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Libro dei Giubilei

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    • XI.
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XI.

 

[1] E nel primo anno del terzo settennio del trentacinquesimo giubileo Reu prese in moglie Ora, figlia di Ur figlia del figlio di Kesed. Costei gli generò figli (sic!) ed egli lo chiamò Serug nel settimo anno di quel settennio dello stesso giubileo. [2] E i figli di Noé cominciarono a combattere, a far prigionieri e a uccidere ognuno il proprio fratello, a spargere il sangue degli uomini sulla terra, a mangiar il sangue e a costruir paesi fortificati, muri e torri e a innalzarsi, un uomo, sul popolo e a nominare, per la prima volta, (la parola) "governo" e a portar guerra - popolo contro popolo, popoli contro popoli e paese contro paese -: e il tutto per far male e impossessarsi di armi e per insegnare ai loro figli la guerra. E cominciarono a catturar paesi e a vendere schiavi e schiave. [3] E Ur, figlio di Kesed, costruì Era, (dalle parti) dei Caldei e la chiamò col nome proprio e col nome di suo padre. [4] E si fece delle statue di metallo; e coloro che si erano fatte statue di metallo si prostravano agli idoli e cominciarono a far sculture e statue impure e gli spiriti maligni (li) aiutavano e li traevano in inganno a che facessero peccati e cose impure.

[5] E il principe Mastema, nel far tutto ciò, era potente e mandava, per mezzo degli spiriti - quelli che erano stati consegnati nelle sue mani , - a far ogni delitto, peccato

ogni azione colpevole, a corrompere, a distruggere e a sparger

sangue sulla terra. [6] E, perciò, il nome di "Seruh" fu

chiamato (= mutato in) "Serug" perché tutti si eran girati

a commettere ogni (specie di) peccato. [7] E (Serug) crebbe

e stette in Ur dei Caldei vicino al padre della madre di

sua moglie ed adorava gli idoli. E nel primo anno del quinto

settennio del 36ø giubileo prese in moglie Melka, figlia di

Keber, figlia del fratello di suo padre. [8] E costei gli

generò Nabor nel primo anno di questo settennio e (costui)

crebbe e dimorò in Ur dei Caldei e il padre gli insegnò la

dottrina dei Caldei e a indovinare e trarre auspici dagli

astri del cielo. [9] E, nel primo anno del sesto settennio del

trentasettesimo giubileo prese in moglie Iyask, figlia di

Nesteg dei Caldei. [10] E costei, nell'anno del settimo settennio di questo (giubileo) , gli generò Tara.

[11] E il principe Mastema mandò corvi e uccelli a mangiare,

per la devastazione della terra, le sementi che si seminavano

nella terra e a rapinare i figli degli uomini dei frutti del loro

lavoro (e li mandò) affinché, prima che arassero, i corvi

raccogliessero i semi dalla faccia della terra. [12] E perciò

suo padre lo chiamò Tara: perché i corvi e gli uccelli li

avevano ridotti in povertà ed avevano loro mangiato i semi.

[13] E gli anni cominciarono a divenir sterili al cospetto

(= a causa) degli uccelli (i quali) mangiavano, dagli alberi,

tutti i frutti delle piante. (Fu) con gran forza se, in quei tempi, si potsalvarne pochi. [14] E nel primo anno del secondo settennio del trentanovesimo giubileo Tara prese in moglie Edna, figlia di Abramo (e) figlia della sorella di suo padre. [15] E, nel settimo anno di questo settennio, costei gli generò un figlio ed egli lo chiamò Abramo, col nome del padre della di lui madre, poiché costui era morto prima che la figlia concepisse il figlio. [16] E il fanciullo cominciò a conoscere gli errori della terra (e) in qual modo tutti erravano al seguito degli idoli e della impurità. Il padre gli insegnò la scrittura - egli (era) un fanciullo di due settenni e si separò dal padre per non adorare, insieme con lui, gli idoli. [17] E prese a pregare il Creatore di tutto affinché lo salvasse dagli errori dei figli degli uomini e la sua parte non cadesse nell'errare al seguito della impurità e della malvagità. [18] E venne il tempo della semina per mettere i semi nella terra e tutti uscirono insieme per difendere la propria semenza dai corvi.

E uscì anche Abramo con loro e il fanciullo era dell'età di quattordici anni. [19] E una nuvola di corvi venne a mangiare i semi e Abramo correva verso di loro prima che essi si poggiassero sulla terra e gridava contro di loro prima che essi si poggiassero, per mangiare i semi, sulla terra e diceva: "Non scendete! Tornate nel luogo donde siete venuti!" ed essi se ne tornarono.

[20] E, in quel giorno, le nuvole di corvi ritornarono (da) settanta vie e, su tutti i campi dove stava Abramo, di tutti i corvi, nessuno vi si fermò e nessuno rimase colà. [21] E lo videro tutti quelli che stavano, con lui, in tutti i campi: egli gridava, tutti i corvi se ne tornarono e il suo nome si fece grande in tutto il territorio dei Caldei. [22] E, in questo stesso anno, tutti quelli che seminarono, andarono da lui ed egli andò con loro fin quando finì il tempo della semina ed essi seminarono i loro terreni, ammassarono, in quell'anno, il grano, mangiarono e furono sazi. [23] E, nel primo anno del quinto settennio, insegnò l'arte del legno a quelli che facevano gli attrezzi dei buoi. E fecero un attrezzo sulla terra, in opposizione al manico dell'aratro, sì che vi mettevano sopra la semenza ed essa scendeva, dall'interno, nel serbatoio dei semi e si nascondeva nel terreno. E (così) essi non ebbero più paura dei corvi. [24] E fecero in tal modo su tutti i manici degli aratri, (posero) i manici degli aratri sul terreno, seminarono e fecero, (per) tutta la terra, tutto come loro aveva comandato Abramo. E non ebbero più paura al cospetto degli uccelli.

 

 

 




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