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Testamenti dei Dodici Patriarchi

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V.

 

[1] Cattivo, dunque, é l'odio, perché sta continuamente attaccato alla menzogna, parlando contro la verità: fa grandi le cose piccole, presenta la luce come tenebra, il dolce dice che é amaro; insegna calunnia, ira, guerra, prepotenza e ogni avidità; riempie il cuore di mali e di veleno diabolico.

[2] Questo per esperienza vi dico, figlioli miei, perché cacciate da voi l'odio che é diabolico e aderiate all'amore di Dio. [3] La giustizia caccia l'odio, l'umiltà uccide l'invidia: il giusto e umile si vergogna di commettere ciò che é ingiusto, pur non essendo condannato da altri, ma solo dal suo cuore, perché il Signore sorveglia la sua anima. [4] Non sparla dell'uomo pio, perché il timore di Dio abita in lui. [5] Temendo di offendere il Signore, non vuole in alcun modo commettere ingiustizia contro nessuno, nemmeno col pensiero.

[6] Questo capii da ultimo, dopo che mi fui pentito riguardo a Giuseppe. [7] Il vero pentimento, quello secondo Dio, distrugge l'ignoranza, fa fuggire la tenebra, illumina gli occhi, procura all'anima la conoscenza e guida la volontà verso la salvezza. [8] Ciò che non ha imparato dagli uomini, lo apprende dal pentimento.

[9] Il Signore mi mandò una malattia di fegato e, se le preghiere di mio padre non mi avessero aiutato, poco mancò che morissi. [10] L'uomo é punito con la sua stessa trasgressione. [11] Poiché il mio fegato fu spietato contro Giuseppe, soffrendo di fegato fui condannato senza pietà a dieci volte il tempo che ce l'ebbi con Giuseppe.

 




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