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Libro dei Giubilei

IntraText CT - Lettura del testo

    • XXVI.
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XXVI.

 

[1] E nel settimo anno di questo settennio Isacco chiamò Esaù, il suo figlio maggiore, e gli disse: "Figlio mio, io sono invecchiato, i miei occhi si sono indeboliti alla vista, ed io non conosco il giorno della mia morte. [2] E ora prendi le tue armi da caccia, il tuo arco e la tua faretra, esci nei campi e va' a caccia per me e cattura, figlio mio, e fammi un cibo che mi sia gradito, portamelo e che io (lo) mangi e la mia anima ti benedica prima che io muoia".

[3] E Rebecca, mentre Isacco parlava a Esaù, udiva.

[4] E Esaù, di buon mattino, si recò nelle selve per mettere le reti, catturare e portare a suo padre.

[5] E Rebecca chiamò il figlio Giacobbe e gli disse: "Ho udito tuo padre Isacco mentre parlava con tuo fratello Esaù e gli diceva: "Va' a caccia per me, fammi un cibo, portamelo e che io ti benedica, davanti al Signore, prima di morire". [6] Ed ora ascolta, figlio mio, quel che io ti ordino: "Va' al tuo gregge e prendimi due bei capretti: e che io ne faccia una pietanza come a lui piace e che tu la porti a tuo padre! E che egli (la) mangi sì che egli ti benedica, al cospetto del Signore, prima di morire! E, (così) tu sarai benedetto"".

[7] E Giacobbe disse a sua madre Rebecca: "Io non risparmierò (la mia fatica) per tutto quel che mio padre mangia e gli piace. Ma io temo, madre mia, che egli riconoscerà la mia voce e vorrà tastarmi. [8] E tu sai che io sono glabro e che Esaù, mio fratello, é peloso. Ed io, avanti ai suoi occhi, sarò come se (lo) vilipendessi e facessi cose che egli non ha ordinato. Ed egli si adirerà contro di me ed io porterò, su di me, maledizione e non benedizione".

[9] E la madre Rebecca gli disse: "La tua maledizione su di me, o figlio mio! Ascolta, però, la mia parola". [10] E Giacobbe ascoltò la parola di sua madre Rebecca, andò, prese due bei capretti grassi, li portò a sua madre e sua madre li cucinò come piacevano a Isacco. [11] E Rebecca prese i vestiti di Esaù, suo figlio maggiore, quello (più) amato che stava presso di lei nella sua casa, e, (stando) nella propria casa, li mise addosso al figlio Giacobbe; e le pelli del capretto gliele mise sulle mani e sulle carni nude. [12] E dette, nelle mani di Giacobbe, la polenta ed il pane che aveva fatto.

[13] E Giacobbe andò da suo padre e gli disse: "Ecco, sono io, tuo figlio. Ho fatto come mi hai detto. Alzati, siediti e mangia (un po') di quel che ho cacciato, padre mio, affinché tu stesso mi benedica" . [14] E Isacco disse a suo figlio: "Come ti sei affrettato (tanto) a trovarlo, figlio mio?". [15] E Giacobbe gli disse: "E' il tuo Dio che me lo ha fatto trovare davanti". [16] E Isacco gli disse: "Avvicinati a me. Che io ti tocchi, figlio mio, (per vedere) se sei il mio figlio Esaù o no".

[17] E Giacobbe si avvicinò a Isacco, suo padre, e (costui) lo palpò e gli disse: [18] "La voce é quella di Giacobbe, la mano é quella di Esaù" e non lo riconobbe - perché era destinato , in cielo, a perdere il suo spirito - non si accorse di benedire Giacobbe, dato che le mani di lui erano pelose come quelle di Esaù. [19] E gli disse: "Sei tu, per davvero, mio figlio Esaù?" e quello gli disse: "Sono tuo figlio". E gli disse: "Porgimi e che io mangi parte di quel che hai cacciato, figlio mio, affinché l'anima mia ti benedica". [20] Ed egli gli porse la vivanda ed egli mangiò; gli porse del vino, ed egli bevve. [21] E gli disse suo padre, Isacco: "Avvicinati, e baciami, figlio mio". [22] Egli si avvicinò e lo baciò. Ed egli sentì il profumo delle sue vesti, lo benedì e gli disse: "Ecco il profumo di mio figlio come il profumo dei campi che il Signore ha benedetto. [23] Che il Signore ti dia e ti moltiplichi più della rugiada del cielo e della rugiada della terra e incrementi, in tuo favore, l'abbondanza di grano e di olio. E si sottomettano, a te, i popoli e si prostrino, i popoli, al tuo cospetto! [24] Sii signore dei tuoi fratelli e si prostrino a te i figli di tua madre. Tutte le benedizioni che il Signore fece a me ed a mio padre Abramo siano per te e per la tua progenie nei secoli. Chi ti benedice, sia benedetto e sia maledetto che ti maledice!".

[25] E, dopo che Isacco ebbe finito di benedire suo figlio Giacobbe, questi uscì da(lla casa di) suo padre e si nascose. Ed Esaù, suo fratello, tornò dalla caccia, [26] fece anche lui la vivanda, la portò a suo padre e gli disse: "Alzati, padre mio, e mangia (parte) della mia caccia affinché tu stesso mi benedica". [27] E gli disse Isacco, suo padre: "Chi sei?" Ed egli gli disse: "Sono Esaù, il tuo figlio primogenito ed ho fatto come mi hai ordinato". [28] Ed Isacco si meravigliò assai e disse: "Chi é questo che é andato a caccia ed ha messo le reti per me, mi ha portato (la preda) ed io ne ho mangiato (un po') di tutto prima che tu venissi e (che) io ho benedetto (dicendo): "Sia benedetto lui e tutta la sua stirpe nei secoli"?

[29] Ed Esaù, quando ascoltò le parole di suo padre Isacco, gridò a gran voce, amaramente, e disse a suo padre: "Benedici anche me, padre!". [30] E gli disse: "Tuo fratello é venuto con la frode e si é preso la tua benedizione". (Ed Esaù disse): "Ed ora io so perché il suo nome fu chiamato Giacobbe: mi ha defraudato, ecco, questa seconda volta: prima si é presa la primogenitura, ed ora si é presa la mia benedizione". [31] E disse: "Non hai in serbo per me, o padre mio, una benedizione?" Ed Isacco rispose e disse ad Esaù: "Ecco, lo ho nominato signore di te e di tutti i suoi fratelli e glieli ho dati perché gli siano servi, e lo ho rinforzato con molto grano, vino ed olio. Che cosa posso ora fare per te, figlio mio?".

[32] E Esaù disse: "Hai solo una benedizione, o Padre? Benedici anche me, Padre!", alzò la voce e pianse. [33] E Isacco rispose e disse: "Sia la tua sede (priva) della rugiada della terra e di quella del cielo che le (é) sopra , vivi col tuo coltello e sii soggetto a tuo fratello! [34] E, se ti sarai rifiutato e avrai rimosso il suo giogo dal tuo collo, accada, allora, che commetterai ogni peccato mortale e che la tua stirpe sarà sradicata da sotto il cielo!". [35] Ed Esaù minacciò Giacobbe a causa della benedizione che suo padre gli aveva fatta e disse in cuor suo: "Giunga, adesso, il giorno del pianto (op.: del lutto) di mio padre affinché io possa uccidere Giacobbe, mio fratello!" .

 

 

 




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