di abbattere. Rappresentanti di queste tradizioni sono anzitutto le classi dirigenti, ossia i gruppi di uomini e donne o le associazioni, che danno, come suol dirsi, il tono nel villaggio e nella città, nella regione o nell'intero Paese.
“Di qui, in tutti i popoli civili, l'esistenza e l'influsso d'istituzioni, eminentemente aristocratiche nel senso più alto della parola, come sono talune accademie di vasta e ben meritata rinomanza. Anche la nobiltà è del numero: senza pretendere alcun privilegio e monopolio, essa è o dovrebbe essere una di quelle istituzioni; istituzione tradizionale, fondata sulla continuità di un'antica educazione. Certo, in una società democratica, qual vuole essere la moderna, il semplice titolo della nascita non è più sufficiente ad acquistare autorità e credito; per conservare quindi degnamente la vostra elevata condizione e il vostro grado sociale, anzi per aumentarlo e innalzarlo, voi dovete essere veramente un'élite, dovete adempire le condizioni e corrispondere alle esigenze indispensabili nel tempo in cui ora viviamo”. 96
Una nobiltà o una élite tradizionale - il cui ambiente sia brodo di coltura per la formazione di elevate qualità dell'intelligenza, della volontà e della sensibilità, e che basa il proprio prestigio sul merito di ogni generazione sopraggiungente - non è quindi, secondo Pio XII, un fattore eterogeneo e contraddittorio in una democrazia veramente cristiana, ma un suo prezioso elemento. Abbiamo così visto fino a che punto la democrazia autenticamente cristiana differisce da quella ugualitaria, predicata dalla Rivoluzione, nella quale la distruzione di tutte le élites - e fra queste specialmente la nobiltà - è considerata come condizione essenziale di autenticità democratica. 97