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Pius PP. VI
Constantiam vestram

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Capp. X-XII

10. Ecco perché si accesero tante discordie fra il potere ecclesiastico e civile; ecco perché presso i potenti l’autorità della Chiesa venne in sospetto, se ne invidiarono le ricchezze e se ne imprigionò la libertà; perché sottratto al genere umano i presid" della Chiesa, si potessero alzare i trofei dell’empietà sulle ceneri dell’estinta Religione, a perdizione di tutto l’orbe terracqueo.

11. Che dire di coloro che non erano abbastanza dei Nostri ma che, deposta ogni simulazione, non solo si separarono da Noi, ma ostentando sulla fronte il carattere della bestia combatterono contro l’Agnello e condussero contro la Chiesa una guerra spietata, mentre gli altri, i nomi dei quali sono scritti nel libro della vita, si esercitarono in ogni santità, al punto che neppure nei tempi in cui la Chiesa viveva in pace si vide una così manifesta Religione fra le greggi Cristiane, una fede tanto ferma, una carità tanto infiammata? Noi ci riferiamo, non senza grande esultanza dell’animo, a tutti i Greggi della Gallia ma anche agli altri – particolarmente al Nostro di Roma –, i quali, (come ricorda San Giovanni Crisostomo riferendosi ai primi tempi) sebbene fossero stati privati di tutti i loro Pastori, tuttavia, per quella fede in nome della quale testimoniarono che appartenevano alla Chiesa, con l’assistenza di Dio che vigilava su di essi, si comportarono come se i loro Pastori non fossero in carcere. "Lo scaltro Diavolo, maestro nel tramare insidie, credeva che se avesse tolto di mezzo i Pastori avrebbe facilmente devastato gli Ovili, ma chi sorprende gli astuti nelle loro astuzie, mostrando che le sue Chiese non sono governate dagli uomini ma che i suoi fedeli credono in lui stesso e sono sempre diretti da lui, permetteva che ciò accadesse affinché, nel constatare che, tolti i Rettori, tuttavia non si distrugge la Chiesa né si spegne la predicazione della verità, ma piuttosto la s’incrementa. Da queste cose, il Diavolo e tutti coloro che lo seguivano potevano comprendere che l’ordinamento Cristiano non dipende da uomini, ma trae la sua origine dal Cielo, e Dio è colui che difende ovunque la Chiesa".

12. Noi, vedendo dunque che la Chiesa si arricchisce di questi beni tanto preziosi anche nel colmo della persecuzione, a gloria di Dio, che cosa dovremo sperare di essa quando, sedate le tempeste, verrà il tempo della tranquillità e della misericordia? Quando, purgata con il vaglio di Dio, provata dal fuoco della tribolazione, nobilitata dai Vostri meravigliosi trionfi e da quelli dei Cardinali Nostri Venerabili Fratelli, illustrata dalla fede, dalla costanza, dalla santità di tanti Vescovi, di tanti Ecclesiastici, di tante sacre Vergini, di tanti Monaci, e infine di tanti Cristiani si dedicherà alla gloria di Dio? Soprattutto quando, con l’esercizio della virtù, la carità Cristiana raffreddatasi nel mondo sia riaccesa per mezzo della tribolazione: la perversità della Filosofia sia respinta per i suoi perniciosi frutti, la santità della Religione sia magnificata per le sue mirabili virtù, e dalla contesa degli Eretici sia resa evidente la fede di quanti furono provati?




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