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Plinio Corrêa de Oliveira
Nobiltà ed élites tradizionali analoghe…

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7. Le virtù specifiche dei nobili si comunicano a qualsiasi mestiere che esercitano

 

Prosegue il Pontefice: “È però chiaro che il vigore e la fecondità delle opere non può manifestarsi sempre con forme ormai tramontate. Ciò non significa che sia stato ristretto il campo alla vostra attività; è stato, al contrario, ampliato nella totalità delle professioni e degli uffici. Tutto il terreno professionale è aperto anche a voi: in ogni suo settore potete essere utili per rendervi insigni: negli uffici della pubblica amministrazione e nel governo, nelle attività scientifiche, culturali, artistiche, industriali, commerciali”. 54

Il Sommo Pontefice allude, in questo passo, al fatto che, nel regime politico e socio-economico in vigore prima della Rivoluzione francese, certe professioni non erano generalmente esercitate dalla nobiltà in quanto considerate ad essa inferiori. Il loro esercizio comportava perfino, a volte, la perdita della condizione nobiliare. Possiamo ad esempio menzionare il commercio, riservato in molti luoghi, di solito, alla borghesia ed alla plebe.

Queste restrizioni andarono cadendo nel corso dei secoli XIX e XX, fino a sparire interamente nei nostri giorni.

Pio XII sembra tener presente, in questo passo, che gli sconvolgimento delle due Guerre Mondiali, che hanno segnato questo secolo, avevano rovinato economicamente un considerevole numero di stirpi nobiliari, i cui membri furono così ridotti all'esercizio di professioni subalterne, inadatte non soltanto alla nobiltà ma anche all'alta e media borghesia. Si può perfino parlare di proletarizzazione di certi nobili.

Di fronte a una realtà così dura, Pio XII esorta queste stirpi a non dissolversi nella banalità dell'anonimato ma al contrario, praticando le proprie virtù tradizionali, ad agire con  “vigore e fecondità” e a comunicare così una caratteristica specificamente nobile a qualsiasi lavoro che esercitino per propria scelta, o che siano obbligati ad accettare in conseguenza della dura necessità. In questo modo la nobiltà tornerà ad essere compresa e rispettata anche nelle condizioni più penose!

 

 




54 PNR 1958, pp. 709-710.






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