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Plinio Corrêa de Oliveira
Nobiltà ed élites tradizionali analoghe…

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9. La più alta funzione sociale della Nobiltà: conservare, difendere e diffondere gli insegnamenti cristiani contenuti nelle nobili tradizioni che la distinguono

 

Nella sua allocuzione del 1958, il Pontefice si riferisce al dovere di resistenza morale alla corruzione moderna, come còmpito generico delle “classi elevate, tra cui è la vostra”, ossia quella del Patriziato e della Nobiltà romana: “Vorremmo infine che il vostro influsso nella società le risparmiasse un grave pericolo proprio dei tempi moderni. È noto che la società progredisce e si eleva quando le virtù di una classe si diffondono nelle altre; decade, al contrario, se si trasferiscono dall'una alle altre i vizi e gli abusi. Per la debolezza dell'umana natura si verifica più sovente la diffusione di questi, ed oggi con tanto maggiore celerità, quanto più facili sono i mezzi di comunicazione, l'informazione ed i contatti personali, non solo fra nazione e nazione, ma tra continenti. Accade nel campo morale ciò che si verifica in quello della sanità fisica: né le distanze né le frontiere impediscono ormai più che un germe epidemico raggiunga in breve tempo lontane regioni. Ora le classi elevate, tra cui è la vostra, a causa delle molteplici relazioni e dei frequenti soggiorni in Paesi dallo stato morale differente, e forse anche inferiore, potrebbero divenire facili veicoli di traviamenti nei costumi”. 57

Il Santo Padre delinea più specificamente le caratteristiche di questo dovere che spetta alla Nobiltà: è un dovere di resistenza che va compiuto innanzitutto nel campo dottrinale, ma che si estende anche al terreno dei costumi.

“Per quanto a voi spetta, vegliate e adoperatevi, affinché le perniciose teorie ed i perversi esempi non riscuotano giammai la vostra approvazione e simpatia, tantomeno trovino in voi favorevoli veicoli e focolai d'infezione”.

Questo dovere è parte integrante del “profondo rispetto alle tradizioni che coltivate e con cui intendete distinguervi nella società”. Queste tradizioni sono “preziosi tesori” che spetta alla nobiltàserbare in mezzo al popolo”.

“Può essere questa la più alta funzione sociale dell'odierna nobiltà; certamente è il maggior servizio, che voi potete rendere alla Chiesa ed alla Patria”, 58 dice il Sommo Pontefice.

Conservare, difendere e diffondere gli insegnamenti cristiani contenuti nelle nobili tradizioni che la contraddistinguono: quale uso più elevato potrebbe fare la nobiltà dello splendore dei secoli passati, che ancor oggi la illumina e la pone il rilievo? 59

 

 




57 PNR 1958, p. 710.



58 PNR 1958p. 710.



59 Sulla nobiltà come fattore che predispone e stimola alla pratica delle virtù cristiane, si veda specialmente l'ammirevole omelia di San Carlo Borromeo riprodotta in Documenti IV, 8.






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