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Testamenti dei Dodici Patriarchi

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TESTAMENTO DI NEFTALI, OTTAVO FIGLIO DI GIACOBBE E DI BALLA

 

 

 

I.

 

[1] Copia del testamento di Neftali, che fece al momento della sua morte, all'età di centotrenta anni.

[2] I suoi figli si radunarono il primo giorno del settimo mese ed egli preparò loro un pranzo. [3] All'alba, quando si svegliò, disse loro: "Sto per morire"; ma loro non ci credevano. [4] Ed egli, dando gloria al Signore, confermò che sarebbe morto dopo il pranzo + del giorno prima +.

[5] Cominciò a dire:

"Ascoltate, figlioli miei, figli di Neftali,

ascoltate le parole di vostro padre.

[6] Io nacqui da Balla; Rachele aveva agito con inganno: dette a Giacobbe Balla invece di sé stessa. E lei mi concepì e mi partorì sulle ginocchia di Rachele. Per questo mi chiamò Neftali.

[7] Rachele mi amò, perché fui partorito sulle sue ginocchia. E quando ero ancora tenero, mi baciava dicendo: Possa vedere un fratello tuo simile a te, ma dal mio seno.

[8] Per questo, secondo le preghiere di Rachele, Giuseppe fu in tutto simile a me.

[9] Mia madre Balla era figlia di Ruthaio, fratello di Debora, la nutrice di Rebecca: nacque lo stesso giorno di Rachele. [10] Ruthaio era della stirpe di Abramo, caldeo, timorato di Dio, uomo libero e nobile. [11] Fatto prigioniero, fu comprato da Labano, che gli dette in moglie la sua serva Euna, la quale partorì una figlia, alla quale (egli) pose nome Zelfa, dal nome della città, nella quale era stato fatto prigioniero. [12] Dopo partorì Balla, dicendo:Mia figlia fa qualcosa di nuovo, perché, appena nata, toccava la mammella e cercava di poppare.

 

 




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