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Plinio Corrêa de Oliveira
Nobiltà ed élites tradizionali analoghe…

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4. Gli insegnamenti di Pio XII: valido scudo davanti agli attacchi alla nobiltà

 

Non è impossibile che alcuni lettori appartenenti alla nobiltà si domandino che beneficio possano trarre dalla lettura di questo studio. Infatti, penseranno, la maggior parte di questi insegnamenti non li abbiamo forse già ricevuti nell'àmbito venerato del focolare paterno, ricco di tradizioni di alto significato formativo e morale? Non li abbiamo già praticati per tutta la vita, con gli occhi levati al nostalgico esempio dei nostri antenati?

È ben vero che forse non era tanto chiara nel loro animo l'inestimabile radice religiosa di questi doveri, né il loro fondamento nei documenti pontifici. Tuttavia - domanderanno ancora - in che cosa ci porterà un vero arricchimento dell'anima il conoscere tutto questo, se quello che custodivamo come preziosa eredità domestica è stato finora sufficiente per dare alla nostra vita un orientamento insieme genuinamente aristocratico e genuinamente cristiano?

Un aristocratico che, avanzando queste motivazioni, giudicasse inutile lo studio degli immortali testi di Pio XII sulla nobiltà romana - così validi per tutta la nobiltà europea - dimostrerebbe di essere superficiale tanto nello spirito quanto nella formazione religiosa.

L’integrità morale del cattolico, o si fonda sulla conoscenza lucida e amorevole degli insegnamenti della Chiesa e nella radicata adesione ad essi, oppure manca di serio fondamento, rischiando di crollare da un momento all'altro, soprattutto nel periodo turbolento e saturo di incitamenti al peccato e alla rivoluzione sociale dell'attuale società post-cristiana.

Contro le seduzioni e le pressioni di questa società, la soave e profonda influenza della formazione domestica non basta, se non viene sostenuta dagli insegnamenti della Fede e dall'osservanza effettiva dei Comandamenti, come pure dalla pratica assidua dei doveri di pietà e dal ricorso frequente ai Sacramenti.

In questa prospettiva, è necessariamente di grande incoraggiamento per il vero aristocratico cattolico sapere che il suo modo tradizionale di pensare, sentire ed agire, proprio in qualità di aristocratico, trova ampio e stabile fondamento negli insegnamenti del Vicario di Cristo. Questo è tanto più sicuro in quanto il nobile, nell'epoca di democratismo neopagano in cui vive, va soggetto a incomprensioni, contestazioni e perfino sarcasmi talvolta così insistenti da potersi esporre alla vile tentazione di vergognarsi di essere nobile. Ne nascerà facilmente la speranza di sottrarsi a questa situazione scomoda abbandonando tacitamente o espressamente la sua condizione nobiliare.

Gli insegnamenti di Pio XII al riguardo, che qui pubblichiamo e commentiamo, gli faranno in questa emergenza da scudo validissimo davanti agli ostinati nemici della nobiltà, giacché costoro sono obbligati a riconoscere che il nobile fedele a se stesso, alla Fede ed alle sue tradizioni non è uno stravagante che ha elucubrato per proprio conto le convinzioni e lo stile di vita che lo caratterizzano. Tutto questo gli deriva da una fonte immensamente più alta, da un'ispirazione immensamente più universale rappresentata dall'insegnamento tradizionale della Chiesa cattolica.

Questo insegnamento, è possibile che sia odiato dagli oppositori della nobiltà. Tuttavia non è loro possibile degradarlo a semplice categoria di elucubrazione individuale fatta da uno stravagante paladino donchisciottesco di un mondo che fu e non potrà più esistere.

Tutto questo non persuaderà forse il contestatore, ma imporrà alla sua offensiva un calo di disinvoltura e di forza d'impatto, il che è polemicamente molto vantaggioso per l'apologista della nobiltà e delle élites tradizionali.

Questo vale soprattutto se il detrattore della classe nobiliare sia un cattolico o – proh dolor! - un sacerdote.

Nella tragica crisi in cui si dibatte la Chiesa14 - alla quale allude Paolo VI impiegando l'espressione “autodemolizione” e affermando di avere la sensazione che il “fumo di Satana è penetrato nel tempio di Dio”. 15 (2)

“Riferendosi alla situazione della Chiesa di oggi, il Santo Padre afferma di avere                               la sensazione che ‘da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio”'(Omelia “Resistite Fortes in Fide”, 29/6/72, in Insegnamenti di Paolo VI, Tipografia Poliglotta Vaticana, 1972, vol. X, p. 707). - Non è difficile che ciò avvenga e che un'offensiva contro la nobiltà, come pure contro altre élites tradizionali e addirittura non tradizionali, pretenda di basarsi su passi della Sacra Scrittura. In questa circostanza, è molto importante per il nobile, come per i membri di ogni altra élite, appoggiarsi all'insegnamento di Pio XII e anche dei suoi predecessori e successori, mettendo l'oppositore nella situazione di confessare il suo errore, o di porsi in esplicita contraddizione con gli insegnamenti pontifici citati in questo studio.

 

 




14 La bibliografia su questo tema è vasta. Si veda specialmente: Vittorio Messori a colloquio col cardinale Joseph Ratzinger, Rapporto sulla fede, Edizioni Paoline, Milano 1985, 218 pp.; Romano Amerio, Iota unum – Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX, Riccardo Ricciardi Editore, Milano-Napoli 1985, 656 pp. A titolo di esempio, riportiamo qui alcune altre opere riguardanti questa crisi: Dietrich von Hildebrand, Le cheval de Troie dans la cité de Dieu, Beauchesne, Parigi, 1970, 239 pp.; dr. Rudolf Graber, vescovo di Ratisbona, Athanasius und die Kirche unserer Zeit, Verlag und Druck Joseph Kral, Abensber, 1973, 87 pp.; Dietrich von Hildebrand, Der verwustete Weinberg, Verlag Joseph Habbel, Ratisbona 1973, 247 pp.; Cornelio Fabro, L'avventura della teologia progressista, Rusconi Editore, Milano 1974, 322 pp.; Cornelio Fabro, La svolta antropologica di Kart Rahner, Rusconi Editore, Milano 1974, 250 pp.; Anton Holzer, Vatikanum II - Reform-konzil oder Konstituante einer neuer Kirche, Saka, Basel, 1977, 352 pp.; Wiegand Siebel, Katholisch oder konziliar - Die Krise der Kirche heute, Langen Muller, Munchen-Wien, 1978, 469 pp.; Cardinale Giuseppe Siri, Gethsemani - Réflexions sur le mouvement théologique contemporain, Téqui, Paris, 1981, 384 pp.; Enrique Rueda, The Homosexual Network, The Devin Adair Company, Old Greenwich, Connecticut, 1982, 680 pp.; prof. George May, Der Glauben in der nachkonziliaren Kirche, Mediatrix Verlag, Wien, 1983, 271 pp.; Richard Cowden-Guido, John Paul II and the Battle for Vatican II, Trinity Communications, Manassas, Virginia, 1986, 448 pp.



15 "La Chiesa attraversa oggi un momento di inquietudine. Taluni si esercitano nell'autocritica, si direbbe perfino nell'autodemolizione. È come un rivolgimento interiore acuto e complesso, che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio. (...) La Chiesa viene colpita pure da chi ne fa parte" (Discorso al Pontificio Seminario Lombardo, 7/12/68, in Insegnamenti di Paolo VI, Tipografia Poliglotta Vaticana, 1968, vol. VI, p. 1188).






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