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Apocalisse siriaca di Baruc

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LXXVII

 

[1] E io, Baruc, (me ne) andai di e venni presso il popolo e li radunai, dal grande fino al piccolo, e dissi loro: [2] "Ascoltate, figli di Israele! Vedete quanti siete rimasti delle dodici tribù d'Israele. [3] A voi e ai vostri padri il Signore ha dato la legge, piuttosto che a tutti i popoli, [4] e poiché i vostri fratelli hanno trasgredito i comandamenti dell'Altissimo, (egli) ha fatto venire su di voi e su di loro la vendetta, e non ha risparmiato i primi, ma ha dato anche gli ultimi alla prigionia né ne ha lasciato un resto. [5] Ma ecco, voi siete qui con me. [6] Se dunque correggerete le vostre vie, non andrete anche voi come andarono i vostri fratelli, ma loro verranno a voi, [7] perché è misericordioso colui cui voi rendete culto, ed è protettore colui in cui sperate, ed è veritiero, per fare il bene e non il male. [8] Ecco, non avete visto quel che è capitato a Sion? [9] O forse pensate che il luogo abbia peccato, e per questo sia stato distrutto; o (che) la terra abbia mancato, e per questo sia stata consegnata? [10] E non sapete che per voi, che avete peccato, è stato distrutto quello che non aveva peccato, e per coloro che erano stati scellerati è stato consegnato agli avversari, esso, che non aveva mancato?".

[11] E rispose tutto il popolo e mi disse: "Ricordiamo tutto quanto possiamo ricordare dei beni che ha fatto con noi il Potente e lui conosce, nella sua misericordia, quelli che noi non ricordiamo. [12] Tuttavia fa' questo per noi, tuo popolo: scrivi anche ai nostri fratelli in Babilonia una lettera di ammaestramento e un rotolo di annuncio, per rafforzare anche loro prima che tu te ne vada da noi. [13] Perirono infatti i pastori di Israele e si sono spente le lampade che illuminavano e le fonti hanno trattenuto il loro corso, di dove bevevamo. [14] Noi siamo stati abbandonati nella tenebra e nel fitto della foresta e nella sete del deserto".

[15] E risposi e dissi loro: "Pastori e lampade e fonti procedevano dalla legge e, se noi andiamo, pure la legge sta.

[16] Se dunque guarderete alla legge e veglierete nella sapienza non mancherà la lampada e il pastore non verrà meno e la fonte non seccherà. [17] Tuttavia, come mi avete detto, io scriverò anche ai vostri fratelli in Babilonia e manderò (la lettera) tramite uomini; e scriverò così anche alle nove tribù e mezzo e manderò (la lettera) tramite un uccello".

[18] E accadde: il ventuno dell'ottavo mese io, Baruc, venni e sedetti sotto la quercia, all'ombra dei rami, e nessuno era con me, ma (ero) io solo. [19] E scrissi le due lettere: una (la) mandai tramite un'aquila alle nove tribù e mezzo e l'altra (la) mandai a quelli (che erano) in Babilonia, tramite tre uomini. [20] E chiamai l'aquila e le dissi queste parole: [21] "L'Altissimo ti ha fatta perché tu ti elevassi sopra tutti gli uccelli, [22] e ora va' e non abitare (alcun) luogoentrare in (alcun) nidosostare su alcun albero finché tu non abbia attraversato l'ampiezza delle molte acque del fiume Eufrate e sia andata fino al popolo che dimora e abbia gettato loro questa lettera. [23] Rammenta poi che al tempo del diluvio Noè ricevette da una colomba il frutto dell'ulivo, dopo averla mandata (fuori) dall'arca; [24] ma anche i corvi servirono Elia, quando gli portavano il cibo come era stato loro comandato; [25] anche Salomone, al tempo del suo regno, dovunque volesse mandare (lettere) o chiedere qualcosa, comandava ad un uccello ed esso gli obbediva, come lui comandava. [26] E ora non essere pigradeviare a destra o a sinistra, ma vola e va' per la retta via per custodire il comando del Potente, come ti ho detto".




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