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Plinio Corrêa de Oliveira
Nobiltà ed élites tradizionali analoghe…

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3. Le disuguaglianza derivanti dalla natura debbono esistere anche in una vera democrazia

 

Il Pontefice, di seguito, distingue la vera dalla falsa democrazia: la prima è corollario dell'esistenza di un vero popolo, la seconda è a sua volta conseguenza della riduzione del popolo a mera massa umana.

4. “Da ciò appare chiara un'altra conclusione: la massa - quale Noi abbiamo or ora definita - è la nemica capitale della vera democrazia e del suo ideale di libertà e di uguaglianza.”

5. “In un popolo degno di tal nome, il cittadino sente in se stesso la coscienza della sua personalità, dei suoi doveri e dei suoi diritti, della propria libertà congiunta col rispetto della libertà e della dignità altrui. In un popolo degno di tal nome, tutte le ineguaglianze, derivanti non dall'arbitrio, ma dalla natura stessa delle cose, ineguaglianze di cultura, di averi, di posizione sociale - senza pregiudizio, ben inteso, della giustizia e della mutua carità - non sono affatto un ostacolo all'esistenza ed al predominio di un autentico spirito di comunità e di fratellanza. Che anzi esse, lungi dal ledere in alcun modo l'uguaglianza civile, le conferiscono il suo legittimo significato, che cioè, di fronte allo Stato, ciascuno ha il diritto di vivere onoratamente la propria vita personale, nel posto e nelle condizioni in cui i disegni e le disposizioni della Provvidenza l'hanno collocato.”

Questa definizione della retta e legittimauguaglianza civile”, come pure dei correlativi concetti di “fratellanza” e “comunitàenunciati nello stesso paragrafo, chiarisce a sua volta, con ricchezza di pensiero e proprietà di espressione, il significato, secondo la dottrina cattolica, della verauguaglianza”, “fratellanza” e “comunità”. Queste “uguaglianza” e “fratellanza” sono radicalmente opposte a quelle che, nel XVI secolo, furono stabilite dalle sette protestanti, in misura maggiore o minore, nelle loro strutture ecclesiastiche; e sono ugualmente opposte al trinomio tristemente celebre che la Rivoluzione francese e i suoi seguaci in tutto il mondo inalberarono come motto dell'ordinamento civile e sociale; e che infine la Rivoluzione russa del 1917 estese all'ordinamento socio-economico. 32

Questa osservazione è particolarmente importante se teniamo presente che, nel linguaggio corrente usato non solo nei colloqui privati ma anche nei mass-media, queste parole vengono intese il più delle volte nel senso erroneo e rivoluzionario.

 

 




32 Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Controrivoluzione, Cristianità, Piacenza 1978, pp. 72-75. Si veda anche l'Appendice I di questo studio.






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