Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Libro dei Giubilei IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
[1] Ed egli (Giacobbe) passò quella notte in Betel e Levi sognò che al sacerdozio di Dio Altissimo avevano nominato e destinato lui e i suoi figli, in eterno. Si svegliò dal sonno e benedisse il Signore. [2] E Giacobbe si alzò di buon mattino, all'alba del quattordici di questo mese e dette la decima di tutto quel che era venuto con lui; dagli uomini agli animali, dall'oro a tutti gli oggetti e vestiti, (dette) la decima di tutto. [3] E in quei giorni Rachele concepì Beniamino, suo figlio e Giacobbe contò, da lui, i suoi figli e (nel contarli) salì e scese su di lui, su Levi, in porzione del Signore e suo padre lo vestì degli abiti sacerdotali e gli riempì le mani. [4] Ed il quindici di questo mese portò sull'altare, fra i bovini, quattordici tori, ventotto arieti, quarantanove pecore, sessanta agnelli e ventinove capretti, in olocausto sull'altare ed in offerta gradita, dal profumo soave, innanzi al Signore Iddio e, cioé, [5] il dono (derivante) dal voto che aveva fatto: che avrebbe dato le decime insieme con le loro offerte e le loro libagioni. [6] E mentre il fuoco lo consumava, egli bruciava l'incenso sul fuoco (e) sui sacrifici di salvezza: due tori, quattro arieti, quattro pecore, quattro caproni e due pecore, ognuna di un anno, e due capretti. Così faceva, all'alba, per sette giorni. [7] Ed egli, i suoi figli e la gente stavano colà, a mangiare, allegramente, per sette giorni ed egli benediceva e lodava il Signore che lo aveva liberato da tutte le sue tribolazioni e lo aveva esaudito nelle sue preghiere. [8] E offrì, in decima, tutti gli animali puri, fece sacrificio e gli animali impuri (li) dette a Levi , suo figlio, e gli dette (anche) le anime degli uomini. [9] E Levi si fece sacerdote , in Betel, al cospetto di suo padre Giacobbe a preferenza dei dieci suoi fratelli e stette colà come sacerdote. E Giacobbe gli affidò il suo voto: e in tal modo Levi offrì per la seconda volta la decima al Signore, la consacrò e gli fu sacra . [10] E perciò é stabilita, nelle tavole del cielo, la legge di offrir la decima una seconda volta per mangiarla al cospetto del Signore nel luogo dove é stato scelto che vi sia, sopra, il nome di Lui , di anno in anno e non vi é, a questa legge, limite di tempo, in eterno. [11] Ed é norma scritta, da attuare di anno in anno, di mangiar, una seconda volta, le decime al cospetto del Signore, nel luogo prescelto, e non ne devono avanzare, da quest'anno, per l'anno successivo. [12] Poiché si deve mangiare il seme nel suo anno, fin quando (non) passa la seminagione annuale, e il vino fino al tempo dell'uva e il periodo dell'olio (é) fino al tempo dell'uliva. [13] E tutto quel che avanza e invecchia sia considerato contaminato, lo si bruci al fuoco poiché é diventato impuro. [14] E, pertanto, lo mangino insieme, nel santuario, e non lo lascino invecchiare. [15] E avvenga che tutte le decime di vacche e pecore, consacrate al Signore e ai suoi sacerdoti, le mangino innanzi a Lui, di anno in anno, poiché così é stabilito e scolpito, quanto alle decime, sulle tavole del cielo. [16] E in un'altra notte, il ventidue di questo mese, Giacobbe si propose di costruire in quel luogo una area recintata, di consacrarla e di farla santa per lui e i suoi figli, dopo di lui, in eterno. [17] E il Signore gli apparve di notte, lo benedì e gli disse: "Il tuo nome non si chiamerà solo Giacobbe, ma Israele". [18] E gli disse, per la seconda volta: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ho creato il cielo e la terra; e ti farò grande e ti moltiplicherò assai, da te usciranno re e domineranno ovunque l'orma del piede dei figli dell'uomo abbia calcato. [19] Io darò alla tua stirpe tutta la terra che é sotto il cielo ed essi domineranno su tutti i popoli, come vorranno, e poi raduneranno (nelle loro mani) tutta la terra e la erediteranno per l'eternità". [20] Finì di parlare con lui, salì (allontanandosi) da lui e Giacobbe lo vide fin quando salì nel cielo. [21] E vide, in una visione di notte, un angelo scendere dal cielo con sette tavole nelle mani, darle a Giacobbe e leggergli tutto quel che vi era scritto (cioé) quel che sarebbe accaduto a lui e ai suoi figli in tutti i tempi. [22] Gli mostrò tutto quel che era scritto sulle tavole e gli disse: "Non costruir (in) questo luogo, non farlo santuario in eterno e non restar qua poiché questo non é il luogo! Va' alla casa di Abramo, tuo padre (sic!) e rimani colà presso tuo padre Isacco fino al giorno della morte di tuo padre [23] poiché tu morrai in pace in Egitto e in quella terra sarai seppellito, con onore, nel sepolcro dei tuoi padri, con Abramo e Isacco. [24] Non temere! Poiché, come hai visto e letto, così accadrà tutto. Scrivi anche tu tutto, come hai visto e letto!". [25] E Giacobbe disse: "Come ricorderò tutto quel che ho visto e letto?". E (l'Angelo) gli disse: "Io ti rammenterò ogni cosa" ed ascese da lui. [26] E (Giacobbe) si destò dal suo sonno e ricordò e scrisse tutto quel che aveva visto e letto. [27] E operò, colà, ancora per un giorno e sacrificò in esso proprio come aveva sacrificato nei giorni precedenti e quel giorno lo chiamò "aggiunta" perché quel giorno era stato aggiunto e i precedenti li chiamò "festa". [28] E così gli sembrò che fosse (quel giorno) e che fosse scritto nelle tavole del cielo e, per ciò, gli fu manifesto che egli lo dovesse celebrare e lo dovesse aggiungere ai sette giorni di festa. [29] Ed esso fu chiamato "aggiunta" perché é (in esso) che si offrono sacrifici, in testimonianza (= ricordo?) del giorno e, come festa, nel numero dei giorni dell'anno. [30] E nella notte del ventitr‚ di questo mese Debora, la nutrice di Rebecca, morì e la seppellirono (nella) parte inferiore del paese, sotto una quercia del fiume e chiamò quel fiume, "fiume di Debora" e la quercia: "quercia, pianto di Debora". [31] E Rebecca andò e rientrò in casa sua, presso il padre di lui, Isacco, e Giacobbe (gli) inviò, a mezzo di lei, agnelli, pecore e arieti affinché ella facesse, a suo padre, cibo come egli (Isacco) voleva. [32] Ed egli andò al seguito di sua madre fino ad avvicinarsi al territorio di Keberatan e passò la notte colà (opp.: fissò colà la propria residenza). [33] E Rachele generò, la notte, un figlio e lo chiamò "figlio del mio dolore" poiché soffrì assai nel generarlo e il padre lo chiamò Beniamino, l'undici dell'ottavo mese del primo anno del sesto settennio di questo giubileo. [34] E Rachele morì colà e fu sepolta nella terra di Efrata, cioé Betlemme, e Giacobbe costruì, sulla tomba di Rachele, un cippo sulla strada.
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License |