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Apocalisse siriaca di Baruc IntraText CT - Lettura del testo |
VI
[1] E fu l'indomani e, ecco, l'esercito dei Caldei circondò la città e a sera io, Baruc, abbandonai il popolo e uscii e stetti presso la quercia. [2] Ed ero addolorato per Sion e gemevo per la cattività che era venuta sul popolo [3] e, ecco, improvvisamente uno spirito di potenza mi innalzò e mi fece salire su, sopra il muro di Gerusalemme, [4] e vidi. Ecco, quattro angeli stavano ai quattro angoli della città, tenendo ciascuno nelle sue mani una fiaccola di fuoco. [5] E un altro angelo scendeva dal cielo e disse loro: "Tenete le vostre fiaccole e non appiccate fuoco finché non ve (lo) dico. [6] Sono stato mandato infatti per dire, prima, una parola alla terra e trasmetterle quel che mi ha comandato il Signore Altissimo".
[7] E lo vidi scendere verso il santo dei santi e prese di lì il velo e l'efod santo e il propiziatorio e le due tavole e la veste santa dei sacerdoti e il turibolo e le quarantotto pietre preziose che il sacerdote vestiva e tutti i santi vasi della tenda. [8] E disse alla terra a voce alta: "Terra, terra, terra: ascolta le parole del Dio potente e ricevi le cose che ti affido e custodiscile fino agli ultimi tempi, per renderle, quando (ne) sarai comandata, affinché gli stranieri non se ne impadroniscano. [9] E' giunto infatti il tempo in cui anche Gerusalemme sarà consegnata, per un (certo) tempo, finché non si dica: Torna di nuovo. Sii stabile per sempre".
[10] E la terra aprì la sua bocca e le inghiottì.