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Plinio Corrêa de Oliveira
Nobiltà ed élites tradizionali analoghe…

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2. La gens dei romani e il génos dei greci

 

“Nei problemi difficili che la storia spesso ci presenta, è bene chiedere ai termini linguistici tutte le informazioni che possono darci: un'istituzione, talvolta, è spiegata dalla parola che la designa. Ora, la parola gens è esattamente la stessa cosa che la parola genus, fino al punto che si poteva scambiarle l'una con l'altra, e dire indifferentemente: gens Fabia e genus Fabium; tutte e due corrispondono al verbo gignere e al sostantivo genitori assolutamente come génos corrisponde a gennãs e a goneús: tutte queste parole hanno in sé l'idea di filiazione. (...)

“Si paragonino a tutte queste parole quelle che abbiamo l'abitudine di tradurre con famiglia, il latino familia, il greco oíkos. Né l'una né l'altra parola contengono in sé il senso di generazione o di parentela; il significato vero di familia è quello di 'proprietà': essa indica il campo, la casa, il danaro, gli schiavi; e per questo le Dodici Tavole dicono, parlando dell'erede, familiam nancitor, 'ch'egli prenda la successione'. Quanto a oíkos, è chiaro che tale parola non presenta alla mente altra idea che quella di proprietà o di domicilio. Queste sono le parole che traduciamo comunemente con 'famiglia'. Ora, è ammissibile mai che parole, il cui senso intrinsico è di domicilio o di proprietà, abbian potuto essere adoperate spesso per indicare la famiglia, e che altre parole, il cui senso intrinseco è di filiazione, nascita, paternità, non abbiano mai indicato se non un'associazione artificiale? Questo non sarebbe certo conforme alla proprietà e alla precisione delle lingue antiche. Senza dubbio, i Greci e i Romani ammettevano alle parole gens e génos l'idea d'un'origine comune.

“Da tutti gl'indizi la gens ci appare unita da un legame di nascita. (...)

Risulta da tutto questo che la gens non era un'associazione di famiglie, ma era la famiglia stessa: poteva indifferentemente comprendere un ramo solo, o avere rami numerosi; ma era sempre una sola famiglia.

“D'altra parte, è facile rendersi conto della formazione della gens antica e della sua natura, se ci riportiamo alle vecchie credenze e alle vecchie istituzioni che abbiamo osservate più sopra; e si riconoscerà pure che la gens è derivata molto naturalmente dalla religione domestica e dal diritto privato delle età antiche. (...) Osservando che cos'era l'autorità nella famiglia antica, abbiamo visto che i figli non si separavano dal padre; studiando le regole della trasmissione del patrimonio, abbiamo visto che, per il principio della comunità del possesso, i fratelli minori non si separavano mai dal maggiore. Il focolare, la tomba, il patrimonio, tutto, in origine, era indivisibile: per conseguenza era indivisibile anche la famiglia; il tempo non la smembrava. Questa famiglia indivisibile, che si sviluppava attraverso le età, perpetuando di secolo in secolo il suo culto e il suo nome, era proprio la gens antica.

“La gens era la famiglia, ma la famiglia che aveva conservato l'unità voluta dalla sua religione, e che aveva raggiunto tutto lo sviluppo permessole dall'antico diritto privato.

Ammessa questa verità, tutto ciò che gli scrittori antichi ci dicono della gens, diventa chiaro. La stretta solidarietà che s'è notata or ora tra i suoi membri, non ha più nulla di sorprendente: sono parenti per la nascita”. 248

 

 




248 idem, pp. 119, 120, 121 e 122.






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