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Plinio Corrêa de Oliveira
Nobiltà ed élites tradizionali analoghe…

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4. Altro modo di rifiutare la propria missione:

lasciarsi corrompere e deteriorare

 

Tuttavia, la nobiltà e le élites tradizionali possono peccare contro la loro missione anche lasciandosi guastare dall'empietà e dall'immoralità:

“L'alta società francese del secolo decimottavo ne fu, fra molti altri, un tragico esempio. Mai società non fu più raffinata, più elegante, più brillante, più affascinatrice. I godimenti più svariati dello spirito, una intensa coltura intellettuale, un'arte finissima di piacere, una squisita delicatezza di maniere e di linguaggio, dominavano in quella società esternamente così cortese ed amabile, ma ove tutto - libri, racconti, figure, arredi, abbigliamenti, acconciature - invitava ad una sensualità che penetrava nelle vene e nei cuori, ove la stessa infedeltà coniugale non sorprendevascandalizzava quasi più. Così essa lavorava alla sua propria decadenza e correva verso l'abisso scavato con le sue stesse mani”. 117

Nel corrompersi in questo modo, la nobiltà e le élites tradizionali esercitano un'azione tragicamente distruttiva sulla società, che dovrebbe vedere in esse un esempio e un incentivo alla pratica delle virtù e al bene. Esse quindi hanno il dovere della riparazione in questa crisi contemporanea, tenendo presente questa azione distruttiva esercitata nel passato e nel presente.

La storia è fatta principalmente dalle élites. Perciò, se l'azione della nobiltà cristiana è stata altamente benefica, la sua paganizzazione è stata uno dei punti di partenza della catastrofica crisi contemporanea:

Conviene tuttavia ricordare che tale cammino verso la incredulità e la irreligione ebbe il suo punto di partenza non dal basso, ma dall'alto, vale a dire dalle classi dirigenti, dai ceti elevati, dalla nobiltà, da pensatori e filosofi. Non intendiamo qui di parlare - notate bene - di tutta la nobiltà, e ancor meno della nobiltà romana, la quale largamente si distinse per la sua fedeltà alla Chiesa e a questa Sede Apostolica (...), ma, in generale, della nobiltà in Europa. Negli ultimi secoli non si rileva forse nell'occidente cristiano una evoluzione spirituale, che, per così dire, orizzontalmente e verticalmente, in larghezza e in profondità, sempre più veniva demolendo e scalando la fede, conducendo a quella rovina, che presentano oggi moltitudini di uomini senza religione od ostili alla religione, o almeno animati e traviati da intimo e mal concepito scetticismo verso il soprannaturale e il cristianesimo?

Avanguardia di questa evoluzione fu la cosiddetta Riforma protestante, nelle cui vicende e guerre una gran parte della nobiltà europea si staccò dalla Chiesa cattolica e se ne appropriò i beni. Ma la incredulità propriamente si diffuse nei tempi che precedettero la rivoluzione francese. Gli storici notano che l'ateismo, anche sotto la lustra di deismo, si era allora propagato rapidamente nell'alta società in Francia e altrove: credere in Dio creatore e redentore era divenuto, in quel mondo dedito a tutti i piaceri dei sensi, quasi cosa ridicola e disdicevole a spiriti colti e avidi di novità e di progresso.

“Nella maggior parte dei 'saloni' delle più grandi e raffinate dame, ove si agitavano i più ardui problemi di religione, di filosofia, di politica, letterati e filosofi, fautori di dottrine sovvertitrici, erano considerati come il più bello e ricercato ornamento di quei ritrovi mondani. L'empietà era di moda nell'alta nobiltà, e gli scrittori più in voga nei loro attacchi contro la religione sarebbero stati meno audaci, se non avessero avuto il plauso e l'incitamento della società più elegante. Non già che la nobiltà e i filosofi; si proponessero tutti e direttamente come scopo lo scristianamento delle masse. Al contrario, la religione avrebbe dovuto rimanere per il popolo semplice, come mezzo di governo in mano dello Stato. Essi però si sentivano e stimavano superiori alla fede e ai suoi precetti morali: politica ben presto dimostrata si funesta e di corta veduta, anche a chi la considerasse dall'aspetto puramente psicologico.

“Con rigore di logica, potente nel bene, terribile nel male, il popolo sa tirare le conseguenze pratiche dalle sue osservazioni e dai suoi giudizi, fondati o erronei che siano. Prendete in mano la storia della civiltà negli ultimi due secoli: essa vi palesa e dimostra quali danni alla fede e ai costumi dei popoli abbiano prodotti il cattivo esempio che scende dall'alto, la frivolezza religiosa delle classi elevate, l'aperta lotta intellettuale contro la verità rivelata”. 118

 

 




117 PNR 1945pp. 276-277.



118 PNR 1943pp. 358-360.






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