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Testamenti dei Dodici Patriarchi

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III *.

 

[1] E ora, figlioli miei, amate anche voi il Signore, Dio del cielo e della terra, e osservate i Suoi comandamenti, imitando Giuseppe, che fu uomo buono e pio. [2] La vostra mente sia rivolta al bene, come sapete che feci io. Ché colui che ha mente retta, tutto vede rettamente. [3] Temete il Signore e amate il prossimo. E se anche gli spiriti di Beliar vi perseguitassero con ogni mala afflizione, non potranno aver dominio su di voi, come non l'hanno avuto su Giuseppe, mio fratello. [4] Quanti uomini avrebbero voluto ucciderlo e Dio lo protesse! Colui infatti che teme Dio e ama il prossimo, non può essere colpito dallo spirito di Beliar, perché é difeso dal timor di Dio. [5] Non può essere vinto né dall'insidia degli uomini, né da quella delle bestie (selvagge), aiutato dall'amore del Signore, che egli rivolge al prossimo.

[6] Infatti Giuseppe pregò nostro padre, perché pregasse a favore dei suoi fratelli, perché il Signore non imputasse a loro come peccato, quel che gli avevano fatto di male. [7] E così Giacobbe gridò:Figlio buono, tu hai vinto le viscere di Giacobbe, tuo padre. Lo abbracciò e lo baciò per due ore, dicendo: [8]  Con te si realizzerà la profezia celeste che dice:

colui che é senza macchia si contaminerà per i trasgressori della Legge

e colui che é senza peccato morirà per gli empi.

 

 




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